03 luglio 2023

Anteprima inchieste di Report – carne, acqua e caporalato

Uno sguardo al futuro, quel treno che rischiamo di perdere per la miopia della classe dirigente di oggi: la carne che non arriva dalla macellazione (e dagli allevamenti intensivi), il consumo dell’acqua. E come spenderemo male i soldi del PNRR.

La carne a base cellulare

Cosa siano gli allevamenti intensivi, quali rischi comportino per la nostra salute e quale impatto abbiano sull’ambiente, lo abbiamo visto dal passato servizio di Giulia Innocenzi “Che porci”.
Dopo l’inchiesta l’ATS Lombardia e i carabinieri dei NAS hanno eseguiti delle ispezioni negli allevamenti nella zona in regione: “a seguito dell’ispezione sono state erogate sanzioni per non conformità igienico sanitarie, per mala gestione dell’infermeria e per mancata derattizzazione”.

Questa sera la giornalista ci parlerà dell’alternativa alla carne proveniente dalla macellazione, quella osteggiata dal governo Meloni e da Coldiretti, chiamata come cibo sintetico, per darne una connotazione negativa.
In Olanda il governo ha preso la decisione politica di chiudere decine di allevamenti per ridurre l’inquinamento (come quello dei nitrati): allevatori come Omgo Nieweg, figlio di allevatori, che nella sua azienda aveva anche investito per estendere il numero dei capi.

Ora cosa farà? “Penso che la natura e l’allevamento vadano di pari passo ..” risponde l’allevatore: ma in Olanda c’è la concentrazione di nitrati tre volte più alta in Europa, nitrati che possono infiltrarsi nelle falde e inquinare l’acqua.

Possiamo gestire questo problema grazie alle innovazioni tecnologiche” risponde alla giornalista l’allevatore che nega che esista una emergenza sui nitrati.
Non si faranno comprare dai soldi del governo per chiudere la produzione.
Giulia Innocenzi è andata fino a Singapore per visitare l’unica macelleria che vende pollo a base cellulare, la carne coltivata: “i nostri clienti sono molto interessati a questo pollo” spiega la responsabile del marketing. Come mai questa scelta?
“La carne cellulare di Good Meat è l’unica autorizzata alla vendita dall’autorità per la sicurezza alimentare di Singapore, è sicura per il consumo e con questa vogliamo capire che si può fare la carne anche senza uccidere gli animali. Inoltre abbiamo a cuore anche i problemi ambientali creati dagli allevamenti intensivi.”

Per noi Giulia Innocenzi ha assaggiato un piatto preparato con broccoli, funghi e pollo a base cellulare fritto: sembra pollo vero quello che le viene messo nel piatto e anche al sapore non si saprebbe distinguere dal pollo vero.

La scheda del servizio LA CARNE DELLA DISCORDIA

di Giulia Innocenzi

Collaborazione Lidia Galeazzo, Greta Orsi, Giulia Sabella

L'Italia è il primo paese al mondo a vietare la carne a base cellulare, in seguito a una raccolta firme promossa dalla Coldiretti contro il "cibo sintetico". Il settore è in continua evoluzione: dopo Singapore, anche gli Stati Uniti hanno dato il via libera al pollo a base cellulare, e gli investimenti nel settore continuano a crescere a dismisura. Questa nuova legge potrebbe mettere fuori gioco le imprese italiane già attive nel cibo a base cellulare? Se la Commissione europea darà il via libera a questo prodotto, l'Italia potrà vietarne l'importazione? La carne prodotta in laboratorio è sicura? Le proiezioni dicono che nel 2050 il consumo di carne sarà quasi raddoppiato. Per salvaguardare il Pianeta, visto l'impatto ambientale degli allevamenti intensivi, occorre trovare delle alternative. E in Olanda il governo sta adottando un piano per ridurre di un terzo gli animali allevati. I prossimi saremo noi?

