"Il mistero Ali Agca, la scomparsa di Emanuela Orlandi, la strage delle guardie svizzere. Il più grande intrigo tra le mura vaticane"
Ci si può forse anche rassegnare ad una assenza di verità giudiziaria, o anche di sentenze che non riescano a spiegare tutti i perchè ancora oscuri su alcune vicende del nostro passato.
Ma l'ex magistrato Ferdinando Imposimato, non è uno di questi, uno che si rassegna a vivere con dei buchi neri sulla propria coscienza : nel libro intervista “Attentato al papa” racconta al giornalista Sandro Provvisionato la sua teoria sull'attentato contro la persona del papa Giovanni Paolo II, il 13 maggio del 1981. Una teoria costruita sulla base dell'esperienza personale: di questa vicenda si è occupato sebbene indirettamente come ex giudice a Roma (collaborando con i magistrati Priore e Martella giudice istruttore al processo sulla pista bulgara), ma una volta andato in pensione, ha continuato a seguire una sua indagine personale, sia per un suo bisogno immagine, e anche per l'amicizia con la famiglia Orlandi, di cui è diventato rappresentante legale.
Cosa c'entra il caso Orlandi (il rapimento di una ragazza diciasettenne, nelle mura del Vaticano)? La sua teoria, esposta nel libro in modo accurato, mettendo assieme pezzi dell'inchiesta sull'attentato, spezzoni degli atti del processo (sulla pista internazionale dietro Ali Agca), ma anche andando ad intervistare persone coinvolte nell'intreccio (come ex esponenti della polizia politica della Germania Democratica, la Stasi), da un'unica spiegazione ai tre episodi raccontati: l'attentato al papa, il rapimento di Emanuela Orlandi (e anche di altri italiani, come Mirella Gregori) e l'omicidio del comandante della Guardia Svizzera, Alois Estermann, avvenuto nel maggio del 1998.
Wojtyla sarebbe stato vittima di un attentato organizzato dal Kgb, per la sua politica di attacco ai regimi comunisti nell'est (e soprattutto nella sua Polonia). Attentato che sarebbe stato poi gestito dal Kgb e dai servizi segreti bulgari, che avevano (come dimostra bene l'autore) una forte penetrazione in Italia (persino in grado di influenzare il Sismi) e dentro il Vaticano (come il giornalista benedettino Brammertz e persino la persona di don Stanislao si pensa possa essere stato un tramite con i servizi polacchi). Per portare a termine l'attentato, i bulgari si appoggiarono alla mafia turca e a gruppi di estrema destra (su cui poi avrebbero scaricato le colpe), come i Lupi Grigi di cui Ali Agca era membro.
Ali Agca molto probabilmente non era solo quel giorno a Roma: se le indagini (e la collaborazione del Vaticano) fosse stata più approfondita, forse si sarebbero trovate le prove di altre persone: Agca stesso, al processo istruito dal giudice Martella, ha contribuito a demolire la pista internazionale che avrebbe portato ad incriminare prima e prosciogliere poi, alcuni membri dei servizi bulgari. Antonov (funzionario della Balkan Air), Vassilev, Ayvazov.
Pista che lui stesso andò a demolire, col suo atteggiamento durante il processo, in cui alternò fasi in cui sembrava voler collaborare (fornendo prove ritenute attendibili dei suoi contatti e dei suoi viaggi in giro per l'Europa) a momenti in cui vaneggiava come un novello Cristo.
Come mai?
Lo spiegano bene gli autori: le date sono importanti per capire i retroscena. Nel periodo in cui Agca inizia dal carcere a far capire di voler raccontare la sua storia , i servizi dell'est iniziano una loro campagna di intimidazione, di disinformazione e di “azioni attive”, nel gergo significa azioni criminali.
Siamo nel maggio del 1983, il papa ha compiuto il suo secondo viaggio in Polonia.
Due presunti magistrati bulgari si presentano di fronte ai colleghi romani per interrogare Agca: sono in realtà agenti bulgari (Petkov e Ormankov), venuti in Italia per minacciare il turco.
Il 7 maggio 1983 scompare una ragazza a Roma: si chiama Mirella Gregori e di lei non se ne saprà più nulla.
Il 22 giugno viene rapita Emanuela Orlandi a Roma: il primo a intuire le ragioni del rapimento è proprio Ali Agca, che due giorni dopo, inizia a ritrattare (per le minacce subite in carcere proprio dal falso magistrato Petkov, ed è lo stesso Agca ad ammetterlo anni dopo) quanto aveva iniziato a raccontare a Martella, sulla pista bulgara dietro l'attentato. E a demolire tutta la pista bulgara, archiviata definitivamente nel 1997.
