Prima dell'inchiesta sulle future
olimpiadi invernali del 2016, tra Milano e Cortina (chi vince e chi
perde con queste Olimpiadi), un servizio dedicato a come la scuola
pubblica garantisce il diritto allo studio alle persone con
disabilità: perché in Italia mancano sempre gli insegnanti di
sostegno?
Infine, quali aziende usano latte non
italiano per i loro prodotti?
Senza
sostegno di Giulia Presutti
Sara è affetta da un disturbo dello
spettro autistico che frequenta le scuole italiane: vorrebbe
continuare a disegnare, per far sentir felice la gente. Chi sta
rubando i suoi sogni?
In Italia mancano gli insegnanti di
sostegno, che aiutano persone con disabilità ad integrarsi nella
classe e ad apprendere.
Ad ogni anno, mancano gli insegnanti e
si ricorre ai supplenti, interrompendo la continuità didattica e
così le famiglie devono ricorrere ai tribunali per veder
riconosciuti i loro diritti.
E' solo una questione di conti.
E di professionalità, quelle degli
insegnanti, che devono instaurare con i propri alunni un rapporto
diretto, un iter che dura anni.
E invece non tutti i ragazzi con
problemi hanno insegnanti per un numero sufficiente di ore: così le
famiglie devono fare ricorso al TAR. Contro lo stesso stato che non
garantisce un numero sufficiente di insegnanti: così il ministero
deve nominare in deroga ogni anno 75mila insegnanti, perché non si
fa un costante investimento una volta per tutte e per sempre?
E' un problema che accomuna nord e sud,
perché il ministero ancora oggi si basa per i suoi calcoli su
criteri sbagliati (quelli stabiliti dal ministro del 2006).
E sul fatto che lo Stato non investe a
sufficienza nella scuola: un insegnante in deroga costa meno e la
qualità non è la stessa di uno di ruolo.
Il ministro Fioramonti ha spiegato alla
giornalista che vorrebbe mettere a ruolo altri insegnanti, perché
stabilizzare i precari converrebbe pure, per non pagare multe, spese
legali, supplenze e deroghe: il Miur per la sola Sicilia ha pagato 15
ml di euro.
Ma va fatto capire a chi gestisce il
ministero delle finanze, che conviene assumere e non tenere gli
insegnanti in stato di precarietà.
Non si risparmia sui più deboli.
Quest'anno il ministero delle finanze
ha deciso di investire 11ml per il sostegno, meno dei risarcimenti in
Sicilia.
Vergogna.
PS: vogliamo risparmiare? E allora
smettiamola di investire soldi pubblici in grandi opere, come il Mose
di Venezia.
I
tedofori di Claudia di Pasquale in collaborazione di Giulia
Sabella e Lorenzo Vendemiale
Chi vince a prescindere dalle olimpiadi
del 2026?
A Milano e Cortina si svolgeranno le
prossime Olimpiadi invernali: come hanno vinto, chi decide e con
quali criteri? Cosa prevediamo di spendere e per quali opere?
Come mai l'ente che gestirà l'evente è
privato, con una fondazione privata. E se le cose vanno male, chi
paga alla fine?
A Losanna a festeggiare dopo
l'assegnazione, c'era tutta la vecchia guardia, compresa Evelina
Christillin, organizzatrice dei giochi di Torino nel 2006, oggi
dentro una banca, un'associazione sportiva (la Rider Cup) e molto
amica degli Agnelli. A Losanna era assieme al marito, presidente di
Generali.
Sempre a Losanna, a festeggiare, era
presente Mario Pescante, ex politico ed ex presidente del Cio
che ha seguito, per questo, la candidatura di Milano.
Come l'ha seguita anche Franco
Carraro: “[come per Torino 2006] ho dato una mano a mettere in
piedi la candidatura e a fare la lobby necessaria per cercare di
favorire Milano ..”.
Carraro è stato ex presidente del
Milano, della Lega Calcio, presidente del settore tecnico, presidente
del Coni, pure ministro del Turismo e dello Spettacolo, sindaco di
Roma, presidente di Impregilo e vice presidente di Alitalia … è
stato definito il poltronissimo per questi incarichi.
