La Fallaci arriva in cielo e si trova davanti Budda. "Cavolo, Bettino! Non sapevo avessi fatto carriera!"
La battuta, politicamente scorretta, ne convengo, è di Benigni, e parlava della sua dipartita. Se volete prendetevela con lui.
4 commenti:
Anonimo
ha detto...
me la prendo con te che l'hai riportata il giorno della sua morte. davvero pessimo, irrispettoso e ignorante nei confronti di una personalità del giornalismo italiano.
e ne sentiremo ancora tante altre di stronzate a riguardo.
alduccio non sarò fuori tema se (a proposito dei rapporti oriente-occidente e di mistificazioni che inquinano e avvelenano questo rapporto) ti segnalo l'articolo del Guardian sulle bugie Usa a proposito del nucleare iraniano sconfessate dall'Aiea, notizia che da noi nessuno o quasi si è filato. L'ho tradotto sul mio blog. www.paolomaccioni.it grazie e scusa se abuso il tuo spazio, ma parliamo, diciamo, prendiamo posizione e poi non facciamo che alimentare le ns. opinioni con notizie diramate da velinari che diramano dispacci quasi mai indipendenti. PAOLO
Un solo pensiero per l'appassionata Fallaci, il cui odio sincero non l'ha salvata dal cancro. Un solo pensiero per quella che fu una scrittrice dalla penna che scarnificava l'anima, quando scriveva al "bambino mai nato" e che avrebbe dovuto scrivere ai bambini mai vissuti del medio oriente, oggi, vittime dell'odio e dell'intolleranza, cui la sua penna ammalata più di lei, si era messa al servizio. Oltre le vane glorificazioni della malafede del potere, oltre le detrazioni dei suoi nemici di oggi, la morte ha vinto, l'ha inghiottita, insieme al suo talento. La morte dovrebbe insegnare una cosa a chi è vivo e agitato in sentimenti terreni: a "guardare al mondo con l'occhio di Dio" , ossia con quel distacco che l'infinito-o la fine- richiama presso la nostra vita. Mi sforzo di pensare alla Fallaci, il giorno della sua morte con questo distacco. Il suo viso bello ma duro impresso in ogni fotografia, il giorno della sua morte si sfoca in un'espressione cui non siamo abituati a pensare, forse per la sua fama, o per la sua ricchezza o per il suo talento venduto all'ideologia dei potenti. Quell'Oriana che vedo annegare nel buio di questi tempi mi appare come solo una povera donna. Che ha bisogno di qualcun altro che scriva per lei l'epitaffio della sua tomba.
Rimpiango la passione della giornalsta Fallaci. Non certe sue idee degli ultimi anni. L'infelice (forse) battuta l'ho voluta fare perchè credo che la Fallaci non avrebbe a piacere tutte queste lacrime di coccodrillo ....
4 commenti:
me la prendo con te che l'hai riportata il giorno della sua morte.
davvero pessimo, irrispettoso e ignorante nei confronti di una personalità del giornalismo italiano.
e ne sentiremo ancora tante altre di stronzate a riguardo.
che paese di coglioni
alduccio
non sarò fuori tema se (a proposito dei rapporti oriente-occidente e di mistificazioni che inquinano e avvelenano questo rapporto) ti segnalo l'articolo del Guardian sulle bugie Usa a proposito del nucleare iraniano sconfessate dall'Aiea, notizia che da noi nessuno o quasi si è filato.
L'ho tradotto sul mio blog.
www.paolomaccioni.it
grazie e scusa se abuso il tuo spazio, ma parliamo, diciamo, prendiamo posizione e poi non facciamo che alimentare le ns. opinioni con notizie diramate da velinari che diramano dispacci quasi mai indipendenti.
PAOLO
Un solo pensiero per l'appassionata Fallaci, il cui odio sincero non l'ha salvata dal cancro. Un solo pensiero per quella che fu una scrittrice dalla penna che scarnificava l'anima, quando scriveva al "bambino mai nato" e che avrebbe dovuto scrivere ai bambini mai vissuti del medio oriente, oggi, vittime dell'odio e dell'intolleranza, cui la sua penna ammalata più di lei, si era messa al servizio.
Oltre le vane glorificazioni della malafede del potere, oltre le detrazioni dei suoi nemici di oggi, la morte ha vinto, l'ha inghiottita, insieme al suo talento.
La morte dovrebbe insegnare una cosa a chi è vivo e agitato in sentimenti terreni: a "guardare al mondo con l'occhio di Dio" , ossia con quel distacco che l'infinito-o la fine- richiama presso la nostra vita. Mi sforzo di pensare alla Fallaci, il giorno della sua morte con questo distacco. Il suo viso bello ma duro impresso in ogni fotografia, il giorno della sua morte si sfoca in un'espressione cui non siamo abituati a pensare, forse per la sua fama, o per la sua ricchezza o per il suo talento venduto all'ideologia dei potenti. Quell'Oriana che vedo annegare nel buio di questi tempi mi appare come solo una povera donna. Che ha bisogno di qualcun altro che scriva per lei l'epitaffio della sua tomba.
Rimpiango la passione della giornalsta Fallaci. Non certe sue idee degli ultimi anni.
L'infelice (forse) battuta l'ho voluta fare perchè credo che la Fallaci non avrebbe a piacere tutte queste lacrime di coccodrillo ....
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