21 ottobre 2006

Fuori da un evidente destino di Giorgio Faletti

Quattro persone si ritrovano, a distanza di anni, al paese nel quale sono cresciuti.
Tutti sono scappati da qualcosa o per inseguire qualcosa:
Jim per andare a pilotare elicotteri a New York. E fuggire i limiti del piccolo mondo dov'era nato.
Alan dal carriera predestinatogli dal padre. Carriera a cui ha preferito una scuola militare e, in seguito, la guerra in Iraq.
Swan per inseguire il successo cinematografico.
Infine April, l'unica ad essere stata via solo per pochi anni, dopo una esperienza come giornalista a Phoenix.

Il paese si chiama Flagstaff, ai confini della riserva Navajos, in Arizona, dove qualcuno vorrebbe iniziare una grandiosa opera di speculazione edilizia.
E ora il destino, la morte del nonno di Jim (un importante capo indiano), un film da girare nella riserva, li fa re-incontrare.
Ognuno di loro ha qualcosa da pardonare (o da farsi perdonare) dagli altri: Jim, in particolare ha tradito la fiducia nell'ex amico Alan e nella ex fidanzata April. Jim, il cui nome indiano è "tre uomini", è per metà indiano e per metà bianco: ibrido, come il doppio colore dei suoi occhi.
Nè rosso nè bianco.

Se fin ad ora ha potuto scappare dal suo passato e, soprattutto dalla sua natura, ora deve fare i conti col presente Con una serie di morti "misteriose": qualcuno o qualcosa uccide delle persone frantumandone le ossa. Cosa lega i morti tra loro? Perchè qualla morte orribile?

Jim, con l'aiuto di un anziano sciamano "Charlie Owl Begay" dovrà risalire al passato della sua gente, ad un antico fatto di sangue, il massacro di Flat Fields, per fermare un'antica maledizione che è tornata ad uccidere ai nostri giorni.

Se, raccontata così, la storia può sembrare interessante, letta nel libro non lo è altrettanto. Troppo lento nella prima parte, dove la trama stenta a decollare e ad appassionare: troppe descrizioni, troppo spazio alla riflessioni dei personaggi, dei luoghi. Che, alla fine, appesantiscono la lettura. Manca, all'inizio del libro, la vena di suspence, di tensione, che riemerge solo alla fine. Quando passato e presente sono destinati a reincontrasi. E un cerchio, per Jim, che si deve chiudere.

La parte migliore è quella centrale "Le origini", col salto indietro nel tempo, alla fine del 1800, con la narrazione del crimine da cui scaturisce tutta la violenza della furia vendicatrice. Che risvegliata ai giorni nostri, è tornata ad uccidere.Vendetta per la strage di una tribù di indiani Navajos, da parte di coloni bianchi alla ricerca del loro "evidente" destino di fortuna.
Come in "Niente di vero tranne gli occhi", Faletti torna a riutilizzare il paranormale, la magia (quasi in contrapposizione ad un mondo tecnologico dove tutto sembra sempre avere una spiegazione) come chiave del mistero che sta dietro alle morti.
Chi ama i paesaggi del sud-ovest dell'America, dell'Arizona, la cultura indiana (sulla quale Faletti si è dovuto documentare), troverà in questo libro una buona lettura. Per me, è un mezzo passo indietro rispetto ai precedenti gialli.

Il libro online su ibs. Il sito di Giorgio Faletti.
Technorati:

28 commenti:

Anonimo ha detto...

Smettetela di leggere i libri di Faletti. Non c'è niente altro da aggiungere.
[Ste]

alduccio ha detto...

In effetti, non me la sento di consigliarlo a nessuno ..

Anonimo ha detto...

Io l'ho appena finito, ma sono rimasta confusa e alla fine ho fatto tanta fatica a capire i nomi degli assassini, che sono tanti e ingarbugliati.
Tanto per capire se sono io che sono tarda, qualcuno me li scrivebbe qui, per favore?

Grazie

Anna

alduccio ha detto...

C'è un solo assassino, che non viglio rivelare, legato ad una strage, avvenuta nel secolo passato, al campo indiano del capo Eldero.
Il punto centrale del libro è il legame tra il passato e il presente: non si opssono lasciare sospesi i conti col passato. E Jim dovrà tirare fuori la sua natura indiana per placare l'ira vendicativa ....