L'attuale presidente del Coni, Malagò,
inizia la sua carriera come commerciante di auto di lusso, amico
degli Agnelli, per anni presidente del circolo canottieri Aniene a
Roma, ritrovo di politici, imprenditori e banchieri. Socio del figlio
di Susanna Agnelli.
Proprio a Roma lo ricordano per aver
presieduto i mondiali di nuoto del 2009, quello delle opere non
completate, quello che ha chiuso con un passivo di 8ml.
IL più grande successo sportivo –
così lo ricorda Malagò oggi: investire quei soldi “è un scelta
degli azionisti che rappresentavano al 1000% il consiglio di
amministrazione”. Peccato che tradotto in italiano corrente questo
ha significato che i soldi li ha messo il comune di Roma.
E oggi lo stesso Malagò è presidente
del comitato organizzatore delle Olimpiadi Milano-Cortina, mentre
l'amministratore del comitato organizzatore, che poi sarà una
fondazione, è stato scelto poche settimane fa, si tratta di Vincenzo
Novari.
Top manager, per anni amministratore
della Tre (società telefonica che dietro ha capitali cinesi, che
negli anni ha accumulato perdite per 9 miliardi), nel 2016 ha fondato
una società di consulenza che lavora con gruppi cinesi interessati
ad investire in Europa.
“I cinesi sono molto interessati ad
investire nelle Olimpiadi” ha commentato Malagò: viene da pensare
che la nomina di Novari non sia casuale, Novari porterà i cinesi a
Roma?
Renzi, a suo tempo, lo voleva direttore
generale della Rai e nel passato aveva fatto causa a Report per 137
ml di euro, poi persa, per una inchiesta fatta sulla Tre.
Causa però persa.
Novari prederà un compenso da 400mila
euro.
Gli amministratori si si ispireranno al
modello Torino 2006, un modello non proprio felice, visto lo stato in
cui sono state abbandonate le opere: costate 4 miliardi di euro, per
16 giorni di giochi.
Ai tempi nel comitato organizzatore era
presente la Chrstillin, era finanziato da denari privati, ma due anni
prima aveva un buco di bilancio di 170ml di euro e i governo nomina
come commissario Mario Pescante.
E così Pescante, col governo
Berlusconi, ha trasferito alcune attività al pubblico: fondi statali
sono stati dati ad un ente privato, un escamotage per cui non si è
violato la legge, ma non è stato un bell'esempio di uso di fondi
pubblici.
Oggi nessuno si ricorda del ruolo di
Sviluppo Italia, del ruolo del comune di Torino che si è fatta
carico di parte dei costi di cui doveva farsi carico l'organizzatore
(l'ente Torc), per 250 ml.
Ci ispiriamo a questo modello allora?
Se il privato ha dei buchi, sarà lo stato a pagare? E allora perché
si usa una fondazione di diritto privato come una fondazione per
gestire i giochi?
Da contratto col CIO, pagheremo noi
cittadini veneti e lombardi. Siete contenti?
Come sono state realizzate le opere a
Torino? Come stanno messi gli impianti di Torino 2006?
La pista di free style è costato 9ml
di euro ma oggi non c'è più nulla, questo sito non era buono per
realizzare un impianto con neve artificiale.
Stesso discorso per l'impianto di
Bardonecchia, non è stato più utilizzato dopo il 2011.
A Cesana Torinese l'impianto è stato
trasformato in campi da tennis ed è costato 24ml di euro.
A Praggelato l'impianto per il salto è
costato 34ml di euro, è stata sbancata la collina: oggi è tutto
vandalizzato.
Dismetterli costerebbe qualche milione
di euro e c'è in regione Piemonte con la delega al post olimpico.
Ancora oggi esiste l'ente per gli impianti, con una sua sede e un
liquidatore: l'agenzia Torino 2006 costa ancora oggi 600mila euro
(per dirimere le questioni legali), il liquidatore costa 100mila euro
l'anno.
Ci sono poi i contenziosi per i giochi,
per i terreni e, costo dopo costo si è sfiorato il budget iniziale
di 843 ml: tutto normale secondo Pescante e Carraro.
