30 settembre 2020

Charcoal Joe, di Walter Mosley

 


Sul versante orientale di Robertson Boulevard, un isolato e mezzo a nord di Pico Boulevard e subito sotto Withworth Drive, un tempo si ergeva un edificio turchese che negli anni trenta ospitava un'elegante casa a tre piani. alla morte del proprietario, gli eredi, a corto di denaro, avevano deciso di metterlo in affitto.

Inizia così, in modo quasi discorsivo, questo romanzo nero (in tanti sensi) dove il protagonista, un investigatore privato con una vita intensa alle spalle, ci racconta la storia del palazzo dove si trova il suo nuovo ufficio.

Così alle 7:42 del primo lunedì del maggio 1968, mi trovavo di fronte alla facciata di stucco dell'edificio, tinteggiata di un colore vivace: ero un investigatore privato con un futuro radioso davanti a sé e un passato oscuro alle spalle.

Si chiama Ezechiel “Easy” Rawlins, e assieme a Saul e Whisper, suoi soci, ha un suo ufficio, una segretaria, un certo numero di clienti, una vasta rete di conoscenze nel mondo del crimine, un buon contatto con la polizia. Quel giorno sembra essere veramente un bel giorno, a casa l'aspetta la figlia Feather e sta per chiedere la mano alla sua fidanzata, Bonnie.

Ispirai a fondo col naso e sorrisi, pensando che pur essendo un povero nero del profondo Sud, non solo ero stato abbastanza fortunato da non essere già morto e sepolto, ma oltre a essere ancora vivo e vegeto facevo addirittura l'imprenditore.

Ma le cose stanno per cambiare, un rischio che una persona di colore deve sempre tener presente, vale oggi e ancora di più valeva nell'America ancora razzista di fine anni sessanta.

Un suo vecchio amico nel mondo del crimine, Raymond Alexander, per gli amici “Mouse” gli chiede di incontrare nel carcere di Avett un certo Charcoal Joe. Non si può rifiutare un favore ad un amico, anche se questa storia ha qualcosa di strano. Non solo perché Charcoal Joe è un personaggio da prendere per le pinze: un ragazzo di colore di nome Seymour è stato arrestato dalla polizia perché trovato dentro una casa dove qualcuno ha ucciso due persone.

Il ragazzo è uno studente modello, laureato in fisica, un cervellone che ha potuto studiare grazie alla famiglia che l'ha adottato.

"Cheddar o Blue?"

"Che stai dicendo?"

"Vorrei solo sapere che formaggio avete messo in questa trappola"

Non sarà l'unica nota cattiva della giornata: la sua fidanzata, Bonnie, tornata dalla Francia, ha deciso di sposare un principe africano, un vero principe, per salvargli la vita dai suoi nemici.

E Easy, che è un uomo dal cuore d'oro nonostante sia costretto ad avere a che fare con criminali e truffatori, decide anche di aiutarli.

E di ricorrere alla pozione di Mama Joe per curare i propri dolori. Perché siamo pur sempre negli anni sessanta, gli anni degli hippy, gli anni delle sperimentazioni sulla droga e del sesso libero.

Certo, è tutto più difficile se sei una persona di colore: può capitare che un poliziotto ti chieda i documenti solo perché sei dentro una tavola calda in un quartiere di bianchi o perché stai passeggiando sulla spiaggia. Come una persona normale.

Per i cittadini di pelle più scura, "lavoro" era sinonimo di "fatica". E le forze dell'ordine spesso rappresentavano un nemico, come l'agente motociclista lo era stato per me a Studio City.

Il primo incontro con Joe, avviene nel carcere di Avett, dove i detenuti possono vivere nei loro bungalow con certe libertà.

L'incarico che gli viene affidato, far uscire dal carcere e smontare le accuse contro questo ragazzo, Seymour, non è semplice. Primo perché la polizia non ha intenzione di trovare altri colpevoli.

Poi perché qualcuno fa irruzione a casa sua, tre gorilla che non sembrano avere buone intenzioni e da cui Easy sfugge solo per il suo sesto senso.

Deve iniziare a muoversi con cautela, dunque: la figlia Feather (adottiva, ma che adora come se fosse sua) viene messa al sicuro da un amico, Jackson Blue. E siccome quattro occhi e quattro braccia sono meglio di due, ingaggia per quel lavoro Fearless Jones, che gli farà anche da angelo custode.

"Fa attenzione, in qualunque affare tu ti stia cacciando. Charcoal Joe è una lapide che aspetta solo un nome."

L'affare in cui si è cacciato coinvolge una certa somma di denaro, che i due morti nella casa di Malibù dovevano avere e che ora sono spariti. Coinvolge anche dei diamanti che dovevano essere scambiati per quella somma e, salendo nella catena criminale, si arriva fino alla mafia che certamente non vuole perdere quel malloppo.

Ma che ci faceva Seymour in quella casa? E che c'entra la madre adottiva, Jasmine, che vive in una piccola casa ma sembra disporre di tanto denaro?

E come mai il vecchio Joe, uno bravo a fare autoritratti alle persone che ha di fronte, ma che rimane sempre un criminale da prendere con le molle, è tanto interessato a quel ragazzo?

Sono alcune delle domande a cui Easy deve dare risposta, muovendosi con cautela dentro quel mondo criminale in cui devi guardarti le spalle e anche ai fianchi. Dai fuorilegge e da quelli che la legge dovrebbero amministrarla:

Essere un bianco povero, o un nero povero, sulle strade d'America, t'insegnava a nascondere il senso di colpa. Se facevi parte di una di queste categorie ti sentivi sempre in colpa, che tu avessi fatto qualcosa o meno. Così quando un agente ti chiedeva cosa sapevi, dovevi restare freddo, cercare di controllare ogni movimento ..

Charcoal Joe è un giallo che prende sin dalle prime pagine, mai un momento in cui il ritmo rallenta, anzi, i momenti in cui il protagonista (non ché io narrante della storia) ci condivide i suoi pensieri sono forse i più intensi del racconto.

Ci diventa subito simpatico questo investigatore che conosce le regole della strada, che sa quando si deve usare un'arma e quando no, ma che sa proteggere le persone che ama e che gli stanno a fianco.

Un eroe senza macchia e senza paura? Non proprio, ce lo dice lui arrivati alla fine di questa storia:

Mi piace credere di essere un uomo onesto, ma nel mondo attuale non si arriva molto lontano con il fardello dell'onestà sulle spalle senza prendersi una pausa di quanto in quanto.

C'è dentro tanta ironia ma anche la grande durezza del vivere in quell'America, se hai la pelle di un colore scuro.

La scheda del libro sul sito di Bompiani

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