05 maggio 2023

In principio era la bestia di Omar Di Monopoli


Voci sull’avvento della Bestia cominciarono a moltiplicarsi sullo scorcio del 1799, in gennaio, dacché una coppia di cacciatori s’imbatté nel cadavere decomposto della Narda Stumicusa, un’anziana mammana che viveva all’aperto assieme a una morra di conigli. Il corpo imbrigliato come una marionetta tra gli arbusti, alla donna era stata tranciata a morsi buona parte della testa, poi rinvenuta senza orbite sull'arenile poco distante, ad un tiro di schioppo dal bosco dell'Arneo.

Un thriller storico con venature horror, un romanzo sulla situazione del sud nel periodo delle rivolte contro i Borboni o, forse, cercando di fare un parallelo con l'oggi, un romanzo sul sud (non solo geograficamente) di oggi. Questo romanzo di Omar Di Monopoli si presta offre più livelli di lettura a seconda di quanto il lettore voglia approfondire, quanto voglia far viaggiare la propria mente collegando quel mondo in cui è ambientata la storia col mondo in cui viviamo oggi.

Il racconto è ambientato in Puglia, nella provincia di Taranto, nel 1799: la repubblica napoletana e Masaniello era finiti, e anche qui, in Puglia, le rivolte dei giacobini contro il re Ferdinando IV di Borbone sono appena state spente con la forza delle armi.

La rivolta popolare per la breve vita della repubblica napoletana ha portato sconquasso in quelle province, dove la rabbia, la fame e il desiderio di rivalsa dalla situazione di servi della gleba si è sfogata contro i rappresentanti dell'amministrazione, contro i nobili, contro il clero.

Ma messa fine la rivolta, il sangue in questo tallone della nostra penisola non ha smesso di scorrere.

L’estate successiva, stroncata nel sangue la ribellione dei repubblichini e restaurato il potere del monarca borbonico, la Bestia tornò a colpire.

La bestia: una creatura orribile, che si aggira nei boschi per uccidere, squartare, straziare i poveri viandanti che avevano la sfortuna di incappare in lei. I racconti popolari si erano alimentati, in un crescendo di paura, dopo ogni ritrovamento. Il viandante straniero trovato macellato, la Nardia, la mammana del paese, una sorta di strega amata e temuta, che viveva da sola nei boschi dove coltivava le sue magie, era stata trovata senza testa.

Così da Napoli era stato mandato in questa provincia, nel borgo di Languore, un reparto di dragoni, soldati a cavallo, comandati da un capitano (che non avrà mai nome nel corso della storia) e accompagnati da un medico e naturalista napoletano ma di origini inglesi, proprio per studiare e catturare questa "bestia".

Misero piede a Languore in aprile, nel giorno della festività del santo patrono, annunciati da un’alba primordiale che abbracciava i vicoli del paese scorciandone le architetture cadenti.

Nel paese a rappresentare l’amministrazione, o quel poco che rimane, è rimasto il decurione Mastro De Sanstis, un uomo che è diventato potente col commercio del cotone. Potente e temuto, per i pochi denari che concede alla povera gente del paese, pezzenti destinati ad una vita da fame.

Mò simu turnati sott’a lu Borbone, ma come vossia la gira e la rigira qua chi cumànna veramente uno solo è: quiddu ca tène li sordi!”

Oltre al decurione, un frate, Teodoro, che accompagna malvolentieri i militi nei sotterranei della Chiesa a vedere le spoglie dei morti, tra cui anche il corpo della “janara”, la Narda.

Sia il frate, più propenso a seguire i suoi interessi terreni che non le anime del paese, che il decurione, sembrano voler nascondere qualcosa, sicuramente non sono felici dell’arrivo di queste persone da Napoli, sicuramente opera del rivale, il barone Dirlampa

Dirlampa,” sentenziò sprezzante, “il vecchio don Carmelo: sulu iddu può essere stato, a mettere in mezzo Napoli...”

I militari iniziano a perlustrare il bosco dove è stato trovato l’ultimo cadavere, a raccogliere voci dalle persone di questo paese di povera gente dove forse la fame e la miseria fanno più paura di questa bestia.
Raccolgono voci sul decurione, sui morti che starebbe raccogliendo nelle sue cantine.
E su uno strano furto avvenuto a casa del barone Dirlampa: i tre ragazzi che erano entrati a razziare qualcosa nella sua abitazione erano stati lasciati morire in croce.

