“Questo romanzo è opera di fantasia”.
Come in tanti romanzi che prendono spunto da eventi drammatici della nostra storia, anche nelle prime pagine di questo Vatican Tabloid (che è la naturale prosecuzione del precedente L’Opzione di Dio) è presente il dovuto disclaimer inserito per evitare eventuali problemi legali. Ma se la storia è opera di fantasia, sono reali i personaggi storici citati, come il papa polacco Wojtyła, il presidente americano Ronald Reagan e così tanti altri.
Come è anche reale
il dolore della famiglia Orlandi, i genitori di Emanuela,
la ragazza scomparsa un pomeriggio del 22 giugno 1983 a Roma e mai
più ritrovata. Un caso che ha suscitato tanta attenzione sui media,
che ha portato a tante inchieste, finite nel nulla.
Non riesco
ad immaginare cosa devono aver provato in tutti quei giorni, poi
settimane, poi mesi, i genitori di Emanuela, il fratello Pietro,
rimasti senza notizie di questa ragazza di quindici anni, nel mezzo
di tutte le ipotesi investigative (la tratta delle bianche, un
sequestro per ritorsione contro la detenzione di Ali Agca, la famosa
pista internazionale), le telefonate dei vari intermediari, gli
appelli del papa, sempre più radi, come la speranza di vederla
ritornare.. Nemmeno un corpo su cui piangere il proprio dolore.
Scrive lo scrittore Pietro Caliceti che il rapimento (o la scomparsa) di Emanuela Orlandi è il nostro caso Kennedy: una storia che è come un buco nero dentro cui si fa fatica a distinguere i contorni, su cosa sia lo Stato, quali siano i confini tra le istituzioni e la criminalità. Dentro questo buco nero troviamo la Chiesa, o meglio il Vaticano, lo Ior, e ancora una volta è difficile distinguere i confini tra religione e fede e l’essere un centro di potere, economico e finanziario. Un buco nero che ha inghiottito la vita di una ragazza, e forse anche quella di un’altra coetanea, Mirella Gregori, ma che nel suo vortice ha catturato la credibilità del nostro paese, del Vaticano, rivelando anche i giochi sporchi dei governi occidentali in Europa e nel mondo.
La storia della
scomparsa di Emanuela Orlandi e tutto quanto è accaduto
successivamente (le telefonate alla famiglia, gli strani
intermediari, fino alla telefonata a Chi l’ha visto, la scoperta
del flauto di Emanuela, la scoperta delle ossa nella sede della
Nunziatura..) viene raccontata passo dopo passo nel romanzo: è come
un gioco dell’oca, ogni volta che si arriva ad una conclusione
questa viene subito bocciata. La pista internazionale (i turchi, la
Stasi, il Kgb), il rapimento da parte della banda della Magliana, un
ricatto contro Wojtyła
per il suo anticomunismo, no un ricatto al Vaticano da parte di
qualcun altro, qualcuno che aveva interessi ben più concreti del
comunismo e del povero Ali Agca (l’attentatore bulgaro del papa).
Qualcuno che aveva usato lo Ior e Marcinkus, per i suoi affari
sporchi.
Ad un certo punto del racconto inizia a girare la testa per tutta la girandola di ipotesi e per tutti i personaggi storici che fanno capolino: Mirella Gregori (una cittadina italiana scomparsa il 7 maggio del 1983), i boss della Magliana, Enrico De Pedis, la sua fidanzata Sabrina Minardi. Il papa polacco, il presidente della banca del Vaticano, il cardinale americano Marcinkus (“La Chiesa non si governa ad avemarie ”), il comandante della guardie svizzere Alois Estermann...
Poi l’arcivescovo Oscar Romero, ucciso a San Salvador dai militari dello squadrone della morte, foraggiati dalla più grande democrazia al mondo, gli Stati Uniti d’America dell’ex attore Reagan. Lo scontro con la chiesa sudamericana e la scomunica della teologia della liberazione, definita dal papa polacco come marxismo, la contestazione in Nicaragua da parte della folla radunata per assistere alla messa. La lotta al comunismo in sudamerica, da una parte e i finanziamenti da parte della CIA ai regimi, come quello di Somoza.
La guerra al comunismo, il finanziamento ai Contras, la CIA. Lo stesso schema a cui si era prestato il Vaticano..
In un unico grande gioco di potere lo scandalo Iran Contras, le armi agli squadroni della morte per trucidare i campesinos in Centro America (come la strage di El Mozote in Nicaragua), il mondo diviso in blocchi e zone di influenza, gli americano che non volevano un’altra Cuba nel loro giardino di casa.
La verità è che erano loro stessi, lo scandalo; ma non nel senso di Paolo. Era uno scandalo che avessero tradito la loro missione, che avessero tradito Cristo.
Ma forse questo è
solo un romanzo: “Questo romanzo è opera di fantasia”.
E
allora partiamo dal romanzo.
Giorno 1, ore 10:00
Città del Vaticano, Palazzo Apostolico
Warren Hamilton scostò la tenda, quanto bastava per sbirciare fuori senza farsi vedere. Piazza San Pietro era gremita di gente. Sparse qua e là sventolavano bandiere dei Paesi più diversi. Quasi impercettibile, schermato dai vetri blindati, arrivava l’eco di cori stonati che si accavallavano tra loro.
