Fa un caldo da morire, eppure parecchi di noi sono ancora vivi. È inizio luglio, si boccheggia. Me ne sto fuori, appoggiato alla vetrina della lavanderia di Mohamed, e guardo il traffico, la gente che sta male, quelli che potrebbero addirittura schiattarmi davanti agli occhi.
Diavolo
di un Contrera, cacciato di casa dal terribile cognato, Ermanno il
buon padre di famiglia, ridotto a vivere in una roulotte fatiscente,
con una ex moglie caduta in crisi per quel bambino che avrebbe potuto
riunirli, una figlia adolescente che non lo può vedere.
Eppure
è ancora lui, coi suoi anfibi, con i soliti vestiti addosso anzi,
solo una maglietta sudata perché fa caldo a Torino d’estate.
Barriera di Milano: si chiama cosí il mio quartiere, quello che mi ha dato i natali e pure le pasque, la mia tana, lo stagno nel quale imputridisce tutto.
Nonostante tutto, non ha ancora perso quella sua capacità di farsi odiare da tutti, per le sue battute sempre fuori luogo, per la sua consapevole superficialità, che assieme al suo egoismo lo ha portato a rovinare tutto nella sua esistenza. Una famiglia, un lavoro in polizia da cui è stato cacciato dopo essere stato beccato a spacciare droga, la fiducia nel padre, poliziotto, è riuscito pure a rovinare il rapporto con la ex fidanzata Erica .. Cosa gli rimane? Una sorella, Paola, che cerca di proteggerlo come può, quei due nipoti che stravedono per lui. E poi quella costante sete, sin dalla mattina, ogni momento della giornata, una sete che può solo placare con una Corona ghiacciata.
Come quella che si sta bevendo nel suo ufficio, che poi sarebbe la lavanderia dell’amico Mohamed, dove riceve i suoi clienti, la gente del quartiere Barriera di Milano, ex quartiere operaio oggi trasformato in una babele di mille lingue, dove convivono pensionati, immigrati, criminalità italiana e di importazione. Un quartiere dove “pulsava l’onesta vita operaia”:
.. cammino per Barriera, in mezzo a tutta questa gente sfaccendata, un occhio alle panchine di largo Lauro Rossi su cui sostano spacciatori, clienti, amici di spacciatori, amici di clienti e giovani disgraziati con la pelle d’ebano che hanno messo su una specie di partita a calcetto tra due altalene
Ma nonostante tutto, nonostante quella vita sempre sul ciglio del burrone, nonostante abbia rischiato la pelle più volte (l’ultima volta perfino in diretta video, in “Omicidio per principianti”), Contrera è ancora qua. A cercare di risolvere i casi che gli affidano i suoi clienti: come per esempio Giulia, un’amica della sorella Paola che gli chiede di indagare sul marito, Enzo Marsala, un operaio come tanti, perché sospetta che la stia tradendo: i segnali ci sono tutti, una macchia di rossetto, torna a casa spesso tardi..
– Enzo è cambiato. Si arrabbia spesso, prima non lo faceva quasi mai. Mi scolla di dosso quando cerco di abbracciarlo, non ha piú voglia di guardare la tele con me
Che fare? Poche settimane prima era l’eroe del quartiere Barriera e ora gli tocca seguire un sospetto fedifrago: ma per la sorella questo e altro e così Contrera si mette sulle tracce di questo Enzo, aspettandolo all’uscita del turno dalle presse.
Anche perché la vita non gli ha lasciato altro: non una casa, nemmeno una macchina, la ex moglie si sta lasciando andare e la figlia nemmeno lo vuole tenere più, per come le ha distrutto la vita. Solo quella incredibile sete, la voglia continua di una Corona. Sarò mica diventando un alcolista? No, queste Corona le riesco ancora a reggere.
Finché non finisce veramente ubriaco, dopo una sera al bar, tanto da dover essere accompagnato a casa dalla sua amica Giorgia, la bella ragazza etiope che, memore delle cattiverie che Contrera le aveva fatto da piccolo, gli aveva spezzato il braccio in palestra.
Ma quello che sembrava un incarico banale e semplice, è destinato a diventare altro: per una serie di circostanze, assieme a Giorgia, si mette alle costole di Enzo che, uscito dal lavoro, anziché tornare a casa, carica una prostituta e si apparta in una zona periferica. Eccolo il segreto di Enzo, pensa Contrera: ma improvvisamente qualcuno spara due colpi che uccidono l’uomo e improvvisamente trasformano un caso di corna in un omicidio.
.. l’uomo al volante attira la mia piú completa attenzione sporgendo il braccio e puntandomi addosso la canna di un revolver. Non c’è piú tempo per pensare, c’è solo un attimo in cui so che sto per essere ammazzato..
