Perché otto?
L'avvocato Andrea Massimi guarò la donna che gli stava davanti. La certezza che sarebbero finiti a letto quella sera stessa gli dava un'emozione che annullava tutto il resto: il sapore del cibo, la confusione del piccolo ristorante affollato, la paura che qualcuno lo potesse riconoscere in un posto pieno di gente mentre stringeva la mano di una ragazza che la metà degli anni di sua moglie. Ma non gliene fregava niente, pensava solo a quello che sarebbe successo poco dopo a casa di lei.
Ogni tanto ci capita di incontrarli, ma il più delle volte facciamo finta che non esistano. Giriamo la testa dall'altra parte, non li vediamo, passiamo oltre senza nemmeno degnarli di uno sguardo.
Perché sono vestiti di stracci, hanno l'odore di chi non riesce sempre a lavarsi ed è costretto a vivere coi soliti abiti addosso, durante il giorno e durante la notte, magari mettendosi addosso quante più cose, per ripararsi dal freddo delle notte invernali.
Sono i senzatetto, i clochard, i barboni, li possiamo chiamare in tanti modi ma la sostanza non cambia: sono gli invisibili, persone che vivono alla giornata, senza un tetto sulla testa, senza un lavoro, con l'unica ossessione di recuperare, in tanti modi, alcuni magari anche poco legali, del cibo per nutrirsi, qualcosa con cui proteggersi dal freddo. Alcuni di loro, vinti dalla fame, si spingono anche a chiedere dell'elemosina, lungo le vie che in questi giorni sono anche affollate dalle persone in cerca di regali per le feste.
Ma la maggior parte di loro sono “invisibili”: persone con un nome e con un cognome che, per tanti motivi, hanno deciso di sparire, di nascondersi, di rendersi irriconoscibili.
“Andrea...! Finalmente!” La donna saltò giù dal letto e uscì dalla stanza di corsa. Un ceffone violento in pieno viso la mandò a sbattere contro lo stipite della porta.
L'avvocato Andrea Massimi è uno di loro: due anni fa era un avvocato che lavorava assieme al fratello Giorgio nello studio di famiglia a Roma. Ma una sera tutta la sua vita è cambiata per sempre: mentre lui era con la giovane segretaria, a cena prima e a letto poi (seguendo il solito e squallido copione di conquista), la moglie e la figlia venivano uccise nel corso di una rapina nella loro casa.
L’avvocato Andrea Massimi entrò in casa e la sua vita andò in pezzi con un fragore che lo assordò. Sapeva chi avrebbe trovato sotto quei lenzuoli sporchi di sangue sul pavimento del soggiorno.
Lo choc per la vista di quei corpi, coperti da dei teli, privi di vita, lo ha distrutto. Il rimorso, il senso di colpo per aver commesso quell'errore, non il primo della sua vita, di avvocato figlio di avvocati, lo ha devastato. Abbandonati i bei vestiti, le scarpe di cuoio, la macchina, la bella casa, Andrea oggi vive per strada, assieme a tanti altri come lui,
Quasi due anni dopo, l’avvocato Andrea Massimi non c’è più. Ora c’è solo Andrea, quarantacinque anni. Homeless, barbone, senzatetto. Vive per strada, fa quello che fanno tutti i barboni. Si mischia alla gente, invisibile, raccatta le scorie del fiume di umanità che gli scorre accanto senza accorgersi di lui.
Accanto ad ex musicisti come Aldo, che una vita fa era maestro di pianoforte, prima che arrivasse il Parkinson, Lillo il pazzo, che ogni tanto quando gli vengono gli attacchi di rabbia incontrollabili viene fermato dalle forze dell'ordine e costretto a subire un trattamento TSO. Totò e Peppino, due immigrati africani clandestini, costretti a nascondersi in mezzo agli invisibili per non finire in un centro migranti.
Nino è scappato in mezzo agli invisibili per sfuggire agli usurai, a cui si era rivolto per sistemare dei debiti con la sua impresa.
Poi c'è Gigi: è anche lui un immigrato, polacco, ubriacone come tanti senzatetto, ma anche ladro. Un ladro di altri “invisibili” come lui.
Sono questi i compagni della sua nuova vita, quella da “invisibile”, da clochard. Ora che ha perso tutto della sua vita precedente, Andrea passa le giornate scrivendo la sua storia dovunque gli capiti, col suo pennarello, perfino sulla panca del commissariato dove viene condotto, dopo un diverbio con due poliziotti nato dall'istinto di proteggere il suo amico Lillo, mentre veniva percosso da alcuni ragazzini. Perché anche questo succede ai senzatetto, essere considerati cose, su cui sfogare la propria rabbia, la repressione. Perché un “barbone” non è un cittadino protetto da diritti come tutti gli altri
Anche Andrea subisce le stesse percosse da quei due agenti: dopo essere scaricato nel parchetto davanti il commissariato, intravede al polso di una trans che sta entrando dentro, il braccialetto che aveva regalato alla moglie anni prima. Un braccialetto particolare, metà corallo, metà perle.
