Report - i biscazzieri (pdf)
A breve finiremo tutti del gioco d'azzardo (legale): perchè ci sarà un casinò in ogni città (non solo i lampedusani saranno beneficiati), ci saranno slot machine nella metrò (come a Roma), le poste anzichè consegnare la posta il sabato, ci consegneranno i gratta e vinci da giocare e, infine, alle casse del supermercato anzichè il resto, le schede della lotteria.
Così anche noi daremo i nostri soldi alle società concessionarie del gioco d'azzardo: come la Atlantis, società che veste i panni dello stato (poichè esattori dello stato), ma che ha sede alle Antille.
E con i soldi alla Atlantis, magari finanzieremo i partiti politici (per il finanziamento di Atlantis di Francesco Corallo, all'onorevole Laboccetta e al gruppo ex An).
Strano rapporto quello tra i monopoli (cioè il controllore dello stato) e le concessionarie (i controllati): un rapporto stretto, che ha portato, secondo il servizio di Ranucci, ad una certa benevolenza.
La sanzione per 58 miliardi, per non aver controllato che le macchine fossero fuori rete (e dunque scollegate per evitare il controllo di legalità)?
Arriva il governo e nel 2007 con la legge Nannicini (PD) per applicare il principio di ragionevolezza nell'aplicazione delle penali.
E la multa per le concessionarie, che fatturano 61 miliardi l'anno (10 miliardi incassati allo stato), diventa di 800 milioni. Abbassati ancora per la clemenza del Consiglio di Stato.
Si vuole revocare la concessione alla Atlantis? Ecco le telefonate, intercettate, che raccontano delle pressioni ai politici (il capo di gabinetto di Tremonti, Laboccetta ..).
A prescindere dalle responsabilità giudiziarie (l'inchiesta della procura di Roma è finita archiviata) rimane la domanda? Perchè chi doveva controllare non ha controllato?
I soldi per la ricostruzione dell'Aquila: i soldi delle slot machine e dei giochi dovevano servire per la ricostruzione dell'Aquila.
Che fine han fatto gli 850 ml di euro, pagati in anticipo ai monopoli (per avere in cambio il rinnono delle concessioni per le vlt senza gara)?
RAN UCCI FUORI CAM P O
Sono passati due anni dal terremoto. L’industria dei giochi nel frattempo ha fatturato circa 120
miliardi di euro. E nelle casse dello stato ne sono finiti circa 20. Ma dove sono finiti i soldi destinati per legge alle popolazioni colpite dal terremoto? Abbiamo chiesto al Sottosegretario all’Economia Alberto Giorgetti, competente sui giochi, ma dopo averci dato la sua disponibilità e averci chiesto preventivamente le domande ha detto di no. Abbiamo chiesto anche al Ministro Tremonti. Ma neppure lui ci ha risposto. Ma anche gli amministratori de L’Aquila hanno chiesto.
STEFAN I A P EZZOP A NE – ASSESSORE COM UN ALE A LLE P OLI TI CHE SOCI A LI (AQ)
E la risposta è stata ad oggi ancora nulla. E’ bene che si faccia chiarezza se la deve fare il ministro Tremonti, la devono fare l’Agenzia delle Entrate, la deve fare la Ragioneria generale dello Stato, chiunque sia: faccia chiarezza.
Fatto sta che il rapporto tra concessionarie e partiti politici è raccontato dai bonifici ai partiti (Snai, nel 2008 ha finanziato Alemanno, Sposetti e Lombardo), ma soprattutto dalle pubblicità comprate alle reti televisive.
Anzi, alle reti del presidente del Consiglio:
SI GFRI DO RAN UCCI FUORI CAM P O
Visto che il dott. Maggi è anche un manager della Sisal, non gli sarà sfuggito per esempio, che già a partire dall’anno del DL Abruzzo, la sua concessionaria ha finanziato con ricchi pacchetti pubblicitari le reti del Presidente del Consiglio. Nel 2009 dà 10 milioni e 445.000 euro a Mediaset, e poco più di un milione alla Rai. Nel 7 milioni e 300 mila euro a Mediaset e solo 184 mila euro alla Rai, un divario sproporzionato rispetto ai limiti sul tetto pubblicitario che fa pensare ad una generosità forse dovuta al fatto che nella Sisal c’è il fondo Clessidra, amministrato dall’ex manager della Fininvest, Claudio Sposito.
Poco liberale deve essere apparso, al signor John Whittaker, amministratore della multinazionale dei giochi, StanleyBet, la proroga della concessione del Superenalotto a Sisal nel 2005.
Proroga su cui Tesauro (Antitrust) aveva dato parere negativo.
Ha chiesto danni allo stato per 1,5 miliardi di euro.
