04 maggio 2021

Report – dietro il complotto di Berlusconi

Il filmato dell'incontro misterioso di Renzi con un dirigente dei servizi e l'audio di un giudici che aveva condannato Berlusconi: queste le due storie al centro delle inchieste di Report di ieri sera.

Prima un servizio di Giuliano Marrucci sulle console dei giochi e sugli effetti che hanno sui ragazzi.

Gli effetti dei videogiochi

Si stima che il mondo dei videogame possa arrivare valere 300 miliardi nei prossimi anni: il giornalista ha scoperto perché osservando i figli che giocavano a Fortnite durante il lockdown, un gioco online in cui si gioca con altre persone in rete.

“Ci shoppi le skin su Fortnite, altrimenti ci bannano dal team”?

Se vuoi giocare e mantenerti a livello degli altri giocatori devi comprare con soldi veri dei profili virtuali: siccome dobbiamo apparire più fighi nel mondo virtuale, dobbiamo comprare, questo dice l'azienda dei videogame che oggi sta influenzando il linguaggio dei ragazzi.

Coi soldi veri si comprano le v-buks, monete virtuali con cui comprare poi le skin, gli aspetti che i personaggi hanno nel gioco: con 20 euro ti compri una skin, non cambia nulla nel gioco in sé, è solo immagine. Come l'immagine del trapper che ha cantato all'evento online di Fortnite lo scorso anno: il gioco si è trasformato in un mondo parallelo.

Ci sono giochi dove più spendi e più hai possibilità di vincere e poi giochi dove anche se spendi non hai certezze di vincere e non sai nemmeno su cosa spendi: un esempio è Fifa, per esempio, quando compri le bustine virtuali (pagate con soldi veri) non sai cosa prendi, è come se fosse una giocata d'azzardo.

La strategia è questa, giochi gratis da scaricare ma poi paghi per avere delle features per essere più figo, per comprare le bustine: la commissione europea sta studiando questo mondo per capire le conseguenze e le dipendenze che si creano nei ragazzi.

I ragazzi di dieci anni vengono spinti per comprare di più coi soldi dei genitori, con microtransazioni da poche decine di euro?

Dove finiscono poi questi soldi? Finiscono in “quasi” paradisi fiscali, in Irlanda, in Lussemburgo, in Londra, dove la fiscalità per le aziende è agevolata, al 10% degli introiti al netto delle spese (il 5% per i soldi che finiscono in Svizzera)

Gli acquisti dalla Play station finiscono a Londra, dove si paga il 10%. Niente rimane in Italia, chi ci pagherà la sanità (per quei ragazzi a rischio ludopatia)?

L'Oms aveva iniziato uno studio sulla dipendenza, ma poi con la pandemia è arrivata persino a consigliare i video giochi.

L'incontro inedito di Renzi – babbi e spie

Può capitare che un senatore incontri un dirigente dei servizi segreti, non c'è nulla di male.

Ma perché in autogrill?

Il 12 aprile Report si era occupata delle trame e della corruzione in Vaticano, di Becciu e dei legami coi servizi di Cecilia Marogna (che aveva messo in piedi un servizio segreto parallelo) per delegittimare i vecchi dirigenti dei servizi in scadenza.

Un intreccio in cui dentro troviamo il faccendiere Ferramonti, uno dei promotori delle leghe meridionali ai tempi delle stragi, poi tornato alla notorietà per la vicenda del padre dell'ex ministro Boschi. Proprio sulla deputata di Italia Viva Ferramonti aveva fatto pressioni per far cadere il governo Conte: “se buttavano giù quel cretino di Conte gli davamo una mano”, portando dei voti – aveva confidato Ferramonti. Telefonate (che secondo Ferramonti erano rivolte a Renzi) a cui l'ex ministra non ha mai risposto.

Renzi, nell'intervista che ha concesso a Report, è stato netto: non conosce Ferramonti e invita i giornalisti di Report a spendere meglio i soldi del contribuente.

Nei giorni delle telefonate di Ferramonti, Renzi attaccava Conte sulla delega ai servizi, sebbene anche Gentiloni non aveva ceduto la delega dei servizi: “E' diventato uno scontro politico dopo due anni che Conte non cedeva la delega e dopo l'incontro di Conte con esponenti del governo Trump” – ha spiegato l'ex presidente.

Il 23 dicembre 2020 Renzi a L'aria che tira chiede polemicamente come mai Conte si tenga le deleghe e poi va a trovare Verdini in carcere. Tornando a casa, all'autogrill di Fiano Romano incontra una persona che lo stava attendendo.

