Una scoperta improvvisa
Alle sette del mattino, una ruspa affondava la sua mascella dentata nella terra. Liquefatte dagli idranti dei pompieri, con un tonfo le zolle ricadevano e si appiccicavano alle scarpe degli uomini in divisa. Stecchi d’erba bruciata e fili fusi della corrente elettrica si confondevano in un groviglio fumante di plastica e fango.
Se volete
comprendere le dinamiche della quarta mafia, la Sacra Corona Unita,
in Puglia, le guerre tra i clan, i rapporti con i calabresi delle
ndrine e con la politica locale e nazionale, dovete leggere i noir di
Leonardo Palmisano.
Quest'ultimo, chi
troppo vuole, è il terzo della serie: potete anche leggerlo da solo,
l'autore ha messo dei rimandi ad episodi del passato per aiutare il
lettore a non perdersi col passato dei personaggi. Ma vi invito a
partire dal primo, “Tutto torna”, per passare poi a “Nessuno
uccide la morte”.
Tutti e due, con
questo, hanno come protagonista un criminale, un bandito vero e
proprio, Carlo Mazzacani.
Imponente, gira con
una Porsche con cui di certo non passa inosservato, specie con quella
sua pelata e i due baffoni spioventi.
Carlo Mazzacani,
assieme al suo compare Luigi Mascione, “il gigante”, è stato a
capo di una banda chiamata dei “santisti”, staccata e
indipendente dai sacristi e per questo avversati.
Attraverso le sue
vicende, l'autore di porta dentro le faide tra i boss sacristi, le
gelosie dei boss per la conquista del potere, tra criminali senza
scrupoli e con tanta voglia di arrivare in cima, poliziotti
“sporchi”, ma anche uomini dello Stato “puliti”.
Questo nuovo
capitolo della serie comincia col ritrovamento di cinque cadaveri, in
una baraccopoli nel foggiano dove sopravvivono (perché vivere
sarebbe troppo) dei nigeriani sfruttati nei campi. Baraccopoli a cui
qualcuno ha appiccato un incendio.
Cinque cadaveri di
cui quattro sono uomini, da identificare. E poi c'è anche il
cadavere di una donna, una ragazza dalla pelle ambrata, con accanto
un sacco. Dentro, una testa.
E' quella di un
altro boss sacrista, Gianni Palano, un uomo del capo della sacra
corona Antonio De Guido, ora in carcere. Era stato ucciso in una
delle tante faide tra famiglie: il cadavere era stato già trovato,
ma mancava proprio la testa.
Cosa significa quel
ritrovamento?
E' un segnale che
qualcuno sta mandando a qualcun altro?
Se lo chiede alla
direzione dell'antimafia regionale, la dottoressa Buonamica,
cresciuta in quel territorio, di cui conosce la pericolosità delle
mafie (pericolosità passata spesso sotto silenzio, ci si accorge
delle mafie solo quando fanno rumore).
Se lo chiede il
Questore, se lo chiede perfino il giovane e rampante ministro
dell'interno, che è nato proprio a Foggia e che alle forze
dell'ordine ha dato una precisa direttiva contro la criminalità:
quella della ruspa per abbattere baraccopoli, focolai di criminalità
e di illegalità.
Se lo chiede anche
il boss della zona di Manfredonia, Filippo Giordano, detto il
Tricheco, che proprio in quella baraccopoli “aveva impiantato una
florida centrale per lo spaccio di marijuana e una decina di bordelli
di ragazze nigeriane.”
Ma la notizia non
fa in tempo a raffreddarsi che succede un altro delitto. Un delitto
che fa rumore:
La mano del barbone si contrasse sulle guancette di legno della .38 Special. Il calpestio di un paio di scarpe da uomo coprì lo scatto del tamburo. I passi si avvicinavano e il barbone alzò la pistola puntando alla tempia del bersaglio. L’eco del colpo rimbombò nel portico esterno del Consiglio della Regione Puglia.
Un killer uccide il presidente della
regione, nonché candidato alle prossime elezioni. Si chiama
Marcellino Danza, una lunga carriera di politico alle spalle. E un
proiettile in testa, ora.
Assieme al ritrovamento dei cinque
cadaveri, oltre quello della ragazza, quello di Danza è un delitto
destinato a scuotere le acque.
Perché ora il partito che governa la
regione deve trovare un nuovo candidato. E questo significa nuovi
giochi di corrente, giochi dentro cui una grande influenza sembra
averla la sorella del morto, la contessa Danza, proveniente da una
famiglia di massoni. Capace di spostare voti, anche a Roma:
.. il ministro era stato eletto nel collegio nord della Puglia con un’ottima percentuale ed era stato gratificato con un ruolo di prestigio nel governo, proprio grazie all’intercessione della famiglia Danza.
Per capirci qualcosa, la procuratrice
chiede aiuto, ancora una volta, ai due banditi, Mascione e Mazzacani.
Due criminali, certo, persone che hanno sparato, ucciso, ma che hanno
anche un loro codice di comportamento. Due criminali che sono rimasti
due cani sciolti, né sacristi, né affiliati ad altre famiglie e
nemmeno alla 'ndrangheta, sempre più egemone nelle province
pugliesi.
E quel cadavere, quella ragazza trovata
morta, racconta qualcosa ai due: si chiamava Paula, era un rumena che
era vissuta per anni in un campo rom e che poi aveva iniziato a
prostituirsi.
Ma è quel segno lasciato sulla testa
che dice qualcosa a Mazzacani:
“Grigore è turnato”, disse Mazzacani fissando un punto lontano all’orizzonte.
“Cosa vuoi fare?”, domandò il suo secondo. “Prima lu circamu, prima lu citimo.”
Si tratta di un
killer che ha lavorato per la famiglia di De Guido e contro cui
Mazzacani ha un conto aperto.
Quella di
Mazzacani, con l'aiuto del suo amico Mascione, sarà una vendetta
contro questo assassino, ma dovranno anche sciogliere il rebus che
sta dietro a quelle morti.
Perché dietro il
cadavere eccellente del candidato governatore, dietro quei morti
fatti trovare nella baraccopoli c'è qualcuno che sta cercando di
sparigliare le carte, negli equilibri interni alle famiglie mafiose,
per prendersi tutto.
E,
come dice il proverbio, “chi troppo vuole..”
“Dottoressa, chi troppo vuole...”.
“Nulla stringe”, completò la procuratrice e assentì convinta. Mazzacani si grattò la pelata e distolse lo sguardo dalla Buonamica.
C'è dentro tutto
il dramma del sud (e forse non solo del sud) in questo romanzo, in
cui farete fatica a destreggiarvi tra intrighi, doppiogiochisti,
assassini senza scrupoli, una politica capace solo di coltivare il
suo giro clientelare che non si fa problemi a raccattare voti anche
dove non dovrebbe.
Un mondo senza
eroi, nemmeno Mazzacani e Mascione lo sono. Un mondo dove i pochi eroi, come la giornalista di una
testata locale, deve rischiare la pelle perché vuole raccontare la
realtà criminale che sta attorno.
“Quale società non ha bisogno di eroi?”, domandò il medico legale ricordando con un po’ di tristezza una celebre battuta di Brecht.
Teresa Buonamica alzò un sopracciglio e rispose: “Non questa”.
Gli altri libri con
protagonista il bandito Mazzacani
Nessun commento:
Posta un commento