20 settembre 2020

Anteprima delle inchieste di Presadiretta – la ripartenza verde

In Italia arriveranno più di 200 miliardi dall'Europa, per il recovery fund: come li spenderemo questi soldi?

Per costruire nuove autostrade? Nuovo cemento per ostruire gli argini dei fiumi? Le nostre città torneranno ad essere intasare di auto, con tutti gli effetti negativi sulla qualità dell'aria (di cui il traffico è una delle cause)?

Oppure daremo finalmente una svolta verde, sostenibile, alla nostra economia?

Che fine ha fatto il new deal europeo per uscire dalla dipendenza delle energie fossili?

Presadiretta si occuperà di questo, della “ripartenza verde”: non ne beneficerà solo l'ambiente e la nostra economia (perché in questo settore giovane ci sono grandi margini di crescita) ma anche la nostra salute.

Ci sono studi (ancora in corso e i cui risultati dovranno essere controllati) che hanno evidenziato una correlazione tra inquinamento e aumento della diffusione del coronavirus: in Italia, analizzando l'aria della città di Bergamo, il virus è stato trovato su diverse estrazioni di RNA.


Presadiretta ha intervistato Jeremy Rifkin, economista e sociologo americano, sul tema delle energie rinnovabili (eolico, solare) che in questi ultimi 25 anni hanno un forte impulso e che oggi costano sempre di meno.

Negli anni 70 un watt di energia solare costava 78 dollari, oggi ne costa 35-40 centesimi. In Europa grandi società di servizi di energia stanno acquistando energia elettrica a 4 o perfino 2 centesimi per Kw/ora. Al contrario tutti gli investimenti che si continuano a fare sui combustibili fossili sono oggi degli asset non recuperabili. Una grande banca mondiale ha calcolato che siamo seduto su 100 trilioni di dollari di beni irrecuperabili dell'industria del combustibili fossili. E' la più grande bolla economica della storia, perché oggi sole e vento sono più convenienti del fossile.

Tutti i diritti all'esplorazione che le società dei combustibili fossili hanno già acquistato non verranno mai ammortizzati. Tutto il petrolio e il gas trovati non verranno mai estratti perché sarà troppo costoso farlo. Le pipeline che portano gas e petrolio diventeranno inutilizzabili. Non avremo più nemmeno bisogno di tutte le raffinerie petrolchimiche. Non c'è nessun motivo oggi per rimanere con una infrastruttura morente, che non darà alcuna possibilità di investimento, di business e di lavoro.

Siamo seduti su un crollo di proporzioni gigantesche che avverrà entro otto anni e la pandemia potrà solo accelerare il processo, perché il mondo consuma 96 milioni di barili di petrolio al giorno e i due terzi servono per il trasporto. Ma adesso è finita: durante la pandemia per lunghi periodo non abbiamo usato i trasporti e il prezzo del petrolio è crollato 12 dollari al barile. L'industria del petrolio sta perdendo milioni di dollari ed è nel mezzo di un collasso, fra tre anni le auto elettriche saranno competitive con quelle tradizionali e tra cinque anni costeranno meno. Stiamo vedendo in tempo reale le ultime fasi della civiltà dei combustibili fossili che ha dominato gli ultimi 200 anni”

Da Rifkin a Stefano Mancuso, lo scienziato italiano che racconterà del nuovo modello di città con soluzioni naturali:

abbiamo un modello di città come qualcosa di separato dalla natura, ma questa è una soluzione primitiva, noi non abbiamo più bisogno di proteggerci dalla natura, anzi, dobbiamo rientrare a far parte della natura. Non c'è nessun motivo per cui le nostre città siano completamente edificate. Dobbiamo costruire città che rispondono ai principi della vita vegetale, quindi delle città che siano autonome energeticamente, che non producono rifiuti, che consumino pochissime risorse.

Noi viviamo in un ambiente che è malato, non abbiamo un aria respirabile, una delle brevi e momentanee conseguenze del lockdown è stato che la sera quando ci affacciavamo dalla finestra sentivamo un'aria che non avevamo mai respirato. Quell'aria lì dovrebbe diventare la normalità nei nostri centri urbani. La questione che colpisce è che basterebbe poco, rispetto ai soldi da mettere in campo per riparare ai danni, prevenire da questo punto di vista è assolutamente irrilevante in termini economici. Ma noi abbiamo una storia di interventi fatti post disastro.”

Bus elettrici, piste ciclabili, car sharing con auto elettriche, un trasporto pubblico che funziona in modo dignitoso, incentivare lo smart working.

A proposito di piste ciclabili in città, Alessandro Macina è andato a Roma a vedere a che punto sta il progetto partecipato per un'area ciclopedonale attorno a Roma e che si sviluppa per 45km.

Sebastiano Venneri di Legambiente ha portato il giornalista lungo il percorso del GRAB (il grande raccordo delle biciclette) che parte dall'Arco di Costantino, al Colosseo fino alle Terme di Caracalla, la più grande area pedonale al mondo che oggi è invece solo una strada per le auto, in pieno centro di Roma.

Oggi l'area pedonale è solo sulla carta: sull'Appia Antica, la strada antica, è oggi usata dalle auto, rendendo la vita difficile alle bici.

Dopo aver passato il centro il GRAB sbuca a est in periferia raggiungendo quartieri densamente popolati, come il Collatino: la pista ciclabile sarebbe una alternativa per gli spostamenti e consentirebbe a questi quartieri di essere ripensati.

