Report non molla, nonostante il caldo, nonostante l’isolamento in cui è costretta a lavorare, gli attacchi da parte del governo: questa sera ci sarà un nuovo servizio sull’inchiesta in cui è coinvolta la ministra del turismo nonché imprenditrice Daniela Santanché, che si è appena difesa in parlamento affermando di essere all’oscuro di una indagine della procura.
Ma Report non si è nemmeno dimenticata del nuovo nastro nascente a destra, il proprietario dell’università telematica Unicusano, Bandecchi.
Infine un servizio dedicato al vino italiano più esportato al mondo, il Prosecco e tutte le sue imitazioni.
Il Prosecco e le sue imitazioni
Il Prosecco italiano, uno dei vanti del nostro made in Italy, ha tante imitazioni nel mondo: in Germania ad esempio si sono inventati il “quasi processo” riuscendo ad aggirare le norme europee di protezione del marchio.
Per andare a conoscere il quasi processo Report è andata nella valle della Mosella, nell’ovest della Germania, dove l’ansa del fiume circonda il piccolo comune di Trittenheim , famoso per i suoi vigneti e per le cantine che producono vino bianco pregiato. In quest’area opera l’assaggiatore e maestro di vini Frank Roeder, assieme al giornalista di Report hanno degustato un calice di vino locale:
“un profumo molto complesso, ogni volta si trova qualche particolarità, si trova il terreno, la frutta molto matura, ma si trova anche tante erbe dietro la frutta.. questo vino è maturato per 15 mesi in una grande botte di rovere e questo è un vino di altissima qualità e la bottiglia costa 50 euro, ma li vale.”
Qui la maggior parte del vino è vino bianco: nel suo studio tra le bottiglie esposte ce n’è anche una di “prisecco”, qualcosa di “molto molto interessante”, una alternativa per i vini senza alcool. La bottiglia ha una rete per proteggere il tappo, come uno spumante, racconta l’esperto: dentro si sente il profumo di mela, rabarbaro, con un profumo molto complesso.
Come mai la scelta di quel nome, che assomiglia molto al prosecco italiano? Una scelta del produttore del vino..
Un aggiornamento sul caso Santanché
Anziché
chiarire, anziché spiegare, la ministra del turismo ha attaccato: i
giudici, i giornalisti, tutti quanti hanno raccontato la vicenda
delle sue aziende, quelle del biologico e della raccolta
pubblicitaria, Ki Group e Visibilia.
Il servizio di Report,
raccogliendo testimonianze dei suoi ex dipendenti e mostrando atti di
cui i giornalisti erano venuti in possesso, ha raccontato dei fatti
difficilmente smentibili: il tfr non pagato ai dipendenti, la gestione
disinvolta delle aziende spolpate dall’interno.
Un attacco alla privacy di un cittadino? No, perché quel cittadino è anche un ministro, perché quel cittadino è un imprenditore che ha avuto accesso a fondi pubblici (la cassa integrazione per dipendenti che avrebbero invece lavorato durante il covid). Perché quel cittadino è un ministro della repubblica.
In aula ha ripetuto di non essere stata raggiunta da alcun avviso di garanzia,di cui avrebbe chiesto pure una verifica ai suoi avvocati: il tfr non corrisposto? Roba del 2023 quando io non avevo più alcun incarico – ha spiegato la ministra per poi ammettere che, in ogni caso, il personale della Ki Group verrà “soddisfatto” in riguardo ai loro diritti.
Sulla dipendente in cassa integrazione a sua insaputa, è stata una contestazione tardiva, ha cercato di spiegare Santanché, che si ritiene certa che la dipendente non ha mai messo piede in azienda. Nessun altro dipendente aveva mai sollevato questioni sulla cassa integrazione – ha tenuto a precisare. Nel finale ha anche lanciato un messaggio nemmeno troppo opaco contro chi l’accusa:
"Mi fa sorridere che le critiche più feroci arrivino da chi in privato ha un atteggiamento diverso nei miei confronti, come prenotare nei locali di intrattenimento che io ho fondato, ma mi fermo qui per carità di patria!"
Queste le dichiarazioni della ministra su cui Report eseguirà un fact checking.
