L'incipit (le prima pagine le potete
trovare qui)
Se prendi un compasso,ammesso che si trovi ancora in qualche cassetto dei ricordi,se prendi un compassoe lo punti tra il Colosseo e il Campidoglio, e fai scorrerela mina in cerchio lungo il bordo della città, ammessoche la città abbia ancora un bordo, potrai con facilitàsovrapporre al profilo di Roma quello della rosa dei venti,invenzione geniale nata sotto i limoni della repubblicaamalfitana.Se prendi un compasso,noterai quante e diverse sono le città di Roma.Questa è una storia che si svolge e si nutre sotto laspinta del libeccio,una storia che si confina, per tigna e consapevolezza,tra i margini sud-ovest della città e che aspetta il ventodella Libia, come il demonio d’estate, per distruggerepiante e raccolti.È una storia capace di brezza di mare che non asciugasudore e adrenalina.Roma sud-ovest è un suk attraversato da una moltitudine di traffici che si combattono, alimentano ed eludonoa vicenda.Roma sud-ovest porta con sé la memoria come destino,come sovrapposizione di epoche, vicende, battaglie,tradimenti, grandezze infinite e schianti bestiali.Roma sud-ovest è la città di sotto che ha come unicapossibilità di accesso alla città di sopra quella di aggredirela punta del compasso.Oppure di risalire, lungo la direttrice ovest-est, quellavena putrescente chiamata Tevere. Muovendo di bolina.Contenendo il grecale.Quella che si dimena tra il maestrale e lo scirocco, lacittà capace di partorire tramontana, è un’altra città.Roma Nord è una città geneticamente modificata, attraversatada botulini gentili, filler, acido ialuronico, cellulestaminali, bioplasma, olii essenziali, ultrasuoni antigravità,liposculture, manager dalla pelle liscia, dog sitter,parchi per pochi intimi, lucchetti e catenine che conil suk del sud-ovest non hanno nulla a che vedere.Il cuore della città, come è noto, pulsa tra le sementidel suk.Vale anche per questa città fatta di confini e interstizidi accesso, fatta di affari e caos senza ritorno.Nello spazio tra il bordo sud e quello nord del RaccordoAnulare si situa questa metafora che amplifica esemplifica le attitudini della città.Il Raccordo somiglia a una cinta muraria.Le mura a Roma non hanno mai corrisposto alla dimensioneeffettiva della città.La prima cinta muraria sul Palatino proteggeva unvillaggio di capanne. Le mura serviane si sviluppavanoper undici chilometri includendo la costellazione degliinsediamenti sui colli.Troppo piccole per contenere gli umori eccedenti.Aureliano costruì una nuova cinta muraria di diciannovechilometri, quattordici porte e quasi quattrocentotorri quadrate.Ancora troppo piccole per le ambizioni forsennate dell’Impero.Ma anche troppo grandi per difendere la città dal tonfoe dalla caduta dei secoli successivi.Vale lo stesso per il Raccordo.Troppo piccolo per una città in perenne esondazione.Troppo grande per definirne un profilo accettabile.Su questa retta, quella che si tira tra i bordi estremi delGRA, viaggia come un missile il sapore della vendetta.Dimenticavo.Roma sukovest non esiste.È solo un punto di osservazione.Un desiderio.Fazioso.Partigiano.
Bello, questo libro: un giallo scritto
bene, crudo nel descrivere la realtà criminale nei quartieri di Roma
(come la Garbatella, dove è ambientata questa storia). Una delle micro città dentro Roma, dove ci si conosce tutti, perché si è cresciuti
assieme. Anche se poi da grandi si sono prese strade diverse:
criminali e poliziotti, come Valerio e Massimo da una parte,
piccoli criminali della Garbatella e il loro amico Victor,
ispettore di polizia.
Così quando Valerio torna in Italia,
dopo anni di latitanza in Messico, torna a Roma e scopre che il suo
amico Massimo Giunti detto il Gatto viene ucciso vicino
la fontana Carlotta (dove da giovani facevano la gara a chi
teneva la testa più a lungo sotto l'acqua), il suo unico obiettivo è
trovare chi l'ha ucciso.
L'amico Victor, che
ufficialmente dovrebbe trovare il colpevole o i colpevoli per
assicurarli alla giustizia, non è di grande utilità. Anche perché
la polizia stessa ha poco interesse ad investigare su questo reato:
"finché si ammazzano tra di loro" ..
Deve portare avanti una sua discreta
indagine, sentendo i vecchi compari del quartiere, e seguendo la
pista dell'ultimo numero di cellulare usato dal Gatto.
Scopre così che il suo amico era
implicato in una rapina, con gente di un altro quartiere, i cui soldi
sarebbero serviti per entrare in un giro più grosso, quello dei
rifiuti. Il Gatto si era avvicinato a un giro pericoloso: ex fascisti
e terroristi neri, uomini politici della regione e del governo
centrale:
"Ora disponeva delle prime tessere del puzzle: una rapina ben congegnata e poi abortita, un bar punto di riferimento della batteria, la volontà di utilizzare il bottino come posta per entrare in un affare molto più grande, un dirigente regionale, un imprenditore giovane e determinato. Sapeva pure che il bar in questione era un punto di ritrovo per ambienti della destra eversiva e per certi ambienti collaterali della malavita.Si rendeva conto che si stava infiltrando in un ginepraio e che i rischi erano piuttosto alti. Non temeva per sé, la sua scelta l'aveva fatta e sarebbe andato fino in fondo. Solo la vendetta poteva consumare l'odio che si portava dietro.Ma temeva per la sua sgangherata squadra di supporto. Gli amici di sempre: Mario, nicche, Panettone e Papella, abili e arruolati alla bisogna. E poi sirio, piccolo boss di quartiere, e Victor, nient'altro che un poliziotto sfigato spiaggiato su piste inconsistenti.
