25 giugno 2022

Appesi alla pioggia

 Una volta si diceva, piove governo ladro, per criticare quei qualunquisti che sapevano solo argomentare per luoghi comuni, pur di attaccare la politica.

Eppure oggi, parlando della siccità, la politica sa solo attaccarsi alla pioggia (speriamo che piova, ma non troppo per non far scappare i turisti) o al razionamento dell'acqua per non innaffiare gli orti.

Non sta piovendo da mesi eppure fino a poche settimane fa non era un problema: non era un problema le montagne senza neve, i ghiacciai che stanno scomparendo, le temperature sempre in crescita.

E ora, dal governo dei competenti fino alle ricche regioni del nord (quelle a caccia di maggiore autonomia) è tutto un "mi raccomando, caro cittadino, sii parsimonioso.."

Se va bene, ci scappa pure la lezioncina contro il furore ideologico degli ambientalisti, col loro maledetto estremismo: ah, se ci fossero i privati a gestire l'acqua, scrivono su Il foglio - quotidiano sovvenzionato da fondi pubblici (ma le idelogie sono sempre quelle degli altri).

Laddove c'è il privato a gestire il servizio idrico le cose vanno meglio? Ci sono tanti articoli che negano la tesi (e poi i servizi di Report sull'acqua in Sicilia e sull'acqua pubblica di Presadiretta). 

Perché non si è fatto niente per migliorare le rete idrica, care regioni, comuni e governo (e governi precedenti)?

Quanti dei soldi del PNRR saranno destinati per migliorare la rete idrica e cercare di risolvere il problema della siccità (al nord e al sud)? Report lunedì si occuperà giusto di questo tema.


Ho letto un bell'articolo di Elisabetta Ambrosi, La siccità ha un pregio: sono riemerse le balle - buona lettura e non arrabbiatevi troppo

Ancora: la siccità spazza via la categoria di quelli che “daje ai fautori della decrescita”, cioè quelli da sempre critici con chi promuoveva maggior frugalità, bollati come pauperisti maleodoranti che volevano mettere a rischio la nostra economia. Ebbene, la siccità ci mette di fronte al fatto che, non avendo più acqua, potremmo anche non avere più niente da mangiare, visto che il cibo sarà sempre più prezioso ovunque e ogni nazione tenderà a tenersi quello che ha. Altro che decrescita: saremo costretti a una radicale revisione forzata di ciò che mangiamo (pare che il sorgo sia un cereale che resiste anche nel deserto), e di come ci spostiamo. Non era meglio un po’ di decrescita felice fatta prima?

Ci sono infine i negazionisti climatici, giornalisti e politici, un residuo umano che ancora sussiste. Oggi alcuni di questi stanno cercando di smarcarsi dalle proprie posizioni – vedi Salvini – e cominciano a biascicare parole come “ambiente” e “animali”. Arriveranno a capire la crisi climatica nell’al di là.

Infine la siccità smaschera buona parte della nostra classe politica ignara del tema climatico. D’altronde, avendo vissuto in questi anni chiusa in Transatlantico, come poteva percepire l’aria sempre più torrida e le campagne asciutte? Il guaio è che se un tempo la malapolitica provocava aumento del debito pubblico e disservizi, oggi mette letteralmente a rischio la nostre pelle. È assordante il silenzio sul tema di Draghi e anche quello di Cingolani, che pure manda un comunicato al giorno sulla qualunque. D’altronde, solo noi italiani, ma cosa abbiamo fatto di male, abbiamo avuto la disgrazia di un ministro della Transizione ecologica che parla di “lobby del rinnovabilismo” e di “ideologia” sulla fine della macchine a benzina. Solo noi italiani, ma che abbiamo fatto di male, abbiamo un primo ministro che se non ambientalista avremmo sperato fosse europeista, e dunque ambientalista di ritorno, e invece sulla crisi climatica tace, mentre noi siamo costretti a far morire i nostri giardini e i nostri orti.

Ma assordante è anche, infine, il silenzio di quei giornalisti dei talk show, che dopo averci per mesi ossessionato con la loro lezioncina pedagogica sull’aggredito e l’aggressore, mai si sono occupati di siccità. Perché non sanno, in questa che è la più grande delle battaglie, chi è l’aggredito e l’aggressore. Perché la crisi climatica non è una favoletta e per raccontarla ci vuole studio, competenza, anche coraggio. E soprattutto scarso o nullo narcisismo.

1 commento:

blogredire ha detto...

I nostri caporioni si limitano a suggerire di non sprecare acqua,se non me lo dicevano loro...
Dici di non arrabbiarsi,è difficile in questo periodo,già sono arrabbiato di mio...