01 gennaio 2013

Erga omnes

Quando, questa notte,ho visto esplodere  nel cielo le luci, di razzi, i colori mi sono detto : vuoi vedere che è la luce della fine del tunnel come ci ha raccontato il professore?
No, erano gli scoppi di capodanno.

Mi sono rimaste impresse le parole di Monti, e del suo staff, durante la presentazione dell'agenda e in risposta alle critiche (o puntualizzazioni) di Bersani (l'ex alleato).
Ma davvero l'agenda è erga omnes? Davvero può andare bene sia a destra che a sinistra (perché come dice anche Grillo, destra e sinistra non esistonopiù)? Veramente quello che sta costruendo il professore non è un partito (la DC, ma non lo sa nessuno) ma un movimento che ha dietro la società civile?

Vediamo un po'.
Partiamo dal sostegno alla famiglia.

Fare cose di sinistra significa costruire più asili nido e più scuole. Aumentare gli insegnanti e le ore di tempo pieno (per le famiglie dove i due genitori lavorano e non hanno i nonni cui affidare i figli).
Aumentare il peso delle buste paga, rendere meno precario il mondo del lavoro (la giungla dei contratti atipici) per far si che i figli non siano un peso o qualcosa che non ci si può permettere.
Cose di sinistra sono un sistema sanitario pubblico che copre le tue spese, che non ti fa aspettare troppo per un esame, un medico di famiglia sempre presente, anche per i figli.
Infine, promuovere meritocrazia, sia nel lavoro, che negli studi superiori (con le borse di studio per i meritevoli), è cosa di sinistra. Se anche non hai i mezzi, ma le capacità, puoi andare avanti e farti una posizione.

Cose di destra sono gli incentivi o le detrazioni per i figli, come i soldi che dava Mussolini per creare il milione di baionette. Meglio che niente, ma se uno i figli non li ha ancora?
Gli incentivi poi, oggi, sono già tutti mangiati dai vari rincari di tasse “romane” e regionali.
Cose di destra sono i bonus per le scuole private paritarie, per garantire alle famiglie una maggiore scelta. Sono bonus in pratica che favoriscono i ceti superiori.
Meno tutele nel mondo del lavoro, sia come sicurezza, sia come precarietà del posto. Oggi sei qui, domani potresti essere da un'altra parte. E la casa, come la sposto? E la famiglia?
Meno tutele per dare la flessibilità massima alle aziende che, come ha spiegato ieri Montezemolo su Repubblica, sono loro che devono creare posti di lavoro e portare la ripresa. Lo Stato non deve fare impresa.
Meno Stato e più mercato e più privato, è cosa di destra.
Che in Italia si declina nella formula, lo stato mette i soldi, il privato incassa: nelle grandi opere, nelle concessioni, nella sanità privata, nella scuola privata.
È di destra dare del conservatore a chi difende lo Statuto dei lavoratori e le tutele con la scusa che vengono dal passato e che nel mondo di oggi non hanno più senso. Anche i reati di concussioni e corruzione, nella formulazione del nostro codice penale, discendono dal codice Rocco degli anni '30. Eppure non si sono semplificati: ancora oggi si distingue tra corruzione semplice e aggravata, in concussione per induzione o altro.
Mantenere tutta questa burocrazia e complicazione nelle norme a contrasto di corruzione, è da incoscienti.

Infine, una piccola nota storica, sempre sul tema della destra e della sinistra.

La costruzione dello stato unitario 1861-1899 (De Agostini ed. 2011)
Rappresentazione politica e movimenti sociali.
L'attività politica nel nuovo Regno d'Italia è consentita, come elettore e eletto, solo a chi ha un reddito: il 2% circa della popolazione. Nel ceto, poi, che esercita il potere, la maggioranza, cioè la Destra storica, considera suo compito immediato il consolidamento delle istituzioni esistenti, il rafforzamento dello Stato in senso accentratore, il controllo dei conti pubblici. Uno dei grandi protagonisti in questa fase è Quintino Sella, ministro delle Finanze sotto vari governi, che attua una durissima e impopolare politica finanziaria per raggiungere il pareggio di bilancio dello Stato, in forte deficit per i costi dell'unificazione.Questa politica è contestata da gruppi della borghesia intellettuale di formazione giacobina e mazziniana, che sollecitano una laicizzazione più radicale per scuole e opere pie, che propugnano un sistema tributario meno gravoso per le classi lavoratrici, nonché un allargamento del diritto di voto ai cittadini non abbienti, operai e artigiani: e questo nello spirito di Mazzini ma anche in quello di Karl Marx, in società operaie che esprimono la solidarietà del proletariato nella lotta contro i detentori della ricchezza e del potere.Il governo della Sinistra storica avvierà finalmente un allargamento del voto: nel 1882 gli elettori salgono al 10% pur vedendo ridotti di nuovo da Crispi con una legge elettorale restrittiva (1887) al 7%. Nel 1892 si costituisce il Partito Socialista Italiano (PSI), con una rappresentazione parlamentare di uomini autorevoli. Nuovi problemi vengono così posti alla tribuna parlamentare, così come nei giornali e nei comizi. La critica socialista della società per le misere e insicure condizioni cui sono ridotti operai, braccianti, piccoli coltivatori, è sempre più affiancata da quelle di agguerrite cerchie cattoliche che, fuori dal Parlamento, preparano un'azione politica organizzata. Lo scioglimento delle associazioni socialiste, cattoliche e repubblicane, alla fine del secolo, ha per la formazione della coscienza nazionale l'effetto negativo di confermare in larghe cerchie della popolazione l'idea che lo Stato messo in vita dal Risorgimento sia qualcosa di estraneo alla povera gente.             

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