01 novembre 2014

Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano di Andrea Camilleri

Sono otto i racconti che compongono questa raccolta: alcuni solo proprio storie brevi, altri, invece, sono più riusciti da sembrare romanzi corti. In tutti ritroviamo lo stesso Montalbano che risolve i casi col suo fiuto di sbirro, senza ricorrere alla scienza e alle sue analisi (la scientifica viene infatti chiamata “circo questri”).
Al limite, per avere qualche informazione sulla morte, basta sentire Pasquano, l'irascibile medico legale che in uno dei racconti si lascia corrompere da una guantiera di cannoli, anticipando i risultati dell'autopsia.
Perché più che le tracce, il dna, gli schizzi di sangue, serve la capacità di comprendere la natura di una persona da una parola detta o da una non detta (come noto, essere taciturni è una dote dei siciliani). La capacità di comprendere il vero significato che sta dietro un messaggio che gli arriva dalla mafia, anche questo dono tipico della Sicilia dell'essere e dell'apparire che ci ha raccontato Pirandello.
E quando le prove non ci sono, allora il giovane Montalbano diventa l'audace Montalbano: quello degli sfunnapiedi, dei trabocchetti, delle interviste col giornalista Zito per lanciare messaggi a chi di dovere.

Oltre al commissario, ritroviamo qui tutto l'universo del mondo del suo commissariato: il fido aiutante Fazio, Catarella col vizio di sciddricare mentre rapre la porta del suo ufficio. Il fimminaro Augello che riesce a mettere a frutto questa sua dote (la conoscenza di tutte le beddre fimmine vigatesi) per risolvere certi casi. La fidanzata Livia che qui compare in diverse storie e la cammarera Adelina, che non si può vedere con la prima. Due donne in cucina? Scherziamo?

Che siamo in un periodo antecedente al Montalbano odierno lo si capisce da piccoli dettagli: si paga in lire, in una delle storie si parla dell'attentato al Papa.
Ma le ragioni dei delitti sembrano quasi le stesse di oggi: la mafia che entra nelle banche, il traffico di droga e il traffico delle donne, la gelosia e il tradimento, il ricatto, l'avidità ….


Questi i racconti.
La stanza numero 2
«Ma allora i conti non tornano».
«Perché?».
«Perché se la stanza numero due era occupata, i clienti avrebbero dovuto essere sette. Numeri sono, dottore. Non sono opinioni o supposizioni. Lei, che a quanto pare arrivò appena che Ciulla si mise a gridare, vide qualcuno uscire da quella stanza?»
«Io no»
«E nemmeno io. E questo vuol dire che in quella stanza non ci dormiva nessuno».
«E allora?»

«E allora perché Ciulla mi disse che era occupata? ...»

Un incendio in un albergo, forse non accidentale. Anzi, sicuramente non accidentale. Chi l'ha inscenato, allora? E chi occupava quella camera numero 2 che avrebbe dovuto essere libera?


Doppia indagine
Il giomitra Ernesto Guarraci, quarantacinquino, ufficialmenti consulenti al Comune per il piano regolatore e alla Provincia per le grandi opere territoriali, era nella sustanzia un nullafacenti con nisciunissima gana di fari qualichi cosa. Anzi no, c'era 'na cosa che non si stancava mai di fari: jocari a poker dalla mattina alla sira e viciversa, pirdenno squasi sempri.Chi ha rapito la moglie del geometra Guarraci, la signora Giovanna?
E chi ha cercato di uccidere Montalbano mentre era in macchina assieme al vice Augello. La soluzione arriverà attraverso uno sfunnapedi e dalla lettura del romanzo di Sciacia “A ciascuno il suo”.

Morte in mare apertoEra 'na matinata di primavera e Montalbano si stava vivenno la solita cicaronata di cafè quanno sonò il tilefono. Era Fazio.

«Che c'è?».
«Ha telefonato Matteo Cosentino che...».
«Scusa, chi è?».
«Matteo Cosentino è il propietario unico di cinco piscaricci».
«E che voliva?».
«Voliva dirinni che in uno dei sò piscaricci, il Carlo III, ce stato un incidenti e hanno un morto a bordo».
«Ma che tipo d'incidenti?».
«Pari che un omo dell 'equipaggio ha ammazzato per sbaglio al motorista».
«E 'sto piscariccio indov'è?».
«Sta tornanno a Vigàta. Tra un tri quarti d'ura attraccherà. Lei può viniri direttamentì al porto, io ci staio annanno. Devo avvirtiri il pm, la Scientifica e compagnia bella?».
«Prima videmo come stanno le cose».
Un incidente in mare, che forse non è un incidente. Dei pescherecci che tornano a riva con del pesce congelato. Come se la pesca non fosse la loro unica attività in mare aperto.

