Calabria,
il pallone nelle mani delle cosche "Giocatori, arbitri e
dirigenti, tutta roba nostra".
Salvatore
Aronica, quando giocava nel Napoli
Il
boss Bonaventura rivela i piani della 'ndrangheta per controllare
club e campionati italiani. "Aronica e Sculli erano amici e
sapevano
chi siamo e come funziona qui". "Volevamo portare il
Crotone in serie A per fare i soldi con le scommesse"
[Repubblica]
I
verbali dei 37 indagati per i quattro incontri "taroccati"
tra il 2008 e il 2009. In molti erano d'accordo e, poi, ci si
spartiva il denaro. L'allenatore, oggi alla testa della Juve, nega di
aver visto qualcosa [Repubblica]
Calcioscommesse,
Doni su Conte: “Tutti sapevamo della combine”
L'ex
capitano dell'Atalanta, che ora gestisce un bar a Maiorca,
intercettato da "Presa Diretta": "Le combine del
Siena? Non sono mai state un mistero per nessuno". L'ex
calciatore ha continuato a percepire lo stipendio anche dopo la
confessione. Nella squadra bergamasca nessun indagato [Il
fatto quotidiano]
Il calcio è stato in questi anni un
ottimo trampolino di lancio: per una carriera politica, per
conquistarsi uno spazio sui media con cui farsi pubblicità (per la
propria azienda).
Partiti politici e carriere politiche sono partite dagli stadi di calcio.
Partiti politici e carriere politiche sono partite dagli stadi di calcio.
Le mafie hanno usato il calcio per
conquistare un certo consenso sul territorio.
Trasformando le curve in un incubatoio
di voti, dove allevare generazioni di tifosi.
Insomma, tutti hanno usato il calcio
eccetto che per fare uno sport.
Forse aveva ragione il
presidente del Consiglio Monti quando diceva che "Forse
ci vorrebbe la sospensione del calcio per 2-3 anni",
commentando lo scandalo (l'ennesimo) del calcio scommesse, questa
primavera prima degli Europei, (suscitando grosse polemiche).
Ma noi italiani possiamo rinunciare a
tante cose, ma non al calcio.
La puntata odierna di Presadiretta,
Ladri
di Calcio (di Federico Ruffo e Alessandro Macina), parlarà
di calcioscommesse: un fiume carsico che scorre sotterraneo
per poi uscire in superficie in piccoli scandali mediatici (dalla vita breve), processi,
indignazioni, squalifiche (magari light) per poi tornare ad
immergersi per scomparire. E' successo prima dei mondiali del 1982 in Spagna, poi calciopoli nel
2006 prima del campionato mondiale che siamo andati a vincere in
Germania.
Queste inchieste, dopo aver suscitato
un enorme scandalo (per il caso Moggi, nel 2006 sui condizionamenti
arbitrali, sulle partite combinate e le scommesse sulle partite) sono
finite sotto silenzio.
Eppure sono stati coinvolti giocatori,
dirigenti e allenatori di serie. Possiamo ancora parlare di calcio
pulito? E che dire delle scommesse? E' tutto pulito adesso? Parliamo, solo per questi ultimi anni, di più di 800 le partite sospette nel solo campionato 2010 – 2011.
La realtà, che verrà raccontata dai servizi dei giornalisti di Presa diretta, è che lo scandalo del calcioscommesse è ancora più grande di quello raccontato in questi ultimi anni sui giornali.
Questa sera si parlerà del caso Doni, pagato dall'Atalanta (dove nessuno dei dirigenti è stato indagato) anche dopo la confessione delle combine. Che al giornalista dice:
La realtà, che verrà raccontata dai servizi dei giornalisti di Presa diretta, è che lo scandalo del calcioscommesse è ancora più grande di quello raccontato in questi ultimi anni sui giornali.
Questa sera si parlerà del caso Doni, pagato dall'Atalanta (dove nessuno dei dirigenti è stato indagato) anche dopo la confessione delle combine. Che al giornalista dice:
“Anche perché mi son rotto di raccontare stronzate. Si sapeva che quelle partite del Siena sarebbero finite così, lo sapeva da inizio anno! Lo sapevamo che noi dovevamo arrivar primi e che altre squadre si erano dette ‘se a fine stagione qualcuno ha bisogno”.Sulla panchina del Siena sedeva allora Antonio Conte, oggi indagato dalla procura, dopo una sospensione a 4 mesi sanzionata dalla giustizia sportiva.
