06 novembre 2018

Report: perché è crollato il ponte di Genova?

Il crollo del ponte Morandi, di chi sono le responsabilità? Un perito di Autostrade darà la sua versione sul crollo.

Queste le due inchieste di Report di questa sera, ma prima l'anteprima di Alessandra Borella sul verde pubblico.

Una legge del 1992 dice che per ogni nuovo nato si deve piantare un albero: un principio generale buono, ma chi controlla la sua applicazione?
Ora, con l'emergenza maltempo, abbiamo visto alberi crollare al nord e al sud e non solo per il troppo vento: spesso le piante, la nostra riserva di verde, di aria pulita, sono in cattiva salute, le radici non reggono il peso.
Compito del controllo, anche per il certificato per il nuovo alberello (per i comuni sopra i 15mila abitanti), è del comune: quali sono quelli più virtuosi?
Alcuni dicono che non hanno risorse o spazio per gli alberi.
Altri dicono che senza sanzione, non serve rispettare la legge. Bell'esempio di amministrazione..
E poi ci sono modelli virtuosi come Pisa: hanno usato fondi europei che erano indirizzati per i beni culturali, un escamotage per prendersi 24ml di euro.
Ad Alghero si sono inventati il baratto amministrativo tra comune e cittadini:tasse in cambio della gestione del verde.
Roma è invece un esempio di amministrazione carente: cattiva manutenzione sia per la potatura che per la cura delle radici, coperte dal cemento o dall'asfalto.
Così ogni evento eccezionale (cioè eventi ogni anno naturali) porta al crollo di altre centinaia di alberi.
Il maltempo fa acuire un male endemico delle nostre città: l'incuria del parchi, oggi occupati perfino da una persona che si è costruita la casa su un cedro.
Abusivo.
La nota positiva è l'attività dei detenuti di Rebibbia per la cura del verde: lavorano e si occupano del bene pubblico, anche se il comune non ha dato loro l'attrezzatura necessaria.
A Roma sono operativi 84 persone per il verde: erano 1200 qualche anno fa. Poi è arrivata mafia capitale.

Però ci sono le petunie sugli alberi, architettura verticale si chiama l'esperimento …
Ma per gestire il verde pubblico serve proprio la mafia?

Sotto il ponte, di Giovanna Boursier

Non crollano solo le piante in Italia, purtroppo: anche cavalcavia e ponti.
Alla commemorazione per le vittime del crollo, il Presidente del Consiglio non ha trovato di meglio che celebrare la bozza del decreto.
Sul crollo del ponte hanno fatto campagna elettorale in troppi. Maggioranza e opposizione.
Parole gettate al vento per strappare applausi o like: ma niente di utile per i genovesi.
Che hanno iniziato a protestare contro i provvedimenti che mancano: gli aiuti agli sfollati, alle imprese ferme.
Così protesta dopo protesta, è stato rivisto il decreto (quello già pronto): il ministro Toninelli ha spiegato poi il contenuto del decreto per Genova: 72,3 ml per gli sfollati, 35ml per le imprese danneggiate e 30 ml per la cassa integrazione in deroga (per le 1700 persone tra privato e pubblico colpite dal crollo).
Ma nel decreto ci sono anche i condoni per Ischia e l'innalzamento della quota per i fanghi industriali.
Condono su cui si è lanciata anche l'opposizione, che qualche condono sulla coscienza lo ha anche lei (e la norma sui fanghi era del ministro Galletti che l'aveva tenuta in un cassetto).
No, non è un condono, la risposta di Toninelli: il condono c'era già, il governo ha chiesto solo di dare una risposta alle famiglie che hanno chiesto di poter condonare degli abusi.
Alla Camera, il decreto che doveva evitare future morti, per far ripartire l'economia a Genova, è finita in bagarre.

Il governo riuscirà a togliere la concessione ad Autostrade?
Chi ricostruirà il ponte?
L'inchiesta di Boursier cercherà di dare risposte a queste domande facendo sorgere il dubbio che in molti hanno vigilato male e sottovalutato il rischio.

La colpa è del gestore – spiega l'AD di Anas Armani: colpa di Castellucci, dunque, di cui la procura di Avellino ha chiesto il rinvio giudizio per l'incidente del bus caduto, per colpa del guardrail difettoso.
Castelluci è al vertice dal 2006, tra stipendi e bonus ha preso 40ml di euro: dovrebbe essere lui che spiega alla regione Liguria perché è crollato il ponte invece si ostina a proporre nuovi progetti.

Il governo continua a ripetere che sul nuovo ponte ASPI non deve mettere becco: paga Autostrade ma realizza qualcun altro.
Fincantieri non è in regola con le norme per la costruzione.
Secondo il ministro Toninelli comunque non deve essere ASPI, che non ha rispettato la concessione: un'associazione temporanea di impresa, viene ipotizzato, che deve terminare i lavori entro Natale 2019.
Al momento i costi sono a carico nostro, messi da parte dentro la Finanziaria: il governo ha iniziato un lavoro di revisione delle concessioni, con l'idea di toglierle di mezzo.