Il biglietto rubato

Che il banchieri Sindona fusse stato ammazzato 'n carzaro con un cafè avvilinato, come anni prima era successo a Gaspare Pisciotta, vrazzo destro de sò capo, il bandito Giuliano, era la notizia del jorno. Con 'sto sistema, al bancheri italo americano, che stava attaccato a filo doppio tanto con la mafia quanto con mezza politica talìana, viniva cusuta la vucca per sempri.
Se avissi parlato, arrivilanno tutte le collusioni tra banche, mafia e politica, sarebbi stato pejo di un tirrimoto di massima potenza.


Ma non è di banche e mafia che si occupa in questo caso, Montalbano: è della scomparsa di Pamela, la “splapita” barista che, in una notte, sparisce da Vigata senza lasciare tracce.
Una ragazza senza storia, all'apparenza. O forse una ragazza la cui storia è finita in modo tragico per un biglietto rubato e per un ricatto alla persona sbagliata.


La transazione
L'attentato al papa, lo scandalo P2, il rapimento di Ciro Cirillo … e poi, cosa ancor più grave, Livia e Adelina che non si possono vedere in casa. E poi, un furto dentro una banca agricola: uno strano furto perché strana è la banca (agricola in un paese di mare). Strana perché aveva 100 cassette di sicurezza che sono state svaligiate: come è possibile che girino tanti soldi a Vigata?
Dubbi che vengono confermati dalle indagini di Montalbano e Fazio: non di banca che presta soldi per investire si tratta. Ma di un istituto guidato da “Vestie serbagge affamate”.

Come voleva la prassi
Un'indagine che parte da un sogno: Montalbano che partecipa ad un'asta per accattarsi delle fimmine da tenersi in casa. E, quando poi uno se ne stufa, le può portare all'organizzazione che le vende, che alla fine si occupa pure della loro “rottamazione”.
Sogno che anticipa un caso di omicidio: una ragazza seviziata a lungo, che è andata a morire in un portone di un caseggiato, che lei stessa aveva aperto, ma dove nessuno la conosceva.
Come mai proprio in quella casa? Chi le aveva dato le chiavi?
Per avere qualche anticipazione sulla morte, il nostro commissario arriva pure a corrompere Pasquano con sei cannoli. Anzi dieci.
“Una tragica, anzi degenerata, esibizione di potere”, dice in un intervista a Zito, per far arrivare il messaggio a chi di dovere.
Un'inchiesta che porterà i nostri a lambire il mondo della politica e che, “secondo la prassi”, verrà lasciata in un archivio chiuso in fondo ad un cassetto. Come voleva la prassi e la prudenza

Un’albicocca
“Nonsi, le vircoche no. Manco le potiva toccari. Era, come si dici, lergica alle vircoche”.
E come è possibile allora che Annarosa sia morta, cadendo da uno sdirupo con l'auto, con un osso di albicocca conficcato dentro la gola.

Tragica fatalità, o c'è dell'altro?

Il ladro onesto


«Se uno arrubba pirchì gli piaci arrubbari o per aviri dinaro da spampazzari, allura non è giusto. Ma se uno arruba quel tanto che gli abbasta per mangiari o per aiutari a qualichiduno che nn'avi di bisogno, non 'na lira di chhiù e non 'na lira di meno, allura, vossia l'accapisce, il discurso cangia di radica».

Strano ladro, quello che si aggira per le strade di Vigata la notte, con una coppola sempre in testa. Che ruba, a seconda della disponibilità economica della vittima, 1000 lire o 20 mila lire.
Un ladro onesto, insomma. Ma Montalbano deve far rispettare la legge, e un furto è sempre un furto.

Il sito di Vigata, dove potete leggere uno dei racconti “Morte in mare aperto”. Il racconto “Come voleva la prassi” è già uscito su Micromega.

La scheda del libro sul sito di Sellerio.
I link per ordinare il libro su Ibs e Amazon.

Nessun commento: