04 gennaio 2024

La vacanza del commissario Maugeri di Fulvio Capezzuoli

 

Il trenino, ansimando, affrontò il tratto di salita che l’avrebbe portato all’ultima stazione del tragitto. Il commissario Maugeri, guardando attraverso il finestrino lo scorrere del paesaggio, alzò gli occhi verso la parrocchiale di Piazza Brembana che si stagliava contro le montagne, alta sopra il borgo.

Dai precedenti romanzi di Fulvio Capezzuoli con protagonista il commissario Maugeri, funzionario della Questura milanese nei primi anni del dopoguerra, sapevamo che negli anni della guerra era stato partigiano sui monti della bergamasca. E, come ci ha raccontato l'autore in uno dei primi romanzi della serie, questo passato avesse creato qualche problema nella Questura, dove questo poliziotto partigiano non era visto di buon occhio. Saranno poi le sue doti investigative, saper scovare gli indizi utili a risolvere il caso, a far ricredere i suoi superiori.

In quest'ultimo giallo ambientato nel 1947 all'inizio di una calda estate milanese, fanno finalmente capolino i ricoprdi di quei mesi difficili, passati sui monti a sfuggire ai rastrellamenti dei fascisti a difendersi dal freddo con qualunque mezzo.

L'occasione sarà, paradossalmente, una vacanza, la prima per la famiglia Maugeri: una vacanza suggerito dal loro dottore per curare i problemi alla gola del piccolo Giacomo.

Una vacanza sui monti dell’alta Val Brembana, a Roncobello, è l'occasione giusta per staccare dal lavoro, anche se solo per due settimane, e per ridare un po' di colore al figlio.

Ma, con grande dispiacere della moglie del commissario, la signora Giovanna, non sarà una vacanza tranquilla: il maresciallo del piccolo paese dove hanno affittato la casa, il maresciallo Acampora, lo avvicina una sera per chiedergli un consiglio.

Si tratta di alcune lettere anonime dove si afferma che una persona, ritenuta morta, sia in realtà ancora viva.

La storia inizia nel giugno del 1940 quando arriva a Roncobello Aurelio Ronzoni - inizia a raccontare il maresciallo: veniva dalla Francia e nei primi anni della guerra era riuscito a comprare dei terreni, a sposarsi. In un giorno dell'estate del 1945 sparisce, mentre era in montagna a far della legna. Quando l'anno successivo in un canalone viene ritrovato un cadavere, non in belle condizioni, si pensa subito che sia il corpo di Aurelio, anche perché la moglie, Caterina, riconosce i calzettoni ai piedi del morto.

Tutto a posto finché, alla caserma dei carabinieri non arrivano tre lettere con su scritto

IL RUNZONI AURELIO A L’È VIVO. EL MORT A L’È MIA LÙ. DUMANDÉ ALLA CATERINA. Firmato: UN AMICO.

Maugeri rassicura la moglie Giovanni, si tratta solo di un consiglio, le vacanza non verranno rovinate: purtroppo il corso degli eventi prenderà una direzione diversa da come se la aspettava la famiglia Maugeri.

Perché è come se nel paese sapessero tutti chi sia quella persona arrivata da Milano, il famoso commissario che ha appena risolto una delicata indagine (si tratta dell’indagine raccontata in Delitti a città studi): un signore anziano, da tutti noto come l’ubriacone del paese, una sera gli si avvicina e gli sussurra in un orecchio

Commissario, bisogna che le parli dell’Aurelio Ronzoni. Io so tutta la storia. Io c’ero.

E poi si allontana con uno strano saluto, Tovarisc: cosa voleva dire? Maugeri non fa in tempo a chiederlo, perché il giorno successivo, quando i due si sarebbero dovuti incontrare, Pinin viene trovato morto, con la testa affondata in una pozza d’acqua. Non è stato un incidente, qualcuno gli ha tenuto volutamente la testa nel torrente fino a soffocarlo.
Non c’è niente da fare, occorre far riaprire le indagini sulla morte di questo Aurelio Ronzoni (chiuse ufficialmente l’anno prima) e iniziare a fare qualche domanda alla vedova, la signora Caterina.

Hai trovato subito un lavoro interessante anche da queste parti?
– No, e non voglio nemmeno trovarlo. Però è strano, la prima vera vacanza dopo tanti anni, e incontro misteri, morti, indagini.

Tutto ruota attorno alla figura di questa persona, il presunto morto Aurelio Ronzoni: come mai se ne era tornato dall’Italia all’indomani dello scoppio della seconda guerra mondiale nel giugno 1940?
Se non è lui il morto trovato lungo il torrente, di chi è il corpo?

Il maresciallo Acampora e, in modo più convinto Maugeri, si lanciano in questa indagine iniziando a chiedere in giro, a raccogliere tutte le informazioni su questo Ronzoni, sulla vedova, iniziando a scoprire parti del loro passato che potrebbero in qualche modo aiutarli a rispondere a queste domande.

Un altro personaggio, questa volta femminile, piomba nella valle e anche nel racconta: una bella donna francese dai capelli a caschetto biondi, che appare per la prima volta di fronte al nostro commissario sfoggiando un bikini, il costume a due pezzi ritenuto dalla morale di quegli anni “vergognoso” perché mostrava troppi centimetri della pelle delle donne.

Cristine è in valle a cercare luoghi dove aprire località sciistiche, almeno questo è quello che racconta a Maugeri. Sarà così? Perché inizia a trovarsela di fronte troppo spesso, mettendolo anche in situazioni imbarazzanti..

Era come se in quella vacanza che stava vivendo, piena di avvenimenti non ordinari, Cristine facesse parte in qualche modo di quegli avvenimenti. Forse nasce dal fatto che, come il Ronzoni, è una emigrante..

Un uomo che forse non è un cadavere. L’ubriacone del paese che finisce annegato in una pozza d’acqua poco prima di raccontare la sua verità sul morto. Una vedova che sembra troppo fredda e composta, per essere tale. E poi questa francese, che sembra prendersi gioco con malizia di Maugeri e che forse nasconde anche lei qualcosa del suo passato.

Le due settimane di vacanza si trasformeranno in una caccia serrata, seguendo tutti gli indizi fino alla fine: una vacanza amara, purtroppo, perché nemmeno potrà godersi alla fine il suo piatto di polenta taragna e salamelle che gli aveva promesso l’oste della locanda di Roncobello, che aveva combattuto assieme a Maugeri nella Resistenza.

Chi erano questi cosacchi? – chiese Acampora incuriosito.
– Erano gli uomini di Vlasov, un generale sovietico che nel 1942, caduto nelle mani dei tedeschi, passò a combattere con la Wehrmacht

Come nei precedenti romanzi, anche in questo racconto fa capolino la Storia vera della Resistenza italiana: uno dei personaggi è infatti un ex soldato russo arrivato in Italia assieme ai reparti al comando del generale Vlasov, passato coi tedeschi dopo la cattura. Due suoi reparti furono inviati in Italia per azioni di contrasto contro i partigiani, anche nelle zone dove si svolge l’azione, nell’alta Val Brembana, dove si resero responsabili di azioni così efferate da costringere gli stessi tedeschi a fucilare alcuni di loro.

La scheda del libro sul sito di Todaro Editore

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