Il servizio principale riguarderà le tonnellate di rifiuti esportati illegalmente dalla Campania e dalla terra dei fuochi, anche in Tunisia dove sono arrivati 282 container dal porto di Salerno. Un traffico che ha portato all'arresto del ministro dell'ambiente tunisino.
Un servizio sui sindacalisti in aspettativa, sullo smart working e infine la terza puntata sugli incontri in autogrill con l'agente dei servizi, da un Matteo all'altro.
Il traffico di rifiuti della Campania
Bernardo Iovene torna ad occuparsi della sua Campania e della malagestione dei rifiuti, compresi quei 282 container mandati in Tunisia e che ora rischiano di tornarci indietro. Uno scandalo che in Italia ha avuto una scarsa eco e che invece ha portato alle dimissioni del ministro tunisino dell'ambiente.
Iovene ha girato la regione, andando ad intervistare le associazioni sul territorio e le persone che controllano il territorio: persone come Giuseppe Parente a Grazzanise che col suo lavoro (che dovrebbe essere fatto dallo stato) monitorano la presenza di discariche abusive segnalate poi alle istituzioni.
Come quella scoperta in un'area confiscata: residui di materiali edilizi, resti di bare che qualcuno scarica lì.
A Trentola Ducenta l'associazione ha ripreso i roghi alle montagne di spazzatura: “chissà che estate ci aspetterà” si chiedono Biagio e Giovanni, due esponenti, memori dei roghi dell'estate 2020, perché la situazione è peggiorata quest'anno, in questa discarica illegale si trovano rifiuti pericolosi abbandonati lungo la strada per centinaia di metri.
A Villa Literno i comitati avevano trovato montagne di pneumatici che venivano portate lì sistematicamente per bruciarli: dopo le segnalazioni dei fuochi ci fu per la prima volta la rimozione dei rifiuti da parte del comune. Quest'anno pneumatici non se ne vedono ma quel sito rimane un posto dove le persone scaricano ancora rifiuti con una sorpresa: una serie di carte di credito ancora valide o ancora da attivare di utenti del nord Italia. Bernardo Iovene ha contattato i carabinieri che faranno i loro accertamenti.
Ma dopo tre giorni dalla prima visita, a Villa Literno sono tornati i pneumatici: “questo è diventato un incenerimento ordinario a tutti gli effetti.”
Ad Afragola e Acerra nei terreni coltivati è stato steso del compost fuori specifica, prodotto dagli impianti di compostaggio che non può essere venduto ai contadini e va smaltito in discarica a pagamento.
I carabinieri sono intervenuti a controllare questi campi quando è stato scoperto che il mais cresceva a macchia di leopardo: dove c'erano queste macchie sotto c'era una maggiore quantità di rifiuti. Aghi per insulina, pezzi di vetro, ferro, plastica, pezzi di tappeti...
Questi rifiuti sono stati posti sui campi e fresati assieme al terreno da cui ancora oggi spuntano qua e là pezzi di plastica: mentre Iovene faceva il servizio sul campo, assieme ad uno dei volontari di Acerra, è arrivato il proprietario, che era stato denunciato proprio da questi.
Di fronte alle telecamere stava alzando le mani su queste persone: le indagini della procura sono ancora in corso, ma le analisi sui terreni sono chiare.
I rifiuti campani sono finiti anche in Puglia, nelle campagne del tavoliere delle puglie, nel foggiano a Stornarella: sono rifiuti abbandonati nelle campagne che fanno danno all'agricoltura. Si tratta di materiale imballato, già lavorato in qualche impianto che, invece di smaltirlo come doveva, ha pensato bene di abbandonarlo risparmiando sui costi.
Sono balle di rifiuti che arrivano dalla zona del salernitano e abbandonate per queste strade di campagna nella notte, a volte dopo essere bruciate: oltre al danno ambientale c'è anche il costo della rimozione.
La scheda del servizio: Terra felix di Bernardo Iovene con la collaborazione di Greta Orsi e Roberto Persia
Dal porto di Salerno sono partiti 282 container di rifiuti, scarti da raccolta differenziata, destinazione Sousse, in Tunisia, ma le autorità tunisine li hanno definiti illegali. Sono state arrestate sette persone tra cui il ministro dell’Ambiente, funzionari della dogana e dell’agenzia nazionale dei rifiuti, sono indagate altre 11 persone tra le quali il console della Tunisia a Napoli. Un affare che ha destato uno scandalo nazionale nel paese nordafricano. Nella vicenda è coinvolta un’azienda del salernitano che scarica tutte le responsabilità sulla Regione Campania. Report ha intercettato la stessa tipologia di rifiuti nelle campagne del foggiano e seguito con mesi di riprese insieme ai volontari di Acerra lo spargimento di finto compost sui campi della terra dei fuochi. Infine le telecamere di Report sono tornate nei luoghi dove puntualmente bruciano rifiuti ingombranti o speciali: secondo uno studio dell'Istituto superiore di sanità ci sarebbe una correlazione tra salute e inquinamento nella terra dei fuochi.