Dentro l'autogrill qualcuno li nota e li riprende: la persona con cui Renzi parla è Marco Mancini, dirigente del DIS che, a fine incontro, dice a Renzi che sa dove trovarlo, mettendosi a disposizione.

“Chi ve lo ha dato il video?” ha chiesto Renzi, secondo cui l'incontro con Mancini era previsto a Roma ma poi è saltato e così ha chiesto al dirigente dei servizi di raggiungerlo in autostrada.

Ma come faceva Renzi dell'esistenza di questo video, visto che il giornalista di Report non l'aveva menzionato ad inizio intervista?

Certo, difficile pensare ad un caso, per questo video, come difficile pensare che all'incontro si siano scambiati solo i babbi natale di cioccolato.

A dicembre 2020 c'erano in ballo le nomine dell'Aise e del DIS: Mancini sperava in una nomina più importante, poi saltata.

L'ex collaboratrice di Becciu Marogna stava facendo dossieraggio in Vaticano, assieme ai servizi nazionali: aveva rapporti col direttore dell'AISE Carta con cui ha vantato diverse operazioni di cooperazione, ma dopo che Carta si dimostra meno collaborativo, la Marogna si rivolge ad un altro funzionario dei servizi, Tavaroli, che la mette in contatto con Mancini.

L'idea di Mancini e Tavaroli era “disturbare” Carta, dice la Marogna: sembra una storia di spionaggio, un thriller, dove si fa fatica a seguire il filo del discorso e capire cosa sia vero o cosa inventato, tutto ruota attorno ai servizi, centrale nella crisi di governo, centrale anche nei dossier della Marogna.

Il nome di Marco Mancini è ingombrante, come anche Tavaroli: quest'ultimo cercava di mettere le mani sulla chat della Marogna con Carta, per poterlo poi attaccare: queste chat le erano state chieste anche dall'ex giornalista Luca Fazzo, sospeso nel 2006 per i suoi rapporti poco trasparenti col Sismi e con Mancini, ai tempi del rapimento di Abu Omar.

Le indagini dei magistrati di Milano scoprirono che c'era una strategia per cui nel Sismi si davano indicazioni ai giornalisti su cosa dovevano scrivere – racconta il giudice Spataro: tra i giornalisti imbeccati dal Sismi viene citato Renato Farina, autore di diversi articoli a difesa di Becciu, dopo le inchieste de l'Espresso.

Marco Mancini è stato uno dei protagonisti della rendition di Abu Omar, un episodio che non fa onore alla storia del nostro paese, perché conferma che anche in questo paese per combattere il terrorismo si deve fare terrorismo, della sudditanza del nostro paese nei confronti degli Stati Uniti – è sempre Armando Spataro a parlare.

Il Sismi era stato informato dell'operazione e ha dato spazio ad agenti della Cia per rapire l'Imam: Pollari e Mancini sono stati condannati in primo grado ma poi assolti in appello perché poi tutti i governi, da Berlusconi a Renzi, hanno posto il segreto di stato.

Mancini è stato coinvolto anche nella vicenda dello spionaggio dentro la Telecom, con dossier compilati su uomini dello spettacolo e dell'informazione.

LA vicenda dello spionaggio Telecom si collega al suicidio di Adamo Bove, ex direttore della security Tim, che aveva consegnato alla Digos i numeri di cellulare degli agenti del Sismi coinvolti.

Nonostante questi incidenti di percorso, Abu Omar e Telecom, la carriera di Mancini non si interrompe, grazie ai suoi rapporti con la politica racconta un ex agente del Sismi.

Mancini cercava una sponda in Renzi per la nomina di Mancini?

L'ex presidente ha negato aggiungendo anche che da quando non è più presidente non mette più bocca su queste nomine e insinuando un pagamento fatto da Report in Lussemburgo.

Sigfrido Ranucci ha chiarito che non è stato pagato nulla per quel video, nessun bonifico in Lussemburgo c'è stato, aggiungendo anche che Renzi farebbe bene a chiarire bene quell'incontro, per il ruolo che ha in Italia.

Dall'inchiesta di Report emersa una rete che pensavamo non ci fosse più: la fonte Betulla, Farina, che scrive contro Report, l'agente Mancini, Tavaroli, la Marogna e il cardinale Becciu.

Erano gli anni del dossieraggio di Pio Pompa, un impiegato del Sismi, contro giornalisti e politici avversi all'ex presidente Berlusconi.

Dossieraggi per creare quella macchina del fango che non ha mai smesso di funzionare.


Il complotto contro Berlusconi

La campagna stampa dei giornali di Berlusconi contro il giudice Esposito è stata una vergogna, basandosi di confidenze raccolte da persone durante le cene a cui il giudice aveva partecipato.

