Lo scandalo delle plusvalenze dentro cui è finita indagata la Juventus, il potere dei procuratori nel calcio. A seguire un'inchiesta sui banchi a rotelle nelle scuole e su come è stata gestita la pandemia.
Nell'anteprima un servizio sulle pale eoliche: come girano le pale in Italia?
Il mistero del Bastastello di Giuliano Marrucci
Nella provincia di Benevento, grazie alla conformazione morfologica, sono state installate tante pale eoliche ma prima che fosse sostenibile la loro installazione.
Purtroppo oggi, dove l'installazione è diventata sostenibile grazie alle leggi sulla transizione ecologica, è diventato paradossalmente più difficile installarle, specie da quando la provincia è gestita da un politico che ha fatto una sua battaglia alle pale.
Così, anziché mettere nuovi impianti, si fa revamping, installando nuovi generatori più performanti, il che è anche una cosa buona: ma anche in questi casi la provincia rimane restia a concedere le autorizzazioni perché quello delle pale non è una priorità, spiega il suo presidente, nonostante la transizione ecologica e l'obbligo di abbattere la co2.
Come spiega in studio il conduttore di Report Ranucci, dovremmo mettere impianti da fonti rinnovabili per 8000MGW, mentre in realtà ne installiamo un decimo: tutto è bloccato dalle autorizzazioni necessarie, richieste dagli enti locali.
Ma non sempre le cose vanno male: a Verona nel comune di Alfio i generatori sono stati messi dentro un ecosistema protetto, tra vigneti e un bosco, mantenendo la biodiversità del luogo.
L'impianto sul monte Mesa è stato progettato dal dottor Giusti, che ha convinto la multiservizi di Verona, la AGSM nell'investire in pale eoliche.
Ma anche qui, sono serviti anni per avere l'autorizzazione, mentre per la realizzazione degli impianti sono bastati 99 giorni.
Nel Mugello, un impianto simile è stato bloccato dagli enti, a cui il progettista, l'ingegner Giusti, ha dovuto rispondere con dei documenti.
Stessi problemi per la realizzazione di impianti fotovoltaici: la soprintendenza ha bloccato un impianto a Volterra, perché i materiali non erano idonei, perché l'impianto era grande, senza aver visto il progetto.
L'opposizione della soprintendenza è finita al consiglio dei ministri dove ha pure portato come giustificazione per la bocciatura, la presenza di resti archeologici. Resti che non esistono, si tratterebbe di un falso storico.
Così, tra ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato, i tempi per realizzare gli impianti su allungano.
E la transizione ecologica? Gli impianti eolici e i pannelli servono proprio per questo, di certo meno impattanti delle colate di cemento per autostrade e linee ad alte velocità.
Nemmeno nel mare le pale eoliche vanno bene: il parco eolico davanti Riccione e Rimini è stato bloccato con questa scusa, mentre si approvano nuove piattaforme per estrarre petrolio dall'Adriatico.
Mentre un parco eolico è stato autorizzato lungo la costa pugliese, a Castro dove è sbarcato Enea: a dieci km dalla costa si realizzerebbe il più grande parco al mondo, con cento pale di fronte ad un sito di grande importanza.
Il vincolo paesaggistico non vale dappertutto? Come mai non esiste un piano nazionale che dice dove creare parchi e installare pali e dove non si deve fare niente?
Febbre a 90 di Daniele Autieri
Daniele Autieri è tornato ad occuparsi di calcio e delle inchieste sulle squadre di calcio, partendo da Luciano Moggi, simbolo dello scandalo di calciopoli nel 2006.
Da allora il processo al calcio non è mai stato fatto: “il calcio è questo” dice oggi Moggi che anche 15 anni fa fu coinvolto in un filone di indagini sulle plusvalenze che all'epoca per la Juve assommavano a 5 ml, mentre altre squadre ne avevano molte di più.
Altre procure archiviarono subito le loro indagini, mente quella per Juve durò due anni, fino ad arrivare al GUP che archiviò perché il fatto non sussiste.
Con le plusvalenze sposti i problemi nel futuro, non risolvi veramente i problemi – racconta l'ex direttore della Juve.
Moggi ha risposto anche alle domande sugli agenti, oggi potentissimi tanto da condizionare le squadre, come Raiola e Mendes.