Omicidio duplice, perché Contrera si ritrova una pistola puntata in faccia, una volta sceso dalla macchina per andare a controllare come sta la ragazza, nigeriana scoprirà poi, che stava assieme ad Enzo.
Sarà un calcio volante di Giorgia a salvargli la vita, ma nulla potrà salvarlo dall’arrivo della volante a cui Contrera a Giorgia dovranno spiegare molte cose: cosa erano lì a fare? Cos’hanno visto?
Non ha molti amici nella vita, il nostro investigatore e nemmeno in Questura, dove incontra il dirigente della Mobile che è stato proprio colui che l’ha cacciato.
Il buon senso direbbe, una volta tornato a casa dopo una lunga notte, di lasciar perdere quel caso. Eppure Contrera non sarebbe Contrera se lasciasse le cose a metà: a modo suo, deve comunque risolvere una indagine, sente nuovamente quella scossa che ti rende vivo.
Le grida della nera sconvolta dall’orrore. Un immediato spasmo mi blocca il respiro. Mi formicolano i piedi, le caviglie, i polpacci. Sono stanco. Sono distrutto. Sono io.
Dunque, chi era questo Enzo Marsala, apparentemente un operaio come tanti? L’indagine nella vita del morto porta a a scoprire che non era proprio una persona molto ben amata. Al lavoro aveva fatto le scarpe ad un collega più anziano per prendere una promozione. Nel passato aveva partecipato ad una rapina da cui si era salvato “cantando” il nome del socio. Da piccolo era stato in un orfanotrofio, un’esperienza che gli aveva lasciato brutte cicatrici dentro. Tanto da non riuscire ad ambientarsi bene con la famiglia adottiva. Un ragazzo ribelle, che passava le giornata in una certa enoteca a giocare a poker coi suoi pochi amici (sempre che fossero veramente amici) e ad esibire un anello prezioso.
Ladro, assassino, fedifrago. Sta venendo fuori un bel quadro a tinte fortissime. Ma cos’altro è la biografia di un uomo se non l’insieme di tutti i suoi peccati?
C’è una teoria, in fondo che potrebbe spiegare questo delitto:
– Il motivo non lo so. Ma ho una teoria.
– Quale?– Non si uccide il primo che passa.
E
quel coccodrillo che Contrera osserva preoccupato sulla copertina del
libro, cosa vuol dire?
Scoprire l’assassino potrebbe essere ancora più pericoloso di quanto Contrera possa pensare: quell’uomo di colore che gli ha puntato la pistola in faccia la sera dell’omicidio è un soldato del “papa nero”, il capo della criminalità nigeriana che gestisce il traffico di droga e la prostituzione. Droga e corpi, perché per queste persone non si tratta di donne, ma di corpi da sfruttare fino in fondo.
Ora deve stare veramente attento Contrera quando gira nel quartiere. Perché si è messo in mezzo agli affari del papa nero, facendo domande in giro, cercando di avvicinare quella ragazza che stava assieme ad Enzo quella sera e di cui l’operaio si era innamorato. Già una volta si è salvato davanti al papa nero. La seconda volta è stato un calcio dell’amica Giorgia. Ma ora come andrebbe a finire?
Ecco, qualcosa lo potete intuire dall’immagine in copertina.
Cinico,
disilluso, incapace di voler bene agli altri come anche a sé stesso.
Eppure Contrera riesce non solo ad essere simpatico e, a modo suo
onesto, per quel suo raccontare la sua vita in prima persona senza
voler nasconderci nulla, a nudo (anche perché fa molto caldo in
questa estate). E riuscirà anche a trovare il famoso bandolo della
matassa: ancora una volta riuscirà a conquistarsi il suo momento di
celebrità, “l’ultimo detective di Barriera”.
E la sua
vita, riuscirà a sbrogliare anche quella matassa?
Sarà l’ombra del padre, Contrera come lui e poliziotto come lui, a salvargli la pelle e, forse, a dargli quello spunto per cercare di cambiare le cose. Anche nella sua famiglia.
Scorre tutto liscio, senza intoppi in questo romanzo: la scrittura di Christian Frascella, veloce e senza troppi fronzoli. Christian Frascella ci porta dentro un’altra Torino, che non è quella di piazza San Carlo, ma quella del quartiere Barriera di Milano, dove le fabbriche han lasciato il posto alle piazze di spaccio. Dove gli operai sono stati sostituiti da immigrati che diventano subito manovalanza per la criminalità perché questa è l’unica possibilità che viene data loro.
La scheda del libro sul sito di Einaudi e il pdf col primo capitolo.
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