"Vi è il rischio che, sotto la spinta esterna dell'estremismo e quella interna dell'antagonismo, e sull'onda di contrapposizioni ideologiche pure così datate e insostenibili, prendano corpo nelle nostre società rotture e violenze di intensità forse mai vista prima".Non mi convince del tutto l'ultimo messaggio del presidente Napolitano: mi sembra di risentire le vecchie teorie sugli opposti estremismi. Per cui bisognava stare attenti sia all'estrema destra che all'estrema sinistra e tenere la barra ferma al centro.
Che poi è sifignicato sterilizzare per 40 anni il rinnovamento politico.
Ora si deve stare attenti ai terroristi (islamici), che poi sono quelli su cui l'occidente tifava quanto c'era la rivolta contro Assad in Siria.
Ma anche agli antagonisti sul fronte interno: qui credo si riferisca agli scontri di ieri a Brescia che hanno contrapposto forze dell'ordine e centri sociali.
Tutto questo per evitare le violenze di intensità mai vista: certo fa strano sentire queste parole nei giorni successivi la sentenza di appello sul caso Cucchi o dopo le bastonate alla Fiom al corteo di Roma.
Dopo che è uscito (finalmente) un pezzò di verità sulla trattativa stato mafia.
Per non parlare della violenza che tanti italiani subiscono ogni giorno: quelli fatti fuori dal mercato del lavoro per colpa della crisi, dei licenziamenti, delle esternalizzazioni, delle fusioni.
Quelli che non riescono più a pagarsi il mutuo per la casa e vengono sfrattati, entrando così nel girone infernale dell'occupazione delle case (di cui oggi parla Gilioli).
Ancora una volta sento parlare di ideologie vecchie e insostenibili: come se il neoliberismo e il laissez-faire a mercato e multinazionali non avessero già dimostrato il loro fallimento, distruggendo le economie, il tessuto industriale e sociale delle democrazie.
Oggi chi è più forte è dentro: dentro i palazzi, dentro il sistema, dentro il potere. Gli altri sono fuori, col solo diritto di voto, per quello che vale (gli ultimi sondaggi parlano ancora di più del 33% di non voto).
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