Finiti i giochi sono spariti tutti,
racconta il sindaco di Cesana dove è stata realizzata la pista di
bob: Frattini, Chiamparino, erano tutti a favore dell'impianto e poi
hanno lasciato le comunità locali da sole.
E' stata una scelta poco felice ma
obbligata – spiega la Christallin: sapevano che stavano realizzando
impianti che non avrebbero funzionato, hanno indorato la pillola, o
forse meglio una supposta.
Hanno realizzato 4 gare per una pista
in Italia, costata milioni.
Oggi c'è un ente privato, la
fondazione XX marzo, che si è presa chiavi in mano 20 impianti: la
presiede il sindaco di Bardonecchia. Gli impianti non sono
funzionanti, in parte sono abbandonati.
In uno dei palazzi, il Pala Alpitour,
risiede la società Setup, di proprietà di una persona amica del
senatore Esposito, la cui società ha ricevuto una interdittiva
antimafia.
E ora che succede a Milano? Aspettiamo
la legge Olimpica, le prossime olimpiadi sono state dichiarate low
cost, perché si useranno impianti già esistenti.
Ma sarà vero?
Le olimpiadi del 2026 sono il ritorno
di un sogno, a Cortina sono già state organizzate le olimpiadi del
1956.
Il 92% delle infrastrutture sono già
esistenti – spiega alla giornalista il sindaco di Cortina,
Giampietro Ghedina – si tratta solo di realizzare nuove strutture
provvisorie o comunque di un rinnovamento di quelle esistenti.
A Cortina c'è già la pista di bob,
realizzata per i giochi del 1956, rimodernata poi negli anni '70, ma
dal 2008 è chiusa: c'è il rischio che l'impianto, essendo rimasto
fermo per 10 anni, debba essere rifatto.
E' questa l'opinione di Gianfranco
Rezzadore, presidente del bob club Cortina: sia la pista che
l'impianto andrebbero rifatti, per adeguarli agli attuali canoni
dello sport.
Un intervento che, secondo la stima del
sindaco, costerà 46ml di euro: sommando tutti gli interventi, a
quanto ammonterà tutta la spesa?
Ma il presidente dell'associazione
giochi invernali ha già dichiarato che i soldi non basteranno.
Perché non usare impianti austriaci?
Perché, come a Torino, prevale l'orgoglio italiano.
Qui a Cortina sono già previsti fondi
per i mondiali di sci del 2021: riusciremo ad allargare le piste, per
i giochi e a tutelare le montagne?
Sono già emerse polemiche su queste
scelte: le opere andranno consegnate entro il 2019, faranno in tempo?
I lavori per le nuove strade sono
ancora indietro, lo stesso per la nuova cabinovia: ma per i mondiali
saranno pronti – si giustifica il presidente della provincia di
Belluno.
Eppure sono stati nominati due
commissari per i lavori che non hanno rilasciato nessuna intervista.
Le varianti per la statale Alemagna non
sarà realizzata nei tempi: colpa dell'Anas non della regione, si
giustifica Zaia (la cui regione aveva chiesto delle procedure
semplificate, non voleva fare alcuna valutazione di impatto
ambientale).
Speriamo che almeno saranno pronte per
il 2026.
A Torino è stato costruito per 168ml
di euro il Villaggio Olimpico: oggi è abbandonato e dal 2013, 4
palazzine sono state occupate da migranti.
Erano case di un fondo, costituito dal
comune, Prelios, che avrebbe dovuto venderle: ma non è riuscito a
vendere nulla.
Dietro Prelios c'è una ragnatela di
fondi offshore, charities, .. alla fine c'è una società americana
che ha sede nel Delaware.
La sede di Prelios ha sede a Milano:
qui la società ha in mano i lavori per lo scalo ferroviario di Porta
Vittoria. Ma chi è il titolare del fondo Nike che ha in mano i
lavori?
Quando si fa uno sviluppo urbanistico,
non c'è obbligo dichiarare al comune chi sia la controparte –
racconta David Gentili: sono tanti i fondi che stanno investendo nel
territorio milanese.
