Fare politica significa anche scegliere
da che parte stare, prendere posizione.
Decidere se stare dalla parte degli
ultimi, dei pendolari, dei più deboli (per esempio le donne).
O se stare dalla parte degli
imprenditori torinesi che, orfani della Fiat (che non tornerà più)
hanno puntato sul TAV in Val di Susa come specchietto per le allodole
per parlare di rilancio.
Sono passati anni e ancora siamo qui a
discutere di quest'opera inutile e costosa.
E il PD, che dovrebbe essere partito di
(centro) sinistra ha messo il cappello su quest'opera a fianco di
Lega e Forza Italia (ma non parliamo di accozzaglia che sono pure
permalosi).
Perché loro non sono quelli del no, il
no che ferma tutto.
Tanto è vero che in cima al corteo dei
30mila c'era un bel cartello, no alla ZTL.
L'ambientalismo (di facciata) prima di
tutto.
Questo succede a Torino. Mentre a Roma
oggi si terrà un referendum in cui si chiederà ai romani se
vogliono mettere a mercato il servizio pubblico (oggi gestito da
Atac, 100% controllata dal comune) secondo un modello spezzatino che
creerà solo disastri.
Una rete a te, una linea a te..
Il servizio pubblico, almeno questo,
dovrebbe rimanere in mano pubblica e gestito in efficienza e dunque
tenuto lontano dalla politica clientelare (cosa che non succede
nemmeno qui in Lombardia con Trenord che è feudo storico di Lega, cl
e via cantando).
Il PD ha scelto di stare dalla parte
del finto mercato, del modello spezzatino.
Sempre ieri, in tante piazze d'Italia,
si manifestava contro il DDL Pillon, contro
la legge sull'affido condiviso.
Da Milano a Roma in tanti, e tante
donne, hanno deciso di scendere in piazza contro questa legge
sbagliata.
Perché non tutti i no sono sbagliati.
Eppure questa manifestazione ha
interessato poco i giornali e già oggi è sparita dalla home di
Repubblica (che parla solo delle donne Si Tav, le imprenditrici) e
del Corriere.
PS qualcuno spiegherà le ragioni dei fermi e delle schedature dei manifestanti che si stavano muovendo verso Roma?
Nessun commento:
Posta un commento