L’informazione, non solo quella della Rai, ha fatto in fretta a riposizionarsi e a cambiare atteggiamento sul governo Meloni: un governo vecchio, con ricette economiche e sociali già viste, preoccupato dal dissenso più che dai problemi degli italiani. Trasmissioni di informazione come Presadiretta o come Report che riprende questa sera, sono una vera e propria boccata di ossigeno.
Questa
la differenza tra una democrazia e una forma di governo che non lo è:
l’informazione controlla la politica, non viceversa, coi
giusti paletti del giornalismo d’inchiesta che deve poi rendere
conto di quello che racconta.
25 anni di inchieste, di servizio
pubblico dove si fanno i nomi e i cognomi, sobbarcandosi il carico
delle molte cause intentate contro la trasmissione (e anche tante
“polpette avvelenate”, falsi dossier fatti circolare per
screditare i giornalisti).
Questa sera i servizi di Report si occuperanno del fascicolo Tim, l’ex industria di stato che passata attraverso sciagurate privatizzazione è oggi in crisi. E poi un’inchiesta sulla gestione delle chiese nella Diocesi di Napoli.
Nell’anteprima Chiara De Luca si occuperà di bolle: quelle di co2 che troviamo nell’acqua e nelle bibite gassate.
Il gas
che scarseggia
Cosa
vuol dire il gas che scarseggia (per le speculazioni, per la
guerra..)? Ci sono effetti sul riscaldamento delle abitazioni ma ci
sono effetti anche sul mercato dei prodotti alimentari.
È il
gas messo nelle bevande gassate ma è lo stesso gas che provoca poi
il surriscaldamento del pianeta. Il
servizio di Chiara De Luca racconterà di come in un allevamento di
bovini di Torino si usi il letame e gli scarti di produzioni agricole
per ottenere biogas da cui viene ricavato metano e co2 e così le
bollicine. Parte tutto dalla stalla.
La scheda del servizio: ARIA FRIZZANTE di Chiara De Luca con la collaborazione di Marzia Amico - Eva Georganopoulou
La CO2 alimentare già carissima, ora scarseggia sul mercato
La co2 per uso alimentare serve per gassare i prodotti. Negli ultimi mesi però è difficile da trovare. Questo perché la maggior parte di quella che si trova sul mercato viene ottenuta come prodotto di scarto di altre lavorazioni che in questo periodo, con l’aumento dei costi dell’energia, sono ferme. La co2 è anche uno dei gas serra presenti in atmosfera che contribuisce al surriscaldamento globale. E questo è un paradosso: da una parte c’è chi la reclama, dall’altra ne abbiamo troppa in atmosfera. Esistono possibili alternative per rispondere a entrambe le esigenze?
Cosa sta succedendo in Tim
Cosa sta succedendo in Tim a 25 anni dalla prima privatizzazione? Report racconterà delle speculazioni che avvengono alle spalle dell’azienda: il servizio di Giorgio Mottola andrà anche ad approfondire il ruolo, in Tim come consulente di Vivendì, dell’ex conduttore di MTV Andrea Pezzi che agli inizi degli anni 2000 decide di diventare imprenditore, quando era l’idolo delle giovani generazioni, aveva tre programmi contemporaneamente nelle televisioni nazionali – racconta il suo ex socio Andrea Zoppolato. Mentre era all’apice della sua popolarità decide di sparire dalla televisione per poi tornare nel 2006, con uno stile e con dei contenuti diversi in un programma su rai2, il “tornasole”. In una delle puntate ospita un personaggio molto controverso, il professor Antonio Meneghetti a cui lascia 30 minuti della sua trasmissione in cui espone la sua discussa dottrina a cui il conduttore si era avvicinato negli ultimi anni, l’ontopsicologia.
“Quando curavo le persone, ne ho curate a centinaia senza medicine, io volevo capire perché l’uomo è stupido” – spiegava davanti alle telecamere Meneghetti, considerato un guru di questa dottrina.
Secondo
lui era una nuova scuola di pensiero psicologico – racconta a
Report Gianni Del Vecchio autore di Occulto
Italia: “in realtà è stata messa nel report del 1998 da parte
del ministero degli Interni come una delle nuove sette
italiane.”
Meneghetti
è un ex frate francescano oggetto di venerazione da parte dei suoi
adepti che in un borgo dell’Umbria medioevale gli hanno costruito
una statua dopo la sua morte nel 2013.