Qui arriveranno investimenti diretti e
indiretti quantificabili in 13 miliardi, ma non sappiamo bene né da
dove arriveranno i soldi e chi sono i titolari.
Secondo Sala, il sindaco, è una buona
notizia: uno dei fondi realizzerà i lavori per il villaggio
Olimpico, lavori affidati ad un privato con l'obiettivo di
trasformarli poi in case per studenti fuori sede. Un bell'affare.
Terreni assegnati per servizi
ferroviari che oggi sono stati trasformati in terreni edificabili
grazie ad un accordo di programma del 2017, secondo una operazione
speculativa: il comune avrebbe diritto alle plusvalenze sugli ex
scali ferroviari, per un totale di 700ml, racconta il professor
Camagna.
Ma da questa operazione il comune di
Sala ha deciso di incassare solo 50ml: un regalo a Ferrovie dello
Stato, che oggi si è trasformato in immobiliarista.
Ma non è un danno erariale? Possibile,
commenta Sala di fronte alla domanda della giornalista, “è uno dei
rischi del nostro mestiere”.
Tutto il valore dell'operazione
immobiliare assomma a 2miliardi di euro, solo per il pubblico.
C'è poi il privato, col fondo Olimpia,
che ha venduto al fondo Mistral: ma non sappiamo chi c'è dietro
questo fondo? Non interessa al comune e nemmeno a FS sapere chi sia
l'acquirente né da dove arrivino i soldi.
Coima SGR è di Manfredi Catella,
ritenuto vicino a Renzi, che ha lavorato all'area di Garibaldi: oggi
seguirà i lavori per lo scalo di Porta Romana dove sono previsti
anche lavori per housing sociale.
Il 30% delle volumetrie dovrebbe essere
data per questa finalità:
“società leader nel settore è Investire Sgr, già coinvolta infatti nell’area di Scalo Greco. Il 50% è di Banca Finnat della famiglia Nattino, che Giovanni Malagò, presidente del Coni e in pectore del comitato organizzatore di Milano-Cortina, conosce bene: ne possiede 7 milioni di azioni con la sua GL Investimenti, società che detiene con lo storico socio Lupo Rattazzi; quest’ultimo siede nel Cda di Finnat, che col Coni condivide pure il revisore dei conti. Non è proprio un conflitto d’interessi (anche perché ad oggi Investire non è coinvolta nel progetto del villaggio). È solo che gli interessi olimpici sono tanti”.(dall'articolo di Lorenzo Vendemiale)
Le olimpiadi sono la strada per la
realizzazione delle opere: siamo certi che Malagò per queste opere
sgombererà il campo da ogni equivoco, per non far sorgere dubbi di
conflitto di interesse.
Come speriamo che si arrivi a scoprire
chi ci sia dietro le società immobiliari che si stanno prendendo
pezzi di Milano:
“Il centro di ricerca Transcrime ha realizzato uno studio a campione delle società immobiliari attive a Milano: il 20% ha soci esteri. Tra i Paesi ricorrenti Lussemburgo, Bahamas, Emirati Arabi, paradisi fiscali”.(dall'articolo di Lorenzo Vendemiale)
Le olimpiadi di Milano dovrebbero
essere l'occasione per riqualificare interi quartieri: ma il caso di
Londra racconta un'altra storia, il pubblico paga i lavori e poi il
privato si prende gli alloggi nell'ex villaggio olimpico.
Anziché housing sociale, si sono
tirati su palazzi, dal costo probitivo.
Così accanto ai palazzi del lusso
trovi i senza tetto, a Londra.
Lend Lease, la società che doveva
realizzare il villaggio olimpico a Londra (poi realizzato con soldi
pubblici), realizzerà il villaggio qui a Milano a Santa Giulia:
“dobbiamo preoccuparci” si chiedeva Sala?
A vedere con occhi onesti tutte le
passate olimpiadi c'è molto da preoccuparci.
Dopo che la fiamma olimpica si sarà
spesa, vorremmo che Milano e il paese sia migliore e a non doverci
ritrovare con altri debiti sul groppone.
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