Anonimo ha detto...

Grazie, ti ho appena scritto una mail privata.
Grazie ancora...

Anna

Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...

mazza che libraccio quello di Faletti!! mi è cascato antipatico, come la casa editrice che lo pubblica.

alduccio ha detto...

Condivido i giudizi negativi. Ma tant'è .. l'anonimo che ha anche scritto il finale ha sbagliato: primo perchè l'assassino non è lui (e non voglio aggiungere altro) poi perchè se devi parlar male di un libro, ne parli male. Non rovini il gusto del finale a chi ancora deve leggerlo.

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Anonimo ha detto...

Scontatissimo, assolutamente noioso e senza la minima traccia di suspence.
Evidentemente i primi due libri non li ha scritti lui.

Anonimo ha detto...

se al termine della lettura hai capito che l'assassino è Cohen Wells, ti chiedo: ma che libro hai letto? la tua recenzione perde di credibilità dalla prima frase...

Anonimo ha detto...

Confermo che l'assassino è proprio Cohen Wells, ha ragione Luca.

Marta

Anonimo ha detto...

Io credo che "certi feroci commenti" letti sopra, di cui non voglio citare neanche i contenuti, siano dettati solo ed esclusivamente dall'invidia. In libreria ci sono tanti libri spazzatura, con storie assurde ed insignificanti, ma nessuno parla, perchè probabilmente sono "libri di tendenza", se invece un comico decide di scrivere un romanzo, ed in tal caso si tratta di un comico che sa scrivere benissimo, ecco che molti gli danno addosso.
Comunque il romanzo è molto bello, la storia è efficace così come l'intereccio e la caratterizzazione dei personaggi.
Grande Faletti, aspetto il prossimo.
Max

Anonimo ha detto...

L'assassino è Jim!

PS: tanto per essere in linea con le buffonate che ho letto sopra!

Anonimo ha detto...

L'Assassino è proprio Jim. E' anche vero che ci sono molti errori però, per correttezza, bisognerebbe almeno leggere tutto il testo per poterlo recensire.

alduccio ha detto...

Il libro l'ho letto, tutto. E sul mio blog mi permetto di dire quello che penso del libro. Non scrivo il nome dell'assassino per non bruciare l'attesa di chi ancora lo deve leggere.
In ogno caso che vi soffermate sul chi e non sul come o perchè. Nemmeno una parola sullo stile, lento a decollare sulla rpima metà ..

Anonimo ha detto...

Evidentemente chi posta solo cose negative su questo libro legge solo libri destinati a un pubblico di intelligenza superiore,sono dei sommelier del libro.Sono quelli che-citando Aldo Giovanni e Giacomo-si aggirano nelle librerie schifando i best seller e poi trovano e consigliano a tutti il mattone di 1000 pagine o la raccolta di poesie incomprensibili di un bulgaro suicida a 24 anni.Per favore fate a meno.Grande Faletti.

Anonimo ha detto...

Gentile Alduccio,
in seguito alla diffida legale da ma ricevuta, richiedo la rimozione di tutte le mie recensione di "Fuori da un evidente destino", pubblicate sul tuo blog.
Attendo un tuo celere riscontro.

Grazie e saluti

Luca Bersi
luca.bersi@gmail.com

Anonimo ha detto...

Peccato che gli anonimi siano così tanti e così diversi. Condivido il commento di Diego (genn 07). Vero, l'inizio è lento, tant'è che ho impiegato parecchio a leggere le prime 80 pagine per poi finire il libro in due giorni, ma quanti fantastici libri (mattoni e no) iniziano lentamente ma sono dei capolavori? Pensate a "i pilastri della terra" di Follett o a "la verità perduta" di Tacconi, "la storia" della Morante", "il nome della rosa" di Eco e così via.
Faletti continua a meravigliarmi, mai mi sarei aspettato da lui i tre libri che ha scritto.
L'unico neo di quest'ultimo libro, secondo me, è il finale che lascia un po' di amaro in bocca.