La battaglia per l’acqua

Sette stati americani avevano firmato un accordo per spartirsi le risorse idriche del fiume Colorado, ma hanno sbagliato i conti. Perché la siccità non colpisce solo il bacino del Po e l’agricoltura della pianura Padana: Luca Chianca ci porterà lungo il corso del fiume Colorado, la cui portata è ai minimi storici, tra California, Nevada e Arizona dove vivono 40 ml di persone che dipendono tutti dall’acqua di questo fiume che dalle Montagne Rocciose scorre per 2000 km attraversando 7 stati. Nel corso dei millenni questo fiume ha scolpito il profilo di uno dei luoghi più affascinanti degli Stati Uniti, il Gran Canyon. La siccità che lo ha colpito lo sta però portando al collasso, al punto che a Las Vegas il comune finanzia la rimozione dell’erba dai giardini condominiali, per risparmiare qualche milione di litri d’acqua.

Come faranno nell’amministrazione di Las Vegas a fronteggiare la carenza dell’acqua nel futuro?
“Finché tutti conservano” racconta a Report Mack Bronson portavoce dell’amministrazione comunale “avremo acqua per continuare la crescita..”

Ma l’ossessione per la crescita si scontra oggettivamente con la realtà: nel lago Mead sono i segni bianchi sulla roccia che segnano l’asticella del pericolo del fenomeno siccitoso che ha colpito il fiume Colorado negli ultimi 20 anni. È un chiaro esempio della trasformazione climatica – spiega al giornalista Pat Mulroy direttrice dell’autorità idrica dello stato del Nevada.
A Las Vegas le pattuglie della polizia girano sin dal mattino per la città per controllare che non ci siano sprechi nel consumo di acqua: sono poliziotti che seguono la pista dell’acqua (e non dei soldi), quando la trovano lungo la strada la seguono per arrivare alla sorgente – spiega al giornalista uno di questi “Water patrol”. Per esempio cittadini con l’impianto di irrigazione che spruzza sul marciapiede e non sul giardino, oppure con l’irrigatore rotto.
Ma Las Vegas rimane la città del gioco d’azzardo, nel bel mezzo del deserto del Mohave, ma al centro della città per tutte le fontane e i giochi d’acqua non sembra: poco lontano dalla fontana del Bellaggio, all’interno dell’albergo The Venetian, si trova perfino una riproduzione della laguna veneziana con tanto di gondolieri.

Il 90% dell’acqua di Las Vegas arriva dal bacino artificiale del lago Mead, lungo il corso del Colorado: si tratta proprio del lago che si sta prosciugando in questi anni.

La scheda del servizio COLORADO A SECCO

di Luca Chianca

Collaborazione Alessia Marzi

Per oltre un anno il nostro grande fiume Po ha stretto la cinghia a causa delle mancate piogge. Poi, all'improvviso, sono arrivati i nubifragi che hanno messo in ginocchio il nord Italia. Nel resto del mondo non va meglio. Il cambiamento climatico sta colpendo tutti. Negli Stati Uniti, il Colorado River, uno dei fiumi più importanti al mondo, è sull'orlo del collasso a causa della siccità che lo ha colpito negli ultimi 20 anni. Nessuno sembra capirlo mentre le sue acque vengono contese da ben 6 Stati per continuare a sopravvivere nel bel mezzo di un deserto. Un viaggio esclusivo di Report tra il Nevada, l'Arizona e la California, seguendo il percorso di questo fiume maestoso che ha permesso, nei secoli, di abitare l'ovest più selvaggio.

I soldi del PNRR per il caporalato

Bernardo Iovene racconterà stasera come spenderemo male 200 ml di euro del PNRR, che avrebbero dovuto essere usati per trasformare le baraccopoli dove vivono i migranti, sfruttati dai caporali (italiani o stranieri anche loro) nei campi.

Alla fine i comuni nelle regioni del sud prenderanno questi soldi dall’Europa ma le baraccopoli (e lo sfruttamento delle persone) continueranno ad esistere: ad esempio in Calabria il comune di Rosarno, simbolo dei ghetti e delle rivolte dei braccianti, è quello che spende di meno per questa trasformazione, ma riceverà 2,145ml dal PNRR. Oggi i più di 200 braccianti vivono in container ma il comune, amministrato da commissari prefettizi, nel questionario ne ha dichiarati solo 50.

