04 luglio 2023

Report – l’imprenditrice Santanché, la carne da produzione cellulare, l’acqua che manca

Che visibilia!

Giorgio Mottola torna ad occuparsi del ministro Santanché, come imprenditrice: nel servizio si racconta di una dipendente che, in cassa integrazione, continuava a lavorare per Visibilia. La lavoratrice scoprì di essere stata messa a 0 ore solo in seguito, quando prese le carte dello stipendio.

La dipendente presentò denuncia, cosa che fece arrabbiare il compagno della ministra, Dimitri Kunz.

Da Visibilia editore escono soldi per le altre società del gruppo: sono operazioni denunciate come opache da un azionista di minoranza di Visibilia.
Il servizio di Mottola aveva raccontato anche che non era vero che l’allora senatrice aveva versato i contributi ai dipendenti durante il covid.

Nel 2018 Visibilia aveva chiesto aiuto ad un fondo arabo, Negma, con sede a Dubai: nel contratto si prevedeva che Negma prestava soldi acquistando delle azioni, versando in più tranche per 3ml. Le obbligazioni di Visibilia furono convertite in azioni: succede però che le azioni crollano, facendo crollare il valore del titolo, “come se fosse una partita truccata dove vince sempre il banco, ovvero Negma” spiega il consulente di Report Bellavia.

L’azionista indipendente che ha denunciato Visibilia parla di reato, turbativa d’asta o manipolazione del mercato: Negma convertiva l’azione quando il titolo era basso e poi lo rivendeva quando risaliva, guadagnandoci anche 900ml euro.

Chi ha comprato le azioni di Visibilia? Bisognerebbe capire chi sta dietro il fondo Negma di Dubai, da dove arrivano i soldi per i prestiti a Visibilia e a Ki Group.

Secondo Dimitri Kunz non c’è nessun legame tra Negma e Visibilia, sebbene Report abbia scoperto che in una riunione del consiglio sindacale partecipò il senatore La Russa, avvocato di Visibilia.

Nello stesso periodo La Russa aveva scritto per conto di Negma una lettera di diffida al quotidiano online Milano Today.

La relazione dei periti della procura della Repubblica dice che giù dal 2016 i bilanci erano falsati: dalla memoria di Report è venuto fuori un documento che rivela l’esposizione verso le banche della ministra che nel 2012 aveva chiesto un fido a BPM, negato dalla banca, e la ministra passa anche per Ponzellini per ottenere quei soldi.

La BPM di dieci anni fa era molto sensibile alle richieste di politici di centro destra, come Giorgetti e la Santanché – raccontano due dirigenti della BPM nel vecchio servizio.

Alla fine Cannalire – braccio destro di Ponzellini - prende un fido da BPM e la aiuta a raccogliere della pubblicità per conto di Visibilia. Ci sono le fatture inviate a BPM di Visibilia, ma nel 2012 l’allora senatrice negò ogni aiuto e l’aver ricevuto un aiutino.

Che cosa riferirà in Parlamento questa settimana la ministra del turismo?

Chissà se non fosse stata parlamentare come sarebbe stata valutata la sua prestazione di imprenditrice…

Il peccato della carne

Giulia Innocenzi è andata fino a Singapore per assaggiare la carne prodotta in laboratorio: questo paese si è sviluppata molto, ha la terza densità demografica, e le persone si sono dovute ingegnarsi per gestire questa crescita. Con le piante dentro le costruzioni, per abbassare la temperatura dell’aria, con gli orti urbani, per avere frutta e verdura e non dover importare tutto. Siccome non hanno più terreno da coltivare, usano orti impilati uno sopra l’altro: il governo ha messo come obiettivo il produrre il 30% del cibo entro il 2030.

Ecco perché Singapore ha autorizzato la produzione e la vendita di carne di produzione cellulare, oltre alla carne da allevamento.

La carne di Good meat è stata autorizzata dall’autorità di controllo: la giornalista di Report ha assaggiato il piatto preparato da uno chef, pasta con broccoli e pollo coltivato in via cellulare. Dal sapore è indistinguibile dal pollo tradizionale.

La carne di base cellulare è stata vietata in Italia: il ministro dell’agricoltura italiano ha preferito difendere le tradizioni (mai carbonara con la carne), ma forse varrebbe la pena provare a studiare anche qui da noi questo sistema di produzione della carne.

Si tratta di carne presa da biopsie, fatta crescere in bioreattori: ci sono problemi etici dietro, ma ci consente di abbandonare gli allevamenti intensivi, non si devono uccidere gli animali. Costa molto più della carne da macello, ma investendo nel sistema di produzione, col crescere della domanda, probabilmente i prezzi scenderebbero.

