21 giugno 2022

Promemoria per il diavolo, di Paolo Regina

 

Venerdì pomeriggio verso le diciotto

L’Audi nera svoltò l’angolo e percorse lentamente la stradina privata. Un click del telecomando e il cancello si aprì, rivelando la rampa in discesa che portava al garage sotterraneo. Un altro click e la serranda del box si mise in funzione, scoprendo l’accesso al posto auto. Marcello Guarneri parcheggiò e scese dalla macchina.

In in dicembre freddo e nevoso, come possono esserlo purtroppo solo i romanzi gialli, in una Ferrara che si avvicina alle festività natalizie un killer misterioso inizia a colpire le sue vittime.

Per primo uccide un commercialista nei box del palazzo dove vive.

Poi uccide un vecchio imprenditore, uno di quei maschi che vivono nel timore di diventare anziani e che per questo hanno bisogno di vestirsi come avessero dei giovanotti, di provarci con tutte le ragazze che si trovano davanti..

Due delitti in pochi giorni sono un evento straordinario per una metropoli figuriamoci per una città piccola come Ferrara, dove ci si conosce tutti, specie gli appartenenti alla cerchia delle famiglie borghesi. Così le indagini arrivano direttamente all’attenzione del Prefetto e del Questore, per il comitato ordine e sicurezza (e quando muore una persona della borghesia la parola sicurezza ha un valore rafforzato) e, di conseguenza, sul tavolo del nuovo vicequestore della Mobile. La dottoressa Uta Keller, teutonica per parte di padre (l’unico caso di una bagnina riminese messa incinta da un turista tedesco) e glaciale nell’aspetto e nel carattere.

Lunedì mattina verso le nove Il capitano De Nittis odiava il freddo. E l’umidità padana che ne amplificava il disagio. Non che in Puglia, da dove veniva, l’inverno non fosse spesso rigido, ma bastava un raggio di sole e una passeggiata ‘mbaccia a mar, in riva al mare, per riconciliarsi con la stagione.

In queste settimane pre natalizie il nostro capitano Gaetano De Nittis, pur vivendo un momento felice con la sua fidanzata Rosa, anche lei straniera in terra estense come De Nittis, è alle prese con la malinconia pre festiva. Una malinconia legata a quei pranzi in famiglia, tutti assieme, con gli zii che non perdevano occasione per vantarsi dei loro successi nella vita, mettendo in difficoltà il padre, un “semplice” commerciante, ma soprattutto un onesto commerciante.
Anche per colpa sua, in un certo senso, De Nittis è diventato finanziere: per dare giustizia a quelle persone come il padre strozzate dagli usirai che le maglie larghe della legge spesso riescono a farla franca.

Ma De Nittis non avrà modo di annoiarsi: la dottoressa Keller, non avendo molte persone attorno di cui fidarsi, decide di chiamare il “collega” per farsi dare una mano. Scavare nella vita delle vittime, cercare di capire se ci fossero dei legami (cosa che complicherebbe le indagini, perché significherebbe che c’’è un serial killer in circolazione), quali scheletri si nascondano nei loro armadi..
Chi meglio del “vecchio Bonfatti”, giornalista storico del Gazzetta Ferrararese, per avere queste informazioni? Con la promessa di avere uno scoop garantito a fine indagine, Bonfatti si mette all’opera in questa ricerca. Il primo morto, Marcello Guarneri, era un commercialista che conosceva tutti i segreti delle persone che contano in città, dietro l’aria di una persona perbene, di uno che frequenta il rotary cittadino, si nascondeva una persona con pochi scrupoli.

L’altro morto, Umberto Rinaldi, meglio noto come Lord Farquaad, era noto in città per essere un seduttore, o quanto meno per uno che vuole sentirsi tale: bei vestiti, una macchina potente, l’aria di uno che può permettersi tutto. Forse in tanti avrebbero voluto dargli una lezione..
Ma quelle morti, non sono frutto di un assassino qualsiasi: perché sui cadaveri vengono ritrovati degli oggetti che, almeno per chi ha ucciso, hanno un preciso significato. Monete fuori corso sul primo cadavere, uno specchio rotto sul secondo.

E poi, ci sono quei legami che, piano piano, andando a ricercare nel passato dei morti, vengono fuori: troppo piccola Ferrara per far sì che non ci si conosca. Piccola e anche chiusa, come tante città di provincia, specie nei confronti di chi viene da fuori:

«Vuoi davvero sapere perché è capitato proprio a te? Non siamo stati noi a rovinarti la vita, è stata Ferrara. Tu pensi di esserti integrato perché sei arrivato qui da giovane, ma non lo sarai mai. Tra ferraresi veri ci riconosciamo subito a pelle,

Le pagine dell’indagine in mezzo alla neve, che tanto fastidio dà al povero De Nittis, si alternano alle pagine dove l’assassino, che nel frattempo ha compiuto altri due delitti, racconta la sua storia. Quel sopruso subito tanti anni prima e che gli aveva rovinato la vita, che gli aveva fatto perdere tutto. Ora, dopo tutti questi anni ad aspettare una forma di giustizia superiore (da Dio? Dalla giustizia terrena?), tocca a lui mettere ordine nel mondo e farla pagare alle persone che gli hanno portato via tutto.

Non era mosso da manie o feticci mentali. Non odiava le donne bionde o i tassisti o le prostitute. Detestava solo quattro persone, più una. E per un motivo preciso, oggettivo, non per sue fantasie morbose.

L’indagine è una caccia all’uomo, a questa persona che ha dovuto cambiare pelle, volto, nome, per non farsi riconoscere, un novello Dantes in cerca della sua vendetta.

Ma l’indagine è anche una rivelazione dei vizi privati di Ferrara: una città dove il passato aveva lasciato una un’impronta coi suoi palazzi, le chiese, una città chepoteva essere santa e puttana, magica e prosaica, ipocrita e brutale fino a spaccarti il cuore”. Ipocrita come le famiglie con cui De Nittis si imbatte, persone abituate a fare il bello e il cattivo tempo, senza preoccuparsi delle conseguenze, di doverne pagare pegnoGente che ostenta valori morali e posizione sociale elevata, ma che per biechi interessi economici è disposta a tutto, anche a pugnalare nel sonno chi la sta aiutando”.

Per risolvere questi delitti, servirà sia la memoria del giornalista Bonfatti, che la profonda umanità del capitano De Nittis che, oltre alla neve, al freddo, alle telefonate di prima mattina del vicequestore Keller, dovrà pure sbrigliare uno strano mistero: un bar infestato da fantasmi notturni.

Che sia il fantasma della Parisina?

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