L'aspettativa sindacale
Claudia di Pasquale lo scorso anno aveva fatto un servizio sui dirigenti della CISL e sulla poca trasparenza del sindacato: un servizio che era stato poco gradito ricevendo perfino l'accusa di voler mettere in discussione il ruolo dei sindacati.
Questa sera si occuperà della legge che tutela l'aspettativa sindacale, riportando alcuni casi di abusi, sindacalisti assunti in modo fittizio da imprese da cui ricevevano uno stipendio senza svolgere alcuna attività.
Come l'ex responsabile delle vertenze Cisl di Milano, di cui se ne parla nell'anteprima: si chiamava Carlo Russo, prima di morire ha consegnato le sue buste paga ad un suo collega fidato perché facesse chiarezza, Pippo Foti ex segretario della Fisascat Lombardia.
“Mi aveva confidato che la Cisl di Milano non aveva le risorse per pagare l'intera retribuzione per cui gli propose l'assunzione presso una società che avrebbe pagato una parte della sua retribuzione.”
Il sindacato così avrebbe risparmiato sugli stipendi e sui contributi: il sindacato avrebbe pagato solo 1200 euro, i restanti 700 sarebbero arrivati da un giro di 4 imprese di pulizie per alberghi con nomi diversi.
Questa persona ogni due anni si trovava così con un nuovo datore di lavoro con cui però non lavorava mai, perché lui lavorava a tempo pieno per l'ufficio legale della CISL.
La giornalista ha cercato di contattare queste società: la prima aveva sede presso un business center a Milano ma è stata messa in liquidazione nel 2016, da una signora dell'Ecuador con domicilio in una associazione che si occupa di persone disagiate, persone prese dalla strada. Forse una testa di legno, un nome da mettere su un foglio per far vedere che la liquidazione della società era avvenuta in regola.
Una seconda società aveva sede in una palazzina a Roma, anch'essa liquidata da una equadoregna. Una terza società, da cui Carlo Russo era stato assunto, aveva sede presso un ufficio che veniva usato per la corrispondenza e che è poi stato chiuso per morosità.
“Ad un certo punto Carlo era anche perplesso da questa situazione” confida l'amico alla giornalista che non è riuscita ad avere un'intervista dall'allora segretario organizzativo della sede Cisl di Milano, Gilberto Mangone, mentre il segretario generale di Milano che si è trincerato dietro un “non ero io che me ne interessavo e non ho nulla da dire”
La scheda del servizio: L'aspettativa di Claudia Di Pasquale con la collaborazione di Federico Marconi e Giulia Sabella
L'aspettativa sindacale non retribuita è prevista e tutelata dall'articolo 31 dello Statuto dei lavoratori. È un importante diritto, che consente ai lavoratori chiamati a ricoprire un incarico sindacale di svolgere in piena autonomia e libertà il proprio mandato. Il decreto legislativo 564 del 1996, varato quando il ministro del Lavoro era Tiziano Treu, ha però specificato che l'aspettativa sindacale non retribuita può essere riconosciuta solo dopo "un periodo non inferiore a sei mesi". Significa che il lavoratore può essere distaccato dopo almeno sei mesi di lavoro effettivo. L'Inps ha anche specificato che "la contribuzione figurativa non è riconosciuta a chi, non essendo dipendente dell'azienda al momento dell'incarico sindacale, è stato assunto successivamente, nel corso dello svolgimento del mandato o incarico per il quale è fatta richiesta". Lo scopo è anche quello di evitare assunzioni fittizie, finalizzate solo a ottenere l'aspettativa sindacale non retribuita. In questo caso, infatti, i contributi previdenziali sono figurativi, cioè vengono accreditati dall'Inps che poi liquiderà la pensione. Ma l'obbligo dei sei mesi di lavoro viene sempre rispettato?
Lavorare in smart working
Lo smart working è un'opportunità per fermare il consumo di cemento nelle grandi città, per ripopolare le cittadine della provincia, un'opportunità per i borghi turistici (è sufficiente una connessione di rete) e la possibilità per i pendolari di riconquistarsi quelle ore di tempo spese sui treni regionali (che non verranno potenziati nemmeno dal PNRR che potrebbe diventare un'occasione mancata).
