Ovvero del giallista che non voleva diventare tale .....
Lella Costa ha presentato il nuovo libro di Gianrico Carofiglio, alla Feltrinelli di piazza Piemonte, di fronte ad una folta platea (a maggioranza femminile), "Ragionevoli dubbi", terzo capitolo della vita dell'avvocato Guido Guerrieri.
Un avvocato che, parola dell'autore, non è la versione su carta dello stesso Carofiglio, ma che è comunque un personaggio molto apprezzato dalle lettrici femminili, come ha sottolineato la Costa.
Lettrici che hanno apprezzato la sua sensibilità, la sua cultura, e i suoi valori etici: qualità difficilmente riscontrabili nei maschi di oggi.
"Ci acconteremmo di recuperare un uomo che non ha subito l'indulto" è stata la battuta che ha chiuso l'introduzione un tantinello di parte del personaggio (e che, come maschietto mi ha causato una certa invidia).
Il punto successivo che si è toccato è stato la tendenza dello scrittore di ricorrere a citazioni: di altri libri e anche di film (come nel finale, dove si cita la battuta finale di Casablanca). "Io confesso di essere uno che ruba", ha tagliato corto Carofiglio. Nel libro compaiono citazioni nascoste di libri esistenti, ma anche citazioni palesi di libri inesistenti (come il libro "Manomissione delle parole").
E sulla classificazione dei suoi libri (gialli? noir? legal thriller?) ha voluto tirare in ballo lo scrittore Wilde "Non esistono libri morali o immorali. Ci sono solo libri scritti bene o libri scritti male."
Secondo l'autore la polemica sul noir (cosa effettivamente rappresenti oggi il genere noir) è andata troppo oltre. Perchè anche autori che si occupano di altro scrivono storie etichettabili nel giallo.
Altra rivelazione è stata che Guerrieri doveva comparire in un solo libro ("Testimone inconsapevole"): è stata Elvira Sellerio che lo ha "convinto" ha proseguire con quel personaggio.
Ma in che genere classificare questi libri? Secondo Lella Costa queste sono "storie d'amore"; anche Carofiglio ad un certo punto ha negato di voler appartenere ad un genere come il giallo. E io che mi chiedevo se non avessi sbagliato presentazione.
Lui ha preferito parlare di "narrativa di suspence": un genere che, come diceva Sciascia, tiene legato il lettore al libro pagina dopo pagina.
Carofiglio ha voluto poi evidenziare la differenza tra giallo poliziesco (che ha al centro la domanda: "chi è stato?"), dal legal thriller ("ma è stato veramente l'imputato, o no?"): nel giallo la prospettiva è rassicurante (si arriva al colpevole, cosa che spesso non avviene alla realtà e Carofiglio come PM può testimoniarlo); nel legal thriller, se l'eroe vince, non è detto che sia l'innocente a vincere. E, spesso, non si sa nemmeno se ha commesso il reato. E' qualcosa di più corrispondente alla realtà.
Dal libro sono stati tratti due film per la televisione: il regista Carlo Sironi (lo stesso di Montalbano) ha scelto Trani, piuttosto che Bari, come location. L'attore Emilio Solfrizzi darà volto a Guerrieri: i film verrano trasmessi presumibilmente gennaio prossimo dalla Rai.
Che sensazione prova un autore a vedere i suoi libri diventare film? Come disse Le Carrè "vedere i propri libri trasformati in film è come vedere i propri buoi trasformati in dadi".
Qui la discussione è scivolata sul futile: meglio Solfrizzi o qualcun'altro (la Costa suggeriva Matthew Modine) ...
Technorati: Gianrico Carofiglio
1 commento:
Sinceramente è da un pò che si parla della fiction su Guerrieri...è passato anche gennaio ma non se saputo niente :(
I libri sono molto belli.
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