17 luglio 2023

Il figlio del mago, di Sandrone Dazieri

 


Avevo quindici anni quando affrontai il mostro armato solo di uno specchio e di una magia. La magia veniva dal vecchio quaderno di un chiromante, lo specchio da un gioco per ragazzi. Era l’estate del 1993, e stavo dolorosamente attraversando il confine tra l’adolescenza e l’età adulta.
Fino ad allora ero stato uno studente privo di doveri che non fossero verso me stesso, ma sapevo che quella vita sarebbe terminata con l’arrivo dell’autunno.

Antonio è un ragazzo di quindici anni che vive con la madre in un paese nella periferia di Firenze: un ragazzo come tanti, con poca voglia di studiare e con un padre che vede saltuariamente, perché fa un lavoro particolare, è un giostraio figlio di giostrai, un dritto figlio di dritti, come si dice nel gergo dei rom sinti. La stessa vita di Antonio nei suoi primi sei anni è avvenuta nel circo, i più begli anni della sua vita prima che gli assistenti sociali non imponessero la frequentazione della scuola.

Nel suo futuro si intravede solo un lavoro in officina, ma in quell’estate del 1993 la sua vita è destinata a cambiare: tutto inizia con la morte del padre, morto all’interno della sua roulotte per un incendio causato da una scintilla. Un incidente dicono i carabinieri.

Giostrai e circensi temono poche cose, e una è il fuoco. Il fuoco si mangia le baracche, fa scappare gli animali, brucia i tendoni, e dove non distrugge sporca e fa puzzare il resto.

Antonio aveva passato il giorno prima con lui: erano stati in una pizzeria, avevano parlato del futuro. Ma poco prima, dentro il circo, il padre aveva avuto un litigio con una donna di cui il ragazzo aveva colto un particolare, le mancava un dente. E aveva anche visto il padre colpirla con una sberla.
Era tornato scosso da quel litigio il padre, abile nei suoi giochi di prestigio, meno nel nascondere una certa tensione. Come se quella donna l’avesse minacciato.

Mio padre aveva paura? Che cosa gli avevi detto per spaventarlo così?

Antonio si convince che quella del padre non è stata una morte per un incidente: perché qualcuno fa visita alla loro casa, due volte, prima nel garage e poi in casa. Dopo aver visitato quello che rimane della roulotte dentro cui è morto il padre, scopre che qualcuno, forse lo stesso ladro, ha fatto una vista anche lì dentro, cercando qualcosa dappertutto, anche strappando la pelle dei sedili.

Non è solo questo: dentro trova appesa una rosa rossa. E di rose rosse parla anche un libro che trova andando a frugare nelle cose del padre

Si intitolava: Ordini Segreti. Dai Rosacroce alla Rosa Rossa.

In quel libro si parlava di una setta, discendente dall’ordine dei Templari, col culto della rosa rossa: ma una setta che dedita anche a rituali satanici e sacrifici umani, un qualcosa che accende una lampadina nella mente di Antonio.

«Perché qui intorno quelle cose le faceva solo una persona. Ti ricordi? Abitava… dieci chilometri in quella direzione, a Mercatale»

Che la morte del padre sia legata a questa setta? Cosa legava il padre a queste persone? Sono gli anni in cui si celebra il primo processo contro il mostro di Firenze, quel contadino che era stato accusato dei delitti seriali avvenuti nelle campagne fiorentine, coppiette uccise mentre si appartavano con la loro auto per fare l’amore.

Forse la risposta la può dare una scatola: Cristiano, un amico del padre, si presenta a casa chiedendogli proprio di una scatola, che il padre gli doveva dare prima che morisse. Ma glielo chiede in modo minaccioso, con un tono che fa comprendere ad Antonio chi possa essere stato quel ladro che era entrato nella sua casa qualche tempo prima.

Cristiano non è una persona qualunque: anni prima era stato accusato lui del primo delitto del mostro, “fu il primo dei “sardi” a essere accusato. Era considerato il sospetto numero uno per l’omicidio della prima coppia attribuita al Mostro”.

Tutte le strade portano a quei delitti, ad una setta che eseguiva dei riti satanici, ad una scatola che contiene qualcosa per cui forse vale la pena uccidere.

Antonio non ne può parlare con nessuno, non con la madre e nemmeno col maresciallo dei carabinieri, che forse anche lui nasconde qualcosa.

Ma lui non è un ragazzino qualunque, è il “figlio del mago”, uno capace di risolvere i misteri, perché ha imparato tutti i trucchi della magia.
Ma questa volta la magia avrà un sapore molto amaro: con l’aiuto dei parenti nel circo e con quello di Ornella, una coetanea con cui scoprirà l’amore, arriverà a scoprire una brutta verità sul padre e sui delitti del mostro.

I personaggi di questo breve romanzo sono inventati ma, come racconta Sandrone Dazieri a fine libro, sono in parte ispirati a personaggi realmente esistiti e che sono stati in vario modo legati ai delitti del mostro. Come Francesco Vinci, il primo sospettato del delitto avvenuto nel 1968 di Barbara Locci e Antonio Lo Bianco, ritenuto il primo delitto del mostro.

O come Milva Malatesta, amante di Vinci e figlia di un bracciante agricolo morto suicida.

Anna Mattei è invece stata uccisa da qualcuno che, prima di fuggire ha cercato di dare fuoco al suo cadavere.
Strane morti, strani suicidi avvenuti attorno al 1993-94, gli anni del primo processo a Pacciani: attorno a queste storie l’autore ha imbastito questo racconto che sposa una teoria sul morto che porta dritta al mondo delle sette esoteriche.

Potete prenderlo solo come un racconto, la storia di un ragazzo sopravvissuto al mostro, o a quello che riteneva il suo mostro, grazie ad uno specchio usato come arma.

Oppure potete partire dai link e dai libri che Dazieri cita alla fine, come dai testi di Michele Giuttari e cercare voi di farvi una vostra idea su questo mistero. Un mistero che ancora oggi fa paura.

La scheda del libro sul sito di Rizzoli.

I link per ordinare il libro su Ibs e Amazon


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