SI GFRI DO RAN UCCI FUORI CAM P O
I protagonisti sono Pier Domenico Gallo, presidente di Meliorbanca, l’ex direttore dei Monopoli Giorgio Tino, e questo signore inglese sconosciuto ai più. Poi c’è questo convento trasformato in edilizia residenziale, da cui si vede il Colosseo.
La Sisal gestisce e in esclusiva dal ‘96 il SuperEnalotto da cui proviene gran parte del suo reddito. Nel marzo del 2005 la concessione doveva scadere. Lo storico proprietario, Rodolfo Molo, era logicamente preoccupato e con lui probabilmente lo erano Gianpiero Fiorani e Melior Banca, di Pier Domenico Gallo, che da poco avevano acquistato quote della Sisal. Preoccupazione che dura poco perché il direttore dei Monopoli, Tino, con una firma proroga la concessione del super enalotto per altri 5 anni. Ma c’è un motivo per cui quella proroga poteva non essere concessa. Il presidente della Sisal, Rodolfo Molo, era stato accusato di evasione fiscale e di aver costituito fondi neri in Svizzera proprio con i proventi dei giochi.
Anche qui: chi paga il danno?
La vendita delle concessioni di Snai a se stessa:
M I LENA GA BA NELLI I N STUDI O
La Snai è una società quotata in borsa e nel 2006, alla vigilia delle liberalizzazioni annunciate da Bersani i soci e titolari di punti scommesse devono aver pensato “se adesso danno nuove concessioni le nostre perdono valore” e allora decidono di venderle alla Snai, che le paga, e poi gliele riaffitta. Per fare questa operazione Snai si indebita, anche con una finanziaria Lussemburghese, dove dentro c’è sempre Snai, e a cui paga un tasso del 17%. Finanza subita dicono, ma da chi? Ci sarà il suo perchè, anche se a noi sfugge. Sta di fatto che adesso Snai per ripianare i debiti ha ceduto, ha venduto la maggioranza al gruppo Bonomi, oggi con la nuova legge di stabilità, le concessionarie, che a tutti gli effetti indossano la maglietta dello Stato, devono essere aziende sane, e trasparenti. E i nomi e i cognomi dei proprietari chiari e non mascherati.
Chi sta dietro Snai? A chi diamo i soldi quando scommettiamo sui cavalli o mettiamo i soldi nelle slot machine?
A breve finiremo tutti del gioco d'azzardo (legale): perchè ci sarà un casinò in ogni città (non solo i lampedusani saranno beneficiati), ci saranno slot machine nella metrò (come a Roma), le poste anzichè consegnare la posta il sabato, ci consegneranno i gratta e vinci da giocare e, infine, alle casse del supermercato anzichè il resto, le schede della lotteria.
Così anche noi daremo i nostri soldi alle società concessionarie del gioco d'azzardo: come la Atlantis, società che veste i panni dello stato (poichè esattori dello stato), ma che ha sede alle Antille.
E con i soldi alla Atlantis, magari finanzieremo i partiti politici (per il finanziamento di Atlantis di Francesco Corallo, all'onorevole Laboccetta e al gruppo ex An).
Strano rapporto quello tra i monopoli (cioè il controllore dello stato) e le concessionarie (i controllati): un rapporto stretto, che ha portato, secondo il servizio di Ranucci, ad una certa benevolenza.
La sanzione per 58 miliardi, per non aver controllato che le macchine fossero fuori rete (e dunque scollegate per evitare il controllo di legalità)?
Arriva il governo e nel 2007 con la legge Nannicini (PD) per applicare il principio di ragionevolezza nell'aplicazione delle penali.
E la multa per le concessionarie, che fatturano 61 miliardi l'anno (10 miliardi incassati allo stato), diventa di 800 milioni. Abbassati ancora per la clemenza del Consiglio di Stato.
Si vuole revocare la concessione alla Atlantis? Ecco le telefonate, intercettate, che raccontano delle pressioni ai politici (il capo di gabinetto di Tremonti, Laboccetta ..).
A prescindere dalle responsabilità giudiziarie (l'inchiesta della procura di Roma è finita archiviata) rimane la domanda? Perchè chi doveva controllare non ha controllato?
I soldi per la ricostruzione dell'Aquila: i soldi delle slot machine e dei giochi dovevano servire per la ricostruzione dell'Aquila.
Che fine han fatto gli 850 ml di euro, pagati in anticipo ai monopoli (per avere in cambio il rinnono delle concessioni per le vlt senza gara)?