L'Atalanta voleva tornare in serie A:
“Dettaglio non trascurabile, quello della Serie A, visto che Antonio Percassi, vulcanico imprenditore bergamasco ed ex calciatore dell’Atalanta, aveva comprato la squadra proprio quell’anno , quando era appena retrocessa. Nessuno della società risulta ad alcun titolo indagato o anche solo menzionato nelle carte. Di certo c’è che, bilancio 2011 alla mano, con quella promozione con le partite “comprate” da Doni, i diritti tv pagati ai nerazzurri sono saliti dai 2 milioni in Serie B a 17 milioni (per soli 6 mesi) in A; gli incassi dello stadio sono passati da 900 mila a 2,8 milioni di euro e gli sponsor da 2 a quasi 5 milioni. Totale fruttato dalla promozione: un gruzzolo da 38 milioni di introiti in più”.E poi ci c'è il capitolo delle mafie dietro le scommesse: questa sera parlerà il boss Bonaventura che ai pm ha raccontato i rapporti con certi giocatori e certe squadre :
Il boss Bonaventura rivela i piani della 'ndrangheta per controllare club e campionati italiani. "Aronica e Sculli erano amici e sapevano chi siamo e come funziona qui".
"Volevamo portare il Crotone in serie A per fare i soldi con le scommesse"
"Questo l'hanno ammazzato, questo è stato arrestato, questo è sotto indagine, questo pure è morto... e questo seduto al tavolo è Salvatore Aronica". Il dito dell'ex reggente della cosca di 'ndrangheta Vrenna-Bonaventura di Crotone si pianta sullo schermo della televisione, mentre la ripresa amatoriale continua la panoramica sui tavolini della sala addobbata. "Sì, Aronica il difensore del Napoli, ora al Palermo. Era amico mio quando giocava nel Crotone, dal 1998 al 2002. Quasi un fratello. Per questo l'ho inviato al mio matrimonio nel 2000. E lui mi invitò al suo in Sicilia. Certo che sapeva chi ero, il calcio a Crotone era roba nostra".
Che
fine ha fatto il gioco più bello del mondo?
Tre procure della Repubblica stanno ancora indagando sul CALCIOSCOMMESSE e dai nuovi interrogatori di Almir Gegic, il serbo capo del gruppo che corrompeva i giocatori per truccare le partite, ci si aspetta un nuovo allargamento delle indagini.
Finora sono dieci le squadre di serie A messe sotto inchiesta, metà di tutto il campionato più importante. Ma poi ci sono 9 squadre di serie B e 15 della Lega Pro, la vecchia serie C per complessivi 61 giocatori coinvolti. Ma lo scandalo del CALCIOSCOMMESSE è ancora più grande.A PRESADIRETTA portiamo le prove che sono più di 800 le partite sospette nel solo campionato 2010 – 2011.
Per la prima volta ascoltiamo le parole di Francesco Baranca, dirigente della SKS 365, la grande agenzia di scommesse internazionali che ha segnalato alla magistratura italiana le partite sospette da cui poi tutta l’inchiesta è nata. E' grazie all’analisi dei flussi di denaro che si riversavano sulle singole scommesse che è stato possibile ricostruire quali e quante erano le partite truccate del campionato italiano. Ma sono tante le esclusive di PRESADIRETTA.
Hanno accettato di parlare con Alessandro Macina e Federico Ruffo, i due inviati che per mesi hanno lavorato a questa difficile e per ora unica inchiesta televisiva, alcuni dei protagonisti principali dell’inchiesta: i giocatori Marco Paoloni e Vittorio Micolucci, rei confessi, ci raccontano in dettaglio come si truccavano le partite; Cristiano Doni, incontrato a Palma di Majorca dove vive ormai da un anno lascia capire, che non era solo lui a truccare le partite dell’Atalanta che nella stagione 2010-2011 doveva per forza tornare in serie A; il proprietario di un’agenzia di scommesse di Pescara, Massimo Erodiani, considerato dalla Procura di Cremona una figura chiave dell’inchiesta, racconta a PRESADIRETTA i retroscena che non ha detto neanche ai magistrati, in particolare sul coinvolgimento della dirigenza dell’Atalanta sulle partite truccate da Cristiano Doni; sentiamo i magistrati, protagonisti dell’inchiesta, il dirigente dell’anticrimine Marco Garofalo che ricostruisce tutta l’organizzazione che aveva in mano il calcio italiano. Per la prima volta ascoltiamo le parole di un importante pentito di ndrangheta, Luigi Bonaventura, che racconta quanto forte è l’intreccio tra criminalità organizzata e mondo del calcio.
E ancora, con LADRI DI CALCIO vi portiamo fin dentro il cuore delle organizzazioni mafiose che controllano il giro delle scommesse in tutto il mondo, in un viaggio emozionante che parte dai Balcani per arrivare fin nel cuore dell’organizzazione, in Indonesia, a Singapore, nella tana del lupo,dove vive e lavora Tan Seet Eng, considerato dall’Interpol il vertice del calcioscommesse, ricercato dalle polizie di mezza Europa e uno degli uomini più ricchi del mondo.
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