LA sua colpa aver condannato l'ex presidente per frode fiscale, per la frode carosello con cui aumentavano i costi in modo fittizio dei film acquistati dall'estero.

Fatale fu la cena a base di pasta e patate a Scalea, con Franco Nero: in questa cena l'imprenditore Massimo Castiello racconta di alcune dichiarazioni che Esposito oggi nega di aver mai fatto. Castiello non parla col giornalista, perché sotto processo.

Alla cena era presente anche un altro commensale, Domenico Fama, che quelle frasi non le ha sentito, come confermato anche da Franco Nero.

Titoli e prime pagine basate sulle parole sentite da un imprenditore, questo è il giornalismo di Sallusti.

Giornalismo su cui si è basata la denuncia dell'avvocato Saccomanno, ora a fianco di Salvini: denuncia finita poi nel nulla.

Il giudice Esposito ha presentato una denuncia contro Castiello per false dichiarazioni: davanti ai giudici sono chiamati sia Fama che Franco Nero. I magistrati di Milano condannano la moglie di Castiello, che avrebbe agito così per visibilità politica.

LA seconda vicenda in cui è stato coinvolto Esposito riguarda la sua vacanza a Ischia all'Hotel Svizzera negli anni precedenti la sentenza: l'albergo è di proprietà del coordinatore di Forza Italia De Siano e anche qui alcuni dipendenti riportano diverse frasi del giudice contro Berlusconi, registrando anche un video nello studio dell'avvocato Larosa.

Oggi il bagnino dell'albergo (che ha riportato le affermazioni di Esposito) abita nella villa di De Siano sull'isola e oggi, assieme al cameriere, ha scelto di non rispondere alle domande di Luca Chianca.

Tutto fatto di loro spontanea volontà, garantisce oggi il senatore De Siano, non ha fatto alcuna pressione per portarli davanti all'avvocato e registrare quel video, usato poi da Berlusconi per il suo ricorso di fronte alla corte dei diritti dell'uomo in Europa.

Infine l'audio del giudice Amodeo Franco, pubblicato dal giornale Il riformista, dove la sentenza veniva definita una porcata.

Berlusconi l'ha tenuta riservata per anni quella registrazione, fino alla morte del giudice Franco: Franco si è incontrato con Berlusconi per tramite di Cosimo Ferri, ex magistrato dalle mille relazioni.

Chi ha registrato questo audio? Il regista dell'operazione rimane Berlusconi, il suo staff ha registrato di nascosto il giudice Franco in questi incontri anomali.

Nelle registrazioni Franco parla dell'incompetenza della sezione feriale, una affermazione falsa, poiché in quella sezione c'erano giudice competenti (tra cui lo stesso Franco) come Esposito e D'Isa.

Dunque di che complotto parlano Porro, Sallusti e Sansonetti? Confondono i processi Mediatrade col processo Mediaset: per questo Sansonetti è stato sanzionato dall'ODG del Lazio.

C'è dell'altro: Report ha scoperto che il giudice Franco aveva cercato di registrare i colleghi mentre erano riuniti in camera di consiglio e stavano decidendo sulla condanna di Berlusconi.

Lo hanno raccontato due altri giudice del collegio, Aprile e D'Isa, che però non lo hanno denunciato successivamente la sentenza.

Aprile lo ha raccontato a Palamara che, intervistato da Chianca, racconta a sua volte delle pressioni ricevute da Franco per arrivare alla condanna: ma se non era d'accordo con la condanna, perché ha firmato quella sentenza?

Franco con Berlusconi racconta di aver parlato della “porcheria” col consulente giuridico di Napolitano, Lupo e che dunque l'ex presidente della Repubblica sapeva.

Le richieste affinché Franco intervenisse presso il presidente Napolitano, nei giorni prima della sentenza, non è la sola anomalia: negli audio si sente la voce di Berlusconi dire che Letta era andato dal presidente della Cassazione, Santacroce.

“È andato Gianni Letta da Santacroce e ci ha detto: ‘Ormai avete quel collegio lì e ve lo tenete. Abbiamo un relatore assolutamente sopra le parti’ (Franco, ndr)”.

Anche il procuratore della Cassazione Mura sarebbe stato “toccato”, racconta Berlusconi:

“Il procuratore di Cassazione, andiamo a toccarlo con un nostro amico”.

Ma alla Cassazione, Mura fa una requisitoria dura. Tutto questo materiale è sul tavolo della corte dei diritti dell'uomo a Strasburgo, che dovrà decidere sulla terzietà dei giudici che hanno condannato Berlusconi, su nastri dove parla una persona morta e di testimonianze di bagnini e camerieri di un senatore di Forza Italia.

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