La scheda del servizio: Smart working in progress di Max Brod con la collaborazione di Greta Orsi immagini di Matteo Delbò e Chiara D'Ambros
Con la pandemia tutto il mondo, Italia compresa, ha iniziato a sperimentare lo smart working. Da una parte ci sono i datori di lavoro che ci credevano ancor prima del Covid, dall'altra c'è chi, per paura dei cosiddetti "furbetti", non si fida a lasciare i lavoratori a casa. È così che cresce la richiesta, per gli investigatori privati, di spiare i dipendenti. Non tutti però sono così diffidenti. Ci sono aziende che vedono aumentare la produttività grazie allo smart working e molti dipendenti hanno iniziato a scegliere le location più disparate per la loro postazione di lavoro: addirittura le navi da crociera. Migliaia di piccoli borghi in via di spopolamento, poi, sognano di rinascere grazie al lavoro agile. Sempre che arrivi anche qui l'elemento fondamentale per lavorare da remoto: l'internet veloce.
Quelli che si incontrano agli autogrill
Non ci sono solo gli incontri “anomali” del Matteo rottamatore col dirigente del DIS (la struttura che coordina l'attività dei servizi interni ed esterni), incontri che hanno suscitato la reazione scomposta di Renzi e dei suoi fedelissimi, culminata con l'esposto alla magistratura e dell'interrogazione parlamentare del deputato Nobili, basata su un dossier patacca che Report aveva intercettato per tempo.
Anche l'altro Matteo (Salvini) si è incontrato in sedi non ufficiali con Marco Mancini. Questo è quanto risulta a Report che ha posto la stessa domanda di Renzi a Salvini che, al giornalista ha risposto prima di non ricordare e poi ha escluso ogni incontro in sedi che non fossero “istituzionali”.
Ne fa una anticipazione Il Fatto Quotidiano con un articolo di Alessandro Mantovani:
Insomma, potrebbe esserselo dimenticato. Una cosa è certa, la frequentazione tra i due ha radici antiche: “Mancini – racconta Salvini – l’ho incontrato ripetutamente, lo andai a visitare per la prima volta in carcere a San Vittore quando fu arrestato ed ero consigliere comunale”. Fu arrestato due volte a giugno e a dicembre del 2006, quando Salvini era consigliere a Milano, prima per il sequestro di Abu Omar e poi per lo spionaggio alla Telecom. Il suo vecchio amico Giuliano Tavaroli, che era alla Telecom, alla fine patteggiò, mentre Mancini ne uscì prosciolto, come per il rapimento dell’imam da parte della Cia, anche perché i governi confermarono il segreto di Stato sulle attività del Sismi di Nicolò Pollari di cui faceva parte, con ruoli di crescente rilievo fino all’incarico di capodivisione operazioni.
Chissà se il Copasir chiederà un'audizione anche per Salvini, dopo quella di Renzi, “dopo aver chiesto al Dis un’indagine interna su Mancini, anche sulla base delle rivelazioni dell’ex emissaria del cardinale Angelo Becciu, Cecilia Marogna (di cui si era occupato un servizio di Report ad aprile)”.
La direttiva del presidente Draghi impone che d'ora in avanti gli incontri tra politici e agenti dei servizi debbano essere autorizzati dai vertici dei servizi, poche ore prima della direttiva – racconta l'anticipazione del servizio – Salvini era intervenuto per difendere Renzi: “incontrare esponenti dei servizi di sicurezza è normale, io ne ho incontrati a decine”.
Ma Salvini difende Renzi perché anche lui in questi anni ha incontrato Mancini più volte, lo rivela una fonte a Report, incontri avvenuti anche in autogrill e in prossimità di Cervia, quando Salvini si recava al Papeete.
Su Repubblica di ieri Carlo Bonini ha lasciato intendere che l'incontro tra Renzi e Mancini fosse auspicato dal procuratore Gratteri, grande amico di Renzi (così dice il giornalista di Repubblica) e anche di Mancini, con un'allusione molto pesante nell'articolo, perché si fa intendere che questo rapporto sia nato quando Mancini e Pollari aiutavano Gratteri a trovare “asseriti” arsenali di ndrangheta.
Gratteri ha smentito su tutta la linea e spero che voglia ribattere a questa accusa a mio avviso molto velenosa.
La
scheda del servizio: Gli
autogrill segreti di
Walter Molino con la collaborazione di Federico
Marconi
È possibile per un politico incontrare un agente dei servizi segreti in occasioni non istituzionali? Dopo la rivelazione di Report sul colloquio tra il senatore Matteo Renzi e il capocentro del Dis Marco Mancini all'autogrill di Fiano Romano, il governo Draghi ha diramato una nuova direttiva per regolamentare i rapporti tra politici e 007. Ma prima di questa direttiva, erano veramente possibili questo tipo di incontri? Attraverso interviste esclusive, tra cui quella al presidente del Copasir Raffaele Volpi, Report ricostruisce le ripercussioni successive al rendez vous tra Renzi e lo 007, che si intrecciano con quelle sul controllo parlamentare sui servizi di sicurezza.
Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.
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