Negli anni ‘80
Meneghetti era finito al centro di indagini per associazione a
delinquere, usurpazione di titoli e truffa da cui verrà assolto.
Successivamente è stato coinvolto anche in una indagine per omicidio
colposo per cui verrà condannato.
Che cos’è l’ontopsicologia? Lo spiega in un video lui stesso: sarebbe un metodo terapeutico per curare problemi psicologici o per potenziare la personalità dei suoi seguaci che venivano reclutati tra i pazienti. Tempo dopo alcuni di loro si sono rivolti a Silvana Radovani, antropologa che da anni si occupa di studi sulle sette: queste persone erano state avvicinate da qualcuno aderente all’ontopsicologia, gli viene intimato di allontanarsi da tutto se vuole evolvere, basta rapporti con la famiglia, basta rapporti col mondo del lavoro, amici, conoscenti.
Insomma,
a loro viene imposto di isolarsi dal mondo esterno con un
indottrinamento, seguendo una dottrina in modo coatto e ridursi in
completa balia del fondatore Antonio Meneghetti.
Come
mai questo interessamento per Andrea Pezzi? Per il suo ruolo
come consulente del presidente di Vivendì, primo azionista di Tim e
per i contratti stipulati da Tim con
la società di Pezzi, Mint:
Tra queste c’è sicuramente il contratto stipulato da Tim con Dazn nell’autunno 2020, quando alla guida del gruppo c’era Luigi Gubitosi, e che ha per oggetto la trasmissione delle partite di Serie A. Un contratto con diversi aspetti anomali e che tra le tante cose coinvolge anche la società Mint di proprietà di Andrea Pezzi, il consulente più ascoltato da Arnaud de Puyfontaine, grande capo di Vivendi. Il gruppo francese dal 2014 ha una partecipazione del 24% in Tim che finora non ha dato i suoi frutti.
Nel contratto con Dazn è previsto che tutta la pubblicità che Tim indirizza sul distributore delle partite di calcio debba essere veicolata attraverso la piattaforma tecnologica di Mint in cambio di una commissione molto generosa (sembra l’8%). Pezzi dal canto suo, secondo fonti a lui vicine, sembra si sia prodigato per far ottenere a Tim degli spazi gratuiti del valore di svariati milioni di euro, abbassando così i suoi margini di guadagno.
[Giovanni Pons – Repubblica]
Report
si occuperà anche dell’accordo tra la Lega Calcio e Dazn,
stipulato nel 2021 per la visualizzazione delle partite di calcio di
Serie, un accordo che riguarda anche Tim.
Il calcio è
diventato un grande business – racconta il giornalista Riccardo
Cucchi –
“ed è vero, ma su cosa si basa questo business? Si basa su gente
che compra partite, cioè compra la sua passione. Io credo che nel
momento in cui questi appassionati si rendessero effettivamente conto
di essere soltanto i fruitori, tipo bancomat, io credo che davvero
potrebbe esaurirsi questa passione. E senza questa passione il
business funzionerebbe ancora?”
In
Italia a gestire il business del pallone è la Lega di Serie A che ha
assegnato i diritti televisivi delle partite a Dazn, la piattaforma
che trasmette sport online in 30 paesi al mondo. Fondata da Leonard
Blavatnik, miliardario di origini ucraine con passaporto americano
che in Russia è stato socio di uno dei principali oligarchi vicini a
Putin. Mentre negli Stati Uniti ha elargito milioni di dollari sia al
partito democratico che a quello repubblicano.
È stato un errore affidare i diritti televisivi a Dazn, visto come è andato?
Il presidente della Lega, Lorenzo Casini, ha risposto di no, “forse è una affermazione un po’ eccessiva. A noi non risultano così tanti i problemi tecnici”.
Stessa opinione di Luigi De Siervo, AD della Lega: nonostante tutti i problemi l’affidamento a Dazn non è stato un disastro.
I tifosi italiani che ogni giorno pubblicano post inferociti contro Dazn non sarebbero d’accordo: “siamo in un paese libero, giustamente ciascuno si può esprimere come crede.”
Peccato
che qui la libertà di espressione non c’azzecca nulla: come spiega
nuovamente Riccardo Cucchi a Report,
“la visione delle partite si interrompe, compare quella rotellina
che innervosisce gli appassionati e molto spesso la visione non è
perfetta”.