Anonimo ha detto...

l'ho appena acquistato e ancora non l'ho sfogliato...ma è davvero così noioso come dicono?

ArabaFenice ha detto...

io lo trovo un po' al di sotto degli altri e soprattutto di Io Uccido ma è comunque una lettura gradevole. Mi lascia l'amaro in bocca (come me lo ha lasciato Niente di vero tranne gli occhi) il fatto che si dia una spiegazione paranormale. Probabilmente è un limite della mia razionalità, ma a degli omicidi veri, efferrati e descritti con crudo realismo, vorrei che ci fosse un assassino vero, un nome, non una maledizione.

Anonimo ha detto...

aah...come si fa a dire che questo libro è "SCONTATISSIMO", se siete riusciti a capire chi fosse l'assassino prima degli ultimi capitoli...beh vi faccio i miei complimenti perchè io nn ci sono riuscito. si può dire tutto tranne che sia banale.

Laus ha detto...

Nel complesso, non mi è piaciuto. Mi ha lasciato un profondo senso di "incompiuto" e un po' troppe domande che non faccio in questa sede, in quanto vorrebbe dire svelare il finale. Finale che, personalmente, mi è sembrato un po' tirato per i capelli, come se l'autore non sapesse più dove andare a parare o come riprendere in mano la trama. Resta l'indiscutibile fatto che Faletti sia un ottimo "scrittore", nel senso puro del termine, ma come "plotter" mi è un po' scaduto, sia per quanto detto di questo libro, sia per quanto letto in "Niente di vero tranne gli occhi".

alduccio ha detto...

Ripeto: poteva venire meglio, visti i temi trattati e l'ambientazione scelta.

Aldo

Andrea ha detto...

Io ho letto 2 volte i primi 3 libri, e devo dire che "Fuori Da Un Evidente Destino" mi è piaciuto più degli altri. "Io uccido" e "Niente di vero tranne gli occhi" sono sicuramente belli, ma -->a mio parere<-- piuttosto scontati sul finale, mentre nel terzo è veramente inaspettato, e molto, molto profondo nelle descrizioni di ogni evento che gestiscono i protagonisti. I thriller NON devono essere PER FORZA essere logici, altrimenti tutto diventerebbe piuttosto monotono. Ciò non toglie che Faletti sia un genio dimostrandolo in TUTTI i suoi libri :D Buon anno!

TylerN ha detto...

Premetto subito che sono un fan di Faletti dai primi tempi comici.
Ciò non toglie che:
"Io Uccido" è un degnissimo libro con il solo difetto di avere il finale una po' "telefonato": poco dopo la metà si capisce troppo facilmente chi è l'assassino. Ma lasciatemi aggiungere che il difetto è minimo per un'opera prima.
"Niente di vero tranne gli occhi" è un passetto indietro. Prolisso, a tratti confonde e non decolla quasi mai.
"Fuori da un evidente destino" è un tracollo. Il libro procede abbastanza bene e - tutto sommato - la notevole pennellata di soprannaturale ci sta pure bene. Il problema è che di romanzi "soprannaturali" ne ho letti un bel po': il finale di questo è totalmente sballato. Non è un finale. Quello che il protagonista fa per far terminare la catena di morti non serve a nulla nemmeno secondo la "mitologia" del libro stesso. Il suo "escamotage" non fermerebbe proprio nulla e le morti dovrebbero continuare indisturbate, con il soprannaturale che comincia ad assediare un altro personaggio che non nomino per non rovinare la lettura a nessuno. Se il libro fosse stato il primo di una trilogia, avrei potuto comprendere il finale così insensato (nel secondo o nel terzo si sarebbe risolto il tutto), ma così com'è è come se alla fine di "Matrix" - dopo tutto quello che gli "Agenti" riescono a sopportare - Neo ammazzasse l'Agente Smith con una coltellata su un braccio.
Sono comunque convinto che Faletti sia un potenziale ottimo scrittore, deve solo studiare MEGLIO i suoi finali. Coraggio, Giorgio!

Unknown ha detto...

È piaciuto moltissimo anche a me

Anonimo ha detto...

Sorprendentemente bravo Faletti. I suoi libri mi sono piaciuti tutti, in particolare quest'ultimo.