RAN UCCI FUORI CAM P O
Sono passati due anni dal terremoto. L’industria dei giochi nel frattempo ha fatturato circa 120
miliardi di euro. E nelle casse dello stato ne sono finiti circa 20. Ma dove sono finiti i soldi destinati per legge alle popolazioni colpite dal terremoto? Abbiamo chiesto al Sottosegretario all’Economia Alberto Giorgetti, competente sui giochi, ma dopo averci dato la sua disponibilità e averci chiesto preventivamente le domande ha detto di no. Abbiamo chiesto anche al Ministro Tremonti. Ma neppure lui ci ha risposto. Ma anche gli amministratori de L’Aquila hanno chiesto.
STEFAN I A P EZZOP A NE – ASSESSORE COM UN ALE A LLE P OLI TI CHE SOCI A LI (AQ)
E la risposta è stata ad oggi ancora nulla. E’ bene che si faccia chiarezza se la deve fare il ministro Tremonti, la devono fare l’Agenzia delle Entrate, la deve fare la Ragioneria generale dello Stato, chiunque sia: faccia chiarezza.
Fatto sta che il rapporto tra concessionarie e partiti politici è raccontato dai bonifici ai partiti (Snai, nel 2008 ha finanziato Alemanno, Sposetti e Lombardo), ma soprattutto dalle pubblicità comprate alle reti televisive.
Anzi, alle reti del presidente del Consiglio:
SI GFRI DO RAN UCCI FUORI CAM P O
Visto che il dott. Maggi è anche un manager della Sisal, non gli sarà sfuggito per esempio, che già a partire dall’anno del DL Abruzzo, la sua concessionaria ha finanziato con ricchi pacchetti pubblicitari le reti del Presidente del Consiglio. Nel 2009 dà 10 milioni e 445.000 euro a Mediaset, e poco più di un milione alla Rai. Nel 7 milioni e 300 mila euro a Mediaset e solo 184 mila euro alla Rai, un divario sproporzionato rispetto ai limiti sul tetto pubblicitario che fa pensare ad una generosità forse dovuta al fatto che nella Sisal c’è il fondo Clessidra, amministrato dall’ex manager della Fininvest, Claudio Sposito.
Poco liberale deve essere apparso, al signor John Whittaker, amministratore della multinazionale dei giochi, StanleyBet, la proroga della concessione del Superenalotto a Sisal nel 2005.
Proroga su cui Tesauro (Antitrust) aveva dato parere negativo.
Ha chiesto danni allo stato per 1,5 miliardi di euro.
SI GFRI DO RAN UCCI FUORI CAM P O
I protagonisti sono Pier Domenico Gallo, presidente di Meliorbanca, l’ex direttore dei Monopoli Giorgio Tino, e questo signore inglese sconosciuto ai più. Poi c’è questo convento trasformato in edilizia residenziale, da cui si vede il Colosseo.
La Sisal gestisce e in esclusiva dal ‘96 il SuperEnalotto da cui proviene gran parte del suo reddito. Nel marzo del 2005 la concessione doveva scadere. Lo storico proprietario, Rodolfo Molo, era logicamente preoccupato e con lui probabilmente lo erano Gianpiero Fiorani e Melior Banca, di Pier Domenico Gallo, che da poco avevano acquistato quote della Sisal. Preoccupazione che dura poco perché il direttore dei Monopoli, Tino, con una firma proroga la concessione del super enalotto per altri 5 anni. Ma c’è un motivo per cui quella proroga poteva non essere concessa. Il presidente della Sisal, Rodolfo Molo, era stato accusato di evasione fiscale e di aver costituito fondi neri in Svizzera proprio con i proventi dei giochi.
Anche qui: chi paga il danno?
La vendita delle concessioni di Snai a se stessa:
M I LENA GA BA NELLI I N STUDI O
La Snai è una società quotata in borsa e nel 2006, alla vigilia delle liberalizzazioni annunciate da Bersani i soci e titolari di punti scommesse devono aver pensato “se adesso danno nuove concessioni le nostre perdono valore” e allora decidono di venderle alla Snai, che le paga, e poi gliele riaffitta. Per fare questa operazione Snai si indebita, anche con una finanziaria Lussemburghese, dove dentro c’è sempre Snai, e a cui paga un tasso del 17%. Finanza subita dicono, ma da chi? Ci sarà il suo perchè, anche se a noi sfugge. Sta di fatto che adesso Snai per ripianare i debiti ha ceduto, ha venduto la maggioranza al gruppo Bonomi, oggi con la nuova legge di stabilità, le concessionarie, che a tutti gli effetti indossano la maglietta dello Stato, devono essere aziende sane, e trasparenti. E i nomi e i cognomi dei proprietari chiari e non mascherati.
Chi sta dietro Snai? A chi diamo i soldi quando scommettiamo sui cavalli o mettiamo i soldi nelle slot machine?
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