Ci chiedevano quante persone ci vivevano in quel momento” risponde uno dei commissari Giannelli “non potevamo fare diversamente. Nel periodo estivo siamo un numero che oscilla tra i 50 e gli 80 ed è un numero che in questa fase, perché coi servizi sociali li monitoriamo, arriva a più di 200.”

A Rosarno dopo la rivolta del 2010 furono stanziati milioni di euro per il superamento del ghetto: ci sono delle palazzine destinate ai migranti costruite con fondi europei e costate 3,080ml di euro ma non le hanno mai assegnate e non sono mai state abitate. Sono case già pronte, alcune anche aperte pronte per l’ispezione (per l’agibilità): l’idea dei commissari è usare i finanziamenti del PNRR per renderle finalmente agibili.

Poco lontano si trova il “villaggio della solidarietà”, costruito e mai utilizzato, è stato vandalizzato e poi nuovamente ristrutturato. Nel villaggio è perfino presente un posto di prima assistenza medica: per questo villaggio si sono spesi 1,5 ml solo adesso con la gestione commissariale.
In tutta la Calabria sono 4 i comuni che hanno dichiarato la presenza di insediamenti abusivi, tra Rosarno, Taurianova, San Ferdinando e Rossano sono state censite in totale 500 presenze di cittadini stranieri, lo stesso numero che ha dichiarato Porto Recanati, paese di 12mila abitanti nelle Marche che ha ricevuto il finanziamento più alto nel centro nord, quasi 8ml di euro per i 500 braccianti che vivono negli insediamenti abusivi. Con lo stupore dell’ex sindaco Rosalba Ubaldo e di tutta l’opposizione: “siamo rimasti sbalorditi, insediamenti abusivi, capanne, baraccopoli a Porto Recanati non ce ne sono e non ce ne sono mai state ..”
Come sono state individuate allora queste 500 persone? - si chiede il consigliere di opposizione Rovazzani, ed è una domanda importante in quanto stiamo parlando di soldi pubblici, “non è più il caso di buttar via soldi per cose che non servono, noi chiediamo finanziamenti per le cose mirate come l’attività turistica del nostro paese.”
Report con Bernardo Iovene ha girato tutte le campagne fuori Recanati, la valle del fiume Potenza che copre 4 comuni ma nel giugno passati di braccianti non se ne sono visti.

Alla fine il giornalista parlando con l’attuale sindaco Michelini, ha “scoperto” che il comune aveva rilevato come, nel corso di tutto l’anno, si alternassero 500 persone, “noi non abbiamo baraccopoli o tendopoli, noi abbiamo un flusso..”

Insomma, hanno fatto un monitoraggio nel corso di un anno, hanno scritto una cifra generica e hanno per questo ottenuto un finanziamento come non l’ha preso nessuno dei comuni dove le baraccopoli ci sono veramente.

La scheda del servizio RISORSE SENZA CONTROLLO

di Bernardo Iovene

Collaborazione Lidia Galeazzo, Greta Orsi

Dei 200 milioni di euro stanziati dal PNRR per interventi speciali per la coesione sociale, 114 andranno in Puglia, gli altri 86 milioni sono ripartiti nelle varie regioni d’Italia. Una parte di questi fondi arriva anche in Calabria, dove, dopo le rivolte dei migranti dei ghetti di Rosarno, dal 2010 sono stati stanziati già decine di milioni di euro, ma con pochi risultati. Quindi sulle stesse tendopoli o baraccopoli ci sono più progetti ancora da realizzare o moduli abitativi pronti e mai utilizzati. A Taurianova, invece, la giunta leghista ha speso bene i precedenti finanziamenti e oggi ha un progetto di integrazione di braccianti stranieri dentro il paese che coinvolge le case abbandonate dagli emigranti italiani. Report è andata poi nelle Marche dove il comune di Porto Recanati ha ricevuto più soldi di tutta la Calabria grazie a un’autodichiarazione che la erge, all’insaputa dei suoi abitanti, a capitale del Caporalato del Centro Nord. Infine, nella zona simbolo del caporalato, il comune di Castel Volturno, a fronte di 20 mila irregolari che vivono nelle case del litorale abbandonate dagli stessi proprietari, dichiara la presenza soltanto di 130 braccianti.

Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.

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