Il gioielliere dice che accontenterà tutti e due, farà un braccialetto apposta, unico. Solo per loro. Mischierà le perle di fiume con il corallo di mare. Acqua dolce e acqua salata. Va bene così?
Sarà questa scintilla a fargli nascere dentro un sentimento nuovo: il desiderio di scoprire cosa sia successo quella notte a casa sua. Ridare giustizia alla moglie e alla piccola figlia.
Perché, infatti, le indagini non erano approdate a nulla: era stata propria la famiglia di Andrea a chiedere alla polizia (e alla stampa) il massimo riserbo. L'indagine era finita in una archiviazione e quel duplice delitto era rimasto uno dei tanti casi insoluti.
Per la prima volta Andrea prova un desiderio che lo porta ad uscire dalla sua situazione di invisibile, gli da uno scopo in quelle giornate tutte uguali: per capire cosa deve si rivolge a Flora, un'altra invisibile, una donna cieca, ma capace di vedere dentro l'anima delle persone, come una maga. Una sacerdotessa, dentro il mondo degli invisibili, ben voluta da tutti.
“È la vita di prima che ti chiama, vero?”
“Devo sapere, Flora. Devo sapere perché è successo.”
“Tua moglie e tua figlia?”
Scoprire la verità, sapendo quanto dolore potrebbe costare, sapendo quanto questo possa sembrare assurdo. Come può un barbone risolvere un caso su cui magistrati e polizia hanno fallito? Ma Flora sa che Andrea ha un potere speciale
“Hai ragione, sei solo un barbone ubriaco. Ma hai qualcosa che tutti gli altri non hanno. Ma che abbiamo solo noi, noi che non abbiamo niente.”
“Cosa?”
“Il potere degli stracci.”
Il potere di girare per la città sapendo di essere invisibile, sapendo che le persone tolgono lo sguardo, non vogliono vederti.
E' finito il tempo dell'autodistruzione, dell'alcool, delle scritte col pennarello. Ma come fare a riprendere quelle indagini? C'è una sola persona che può aiutarlo, oltre al fratello con cui ha interrotto ogni rapporto.
Questa persona non è una invisibile, ma come Andrea, ha difficoltà ad essere presa sul serio nel mondo di maschi dentro cui lavora. Si tratta della procuratrice Anna Ungaro, anche lei era presente quella sera di due anni prima in casa di Andrea.
È difficile fare il magistrato quando sei una bella donna. Molti non ti prendono sul serio.
Anche Anna sta vivendo un momento di transizione nella sua vita, ma per tutt'altri motivi, legati alla sua relazione col fidanzato, su cui inizia a chiedersi se ne valga veramente la pena.
E ora Anna se lo ritrova davanti, quell'uomo coi suoi occhi blu profondo, che le sta chiedendo aiuto: sarebbe facile per lei sbarazzarsene, denunciandolo alla polizia che magari lo riempirebbe nuovamente di botte. Ma la procuratrice Anna Ungaro decide di dare fiducia a quel barone, a quell'uomo “invisibile” e che forse nelle indagini, qualcosa che non torna c'è veramente. L'infrazione in casa, quel braccialetto.
Ma sarà un'indagine difficile, dove la fiducia di Anna verso Andrea sarà messa a dura prova (e se fosse solo un barbone ubriaco), ma anche Andrea dovrà immergersi in un mondo pericoloso, aiutato dai suoi amici, per scoprire i suoi perché e dare giustizia alle persone che aveva amato.
Forse c'è qualche nota sentimentale di troppo, ma rimane un giallo interessante che parla di tradimento e riscatto e che ci parla di un mondo sconosciuto, quello delle persone ai margini, nemmeno degne di un nome, eppure persone con un passato, spesso doloroso e con un presente tremendamente difficile.
In questo romanzo si parla anche di identità, della scoperta di noi stessi, di come sia difficile fare i conti col proprio passato e anche col proprio presente.
Interessante il rapporto del protagonista col fratello, una sorta di suo alter ego, due caratteri all'opposto. Un rapporto che viene raccontato, pezzo per pezzo, in mezzo ai capitoli del libro.
Chi sono io, si chiede il protagonista, Andrea? L'avvocato bello e famoso che si portava a letto le sue conquiste? Oppure l'uomo coperto di stracci che vive assieme ad altri come lui ma che lo amano e rispettano?
La scheda sul sito dell'editore La Nave di Teseo e un'intervista all'autore sul Corriere
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