Soprattutto temeva per le nuove reclute: una prostituta romena in "tournèe", della quale si era probabilmente invaghito,e un pischello mezzo squaiato, geniale e folle in perenne contemplazione del suo muro.Preoccupazioni superflue visto he il fischio d'inizio c'era già stato e che la partita era in corso. E per ora stava perdendo di brutto. non poteva lasciar passare altro tempo, ora serviva organizzare il contrattacco."[pagina 159]
La Garbatella Posse porterà
avanti la sua vendetta: Valerio e la sua amica escort Ramona, il
writer nonchè hacker Daniele (detto Bracalone); gli amici di
una vita Mario, Nicche, Panettone e Papella cresciuti assieme nella
Garbatella.
Sarà anche una vendetta per una vecchia ferita del passato, per una storia che risale agli anni della Roma occupata dai nazifascisti nel 1944, quando gli assassini della banda Koch scorrazzavano per la città, divertendosi a torturare e derubare chiunque capitasse nelle loro mani. Sullo sfondo della storia, un frate benedettino dentro la squadraccia di Koch che aveva catturato e fatto uccidere un amico di famiglia del nonno di Valerio, capo partigiano che era morto senza riuscire a catturarlo per compiere la sua vendetta.
Fascisti di ieri e fascisti di oggi,
traffici criminali di ieri (sfruttando la sofferenza di antifascisti
finiti nelle mani dei carcerieri tedeschi) e traffici criminali di
oggi (sfruttando il business dei rifiuti, dove l'emergenza per la
discarica di Malagrotta aleggia sulla città): sarà dal passato che
Valerio otterrà la risposta alle sue domande e la sua vendetta.
Booktrailer
Intervista dell'autore su repubblica di Silvana Mazzocchi:
Dalla Roma di Romanzo criminale, che cosa è cambiato?"È cambiato tutto. È cambiata la città, più aspra, dispersa, frammentata, piegata su se stessa. Per certi versi ostaggio di una ferocia e un rancore quotidiano senza precedenti. Ci sono due livelli che viaggiano paralleli e che, a volte, si incontrano. La grande criminalità organizzata del sud, prevalentemente calabrese, che, approfittando della crisi, investe in città immettendo su di un mercato asfittico grande liquidità. E poi c'è la micro criminalità di quartiere impazzita, alterata dal costante uso di droghe sintetiche e alla continua ricerca di nuove piazze di spaccio. In ogni caso la dimensione anarchica, indisciplinata della città prevale anche nelle vicende criminali.O forse non è cambiato niente visto che ogni volta che si tira un filo relativo a fatti di criminalità si arriva ai protagonisti di sempre. Banditi anni Settanta che si ostinano a non andare in pensione, ex fascisti degli anni di piombo trasformati in business men capaci di divorare la cosa pubblica, di mangiarsi la città, i suoi servizi, persino la bellezza. In questo senso sembra che a Roma non passi mai nulla, neanche il tempo. De Cataldo descrivendo Suk Ovest. Banditi a Roma definisce questo stato di sospensione il male di sempre. Penso che abbia ragione".
Quanto realismo c'è nella sua crime novel?"Molto. Il libro si muove su due calendari, quello del 1944 e uno contemporaneo. Per quanto riguarda l'occupazione di Roma, la banda Koch, via Tasso e le Fosse Ardeatine, la ricostruzione storica è molto dettagliata. Su quel contesto così preciso, almeno spero, faccio muovere con una certa libertà i protagonisti.Per la vicenda contemporanea ci sono fatti di cronaca reinterpretati in termini di finzione. Il contesto sociale culturale che fa da riferimento ai nuovi padroni della città credo sia molto verosimile. Così come la vicenda del business dei rifiuti è molto aderente alla realtà. Nel libro viene riportato un documento firmato dal sindaco di Roma e dall'ex Ministro della Difesa che individuava un sito a nord di Roma come nuova discarica, in barba ai vincoli paesaggistici e anche al buon senso. Il documento è reale e fu pubblicato da "Repubblica", anzi fu un vero e proprio scoop".Ci sono tante Roma, Che cosa è il Suk ovest?"È la riva sinistra del Tevere, Roma sud ovest è una forzatura stilistica ma in fondo esistono tante Roma, forse tante quanti sono i suoi quartieri. Una città enorme, nel perimetro di Roma c'è posto per dieci Parigi. Eppure una città ancora provinciale legata a dinamiche localistiche.E in queste diverse città vigono comportamenti, stili di vita, linguaggi, atteggiamenti sociali parecchio differenti. Roma nord, la riva destra, sono in fondo i luoghi della città che conta, dei quartieri bene, degli affari, degli avvocati, del Vaticano, della Comunicazione.Roma sud ovest è la città prevalentemente popolare, a tratti plebea, a metà strada tra la modernità e un suk arabo per l'assoluta assenza di qualsiasi forma di pianificazione e razionalizzazione urbanistica, sociale, persino antropologica.Inoltre il nostro modo d'intendere la città è quasi esclusivamente un tragitto che parte dal quartiere dove si risiede verso il centro e viceversa.La mobilità tra quartieri è assai scarsa anche per la mancanza di centralità, con poli di attrazione tutti purtroppo ben concentrati quasi esclusivamente dentro le Mura Aureliane.Suk Ovest in fondo è il conflitto tra la città di sopra e la città di sotto che si danno adunata su di un palcoscenico unico al mondo: il centro, la punta del compasso, la città museo che tutto ingoia e divora. A volte persino la vita dei suoi abitanti".
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