ASPI ha realizzato utili per 4,2 miliardi: il ministro ha pubblicato anche i guadagni, fino a ieri tenuti segreti (suscitando altre tensioni in aula).
Nessun atto, che testimonierebbe pressioni contro la pubblicazione, è arrivato in procura: in realtà le pressioni sarebbero arrivare dall'associazione dei concessionari, AISCAT.
E anche da parte di ASPI: la pubblicazione degli atti avrebbe reso note ai concorrenti le tariffe.
Peccato che stiamo parlando monopoli di beni pubblici: i pedaggi garantiscono un guadagno del 6% netto.
Secondo queste concessioni, Autostrade dovrebbe essere risarcita dallo Stato per la revoca della concessione per i futuri profitti. Anche se c'è una inadempienza grave.
Ma sopra le convenzioni tra pubblico e privato ci sono le leggi, secondo cui un contratto ouò essere rescisso, senza penali.
Quella convenzione approvata con legge dello Stato era da cambiare (lo diceva la ragioneria dello Stato): uno Stato che pensa più al privato che al pubblico.
Ministri Di Pietro e Padoa Schioppa.

Sarà difficile revocare il contratto con Autostrade: troppi politici amici, cominciando da Toti, presidente della regione, che è molto critico col nuovo ministro Toninelli meno coi Benetton.
Ma anche Toti ha delle responsabilità: i suoi assessori nemmeno hanno controllato lo stato del ponte e continua ad invitare i Benetton ad ogni presentazione di modelli del ponte.
Tutti sorridono da Vespa, davanti alle telecamere.
Anche Toninelli, che spesso scivola in gaffes e “cattiva comunicazione”, come l'uscita di un ponte come luogo di ritrovo.
Molti sfollati, infatti, si ritrovano a mangiare sotto il ponte ferroviario che dormono ora nelle case del comune.

Per poter entrare nelle case e recuperare i loro beni nelle case, sono stati messi dei sensori per monitorare i movimenti.

La versione del perito di Autostrade.

Il ponte è crollato per una serie di cause che si sono verificate in condizioni eccezionali, che i progettisti non potevano prevenire.
Secondo il perito è più pericoloso salire su un ponte che non entrare in una centrale nucleare.

Il ponte era stato realizzato in 4 anni, dal 1963 al 1967, su un modello “a cavalletti” portante della struttura: lungo 1.2km sospeso sopra il torrente Polcevera, tenuto assieme da tiranti in acciaio.
Il costruttore Morando era ossessionato dal ponte, negli ultimi anni: era preoccupato della sua tenuta, ma IRI non gli dava ascolto.
Ma dentro Autostrade non c'erano ingegneri che tenevano sotto controllo il ponte?
Perché era stato riparato solo un pilone, nel 1993, quando c'era ancora il pubblico.
Durante questi lavori scoprano dei problemi sulla struttura portante: affiancano agli stralli a tiranti in acciaio.
Passano altri 25 anni prima che Autostrade decida di rinforzare gli altri piloni: mentre il concessionario non monitora, chiede degli studi di verifica al Politecnico di Milano.

ASPI era cosciente che il malato aveva bisogno di cure: nessuno pensava che potesse cadere in modo così immediato, ma tutti sapevano che servivano dei lavori.
Piazzare dei sensori per monitoraggio, come chiesto dal Politecnico (nell'ottobre 2017), fare altri approfondimenti.

Ma il perito di Autostrade pensa che anche coi sensori non sarebbe cambiato niente: bisognerebbe avvisare gli sfollati, che ora possono entrare nelle case dopo che sono stati piazzati proprio questi sensori.
Chi ha ragione, chi ha torto?

Il problema è un evento accidentale intervenuto in una condizione eccezionale, questa la tesi difensiva di Autostrade.
Eppure il 23 ottobre 2017 in consiglio regionale l'assessore alla protezione civile risponde all'aula (ad una interrogazione del PD) che non c'erano problemi, su documenti di Autostrade.
Siamo stati passacarte – ammette Toti.
Eppure dal presidente della regione ci si aspetterebbe di più.

Ci sono due periti, pagati da Autostrade, uno del politecnico e un altro che risponde oggi alla Boursier e che dicono due cose diverse: i sensori servono, no non servono i sensori.
Il crollo del ponte è per un evento imprevedibile o forse no.

Per snellire il traffico sul ponte, il progetto alternativo è quello della Gronda: i cantieri sono rimasti fermi con Delrio e ora con Toninelli.
C'è il sospetto che Autostrade per partire coi cantieri abbia atteso il prolungamento della concessione dal ministero, con cui rientrare per le spese della Gronda.
Esiste un video, dell'anno scorso, in cui parlava di questo progetto, la Gronda, per mettere in sicurezza il transito verso Genova: avevano previsto, ad ASPI, anche un ponte nuovo per poter poi demolire il vecchio ponte Morandi.

“Si deve fare un ponte alternativo perché il Morandi è troppo carico”: fa venire i brividi il video, racconta la giornalista al perito.
Il ponte, come manutenzione, era messo bene fino a prima del crollo, insiste il perito: così sicuro che fino ad un mese prima Autostrade parlava con la popolazione parlando dei lavori necessari da fare.
Di cui si parlava dal 2007.

Possiamo ancora fidarci di Autostrade?

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