Come mai l’Italia ha detto no, alla carne sintetica? Ha pesato l’influenza di coldiretti, l’associazione dei produttori di carne, che ha ringraziato pubblicamente il governo Meloni per questa scelta.
Secondo l’esperto di sicurezza alimentare Lipp non è carne sintetica, ma è carne a base cellulare: dalla biopsia presa da un animale vivo, si ottengono le cellule per la carne stimolandone la crescita nei bioreattori– questo è il principio.
All’università di Trento avevano investito su questo sistema di produzione: il ministro Lollobrigida ha proibito anche la produzione della carne in Italia, perché la produzione del cibo deve rimanere nelle mani dei produttori italiani. Ma produttori italiani producono anche bioreattori, non solo per la carne ma anche per la cosmetica.

Come ad esempio Solaris, che vende per lo più negli Stati Uniti e Singapore: sono una eccellenza nel mondo, un loro reattore è stato esposto al MIT, il tempio della scienza.

La legge di Lollobrigida sta bloccando questa eccellenza italiana, che sarà costretto a guardare all’estero. Anche la ricerca in questo settore sarà costretta a vendere le sue scoperte ad aziende straniere: rischiamo dunque di perdere degli investimenti nel settore del cibo da laboratorio, che sono in crescita dal 2021.

I più grandi produttori di carne al mondo stanno investendo nella carne da produzione cellulare: nonostante oggi i big siano americani, la carne sintetica è nata in Olanda, con l’azienda Mosa Meat e il suo hamburger da 250mila euro.
Mosa Meat fa parte di un gruppo di ricerca, finanziato dall’Unione Europea, che cerca di arrivare a costi di produzione sempre meno costosi: paradossalmente anche noi italiani, che non vogliamo il cibo sintetico, stiamo pagando la ricerca in questo settore.

Non ci sono solo gli americani, anche il governo israeliano sta puntando su questo settore, in Spagna la JBS ha annunciato la costruzione del più grande impianto per la produzione di carne a base cellulare, mentre in Francia il ministro dell’agricoltura si è detto contrario a questa carne, perché consentirebbe la manipolazione genetica.

Il ministro Lollobrigida e Coldiretti su quali dati hanno vietato la carne coltivata? In base al principio di precauzione, dice il ministro, anche se però tutto è partito con le firme di Coldiretti.

C’è un rischio medico, un rischio ambientale, dice il presidente Prandini che cita una ricerca prodotta dall’università della California che non è ancora stata sottoposta alla peer review.

Singapore ha invece messo in piedi un comitato indipendente per stabilire se dare o meno l’autorizzazione. EFSA l’autorità per la sicurezza alimentare europea non ha ancora dato alcuna autorizzazione, non potevamo attendere la decisione di EFSA prima di dire no?

La portavoce del ministro Lollobrigida ha spiegato alla giornalista quali domande possono essere fatte al ministro, solo quelle giuste, mi raccomando.
Come faremo se EFSA dovesse autorizzare in Europa la produzione di carne sintetica? Il provvedimento di Lollobrigida non varrebbe nulla, perché le leggi locali non possono bloccare il libero scambio nei paesi europei.

E come la mettiamo con gli allevamenti intensivi, in Italia e non nel Qatar? Secondo Prandini quello italiano non si può chiamare allevamento intensivo, eppure il 90% di carne e latte proviene da questi allevamenti.

Gli allevamenti intensivi sono la causa dell’emissione del 14% di gas serra: il problema è certamente non solo italiano, se dovesse crescere il consumo di carne nei prossimi anni, il modello degli allevamenti intensivi non sarebbe più sostenibile. Quanti altri terreni possiamo consumare?

In Olanda gli allevatori stanno bloccando il paese da tre anni in protesta contro la legge del ministro dell’Agricoltura che ha ideato la legge sui nitrati: per ridurre le emissioni da nitrati si dovranno chiudere le stalle di un terzo, per questo il governo ha stanziato 24 miliardi di euro.

In Olanda ci sono il triplo dei nitrati, non bastano le innovazioni tecnologiche: negli ultimi cento anno questo paese ha perso molta della sua biodiversità, con la distruzione degli habitat naturali. C’è stata una denuncia alla corte europea di un comitato di cittadini per l’ambiente, accolta nel 2018: in questo paese ci sono 100ml di polli, 5 ml di bovini, qui c’è la più alta densità di capi da allevamento. Gli allevatori però hanno fondato un partito che si sta opponendo alla legge sui nitrati: il problema, si difendono, non sono gli allevamenti, ma la produzione intensiva.
Il partito degli allevatori olandesi ha avuto il sostegno dalla destra europea, come Lepen o della destra americana di Trump.

Il negazionismo climatico è entrato nell’agenda dei partiti sovranisti: eppure il caso di Singapore insegna che si possono coltivare la verdura consumando meno terreno e meno acqua.

Anche perché, come racconta il servizio di Luca Chianca sulla siccità del Colorado River, attorno alla scarsità d’acqua potrebbero scatenarsi delle guerre.

Nonostante l’acqua del fiume e l’acqua del bacino Mead sia al di sotto della media per colpa della siccità, si continuano a mantenere campi con erba medica, che hanno bisogno di molta acqua, perché sono il cibo delle mucche da allevamento.

Nonostante l’acqua sia un bene da proteggere si continuano a costruire ville con piscina nel deserto.

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