Quali case italiane usano latte
proveniente dall'esterno nei formaggi?
Nell'anteprima, che come di consueto è
dedicata a temi di società, si parla di sostegno ai disabili con
l'inchiesta di Giulia Presutti.
Senza
sostegno di Giulia Presutti
Sono 270mila gli studenti con
disabilità che frequentano le scuole pubbliche, ragazzi come Sara la
cui sotria è raccontata dalla giornalista di Report: soffre di un
disturbo dello spettro autistico, appassionata di disegno.
Lei e gli altri studenti con disabilità
sono seguiti da 100mila insegnanti di sostegno, un numero
insufficiente, con una deroga sono nominati altri 75mila supplenti,
per garantire a tutti il diritto costituzionale allo studio.
Certo, il diritto viene garantito,
seppure con nomine fatte in extremis, ma la continuità didattica no:
“noi idealmente vorremmo avere posti in organico di diritto,
costanti, per tutto il fabbisogno nazionale, ma questo significa un
costante investimento da parte dello Stato, quindi da parte del
ministero dell'Economia e delle finanze”, sono le parole del
ministro Fioramonti.
Secondo l'Istat, gli studenti con disabilità sono 270 mila: il 3,1% degli iscritti nelle scuole italiane. Ad accompagnarli nel percorso formativo c'è l'insegnante di sostegno, una figura necessaria a garantire l'inclusione scolastica. Ma i docenti di ruolo sono solo 100 mila e non bastano a coprire le esigenze. Così, a settembre le classi sono scoperte e le famiglie sono obbligate a rivolgersi ai giudici: è il Tar a raddrizzare la situazione, costringendo il Ministero a provvedere. Il Miur con una deroga nomina d'urgenza oltre 60 mila supplenti. Ma il diritto all'istruzione viene così garantito? E questo sistema emergenziale quanto pesa sulle casse dello Stato?
Le Olimpiadi a Milano: un affare per
chi?
L'Italia è riuscita a battere
l'organizzatissima Svezia, le Olimpiadi invernali del 2026 saranno
organizzati tra Milano e la città alpina, che le aveva già ospitate
nel lontano 1956.
Queste del 2026 saranno il ritorno di
un sogno, la promessa di un nuovo impulso per i benefici che i giochi
porteranno sul territorio, in termini di PIL e per la realizzazione
di tutte le opere che si ritengono da ora necessarie.
A Losanna a festeggiare dopo
l'assegnazione, c'era tutta la vecchia guardia, compresa Evelina
Christillin, organizzatrice dei giochi di Torino nel 2006 (i cui impianti oggi sono in parte abbandonati), oggi
dentro una banca, un'associazione sportiva (la Rider Cup) e molto
amica degli Agnelli.
A Losanna era assieme al marito,
presidente di Generali.
Sempre a Losanna, a festeggiare, era
presente Mario Pescante, ex politico ed ex presidente del Cio che ha
seguito, per questo, la candidatura di Milano.
Come l'ha seguita anche Franco Carraro:
“[come per Torino 2006] ho dato una mano a mettere in piedi la
candidatura e a fare la lobby necessaria per cercare di favorire
Milano ..”.
Carraro è stato ex presidente del
Milano, della Lega Calcio, presidente del settore tecnico, presidente
del Coni, pure ministro del Turismo e dello Spettacolo, presidente di
Impregilo e vice presidente di Alitalia …
L'attuale presidente del Coni, Malagò,
inizia la sua carriera come commerciante di auto di lusso, amico
degli Agnelli, per anni presidente del circolo canottieri Aniene a
Roma, ritrovo di politici, imprenditori e banchieri.
Proprio a Roma lo ricordano per aver
presieduto i mondiali di nuoto del 2009, quello delle opere non
completate, quello che ha chiuso con un passivo di 8ml.
“E' un scelta degli azionisti che
rappresentavano al 100% il consiglio di amministrazione”: peccato
che tradotto in italiano corrente questo ha significato che i soldi
li ha messo il comune di Roma.
E oggi lo stesso Malagò è presidente
del comitato organizzatore delle Olimpiadi Milano-Cortina, mentre
l'amministratore del comitato organizzatore, che poi sarà una
fondazione, è stato scelto poche settimane fa, si tratta di Vincenzo
Novari.
Top manager, per anni amministratore
delegato della Tre (società telefonica che dietro ha capitali
cinesi), nel 2016 ha fondato una società di consulenza che lavora
con gruppi cinesi interessati ad investire in Europa.
“I cinesi sono molto interessati ad
investire nelle Olimpiadi” ha commentato Malagò: viene da pensare
che la nomina di Novari non sia casuale.
