07 gennaio 2013

Presa diretta - ladri di partito

L'agenda del paese, secondo i giornalisti di Presa diretta, è iniziata ieri sera con gli sprechi della cattiva politica, i rimborsi elettorali usati per fini personali da parte dei tesorieri, per ingrassare politici e rispettive famiglie.
Si è cominciato con l'inchiesta sui rimborsi in Lombardia: i 62 consiglieri indagati per peculato dalla procura di Milano. Al momento sono tutti PDL e Lega (ma la procura sta controllando i rimborsi anche degli altri partiti): chi si è fatto rimborsare cene, aperitivi, pranzi, cartucce per fucili, smartphone, ipad. Persino sigarette e un pranzo per un matrimonio ...
E per fortuna che Formigoni in campagna elettorale parlava di "Lombardia fondata sul merito".
La regione del Trota (red bull e giochi elettronici) e della Minetti (16 euro per il libro di Guzzanti), tra gli altri.
Nessuno degli indagati ha scelto parlare con i giornalisti: difficile spiegare come certe spese possano essere configurate come spese di rappresentanza.
Secondo Salvini si tratta di poche mele marce (come disse Craxi all'epoca).
Formigoni ha cercato di minimizzare: solo il 5% dei consiglieri (ma i numeri sono diversi).

Che fine ha fatto la rivoluzione delle scope di Bobo Maroni? Quella partita dopo lo scandalo degli investimenti in Tanzania di Belsito?

Danilo Procaccianti ha ricostruito tutta la vicenda, il suo curriculum, la sua storia, i suoi contatti.
Quella di Belsito è una favola all'incontrario: passato in 10 anni dal fare l'autista al ministro Biondi, a diventare vicepresidente di Fincantieri, sottosegretario al ministero per la semplificazione. E soprattutto tesoriere della Lega nord, potendo gestire un patrimonio di poco più di 20 milioni di euro.

Intervistato dal giornalista, Belsito si è dimostrato abbastanza tranquillo: le sue scelte erano note ai vertici del partito, la sua azione di tesoriere era in continuità con quella del suo predecessore (Balocchi, di cui è stato vice dal 2004).
Venivano tutti a cena da me, mi conoscevano tutti, sapevano tutti chi ero e cosa facevo.
I soldi alla famiglia Bossi, la paghetta al trota e le ristrutturazioni della casa a Gemonio. I soldi alla Bosina della moglie del senatur. Soldi del partito, i rimborsi elettorali provenienti dalle nostre tasse.

Bastava guardare il suo curriculum per farsi un'idea del personaggio: la passione per le discoteche e le ragazze. Il diploma che si sarebbe comprato a Frattamaggiore (secondo le accuse dell'ex socio in affari Pleba).
Dopo aver fatto l'autista a Biondi, grazie ad una raccomandazione, è entrato in contatto con Italcantieri.
La sua storia di imprenditore non è stata brillante: sempre l'ex socio lo accusa di aver portato soldi in Svizzera, taroccato i conti. "Quello lì è un delinquente", sostiene Pleba.
Come ha fatto a diventare tesoriere?
Nonostante le voci critiche all'interno del partito stesso, Belsito ha scalato le tappe nella Lega, prima in regione poi con la cassa.
Nel 2003 viene nominato consigliere di Fincantieri, l'azienda leader nelle costruzioni navali.
Nel 2010 diventa vicepresidente : l'unico ad opporsi Maroni, "piccolo nanetto rompicazzo" lo avrebbe definito l'Umberto.
E poi ci stupiamo se le aziende italiane sono in crisi.
In Fincantieri stava per essere assunto anche l'ex autista di Bossi, col grado di dirigente: "sbattiamocene i coglioni", commentava l'ex tesoriere in una intercettazione.

Come sottosegretario di Calderoli non si è fatto notare: sempre in un intercettazione, un passaggio illuminante dei suoi rapporti coi colonnelli della Lega. Calderoli? "un asino".

Lo scandalo, che ha segnato la sua fine, è esploso dopo la scoperta degli investimenti in Tanzania e a Cipro, da parte dei giornalisti del Secolo XIX.
Ma lui si sentiva tranquillo: "se parlo io, vi inseguono coi forconi", in una intercettazione con la Degrada.
Della sua gestione dei conti, "allegra" (una contabilità ufficiale e una reale), se ne erano accorti dei consiglieri della Lega in Emilia. chi ne ha chiesto conto, è stato espulso dal partito.
Belsito sostiene che il suo siluramento sia stato un atto politico, per far fuori Bossi e il cerchio magico, e portare al potere i maroniani.
La Lega di oggi è tornata ai vecchi slogan: Roma ladrona, secessione, regione del nord. Sta contrattando l'alleanza al nord con il PDL.
E le inchieste della magistratura sui suoi conti continuano: ieri la notizia sulle prime pagine riguardava i conti in Senato.
E io dovrei lasciare in Lombardia il 75% delle tasse per pagare i giochini online ai suoi consiglieri?

Ma c'è un altro filone dell'inchiesta, che fa ancora più paura: sono i legami con la ndrangheta. Contatti con il faccendiere Romolo Girardelli, che curava gli interessi del boss Di Stefano. E' sempre Pleba a parlare, parlando di legami iniziati negli anni passati.

Il pm della DDA Lombardo, intervistato da Danilo Procaccianti, spiegava che questo legame della ndrangheta col tesoriere di un partito sia servito a questa per moltiplicare i propri profitti. Belsito era visto come un soggetto appetibili per i suoi interessi.
Ci sono tracce di denaro, venute fuori in inchieste (finite anche in archiviaizone), che passano da gruppi di criminalità verso la Lega.


Sapevano, i boss, che sui soldi dei partiti, ci sono pochi controlli. Come è emerso nell'altro scandalo: quello del tesoriere della Margherita, Lusi.

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