Sul rapimento della Orlandi (ma anche dell'altra ragazza, meno nota, la Gregori, anche lei rapita in Vaticano) si è parlato molto sulla stampa. L'autore è riuscito a mettere in luce, mettendo in fila le rivendicazioni, le telefonate, le lettere, la guerra di nervi portata avanti, per raggiungere diversi obiettivi: distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica dalla pista che portava all'est. Mettere in crisi il Vaticano, addossando le responsabilità sulla sorte della ragazza e, come ultimo obiettivo, attaccare il papa (per la sua politica anticomunista, a favore di Solidarnosc).
Una campagna di disinformazione, portata avanti dalle menti della Stasi, approfondita nella seconda parte del libro all'autore direttamente dagli agenti della Stasi stessa (anni dopo la caduta del muro): l'agente Wolf (agente della Stasi a Berlino) e Bohnsack (capo della branca della Stasi che si occupava della disinformatja) per inseguire le tracce dell'Operation papst, nei dossier della Stasi.
Le spie in Vaticano
Come è stata possibile quest'opera di disinformazione, come facevano i rapitori a conoscere quasi in tempo reale le mosse del giudice Domenico Sica (il pm che seguiva il caso)? Grazie ad una rete di spie nel Vaticano: il giornalista benedettino Eugen Brammertz e anche (pure questo rivelato seguendo i dossier della Stasi) persino membri della Guardie Svizzere che avrebbero dovuto proteggere il papa. Come l'allora capitano Alois Estermann, ucciso il 4 giugno 1998, nel suo appartamento: ufficialmente per un raptus di follia da parte del vicecaporale Cedric Tornay.
Anche questa una triste vicenda di sangue, archiviata troppo in fretta senza chiamare in causa la magistratura italiana per le indagini e con troppa opacità nel rendere pubblici gli atti dell'inchiesta. Troppo per non suscitare seri dubbi , nel giudice Imposimato: l'omicidio suicidio sarebbe in realtà una messa in scena per togliere di scena un testimone imbarazzante.
Sempre dai colloqui con gli ex membri della Stasi (e dai vecchi documenti della temibile polizia della DDR) si scopre che esisteva un'agente a libro paga di nome Werder, dentro il Vaticano. Proprio il capitano Estermann.
Che sarebbe stato ucciso nel 1998 (e i suoi documenti trafugati) per toglierlo di mezzo, per evitare che si mettesse in pista dei ricatti per i fatti nelle mura Vaticane di cui era in possesso.
Nel corso del libro Imposimato demolisce la suggestiva pista della Banda della Magliana, come responsabile del rapimento della povera Emanuela Orlandi. Per alcuni semplici motivi: le presunte rivelazioni della superteste Minardi si sono smentite da sole (per le troppe inesattezze) e poi, e questa è la cosa più importante, la banda non avrebbe avuto sufficienti entrature dentro i servizi dell'est, e dentro il Vaticano, per poter gestire tutta la mole di messaggi, lettere da tutto il mondo (anche dall'america).
Infine il ruolo dei servizi: il Sismi sapeva che i due magistrati bulgari erano in realtà agenti venuti in Italia per inquinare le prove e destabilizzare il processo.
Eppure, il nostro servizio segreto, all'epoca inquinato dalla presenza della loggia P2, non avvisò la magistratura. Destabilizzare per stabilizzare il potere politico al centro.
Lo SDECE avvisò il Vaticano di possibili attentati nei confronti del papa (per prima del maggio 1981): anche qui, in Vaticano in molti sapevano (come il cardinale Casaroli). Eppure, quell'informazione non fu usata per prevenire e per poi indicare una pista.
Se, al termine della lettura, la pista indicata da Imposimato permette di spiegare i tanti misteri sui segreti del Vaticano, rimangono ancora troppe domande senza risposta: a cominciare dalla più terribile. Emanuela è ancora viva?
E poi, come spiegare il velo di oblio che il Vaticano stesso ha steso su tutti gli aspetti di questa vicenda: “l'accertamento della verità si è rivelato un percorso ad ostacoli non solo per i magistrati , cui furono negate non poche rogatorie , ma anche per gli storici, che non possono accedere ai documenti su quei fatti conservati negli archivi vaticani”.
I pretesti di lettura.
La scheda del libro sul sito di Chiarelettere.
Il link per ordinare il libro su ibs.
Technorati: Ferdinando Imposimato , Sandro Provvisionato, Emanuela Orlandi, Ali Agca, Alois Estermann
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