Renzi, a suo tempo, lo voleva direttore
generale della Rai e nel passato aveva fatto causa a Report per 137
ml di euro, poi persa, per una inchiesta fatta sulla Tre.
Lorenzo Vendemiale, sul Fatto Quotidiano di domenica, ha raccontato dell'enigma degli investitori che si stanno muovendo su Milano: chi sono? Da dove vengono i soldi?
Si parla di olimpiadi low cost: il 92%
delle infrastrutture sono già esistenti – spiega alla giornalista
il sindaco di Cortina, Giampietro Ghedina – si tratta solo di
realizzare nuove strutture provvisorie o comunque di un rinnovamento
di quelle esistenti.
A Cortina c'è già la pista di bob,
realizzata per le Olimpiadi del 1956, rimodernata poi negli anni '70,
ma dal 2008 è chiusa: c'è il rischio che l'impianto, essendo
rimasto fermo per 10 anni, debba essere rifatto.
E' questa l'opinione di Gianfranco
Rezzadore, presidente del bob club Cortina: sia la pista che
l'impianto andrebbero rifatti, per adeguarli agli attuali canoni
dello sport.
Un intervento che, secondo la stima del
sindaco, costerà 46ml di euro: sommando tutti gli interventi, a
quanto ammonterà tutta la spesa?
Siamo sicuri che saranno veramente low
cost queste olimpiadi? Non vorremmo che si ripetesse qui quanto
accaduto con Expo: lavori fatti in fretta, senza gara, con le retate
della procura (che ha arrestato molti dei collaboratori dell'allora
manager Sala)..
La scheda del servizio: I
tedofori di Claudia di Pasquale in collaborazione di Giulia
Sabella e Lorenzo Vendemiale
Lo scorso 24 giugno il sogno olimpico è diventato realtà, le Olimpiadi invernali del 2026 sono state assegnate alla coppia vincente Milano-Cortina, che ha sbaragliato la Svezia grazie al suo dossier di candidatura. Quelle di Milano-Cortina promettono infatti di essere delle Olimpiadi low cost, in grado di portare enormi benefici sul territorio. Si prevedono 400 milioni di euro di investimenti per realizzare gli impianti e i villaggi olimpici, 1 miliardo e 400 milioni di euro per l'organizzazione dell'evento sportivo, e un indotto superiore ai 2 miliardi. Ma possiamo fidarci di queste previsioni? Quali sono gli obblighi richiesti all'Italia dal Comitato Olimpico Internazionale? Se i conti alla fine non dovessero tornare chi paga?
I furbetti del latte non italiano
Quante latte non italiano finisce nei
nostri formaggi? Questa la domanda a cui il servizio di Rosamaria
Aquino cercherà di dare risposta, svelando in anteprima la lista
delle aziende che col latte hanno fatto i furbi.
Il servizio cercherà di raccontare
come funziona la filiera di trasformazione del latte, dei prodotti di
origine protetta, partendo dalla frontiera del Brennero dove, ogni
mattina, arrivano i camion pieni di latte straniero.
Decine di camion, dalla Germania e da
altri paesi dell'est, che vengono controllati dalla Guardia di
Finanza: latte che arriva ad aziende che poi sulle confezioni
scrivono, “usiamo solo latte 100% molisano”. Ma il Molise non mi
sembra sia una regione della Germania.
Non è un lavoro facile: i
trasportatori cercano di mimetizzarsi, usando camion con targa
straniera e rimoechi con targa italiana, così come italianissimi
risulteranno i formaggi prodotti da queste aziende.
Un miracolo? Certo, come il latte che
arriva dalla Spagna, destinato ad aziende agricole del Veneto.
Aziende che poi si vantano pure di
usare solo il miglior latte vaccino dagli allevamenti locali ..
La scheda del servizio: Latte
versato di Rosamaria Aquino
Dopo oltre trent'anni la magistratura inchioda la politica alle proprie responsabilità sulle quote latte. Ma la musica, in uno dei settori chiave dell'economia del nostro paese, non è cambiata. Chi e perché ha messo un segreto sulle aziende italiane produttrici di formaggio che utilizzano latte straniero? Report entra in possesso in esclusiva della lista secretata per anni dal ministero della Salute. Dalle mozzarelle, alle dop, ai formaggi “similari”: vecchie e nuove incognite affliggono allevatori e produttori. L'etichetta indica sempre l'origine del latte, ma quanti formaggi proposti sul mercato come italiani, sono realmente prodotti con materia prima del nostro paese?
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