Quali
sono le ragioni di questi problemi? Come tanti utenti Riccardo Cucchi
ha una linea internet buona, una fibra con Tim oltre all’abbonamento
con Tim Vision, ha comprato un televisore di ultima generazione. Però
ogni tanto l’immagine scompare.
Due sono le ragioni: o la piattaforma di Dazn non funziona a dovere, oppure è la rete internet italiana a non essere adeguata. Per scoprirlo la Lega di Seria A ha affidato nel 2021 a degli esperti del settore una consulenza.
Francesco Vatalaro – professore di ingegneria delle Telecomunicazioni era uno di questi esperti: cosa ha scoperto? “La qualità della rete è totalmente adeguata. Se ci sono dei problemi è più probabile che vadano cercati altrove. ”
Ovvero sulla piattaforma di Dazn.
È uscita una
anticipazione del servizio sul Fatto
Quotidiano a cura di Lorenzo Vendemiale
L’audit Tim e l’affare Dazn: “Spesi 80 milioni in più”
SERIE A - L’inchiesta di Report in onda domani DI LORENZO VENDEMIALE
Nell’ultimo anno di campionato e di partite che si interrompono, rotelline che girano, gol visti in ritardo o non visti per niente, non si perdevano solo il segnale nelle case degli italiani e la pazienza dei tifosi. Sono andati perduti anche milioni, un’ottantina per la precisione, dalle casse di Tim, che avrebbe pagato molto più del previsto l’intesa con Dazn. È una delle rivelazioni dell’inchiesta di Giorgio Mottola sul colosso della telefonia italiana, che andrà in onda domani sera su Rai3 nella prima puntata della nuova stagione di Report.
Bisogna riavvolgere il nastro al febbraio 2021 quando, in piena asta per i diritti tv, Dazn invia una lettera riservata alla Lega Serie A dove spiega che la sua offerta è affidabile anche per la presenza di Tim come partner tecnologico e finanziario. Quel documento sposta gli equilibri della partita contro Sky: è proprio la garanzia di Tim a convincere i patron indecisi a rompere con la pay-tv. Poche settimane dopo, l’assemblea voterà a larga maggioranza per l’offerta faraonica di Dazn, 840 milioni a stagione, 2,5 miliardi in tre anni. La Serie A dal 2021 al 2024 va in streaming, a Sky restano le briciole.
La scheda del servizio: LO SCOPRIREMO SOLO VIVENDI di Giorgio Mottola con la collaborazione di Norma Ferrara e Goffredo De Pascale
Tim uno dei fascicoli più spinosi che il Governo Meloni si troverà ad affrontare.
Oggi è visto solo come un problema, uno dei fascicoli più spinosi che il governo Meloni si troverà ad affrontare. All’inizio degli anni ‘90 Telecom è stato il fiore all’occhiello dell’industria di Stato. Poi l’hanno privatizzata, scalata, spolpata e, forse tra qualche settimana, sarà anche scorporata. Da terza azienda telefonica più ricca d’Europa è finita agli ultimi posti per fatturato e indebitamento a causa di scelte industriali e finanziarie sbagliate. Come, ad esempio, l’alleanza con Dazn per i diritti televisivi, che potrebbe costare a Tim perdite per oltre mezzo miliardo di euro. Dal 2016 l’azionista di maggioranza dell’ex società di telecomunicazioni di stato è Vivendi, il gruppo francese di media controllato da uno dei più spregiudicati uomini d’affari transalpini, Vincent Bolloré. Grazie a un’intervista esclusiva a un suo ex socio, Report ricostruirà le strategie del finanziere francese per la conquista del mercato italiano: dalla scalata ostile a Mediaset della famiglia Berlusconi alla conquista di Tim, avvenuta negli anni in cui al governo c’era Matteo Renzi. Attraverso documenti e testimonianze inedite, Report ricostruirà come la politica continui ad avere ancora oggi un peso enorme nella più importante industria di telecomunicazioni italiana, condizionando scelte e piani industriali. Un ruolo centrale rispetto alle vicende di Tim lo interpretano soprattutto alcuni degli uomini di fiducia di Vivendi, come Andrea Pezzi, l’ex conduttore di Mtv, diventato consigliere strategico dei francesi, al centro di appalti milionari con l’azienda telefonica e di trame di potere insospettabili.