“Io ho fatto le squadre forti con Raiola, oggi si sente che prende 25 ml .. sapete cosa gli ho dato a Raiola per avermi fatto prendere Nedved, anche Emerson che era della Roma, non era procuratore e l'ho mandato a litigare con la Roma, anche Ibrahimovic? Gli ho preso un giocatore, senza dargli dei soldi, un ragazzino valutato un milione, poi questo ragazzino l'ho dato in comproprietà al Siena e m'ha dato 500mila euro. In tutta l'attività con Raiola ha preso un milione ..”
Moggi è stato condannato a due anni in appello, poi nel 2015 è scattata la prescrizione: oggi assieme a Giraudo ha presentato ricorso alla corte europea per i diritti.
All'epoca le plusvalenze erano solo 5 ml, oggi il valore e il peso sui bilanci è maggiore: le squadre usano le plusvalenze a specchio, per sistemarsi i conti senza tirar fuori soldi, con la compiacenza di altre squadre e di procuratori che si prestano a questi scambi.
Si sposta più in là il debito, ogni anno devi ripetere il gioco: ma alla fine la bolla dei conti è destinata ad esplodere: oggi la Juve è accusata di false comunicazioni, di aver falsificato i bilanci dalla procura di Torino.
Accuse che si sono concentrate sull'acquisto di alcuni calciatori, come quello di Rovella, sul contratto di Ronaldo. C'è poi sul ruolo dei procuratori come Raiola: Report la scorsa volta era andata a cercare la sede del procuratore a Malta, senza riuscirci.
Al centro dell'inchiesta della procura di Torino ci sono una serie di operazioni di mercato fittizie per un totale di 322 milioni di euro che sarebbero serviti per far quadrare i conti del club, la “gestione malsana delle plusvalenze”.
Fabio Pavesi, giornalista che si occupa di questi temi, spiega alla trasmissione che le plusvalenze sono raddoppiate negli ultimi 5 anni, per tutte le squadre, per la sola Juventus da sola fanno il 25% dell'intero fatturato annuo.
L'indagine della procura segue una precedente indagine della Covisoc, la commissione di vigilanza delle società di calcio, che proprio sulla Juve concentra il numero di operazioni sospette, solo negli ultimi due anni sono 62 i trasferimenti sospetti, di cui 42 riguardano la Juventus – continua Pavesi.
L'indagine della procura sta approfondendo anche i dettagli del contratto di Ronaldo, cercando documenti e scritture private al di fuori degli accordi ufficiali.
I manager intercettati sanno che questi documento sono scottanti (e che non sono ancora stati trovati).
Ma si parla anche di operazioni a specchio, trasferimento dove nessuno dei club ha sborsato un euro, tra questi quello di Nicolò Rovella, centrocampista acquistato il gennaio scorso per 18ml dal Genoa, mentre due calciatori della Juve finivano alla squadra genovese, uno per 10 e l'altro per 8 ml, un caso? In tutte e due le squadre a bilancio è entrata una plusvalenza, senza esborso di denaro, senza nessun flusso di cassa.
Ma il valore di 18ml per Rovella è reale? “Mi sembra un po' tutto irrealistico, chi conosce Rovella...”
Dentro il sistema un ruolo importante lo hanno i procuratori: nel caso di Rovella l'agente che ne cura gli interessi è Giuseppe Riso, che ha preso per la mediazione 7,2 milioni di euro.
Nel 2019 la Juve ha messo a bilancio 154 ml di plusvalenze, la Roma 132ml, che pesano sui ricavi tra il 25 e il 35%: mentre Consob si muove con celerità, l'azione della Covisoc non è così solerte, nessun provvedimento è stato ancora preso sui calciatori dentro questa indagine.
Lo scorso novembre la IAFA, associazione degli agenti, ha nominato presidente il procuratore Mino Raiola: Report a questo evento non era benvenuta, a fine incontro Raiola ha rinfacciato al giornalista di non aver fatto un servizio corretto, quando ha parlato della sua sede a Malta.
Report aveva trovato questo indirizzo in un palazzo a Malta leggendo le carte dell'operazione di vendita del calciatore Manolas.
Ma Raiola aveva cambiato indirizzo senza averlo comunicato: oggi la sua residenza è a Montecarlo, la sua società è operativa e non viola le leggi.
Le plusvalenze le fanno tante squadre tra cui il Genoa: fattura 70ml dalle plusvalenze, un valore mai visto nella storia del calcio. Eppure oggi tutti aspettano l'esito della giustizia ordinaria, perché quella sportiva si muove con tempi incerti. Con qualcuno interpreta le leggi con altri le applica, come sembra essere successo col Chievo.
La cenerentola del calcio, il Chievo.
