Lavorare in smart working
C'è chi lavora da Lipari, di fronte al mare e al sole calante, grazie allo smart working e ad una connessione internet stabile. Si può lavorare anche da una crociera, come ha fatto Barbara che ha raccontato la sua esperienza a Report.
Non tutti possono permetterselo, però lo smart working potrebbe essere mantenuto anche alla fine della pandemia, servirebbe a ridare linfa ai borghi e a decongestionare le città.
Stefano Boeri immagina un futuro in cui ci sia un mix tra il lavoro in sede, nelle città e il lavoro nei borghi, a distanza.
Ci sono borghi che si stanno attrezzando, come Santa Fiora, che aiutano chi si trasferisce da loro: dal bosco verticale di Milano si passa al bosco reale di Santa Fiora.
Ma ci sono borghi dove la banda larga non esiste: l'Italia è al quartultimo posto in UE per l'accesso alla banda larga e così ci sono paesi che si costruiscono la fibra da soli, come a Cuneo nel paese di Belbo.
A Foggia a Candela hanno messo in piedi un progetto delle case ad un euro, in comodato. E così a Milano gli uffici si spopolano: come si controllano i dipendenti da remoto?
Ci sono aziende che non si fidano dei lavoratori e fanno uso dei pacchetti offerta per spiare i dipendenti e che arrivano a controllare perfino con GPS i dipendenti, usando servizi di agenzie private.
Il telecontrollo uscito dalla porta torna dalla finestra: ma un'azienda che non si fida dei dipendenti, non ha vita lunga, anche perché in alcuni casi l'agenzia di investigazioni private non ha rispettato le regole, andando a spiare la vita delle persone, per scovare i furbetti.
Gli incontri di Mancini
Dopo i servizi di Report con l'incontro di Mancini (dirigente DIS) col senatore Renzi, il governo ha emesso una direttiva per regolare gli incontri dei politici con esponenti dei servizi, che dovranno essere autorizzati.
Ancora non sappiamo il perché dell'incontro, ma secondo il senatore Larussa parlavano della permanenza di Conte al governo, nessun segreto da riferire.
Conte, intervistato da Walter Molino, ha spiegato di aver incontrato Mancini diverse volte, in occasioni ufficiali nelle sedi istituzionali.
Mancini ha riferito dell'incontro ai superiori? Il Copasir ha convocato Vecchione, ex direttore del Dis, per chiederne conto. Raffaele Volpi, presidente del Copasir, ha spiegato che esiste un obbligo di riservatezza per chi lavora nei servizi, dunque il contenuto dell'incontro all'autogrill non può essere rivelato e che non ci sono elementi per dire che dietro quel video ci siano attività di intelligence.
Ma dopo 24 ore dell'incontro al Copasir dove Vecchione aveva dichiarato che l'incontro del 23 dicembre aveva origine personale, Draghi mette al suo posto la dottoressa Belloni, e il Dis ha annunciato di aver aperto un'inchiesta su quanto accaduto.
Conte ha scelto di non confermare né di smentire quanto emerso dai servizi, la voglia di una promozione da parte di Mancini, la ricerca di una sponda in Renzi, forse, o in Conte.
Un altro problema nel mondo dei servizi è quello della poltrona di Volpi, presidente del Copasir: quel posto doveva andare a Fratelli d'Italia: sempre secondo Larussa Volpi non ha ceduto il posto dopo le nomine a sottosegretario. E' stato Salvini a volere che rimanesse al Copasir (e che dunque rimanesse uno della Lega)?
Anche Salvini ha incontrato Mancini, più volte e qualche volta anche in autogrill e in prossimità di Cervia. Oggi Salvini non si ricorda più di questi incontri, fuori dai luoghi istituzionali: si ricorda solo dell'incontro a San Vittore, dopo l'arresto per la rendition di Abu Omar.
Cosa sarebbe successo se anziché l'insegnante ci fosse stato un agente dei servizi, avrebbe potuto intercettare il colloquio tra due persone dello stato, che magari avrebbero potuto essere anche ricattati per quell'incontro.