A compensazione dell'alta velocità che passa qui vicino, coi sei milioni anziché un parco è stata fatta una colata di cemento, un parcheggio inutilizzato.

Il Grab passerebbe vicino ai piloni della A24, l'autostrada Roma – l'Aquila, altra zona che verrebbe riqualificata.

L'obiezione che si fa di solito è che Roma (ma anche Milano) non è una città per le bici:

Questa è una stupidaggine, anche Amsterdam o Copenaghen non sono nate come città per le bici, le e-bike che sono la vera rivoluzione anche dal punto di vista della ciclabilità, tutta la mobilità elettrica ha eliminato qualsiasi alibi. Non c'è colle che tenga.”

La Sardegna è diventata tristemente famosa, questa estate, per le infezioni i cluster esplosi per colpa di comportamenti scorretti di alcuni turisti nelle discoteche (come quelle di Briatore).

La regione Sardegna, secondo alcuni, dovrebbe diventare un enorme resort per ricchi, i cui benefici però non rimarrebbero sull'isola. Eppure questa regione è ricca di sole e di vento, l'energia pulita e rinnovabile: potrebbe essere la prima regione in Europa libera dai combustibili e dalle raffinerie.

Ma nonostante questo la Sardegna dipende ancora per due terzi dal peggior combustibile fossile, il carbone: sono due le centrali ancora in funzione, a Fiumesanto a Porto Torres di un privato e la centrale Grazia Deledda del Sulcis dell'Enel. Quest'ultimo è uno degli impianti meno efficienti d'Italia con oltre 1 milione di emissioni di co2 nell'aria nell'anno. Secondo gli accordi di Parigi e secondo il nostro piano energetico, dovranno essere entrambe chiuse entro il 2025.

Enel si dice possibilista per la chiusura: di deve però trovare una alternativa al carbone, visto che sull'isola il metano non c'è. Come alternativa c'è quella di Terna che ha progettato un cavo per portare il gas.

Ma ancora non è stato scelto niente e il 2025 è vicino: c'è il rischio che dire addio al carbone in Sardegna possa essere impossibile.

Perché non passare direttamente alle energie rinnovabili? C'è uno studio del Politecnico di Milano sulla decarbonizzazione dove si sostiene che il salto dal fossile al rinnovabile si possa fare senza passare per il metano.

La scheda della puntata:

Sarà una puntata dedicata allo sforzo di ripartire e ricostruire il Paese nella direzione di un’economia sostenibile quella di “PresaDiretta”, eccezionalmente in onda domenica 20 settembre alle 21.20 su Rai3. L’accelerazione dei cambiamenti climatici uniti alla crisi economica provocata dal Covid-19 impongono una svolta immediata: la rivoluzione verde non può più aspettare. “La ripartenza verde” ha raccolto l’allarme di importanti equipe di scienziati che hanno indagato, fin dalle prime settimane della pandemia, sulla correlazione tra inquinamento atmosferico e propagazione del virus. Le polveri sottili e il particolato delle aree più inquinate del nord Italia potrebbero essere stati vettori del virus? “PresaDiretta” vuole raccontare l’urgenza di trasformare radicalmente l’economia e i modelli produttivi, mentre purtroppo, le fonti fossili e l’inquinamento prodotto dalle città, dalle industrie, dall’agricoltura e dall’allevamento intensivi, continuano a produrre milioni di tonnellate di Co2 ogni anno. 
Il grande progetto del New Green Deal, fondamentale per trasformare l’Europa nel primo continente a impatto climatico zero, riuscirà a decollare? E il Piano di Ripresa su cui sta lavorando il Governo per ottenere i fondi del Recovery Fund si muovono nella direzione giusta?
Nel programma, le testimonianze di scienziati ed esperti, climatologi ed economisti e le storie delle imprese virtuose che hanno già cambiato passo. “Non c'è nessun motivo oggi di rimanere in una infrastruttura morente, quella dei combustibili fossili, che non darà nessuna opportunità di investimento, di business e di lavoro.  Ecco perché questo è il momento più importante della storia umana: la nascita di  una terza rivoluzione industriale che potrà creare nuove imprese, nuova occupazione e nuovi investimenti. È il Green Deal.” ha detto Jeremy Rifkin - economista e ambientalista di fama mondiale – in un’intervista in esclusiva.
E poi un viaggio in Sardegna, l’isola del sole e del vento, che con le sue fonti di energia rinnovabile potrebbe diventare la prima Regione d’Europa libera dai combustibili fossili. Quali sono gli ostacoli su questa strada?
In studio in diretta con Riccardo Iacona gli ospiti: Enrico Giovannini il portavoce dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile e membro della Commissione Colao, convinto sostenitore dell’uscita verde dalla crisi; Fabrizio Bianchi, epidemiologo e scienziato del Cnr esperto sulle conseguenze dell’inquinamento sulla salute; Donatella Spano, agrometeorologa dell’Università di Sassari e coordinatrice del primo studio che simula gli scenari di quello che potrebbe accadere nel nostro Paese con un aumento della temperatura di 5 gradi.
“La ripartenza verde” è un racconto di Riccardo Iacona con Alessandro Macina, Silvia Bacci, Fabrizio Lazzaretti

Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.

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