L'incipit del libro:
Alla fine di un giorno noioso l'avvocato, nonché onorevole della Repubblica, Sante Brianese entrò alla Nena con il suo solito passo deciso.
Un attimo dopo apparvero sulla porta la segretaria e il portaborse. Ylenia e Nicola. Belli, eleganti, giovani, sorridenti. Sembravano usciti da una serie televisiva americana.
Era l'ora dell'aperitivo, un viavai continuo di gente, bicchieri e stuzzichini. All'esterno stufe a forma di fungo riscaldavano una fitta schiera di fumatori.
Conoscevo quasi tutti. Avevo selezionato la clientela negli anni con pazienza certosina.
Nel mio locale non giravano coca, troie e teste di cazzo e pagavo un tizio, che si era fottuto il cervello con gli anabolizzanti, per stare alla porta con discrezione e tenere alla larga venditori di fiori, accendini e mercanzia varia. Alla Nena entravi solo se avevi voglia di spendere il giusto per goderti un'atmosfera tranquilla, raffinata ma al lo stesso tempo “frizzante e divertente”. La mattina, dal le 8 alle 10, offrivamo tè pregiati, fragranti croissant e cappuccini con latte che arrivava direttamente da un paesino delle Dolomiti.
Alle dodici spaccate l'aperitivo. Dalle 12.30 alle 13 il pranzo: leggero e dinamico per impiegati e professionisti, minimalista vegetariano per ciccione perennemente a dieta oppure luculliano, seppur rispettoso delle tradizioni venete, per rappresentanti e clienti non ossessionati dalla linea.
L'aperitivo serale partiva alle 18.45 e la cena alle 19.30. Per i comuni mortali la cucina chiudeva alle 22.30.
Per quelli come Brianese il locale era sempre aperto.
L'avvocato si sedette al solito tavolo e la sua cameriera preferita si affrettò a portargli il solito bicchiere di bollicine pregiate che da undici anni gli servivo gratuitamente.
Poi, come sempre, i clienti si misero in fila per porgere gli omaggi di rito al loro eletto. Non tutti. Una volta non ci sarebbero state eccezioni, ma il suo partito rischiava seriamente di perdere le elezioni regionali a favore dei padanos, come venivano affettuosamente chiamati dai loro stessi alleati, e qualcuno stava già annunciando discretamente il passaggio ai futuri padroni. Brianese, con il solito sorriso stampato sul volto, incassò le manifestazioni di fedeltà e prese nota delle defezioni.
Alla fine venne il mio turno. Mi versai un prosecco, uscii dal bancone e mi sedetti al suo fianco.
«Sempre dura a Roma?» domandai.
Alzò le spalle. «Non più del solito. I veri casini adesso sono qui» rispose osservando i suoi collaboratori che chiacchieravano con diverse persone.
Tra una battuta e un pettegolezzo tentavano di recuperare i delusi. Era il loro lavoro e lo facevano bene, ma l'esito era comunque scontato.
Bisognava attendere il voto per valutare esattamente la portata della sconfitta e dei danni collaterali nel campo degli affari.
Poi si voltò e mi fissò dritto negli occhi. «Ti devo parlare».
«Quando vuole, avvocato».
Giorgio Pellegrini è tornato: l'ex terrorista, ex rapinatore che si è ripulito la coscienza grazie all'avvocato Brianese e ai soldi di una rapina in cui ha ucciso delle guardie giurate, il suo amico e un vicequestore della Digos, è oggi un onesto cittadino del nordest.
La sua Nena è il luogo dove imprenditori come lui, politici corrotti e amministratori locali siglano accordi sottobanco per decidere come spartirsi i soldi degli appalti e decidere quante mazzette suddividersi.
E poi, via tutti a festeggiare con prostitute di alto bordo. Ma non escort professioniste.
Per uscire vivo da questa storia, Pellegrini dorà ritirare fuori il suo istinto da predatore, da animale che distrugge ogni cosa che incontra al suo passaggio. Specie se sono donne.
10 anni dopo "Arrivederci amore, ciao" Giorgio Pellegrini è tornato. Ed è il solito maledetto bastardo!
Il sito di Massimo Carlotto.
Il link dove ordinare il libro su ibs.
Alla fine di un giorno noioso l'avvocato, nonché onorevole della Repubblica, Sante Brianese entrò alla Nena con il suo solito passo deciso.
Un attimo dopo apparvero sulla porta la segretaria e il portaborse. Ylenia e Nicola. Belli, eleganti, giovani, sorridenti. Sembravano usciti da una serie televisiva americana.