Quando in un luogo manca qualcuno che amministri la giustizia, questa viene rimpiazzata dalla legge del più forte, con le milizie private che entrambi i potenti del paese disponevano.

Perché, come racconta al capitano uno dei tanti disgraziati del paese, “Qua comanda chi gli dà da mangiare, siano essi i papi, i mangiarane oppure i Borbone, mettitevell int’a capa.”

Niente stato, niente diritto o giustizia, nemmeno la religione, che in queste terre è qualcosa di non molto dissimile dalle magie della Narda. Temuta e amata, come per il bandito Malesano, una sorta di Robin Hood nelle terre pugliesi, uno che ha deciso di combattere la legge del sopruso, quello di chi ha i soldi nei confronti di chi sta nella miseria, con altri soprusi.

Io mi sono dato alla macchia perché quando ho chiesto giustizia i colleghi tuoi mi hanno accusato delle peggio cose. Da ste parti come na maledizione è: se nasci potente puoi fare il cazzo che vuoi..

Non è stato lui ad uccidere la Narda. Non è stato il bandito Malesano ad uccidere il viandante straniero, a sgozzare e squartare le bestie nelle stalle del Mastro, ad ululare la notte.
Ma cos’è allora questa bestia? Come è capitata in queste terre?

E quali segreti nascondono i due potenti che si contendono il potere a Languore, il barone e le sue figlie, col Mastro De Sanctis e la sua moglie, poco più che adolescente?

Fin qui il thriller, il mistero, dentro cui l’autore inserisce un pizzico di horror, mescolando illuminismo, la scienza del dottore anglo napoletano, James Fenimonte e il raziocinio del “capitano”, con le superstizioni del sud, la magia, l’esoterismo, certi rituali massonici ..

Questo è un thriller in cui, per ammissione dell’autore nelle note finali, si mescolano fatti veri con altri frutto dell’immaginazione: ma se alcuni particolari possono non essere veri, è reale il racconto di quel mondo, il sud del paese, lontano anni luce dalla civiltà, dalla scienza, da tutto ciò che è moderno. Gli uomini, anche quelli che nella loro pazzia, vanno alla ricerca “dell’uomo nuovo” sono in realtà delle bestie, la regressione allo stato animale li ha fatti tornare indietro ad uno stato primitivo.

E in questo sud, dove latita lo stato, la religione, la cultura, nell’indifferenza dei re Borbone sono cresciute queste sacche di potere personale, “.. è in fondo proprio la latitanza dello Stato ad aver permesso l’istaurazione di sacche di potere privato inconcepibili per una nazione moderna”.
C’è un passaggio estremamente interessante tra il capitano, uomo fedele al re sicuramente e il medico, molto più scettico, sulle rivoluzioni: cosa ha fatto il re, in fondo in queste terre, nemmeno si è preoccupato di costruire scuole, come si era impegnato, per strappare dall’ignoranza (e dalla superstizione, dallo sfruttamento) queste persone.

Tutto questo è terreno fertile per questi fuochi rivoluzionari: “complice la fame e l’arretratezza questa gente esprime un potenziale sovversivo perenne”.

È la storia del sud di ieri ma è anche la storia del sud di oggi, ancora una volta abbandonato dallo stato e lasciato nelle mani di piccoli e malvagi potenti che comandano sul territorio

Forse hai ragione tu e il Sud, in ispecie questo Sud, è abbandonato da troppo tempo a sé stesso: alla fine ci ricordiamo di queste regioni solo quando si tratta di rimpinguare le nostre truppe con nuova linfa da mandare al massacro. [..] se sono tanto incivili e rozzi forse è anche perché a noi fa comodo che questa gente resti così com’è: immersa nel proprio sonno centenario…”

Qual è la bestia, dunque? Dove sta il male? Nel folto della foresta dell’Arneo, o nelle segrete stanze dei ricchi potenti di Languore?

Ultima nota, il linguaggio che ha scelto l’autore per raccontarci questa storia: un linguaggio colto, ricercato, che costringe il lettore a soppesare ogni parola, scelta accuratamente per evocare altri significati, evocare altri ricordi, per dare maggior spessore al racconto.

La scheda del libro sul sito di Feltrinelli, qui il booktrailer
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