La gestione delle chiese della diocesi di Napoli
La Diocesi di Napoli ha molte chiese da dover gestire, molte più di quelle di Roma: visto l’alto numero di chiese chiuse o abbandonate, nel 2010 l’arcivescovo Sepe decise per alcune di queste di affidarne la gestione in comodato d’uso gratuito ad associazioni o enti senza scopo di lucro, mettendo ovviamente dei paletti.
Lo spiega al giornalista di Report il portavoce della Diocesi Vincendo Doriano De Luca: “fermo restando quelli che sono i criteri sempre della salvaguardia del culto [comprendendo] anche attività che siano compatibili con la Chiesa stessa”.
È andata veramente così?
Nelle chiese,
racconterà Danilo Procaccianti, succede veramente di tutto, anche un
caso di abuso edilizio su una facciata di una chiesa, quella di
Sant’Arcangelo a Baiano, sede di una arciconfraternita dove negli
appartamenti confinanti si sono allegramente allargati: come è
possibile che le persone si siano fatti degli appartamenti dentro una
chiesa?
“Gli appartamenti sono adiacenti, si vede che facendo
qualche lavoretto interno, hanno visto che ci stava una stanza a
fianco … ”. L’abuso riguarda gli appartamenti adiacenti la
chiesa ma anche il terrazzino sopra.
Danilo Procaccianti è
entrato in uno di questi appartamenti, una volta parte di una chiesa:
uno di questi è oggi un deposito di materiale di un falegname. Ma
alzando lo sguardo si vedono i resti, i tesori che abbiamo perso.
Si tratta di un
record mondiale un abuso edilizio su una chiesa, come è stato
possibile? “è un abuso che risale a moltissimi anni fa” la non
risposta del portavoce della Diocesi.
Questo abuso è stato
segnalato ai vigili più di 34 anni fa e il comune ha promesso che lo
butterà già, ma con calma, perché gli abusi a Napoli sono circa
30mila e nel comune si procede con una media di 40 demolizioni
l’anno. Il problema è che le chiese a Napoli sono più di mille,
nemmeno se ne conosce il numero esatto e sono ingestibili per i
costi, molte sono chiuse o abbandonate e da qui la scelta nel 2010
del cardinale Sepe. Darle in concessione gratuita a patto che si
mantenga il decoro: ma in questi anni dentro le chiese si è fatto di
tutto, da concerti a feste di halloween fino ad organizzare convegni
dove si parlava di masturbazione.
L’usufrutto spregiudicato delle chiese abbandonate di Napoli sarebbe passato sotto silenzio se non ci fosse stato un signore che per molti è considerato il fustigatore della chiesa di Napoli, il cavaliere Giacomo Onorato: “Gacomino pane a pane e vino al vino” si presenta così a Report, “che non ha paura di avere coraggio di dire sempre la verità.”
Il cavaliere della Repubblica Giacomo Onorato controlla che le chiese date in comodato d’uso gratuito non diventino fonte di speculazione.
Perché se un ente prende una struttura in forma gratuita ha un vantaggio, se poi ci faccio spettacoli teatrali, faccio pagare il biglietto senza pagare Imu e Tari è un vantaggio. Si chiama concorrenza sleale.
La scheda del servizio: LA MESSA È FINITA di Danilo Procaccianti con la collaborazione Goffredo De Pascale, Andrea Tornago
La diocesi di Napoli ha un enorme patrimonio immobiliare risultato di lasciti e donazioni. Chi li gestisce e come?
Napoli nel centro storico ha più chiese di Roma: ce ne sono 203 ma solo 79 sono adibite al culto, il resto è abbandonato, pericolante o in ristrutturazione perenne. Non tutte le chiese consacrate sono luoghi di culto perché nel 2010 l’allora arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, vista la difficoltà della Curia a gestirle, decise di affidare alcune chiese in comodato d’uso gratuito ad associazioni o enti. Cosa ci fanno adesso dentro quelle chiese? Il 19 settembre scorso, si è compiuto ancora una volta il miracolo del sangue liquefatto di San Gennaro, davanti a migliaia di fedeli entusiasti. Di miracoli compiuti, però, ne abbiamo scoperti altri. La diocesi di Napoli, infatti, ha un enorme patrimonio immobiliare, spesso risultato di lasciti e donazioni. Alcuni edifici della Curia sono diventati addirittura hotel di lusso. Chi li gestisce e come?
Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.
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