Jean-Baptiste Grenouille nasce a Parigi, nel 1783. Senza genitori, cresce in un orfanatrofio, senza l'amore o l'affetto di nessuno. Anzi, suscita un sentimento di timore, quasi paura perchè, a differenza delgi altri bambini, Grenouille non possiede odore. Come è possibile giudicare, accettare una persona che non ha un suo odore?
Ma possiede un dono particolare questo ragazzo, un po' basso, né bello né brutto, né grasso né magro: la capacità di sentire e di sintetizzare gli odori. Crescerà allora, vivendo con lo scopo della ricerca del profumo perfetto, quello che lo farà amare da tutti gli uomini.
Grenouille abbandona Parigi, dopo aver fatto il garzone presso un profumiere, per muoversi presso Grasse, la città dei profumieri. Sarà un viaggio che compirà da solo, tenendosi alla lontana da tutti gli uomini, alienandosi come un'asceta su una montagna, per sette anni, alla ricerca della rivelazione.
Arrivato a Grasse, porrà in atto i suoi desideri: il raggiungimento dell'odore perfetto, per la cui composizione non esita a procacciarsi anche ingredienti umani ... grazie i quali le persone non potranno non amarlo a forza.
La prima parte del libro vive sul contrasto tra il mondo dei profumi (la loro preparazione, le piante e le altre essenze da cui ricavarli) e questo strano personaggio. Un anima senza anima, in realtà un animo crudele che lavora per uno scopo apparentemente gentile e nobile.
Ma Grenouille non cerca la propria gloria o l'ammirazione degli altri: non si sente un novello “prometeo” come lui stesso ammette: gli altri non mi amano, perché non ho odore, perché risulto loro indifferente? E allora la loro indifferenza e odio (che l'ha circondato dalla sua nascita) sarà riversato verso il resto del mondo.
Dal libro emerge una crudeltà, una violenza raccontata però con tocco leggero. Come se fosse una violenza necessaria allo scopo “superiore” del profumiere. Dal suo punto di vista, che valore può avere una vita umana? Tutto ciò che lo circonda è solo un potenziale ingrediente del suo capolavoro. Uccidere, per procacciarsi l'odore femminile di una vergine, è dunque un atto necessario. Uccide per entrare in possesso del loro profumo: Jean Baptiste non è spinto da libido o perversione. Vuole solo realizzare il suo progetto.
Sorprendente e irreale questo libro (come il suo protagonista): proprio perché tutta la storia è raccontata dal suo punto di vista. Che è quello di una persona solitaria: non riconosce nessuna legge (propria del vivere civile) né autorità superiore. Nemmeno Dio, poiché lui è Dio di se stesso, avendo il potere di suscitare l'amore degli uomini. A suo modo, Jean Baptiste è un eroe: proprio perchè vive in un suo mondo chiuso di odori e profumi, si trova al di là del bene e del male.
Un mostro asessuale, chiuso nel suo “autismo”, senza odore.
Arrivati al termine della lettura rimane il dubbio di aver veramente compreso il messaggio che ci ha voluto lasciare l'autore. Sarà il tema della solitudine? L'ossessione di essere accettati dagli altri? E la ricerca dell'odore vuole allora significare in realtà la ricerca della propria identità? Oppure la ricerca della felicità, di cui non ha mai goduto?
O forse, il vero messaggio riguarda la possibilità da parte del genio malvagio di essere in grado di sedurre a proprio piacimento le folle (leggetevi con molta attenzione il finale e ditemi a chi vi fa pensare)?
Confesso di non averlo capito fino in fondo, occorrerà che io lasci sedimentare le impressioni della lettura ancora un pò.
Il regista Tom Tikwer ha tratto un film da questo libro di Patrick Suskind, “Profumo, storia di un assassino” (qui un anteprima), con l'attore Ben Whishaw nel ruolo di Grenouille e Dustin Hoffman in quello del profumiere Baldini. Il film ha incassato un milione di euro il primo giorno, in Germania.
Ci sono le premesse perchè sia il probabile caso cinematografico dell'autunno.
I link su bol e ibs
Technorati: Patrick Süskind
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