18 settembre 2006

Quelle benedette parole

Abbiamo un problema: qualsiasi parole che suona un qualche modo offensiva per la religione islamica diventa fonte di attrito.
E non si può dire che il papa Benedetto le abbia scelte a caso quelle parole, lui che è studioso di teologia.
E non si può nemmeno pretendere, per quelle parole, che il papa chieda scusa:
"La guerra santa è agire contro Dio", ossia che la conversione imposta tramite la violenza sia in realtà contro il volere di Dio.

Quelle sono parole non contro l'islam, ma contro una parte che non concepisce il dialogo, il confronto, il rispetto del doverso, dell'altro.Contro questa parte del mondo islamico, che intende usare la loro visione religiosa come strumento di controllo delle masse, non possiamo cedere. Non possiamo farci prendere dal politicamente corretto su questioni come il burqa, i diritti delle donne, il divorzio, una visione della sessualità non come peccato.

L'islam della sharia, della jihad non è integrabile nella nostra società, nella nostra cultura, a meno di non voler creare, nelle nostre città, dei ghetti, delle aree dove le donne devono girare in burqa, dove non sono esposte immagini di pubblicità ..... rischiando poi noi di diventare ghettizzati.
Non possiamo e non dobbiamo tornare indietro ai tempi del medioevo: eppure, dai toni delle minaccie che Al Qaeda e soci stanno lanciando, sembra di tornare ai tempi delle crociate, delle guerre religiose ..

Se da una parte non dobbiamo alzare il livello dello scontro con parole offensive, non debbiamo nemmeno per questo evitare di pronunciarle del tutto, queste parole. Di condanna dell'estremismo religioso.
Perchè qui non stiamo parlando di scontro di civiltà e di culture: la cultura è un mezzo col quale dialogare, col quale capire il diverso.
Non dimentichiamoci che è grazie alla cultura araba che abbiamo i nostri numeri, la filosofia aristotelica, Avicenna e Averroè.
Non possiamo sprofondare da Aristotele a Bin Laden.

1 commento:

Anonimo ha detto...

agli effetti è inquietante non tanto che alcuni estremisti si siano offesi per la condanna della violenza in nome di Dio, quanto piuttosto l'ampiezza del consenso ottenuto da queste posizioni estreme che rifiutano l'idea di una religione pacifica!