A scivolare sulle plusvalenze qualche anno fa era stato il Chievo, coinvolto in una inchiesta della procura federale e punito con diversi punti di penalizzazione: il presidente Campedelli, che ha accettato l'intervista, ha raccontato al giornalista quei fatti, “la procura federale ha contestato al Chievo il fatto che facessimo plusvalenze fittizie per ottenere l'iscrizione. Noi abbiamo dimostrato che avevano sbagliato i conti e che noi eravamo iscrivibili a prescindere dalle plusvalenze.”
Nel 2018 il Chievo si è salvato, ma non questa volta: il 26 giugno scorso il Coni rigetta il ricorso del club e decreta la sua esclusione dal campionato di serie B per debiti tributari pari a 20 ml di euro.
Sono stati buttati fuori dal calcio? “Per me noi, al tavolo non servivamo più” - risponde il presidente “ed è giusto che nella loro ottica .. come dice un mio ex amico, la legge per gli amici si interpreta e per i nemici si applica, devo dire che per me non si è mai interpretata.”
Il Chievo oggi ha venduto tutti i suoi calciatori più importanti, è una squadra fantasma senza certezze per il futuro, compreso quello del presidente “credo che sia l'ultima intervista che rilascio.”
I problemi del calcio italiano oggi è che si fa calcio ma non per fare calcio (in senso dello sport), ma per altre cose, affari, interessi, protagonismo.
Il Chievo ha pagato il fatto di essere la Cenerentola del calcio italiano? “Sembriamo più la strega cattiva di Biancaneve”.
Il Chievo non era meno cattiva strega di altre squadre: almeno la metà delle squadre di calcio sono in ritardo nei pagamenti, dell'Iva, dei calciatori.
Sono finiti i soldi, per esempio per l'Inter che, per pagare ha emesso un bond: il consulente Bellavia parla di situazione disastrosa per l'Inter, una situazione molto squilibrata.
Per fare soldi hanno rivalutato i loro beni, il marchio e la libreria storica. Nonostante l'allarme lanciato a giugno da parte della Covisoc, sui bilanci delle squadre, la Federcalcio ha poi emesso un provvedimento per ritardare i controlli sulle squadre (sui pagamenti di tasse e contributi), per evitare altre sanzioni.
L'immobiliare del Milan e le bollette pazze
Michelangelo Albertazzi è un ex calciatore professionista, ha vissuto in un edificio della squadra, concesso come benefit dal club. Il calciatore avrebbe dovuto solo pagare le utenze: ma Albertazzi si è visto detrarre spese enormi dallo stipendio, per migliaia di euro, ma non è mai riuscito nemmeno a vedere una bolletta, in quei tre anni a Milano. Di mezzo c'è la Tor di Sole SRL, affittati alla Milan Real Estate (all'epoca a capo c'era Galliani).
Albertazzi ha avuto anche una richiesta di pagamento danni alla casa, per 120mila euro.
Queste anomalie non sono state denunciate da altri calciatori del Milan, ma Report ha trovato dei documenti che dimostrano che il problema delle “bollette pazze” era frequente.
E' stato un modo per recuperare liquidità a scapito dei calciatori? Purtroppo oggi non è possibile stabilirlo.
Il potere dei procuratori
Per raccontate del potere dei super procuratori, come Mendes (procuratore di Rinaldo) Report ha raccontato la vicenda di Rino Gattuso: il procuratore voleva piazzare 4 giocatori alla Fiorentina, come condizione per portare come allenatore Gattuso, una sorta di ricatto alla squadra che alla fine ha portato alla rescissione del contratto con l'allenatore (il cui agente è lo stesso Mendes).
C'è un conflitto di interesse, ha chiesto il giornalista a Gattuso? “Quando una persona è perbene e si comporta bene non ha scheletri nell'armadio” la risposta.
Anche dietro la vendita del calciatore della Fiorentina Vlahovic c'è un mistero sui procuratori reali: l'agenzia del campione della Fiorentina, International Sport Office, ha molte entrature col governo Serbo, del presidente Vucic.
Lo stato controlla due club, il Partizan la Stella Rossa, perché girano tanti soldi col calcio, perché fucina di nazionalisti.
Il figlio del presidente Vucic è in contatto con ultras serbi e con gruppi criminali legati al tifo – come raccontano dei giornalisti investigativi che Report ha incontrato.
Se il figlio di Vucic fosse il vero procuratore del calciatore, la commissione per il suo passaggio di proprietà sarebbe come un finanziamento alla politica?
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