La scheda del servizio: Santa subito di Giorgio Mottola
collaborazione Greta Orsi
immagini Carlos Dias, Cristiano Forti, Marco Ronca
Dopo l’inchiesta di Giorgio Mottola, Daniela Santanché è stata costretta a riferire in aula al Senato per rispondere ai fatti emersi nel corso della trasmissione Report. Ma tra mezze verità, omissioni e vere e proprie menzogne, il suo intervento si è subito rivelato un autogol. Report mostrerà, con documenti interni alle sue società, tutte le incongruenze, le inesattezze e le falsità pronunciate dal ministro del Turismo durante il suo discorso. Con testimonianze inedite verranno svelate nuove vicende che evidenziano come la cattiva gestione delle aziende di Daniela Santanché abbia danneggiato dipendenti e fornitori.
Come ridurre gli sprechi di plastica
Nei mesi scorsi la Commissione europea ha proposto un nuovo regolamento sugli imballaggi e rifiuti da imballaggio, le misure poste alla base della proposta prevedono oltre alla riduzione degli imballaggi anche il riutilizzo accanto al riciclo: in Italia nuove realtà si stanno approcciando alla pratica del riuso.
La scheda del servizio: Meglio riutilizzare che curare Di Chiara De Luca
Collaborazione Marzia Amico
Immagini Paco Sannino, Davide Fonda, Fabio Martinelli e Marco Ronca
Montaggio e grafica Michele VentroneQuanto si riusa in Italia?
Negli ultimi 10 anni la quantità di imballaggi è aumentata. In Italia è cresciuta di oltre il 20 per cento e così anche i relativi rifiuti. Parallelamente è cresciuto anche il tasso di avvio al riciclo per il quale l’Italia è uno dei paesi europei più virtuosi. Ma il riciclo da solo non basta a ridurre l’impatto dei consumi. L’economia italiana continua a dipendere per più dell’80% da materie prime vergini. A chiederci un cambiamento in questa direzione è l’Unione Europea. La Commissione, infatti, ha proposto un nuovo regolamento sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio che prevede, tra le varie misure, la riduzione degli imballaggi e il potenziamento del riuso accanto al riciclo. Come è stata accolta in Italia la proposta?
I pericoli del granchio blu
Una specie aliena, ovvero proveniente da fuori l’ecosistema, sta minacciando l’industria degli allevatori di vongole sul delta del Po (da cui proviene il 55% delle vongole italiane): si tratta del granchio blu che, con l’alluvione che ha colpito la Romagna lo scorso maggio, sono venuti tutti nel delta fiume e si sono messi a mangiare le vongole degli allevamenti, che vengono aperte con le loro chele. Anche il granchio locale è a rischio dall’arrivo di questa nuova specie, come anche le ostriche, perché il granchio blu si mangia anche il mollusco contenuto nelle valve.Il
problema con questa specie aliena che si è insediata da poco nel
Mediterraneo è che non ha predatori e così può riprodursi
indisturbato, da ogni femmina possono nascere fino a più di 1700
granchi - raccontano i pescatori alla giornalista di Report – due
volte all’anno: “le uova le mangiano i branzini che non ci sono
più e le anguille che non ci sono più”.
Così i pescatori
adesso per contenere i danno stanno puntando tutto sul pescare le
femmine
La scheda del servizio: Abbiamo preso un granchio! di Giulia Innocenzi
Con la collaborazione di
Greta Orsi, Giulia Sabella
Immagini di Alfredo Farina, Carlos Dias
Montaggio e grafica di Giorgio Vallati
La produzione di vongole minacciata dal granchio blu
A Comacchio e Goro, i comuni del ferrarese sul Delta del Po, viene prodotto il 55% delle vongole consumate in Italia. Ma questa produzione è messa seriamente in pericolo da una specie aliena, che ha cominciato a proliferare massicciamente dal mese di maggio, subito dopo la prima alluvione che ha colpito l'Emilia-Romagna: il granchio blu. Che fare per salvare un'economia che vale 100 milioni di euro? Giulia Innocenzi ha parlato con i pescatori e ha intervistato l'assessore all'Agricoltura e alla Pesca dell'Emilia-Romagna Alessio Mammi per capire le soluzioni immediate da mettere sul tavolo.
