Queste cose in Germania non possono succedere, mentre in Italia, nonostante gli scandali, nonostante le inchieste della magistratura (in Lombardia, nel Lazio e in altre regioni), nonostante l'indignazione generale, nonostante il governo dei tecnici che ha messo in sicurezza il paese, ancora non siamo al riparo da altri scandali sui rimborsi pubblici dei partiti.
Questo è il vero spread che ci separa dalla Germania, e che Presa diretta ha raccontato in maniera estremamente dettagliata.
Lì, esiste una legge sui partiti, dal 1962, che li equipara a soggetti di diritto commerciale. Mentre in Italia un partito è, a volte, equiparabile ad una bocciofila, pur prendendo soldi pubblici (come i monogruppi in regione Lazio, con tanto di segreteria, rimborsi, indennità ..).
In Germania, e non in Italia, ogni partito deve presentare ad una commissione indipendente, il proprio bilancio entro il 30 settembre affinchè vengano controllate le spese e le sue donazioni.
Le rendicontazioni dei partiti, divise Land per Land, permettono di stabilire chi sono i finanziatori (pubblici per soglie sopra i 10000 euro, per le donazioni sopra i 50000 euro si deve addirittura avvisare il Bundestag): gli elettori della CDU, dell'SPD possono sapere così chi sostiene il loro partito. Perché sono bilanci pubbliciE´ fatto obbligo ai partiti di rendere – pubblicamente – conto sia della provenienza, che della destinazione delle risorse finanziarie da essi percepite ed impiegate nonche´ del loro stato patrimoniale. La “öffentliche Rechenschaftspflicht” persegue precipuamente l´obiettivo di evitare che, mediante elargizioni di denaro o altri “favori”(p. es. cessione di immobili a condizioni notevolmente al di sotto del prezzo di mercato, crediti ottenuti e non rimborsati o concessi a condizioni “particolari”), possano essere condizionate decisioni all´interno dei partiti. Altro obiettivo e´ quello di garantire che mediante finanziamenti occulti, organizzazioni che perseguono scopi sovversivi (o comunque antidemocratici ), possano influire sull´ordinamento interno dei partiti. [..] Al fine di ottenere i contributi pubblici, i partiti devono inoltrare – entro il 30 settembre di ogni anno – le loro richieste (corredate dal “Rechenschaftsbericht”(rendiconto) riferentesi all´anno passato), sulle quali decide il presidente del “Bundestag”. La mancata presentazione del rendiconto entro il 30 settembre (oppure entro un termine prorogabile – al massimo – di mesi tre), comporta la decadenza dal diritto alla quota del contributo pubblico (“Verfall des Zuwendungsanteils”).
E´ prevista la facolta´, per il presidente del “Bundestag”, di concedere acconti (da corrispondere il 15.2, 15.5., 15.8. e 15.11.) sulla base dell´entita´ del contributo pubblico complessivamente concesso al partito l´anno precedente. Gli acconti non possono essere pagati nella misura eccedente il 25% dell´importo totale liquidato nell´anno precedente la richiesta. I pagamenti disposti dal presidente del “Bundestag” sono soggetti al controllo del “Bundesrechnungshof” (Corte dei Conti federale).
Diversamente dall'Italia, lì si saprebbe subito se, per esempio, un imprenditore come Riva ha finanziato un partito guada caso dell'allora ministro dello sviluppo.
Se in Germania un politico usa dei soldi pubblici, dei contributi che riceve dallo stato, per delle consulenze personali, viene multato di una somma pari a tre volte a quella che ha utilizzato.
Se in Germania un esponente politico ha dei conflitti di interesse non denunciati, rischia una pensa del 10% del valore patrimoniale.
In Germania le leggi sono fatte affinchè siano rispettate: si rischia non solo di non prendere i soldi, ma anche di decadere dal parlamento.
Questo è il vero spread che ci separa dalla Germania, oltre alla corruzione, all'evasione, alla criminalità organizzata che entra nell'economia e dentro le casse dei partiti (come sembrerebbe dal caso Belsito).
Anzichè chiedere a Bersani di tagliare le ali, il professore Monti dovrebbe chiedere al segretario PD di tagliare le alucce agli impresentabili, specie al sud (ma anche al nord, col caso Brembilla).
E non solo a Bersani, ma al fedele Pierferdinando, a Fini e ai suoi alleati alla Camera e al Senato.
Perché in Italia non si è fatta (nemmeno in questo anno di strana maggioranza, nonostante il lavoro del tecnico dei tecnici, Amato, ex tesoriere anche lui) una legge sui partiti?
Una vera legge sull'incandidabilità dei condannati? Una vera legge contro la corruzione?
Solo se faranno queste riforme in Italia i partiti potranno continuare a chiedere soldi senza perdere la faccia (sempre che ai vertici dei nostri partiti, delle liste civihce, interessi ancora qualcosa).
Perché nno si tratta di poche mele marce: qui, sono i partiti stessi che sono marci dentro.
E non lo possiamo più permettere.
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