Sorprende, commenta Ranucci, l'attivismo di Mancini, uomo del Sismi di Pollari, direttore dei servizi ai tempi del dossieraggio contro giornalisti e magistrati ostili al governo Berlusconi.
Terra infelix – i rifiuti campani
SRA è una società che tratta rifiuti della zona di Salerno: non tutti i rifiuti possono essere recuperati, alcuni devono finire in discarica con un costo non indifferente.
La società ha fatto un contratto con una società tunisina (Soreplast) che garantiva un prezzo basso per la gestione in discarica, ma dopo l'invio dei primi container è partita un'inchiesta in Tunisia che ha portato all'arresto del ministro dell'ambiente.
La Soreplast non poteva importare quel materiale, rifiuti domestici, con quella capacità scritta nel contratto con la SRA (120 mila tonnellate): il direttore della società oggi è latitante e il magazzino della società è sotto sequestro.
Aveva fatto un accordo per trattare i rifiuti a 48 euro (mentre in Italia il trattamento costa anche 150 euro), ma quasi sicuramente sarebbero finiti nelle discariche vicine al loro impianto, con un costo di soli cinque euro, con un bel guadagno.
Chi ha autorizzato questa spedizione e questo contratto di rifiuti? Secondo il servizio di Report la regione Campania ha chiesto un parere al console tunisino a Napoli, anche lui ora sotto indagine.
In Tunisia questo scandalo ha fatto rumore, ci sono manifestazioni della associazioni ambientalistiche, ci chiedono di riprenderci i nostri rifiuti, perché non ci sono aziende capaci di trattarli e non sono disposti ad accoglierli nelle discariche.
Secondo la SRA è colpa della regione o della Tunisia: ma la regione ha scelto di non rispondere a Report, dando la colpa alla società salernitana, e a chi ha falsificato gli atti che lei stessa ha avallato.
Arbitro dovrebbe essere il ministero dell'ambiente, focal point secondo la convenzione di Basilea: ma anche il direttore generale al ministero non prende posizione e da la colpa alla regione, i rifiuti dovranno tornare in Italia, ma non si capisce bene a costo di chi.
Pagherà la regione Campania o la SRA, questa montagna di rifiuti che stanno marcendo in un porto della Tunisia? La ditta salernitana non vuole pagare la fideiussione al governo di sei milioni, per il rientro.
Questo inghippo internazionale nasce dal fatto che in Campania mancano strutture per trattare i rifiuti e così succede che materiale lavorato in un impianto per rifiuti, finisca in un terreno nelle campagne del foggiano, “dimenticato” da un trasportatore.
E ora il padrone del campo che si è trovato queste balle di rifiuti dovranno pagare 150mila euro per mandarli in discarica: la polizia locale non ha strumenti per presidiare il territorio, sono solo due agenti al comune di Stornara, dove i rifiuti finiscono dalla provincia di Salerno in campi, in capannoni abbandonati.
Ad Afragola e Acerra nei terreni coltivati è stato steso del compost fuori specifica, prodotto dagli impianti di compostaggio che non poteva essere venduto ai contadini mentre andava smaltito in discarica a pagamento.
I carabinieri sono intervenuti a controllare questi campi quando è stato scoperto che il mais cresceva a macchia di leopardo: dove c'erano queste macchie sotto c'era una maggiore quantità di rifiuti, aghi per insulina, pezzi di vetro, ferro, plastica, pezzi di tappeti..
Questi sversamenti di rifiuti sono stati scoperti dai droni dei volontari delle associazioni ambientali di Acerra: le persone se ne erano accorte dalla puzza che arrivava dai campi, dopo che i camion scaricavano i cumuli di compost fuori specifica.
I volontari hanno fatto la denuncia, ma le cose sono andate avanti ancora, le indagini sono partite solo quando fu scoperto che il mais cresceva a macchia in un terreno dove qua e la sporgono ancora pezzi di plastica.
Il padrone del campo ha aggredito i volontari di Acerra, di fronte alle telecamere di Report: “chi vi ha detto che non è buono il terreno”, gridava ai volontari, ma il terreno è veramente inquinato dicono le analisi dell'Arpac.
Agli agricoltori questo compost fuori specifica viene regalato dalle ditte di smaltimento rifiuti, “per beneficenza”, come la Castaldo High Tech di Giugliano.