Finalmente il cardinale Warren Hamilton ce l’ha fatta: ha vinto la sfida per arrivare al soglio pontificio battendo il suo rivale appartenente all’ala tradizionalista, Vignale, morto poco prima del conclave. Ora è papa col nome di Pietro II: questa è la sua occasione per salvare una chiesa ad un passo dallo scisma, una chiesa sempre più lontana dalla gente, dai suoi problemi. Una chiesa che per tornare ad essere credibile deve riformarsi: ecco allora l’idea di un nuovo Giubileo, un nuovo anno santo, ma questa volta che abbracci tutto il mondo e tutte le religioni.
Riconquistare il rapporti coi fedeli, che oggi “sentono, che tutto questo è sull’orlo del collasso. Che siamo a fine corsa, inadatti, improbabili, senza un’identità, in bilico tra il buonismo new age e il fanatismo della messa in latino.”
Al suo fianco il segretario personale Alessio Macchia: nel precedente romanzo, l’Opzione di Dio, aveva eseguito una indagine per conto di Hamilton sullo Ior, per cercare prove da usare contro gli attacchi che l’ala tradizionalista gli avrebbe rivolto. Proprio indagando sui conti della banca del Vaticano aveva fatto una scoperta che l’aveva sconvolto e che l’aveva costretto a fare, quasi letteralmente, un patto col diavolo. Si tratta di una storia che metteva assieme Vignale, il suo rivale, con lo Ior fino all’Isis.
Ma, all’improvviso, a sconvolgere i piani, arriva una lettera in Vaticano diretta al papa in persona.
Il messaggio era di una sola riga, anch’essa scritta al computer. Ridacci i nostri soldi o morirai..
Chi ha mandato questo messaggio al papa? Contemporaneamente nel palazzo della Nunziatura, che si trova a Roma in territorio italiano, vengono ritrovate altre ossa:
Dopo una ventina di minuti Antonio urtò qualcosa di duro. Si chinò e smosse la terra con le mani. Poi si sollevò di scatto e lanciò un urlo verso il nero. «Idris! Qui ci sono delle ossa!»
Nello stesso palazzo nel 2018 durante dei lavori erano stati trovati dei resti umani risalenti però a diversi secoli precedenti. Questa scoperta era stata sufficiente a far ritornare a galla la storia delle due ragazze scomparse, Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, riaprendo così il discorso sulle varie piste investigative e gli scandali che avevano toccato diversi cardinali coi loro legami con la banda della Magliana.
..andate a vedere chi è sepolto nella cripta della Basilica di Sant’Apollinare e del favore che Renatino fece al cardinal Poletti, all’epoca. E chiedete al barista di via Montebello [la telefonata alla redazione di Chi l’ha visto nel 2005 che per la prima volta lega assieme il caso Orlandi e la banda della Magliana]
La
lettera di minaccia, la scoperta di queste ossa: il caso Orlandi
sembra un’araba fenice che risorge dalle sue ceneri, dalle tante
archiviazioni facendo capolino a distanza di anni, come se esistesse
un “grande vecchio” che ha interesse a tenere viva questa storia.
.. il Vaticano aveva messo in piedi un proprio servizio segreto: una rete sempre più fitta di laici e religiosi i quali, a differenza dei servizi di molti Paesi, questa rete non aveva una denominazione, né una sigla. Anche quel nome, L’Entità, [..] non aveva nulla che lo giustificasse
Il papa incarica il responsabile dei servizi segreti, l’Entità, di capire chi stia dietro la lettera, quanto sia seria questa minaccia a pochi giorni dall’inizio del giubileo.
In
parallelo anche la polizia italiana si muove nelle sue indagini sulle
ossa: viene incaricata la vice ispettore Laura Zacchi della
“Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione” che a capo
della sua unità, riprende in mano tutte le carte del caso Orlandi,
ripartendo dalla sua scomparsa.
Altre forze si muovono
nell’ombra in questo romanzo che ha il ritmo del thriller ma che si
basa su fatti storici: sono in tanti, sia all’interno della chiesa
che al di fuori, che non apprezzano la nuova linea “rivoluzionaria”
del papa, questo Giubileo aperto a tutte le religioni, questa voglia
di rompere vecchi equilibri di soldi e potere. In un crescendo di
tensione seguiremo queste due indagini parallele che ci porteranno
indietro nel tempo e che riporteranno a galla tutte quelle brutte
storie di cui abbiamo parlato prima, all’apparenza scollegate ma
legate assieme da un unico filo.
Il romanzo di Pietro Caliceti, scritto nei mesi della pandemia con un intenso lavoro di ricerca durato due anni, formula una sua ipotesi sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Ma, come si è detto, questa è tutta frutto della sua fantasia: non lo sono però i riferimenti storici, che l’autore riporta nel suo sito a questo link. Così come non è frutto della fantasia la scomparsa di Emanuela Orlandi (e di Mirella Gregori). A lei e al coraggio, l’ostinazione del fratello Pietro va tutta la nostra vicinanza umana nella speranza che un giorno, si spera non troppo lontano, si arrivi alla verità.
La scheda del libro sul sito di Baldini Castoldi editore
Il blog dell’autore Pietro Caliceti
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