Era l'ora dell'aperitivo, un viavai continuo di gente, bicchieri e stuzzichini. All'esterno stufe a forma di fungo riscaldavano una fitta schiera di fumatori.
Conoscevo quasi tutti. Avevo selezionato la clientela negli anni con pazienza certosina.
Nel mio locale non giravano coca, troie e teste di cazzo e pagavo un tizio, che si era fottuto il cervello con gli anabolizzanti, per stare alla porta con discrezione e tenere alla larga venditori di fiori, accendini e mercanzia varia. Alla Nena entravi solo se avevi voglia di spendere il giusto per goderti un'atmosfera tranquilla, raffinata ma al lo stesso tempo “frizzante e divertente”. La mattina, dal le 8 alle 10, offrivamo tè pregiati, fragranti croissant e cappuccini con latte che arrivava direttamente da un paesino delle Dolomiti.
Alle dodici spaccate l'aperitivo. Dalle 12.30 alle 13 il pranzo: leggero e dinamico per impiegati e professionisti, minimalista vegetariano per ciccione perennemente a dieta oppure luculliano, seppur rispettoso delle tradizioni venete, per rappresentanti e clienti non ossessionati dalla linea.
L'aperitivo serale partiva alle 18.45 e la cena alle 19.30. Per i comuni mortali la cucina chiudeva alle 22.30.
Per quelli come Brianese il locale era sempre aperto.
L'avvocato si sedette al solito tavolo e la sua cameriera preferita si affrettò a portargli il solito bicchiere di bollicine pregiate che da undici anni gli servivo gratuitamente.
Poi, come sempre, i clienti si misero in fila per porgere gli omaggi di rito al loro eletto. Non tutti. Una volta non ci sarebbero state eccezioni, ma il suo partito rischiava seriamente di perdere le elezioni regionali a favore dei padanos, come venivano affettuosamente chiamati dai loro stessi alleati, e qualcuno stava già annunciando discretamente il passaggio ai futuri padroni. Brianese, con il solito sorriso stampato sul volto, incassò le manifestazioni di fedeltà e prese nota delle defezioni.
Alla fine venne il mio turno. Mi versai un prosecco, uscii dal bancone e mi sedetti al suo fianco.
«Sempre dura a Roma?» domandai.
Alzò le spalle. «Non più del solito. I veri casini adesso sono qui» rispose osservando i suoi collaboratori che chiacchieravano con diverse persone.
Tra una battuta e un pettegolezzo tentavano di recuperare i delusi. Era il loro lavoro e lo facevano bene, ma l'esito era comunque scontato.
Bisognava attendere il voto per valutare esattamente la portata della sconfitta e dei danni collaterali nel campo degli affari.
Poi si voltò e mi fissò dritto negli occhi. «Ti devo parlare».
«Quando vuole, avvocato».
Giorgio Pellegrini è tornato: l'ex terrorista, ex rapinatore che si è ripulito la coscienza grazie all'avvocato Brianese e ai soldi di una rapina in cui ha ucciso delle guardie giurate, il suo amico e un vicequestore della Digos, è oggi un onesto cittadino del nordest.
La sua Nena è il luogo dove imprenditori come lui, politici corrotti e amministratori locali siglano accordi sottobanco per decidere come spartirsi i soldi degli appalti e decidere quante mazzette suddividersi.
E poi, via tutti a festeggiare con prostitute di alto bordo. Ma non escort professioniste.
"Il vero problema lo ponevano le escort, che erano diventate parte integrante degli afffari ma non garantivano affidabilità. Ormai era impensabile chiudere un appalto, anche una misera rotatoria, senza una quota pagata in natura, la corruzione era cambiata e quelli che si accontentavano di soldi erano considerati delle mezze calzette. Mogli e figli, se potevano, cercavano di arraffare pure loro qualcosa: la tappezzeria nuova della villetta o lo spiderino giapponese. Tutti volevano un regalino in più per consolarsi di essere corrotti".Insomma il meglio del peggio della classe politica di oggi. Ma i tempi, anche per Pellegrini e i suoi affari (il giro di prostitute per la sua clientela vip), sono cambiati: in regione i padanos stanno per soppiantare il vecchio gruppo di potere attorno a Brianese che, a sua volta, sta cercando di fregare il protagonista.
Per uscire vivo da questa storia, Pellegrini dorà ritirare fuori il suo istinto da predatore, da animale che distrugge ogni cosa che incontra al suo passaggio. Specie se sono donne.
10 anni dopo "Arrivederci amore, ciao" Giorgio Pellegrini è tornato. Ed è il solito maledetto bastardo!
Il sito di Massimo Carlotto.
Il link dove ordinare il libro su ibs.
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