Il conflitto di Bandecchi
Luca Bertazzoni torna ad intervistare il neo sindaco di Terni, nonché presidente della Ternana calcio e fondatore dell’università telematica Unicusano, Stefano Bandecchi.
Un
imprenditore che, come si è capito dal precedente servizio, fa un
uso abbastanza spregiudicato dei suoi canali informativi: il
giornalista di Report si è trovato addosso i microfoni e le
telecamere di Tag 24, nel corso del consiglio comunale dove si doveva
discutere del conflitto di interessi del sindaco. La consigliera di
opposizione di Fratelli d’Italia Cinzia Fabrizi spiegava come fosse
diritto per tutti i cittadini di conoscere in maniera integrale la
relazione presentata dal segretario comunale: al ché il sindaco ha
risposto “non è che posso stare qua un’ora a perdere tempo come
non lo può fare questo consiglio comunale che ha altro da fare,
perché i problemi di Terni sono altri, quindi se deve solo leggere
quello che io ho letto 4 giorni fa come tutti per me è inutile, mi
alzo e me ne vado..”.
La relazione del segretario comunale, da
cui è partita la richiesta di chiarimento dell’opposizione, non è
stata apprezzata dal neo sindaco: “io non ho più fiducia nel
segretario, e siccome me lo devo tenere per 60 giorni, me lo terrò..
il segretario fa bene a stare zitto, perché già di minchiate ne ha
dette parecchie e so che stiamo andando in diretta e sono
felice.”
Insomma, non si fa scrupoli nel minacciare,
nell’offendere, nel trattare i dipendenti comunali come fossero
suoi dipendenti. Quelli che ha licenziato in una notte e poi
riassunto con condizioni contrattuali peggiorative.
Ma i problemi rimangono: come presidente della Ternana calcio, la sua squadra usa lo stadio di proprietà del comune, di cui è sindaco.
Il consigliere del PD Kenny racconta che “questo stadio è stato dato in concessione alla Ternana per fare le sue partite e ora il proprietario della squadra che gioca in questo stadio è anche sindaco.. Stefano Bandecchi si è fatto garante della ristrutturazione per sistemare lo stadio e noi ora vorremmo capire chi farà la ristrutturazione.”
Ma secondo il sindaco il conflitto è risolto perché si è dimesso da presidente dell’università Unicusano e da presidente della Ternana: detto questo ha abbandonato il consiglio comunale.
Oggi presidente della squadra è l’ex vice presidente Tagliavento, ex arbitro di calcio: prenderà lui le decisioni sulla squadra adesso, senza che Bandecchi metterà più becco sulla Ternana?
La scheda del servizio: Occhio per occhio... di Luca Bertazzoni
Collaborazione: Marzia Amico
Immagini di Giovanni De Faveri, Carlos Dias, Marco Ronca, Paco Sannino
Montaggio di Igor Ceselli
Grafica di Giorgio Vallati
Report torna a intervistare Stefano Bandecchi
L’inchiesta racconta il conflitto di interessi che il Consiglio Comunale di Terni ha sollevato nei confronti di Stefano Bandecchi, fondatore dell’Università Niccolò Cusano e proprietario della Ternana Calcio, a seguito della sua elezione a sindaco di Terni: la presunta incompatibilità riguarderebbe il suo ruolo di presidente della Ternana Calcio, società che utilizza lo stadio di proprietà del Comune di Terni, di cui Bandecchi è sindaco. Bandecchi ha lasciato la presidenza della squadra, che però è di proprietà di Unicusano, controllata da aziende riconducibili a Bandecchi.
Torneremo a parlare delle condizioni dei lavoratori e degli ex lavoratori dei mezzi di comunicazione di Unicusano, che il fondatore considera “come una pistola da utilizzare contro i politici”. Dopo l’inchiesta di Report, una troupe di Tag24, il sito di informazione dell’Università Niccolò Cusano, è andata sotto casa di una presunta fonte dell’inviato a chiedere conto di alcune dichiarazioni. Un tutor che aveva raccontato come funzionano gli esami dentro Unicusano è stato sospeso dall’azienda per dieci giorni senza stipendio.
Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.
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