Nei documenti, mostrati da Report, risulta che l'azienda porta agli agricoltori del compost denominato “terra felix”, terra fertile, mentre invece si tratterebbe di compost fuori specifica, rifiuti che non possono essere considerati concimi e che potrebbero causare danni per la salute.
Tutto questo succede perché lo stato non controlla, fa finta di non vedere: secondo i volontari di Acerra, il compost “terra felix” non è fertile, le procure di Nola e di Napoli stanno indagando su queste aziende di compost.
Arpac ha interdetto 30 ettari di terreno nella terra dei fuochi, l'istituto superiore della sanità ha trovato una correlazione tra vivere in questi terreni, dove si fa combustione dei rifiuti e ammalarsi di malattie respiratorie, ma nonostante questo, in Campania continuano a proliferare discariche illegali, rifiuti industriali sversati sui terreni, dati alle fiamme.
A Trentola Ducenta l'associazione ha ripreso i roghi alle montagne di spazzatura: “chissà che estate ci aspetterà” si chiedono Biagio e Giovanni, due esponenti, memori dei roghi dell'estate 2020, perché la situazione è peggiorata quest'anno, in questa discarica illegale si trovano rifiuti pericolosi abbandonati lungo la strada per centinaia di metri.
A Villa Literno i comitati avevano trovato montagne di pneumatici che venivano portate lì sistematicamente per bruciarli: dopo le segnalazioni dei fuochi ci fu per la prima volta la rimozione dei rifiuti da parte del comune.
Quest'anno pneumatici non se ne vedono ma quel sito rimane un posto dove le persone scaricano ancora rifiuti con una sorpresa: una serie di carte di credito ancora valide o ancora da attivare di utenti del nord Italia. Bernardo Iovene ha contattato i carabinieri che faranno i loro accertamenti.
Ma dopo tre giorni dalla prima visita, a Villa Literno sono tornati i pneumatici: “questo è diventato un incenerimento ordinario a tutti gli effetti” e ogni rogo è diossina che si espande sulle case.
A Grazzanise Gennaro Parente segnala discariche illegali alle istituzioni: in uno di questi si trovano perfino delle bare. L'area doveva diventare un'isola ecologica, ma al momento si fa discarica abusiva per pneumatici, nonostante esistano impianti di riciclaggio in grado di smaltire tutti i copertoni. Perché chi compra o vende a nero, non può prendersi il contributo per smaltire le gomme.
Come mai le persone preferiscono buttare frigoriferi o pneumatici per le campagne anziché nelle discariche, come succede a Giugliano?
I diversi viceprefetti che si sono succeduti al ruolo di commissario per il contrasto ai roghi sono stati promossi, alla fine del loro mandato: che risultati hanno ottenuti?
Mancano gli impianti di trattamento – è la risposta dell'attuale commissario che però aggiunge che il numero dei roghi sono diminuiti.
I giornalisti di Fanpage hanno smascherato la cattiva gestione di SMA, per uno smaltimento illegale di fanghi: un'inchiesta in cui i giornalisti hanno coinvolto anche un vero camorrista che, a Report, spiega che i rifiuti sono oro per la Camorra.
In quei comuni della terra dei fuochi lo smaltimento dei rifiuti non si paga, caso unico in Italia: ma nonostante questo nelle isole per i rifiuti troviamo pochi frigoriferi, pochi penumatici.
Colpa della cultura del nero, colpa di una cattiva cultura delle persone, dei politici locali che non hanno voglia di inimicarsi chi fa il nero.
La trasparenza nella CISL
Assunzioni fittizie, distacchi sindacali per non pagare contributi e metterli a carico dell'Inps.
Alla richiesta di trasparenza, di informazioni per denunce fatte da sindacalisti stessi ai vertici, la giornalista di Report ottiene come risposta solo insulti, “siete beceri”.
Su queste storie sarà la Guardia di Finanza a stabilire se ci sono reati, da far giudicare poi a dei magistrati. Nell'attesa, come faranno a fidarsi del sindacato le migliaia di lavoratori, pensionati, italiani che si sono iscritti alla Cisl?
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