Non si fa così: non si imbrattano monumenti come atto di protesta contro l'inerzia dei governi, come il nostro sui cambiamenti climatici. O sulla siccità dove, passati i mesi, abbiamo nominato il commissario.
E nemmeno si può alzare la voce contro il taglio al reddito di cittadinanza, contro i salari che rimangono bassi (prima la crescita, dice Meloni dal palco della CGIL,vpoi forse i salari se lo sciur padrun dalle belle braghe bianche lo consente).
Si condannano le violenze di chi protesta, le vetrine e i vetri delle macchine, la vernice sui muri. Certo, atti di vandalismo.
Un giorno si condannerà anche la violenza di un governo che, di fatto, sta smantellando la sanità pubblica. Che da una parte premia chi evade, dall'altra fa pagare il conto a chi le tasse le ha sempre pagate. Un governo che punta su voucher, su contratti a tempo, sulla politica dei salari bassi, condannando un'intera fetta del paese alla miseria.
Ma non è violenza quella del governo. E' patriottismo.
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