...anche se un nazismo identico al precedente non ha nessuna possibilità di ripresentarsi, comportamenti come quelli che ne hanno reso possibile l' avvento, non sono invece rari. Levi aveva ragione, la memoria è necessaria; ma oggi noi dobbiamo aggiungere: tuttavia non basta. Perché? Perché tutti noi abbiamo la tendenza a sfruttare la memoria a nostro vantaggio. Se ci identifichiamo con le vittime innocenti, questo ci dà a priori il diritto di esigere riparazioni; se ci identifichiamo invece con eroi irreprensibili, questo ci permette di passare sotto silenzio i nostri misfatti. Basta cioè cambiare luogo, etichetta, circostanze, e non vediamo più nessun buon motivo per trarre dal passato lezioni che potrebbero applicarsi anche a noi. I resistenti e i combattenti francesi della Seconda guerra mondiale non ignoravano gli orrori nazisti; eppure questo non ha impedito loro, dopo la Liberazione, quando occupavano posti di comando nell' esercito o nel governo, di reprimere nel sangue le richieste di un po' più di autonomia fatte dalle popolazioni delle colonie: 15 000 morti a Sétif, in Algeria, nel 1945; 40 000 morti in Madagascar, nel 1947 - prima di arrivare all' uso sistematico della tortura, ancora in Algeria, a partire dal 1954. I dirigenti israeliani non ignoravano niente, se ne può essere certi, delle persecuzioni subite dagli ebrei durante la guerra; ciò non ha impedito loro, in diversi momenti della storia recente, di perseguitare a loro volta i palestinesi che avevano il torto di trovarsi ancora su quella terra che aveva smesso di essere la loro. Non era un genocidio, fortunatamente; ma se prima di indignarsi bisogna aspettare che le sofferenze umane raggiungano l' apice di Auschwitz, allora si potrà ancora per molto tempo, e con la coscienza tranquilla, fare orecchie da mercante ai lamenti di uomini e popoli.
Non è dunque necessario che siano presenti tutte le caratteristiche tipiche dello Stato totalitario perché ricompaiano alcune delle sue pratiche. Levi lo sa bene: la violenza illegittima (se non «inutile») non è prerogativa solo dei regimi nazisti e comunisti, si incontra anche negli Stati autoritari del Terzo mondo e anche nelle democrazie parlamentari.
I sommersi e i salvati di Primo Levi Einaudi - dalla prefazione di Tzvetan Todorov
Sono parole importanti, quelle dello storico Todorov, contenute nella prefazione del libro di Levi, perché ci svelano l'ipocrisia dell'occidente, capace di vedere gli orrori degli altri ma incline a perdonarsi le proprie. In Iraq, in Afghanista,
Parole che acquistano un valore ancora più importante oggi, con la guerra a Gaza, con le tante, troppe vittime civili.
La storia non ha insegnato nulla.
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