12 gennaio 2019

Milano 1946, delitti a Città Studi di Fulvio Capezzuoli



Incipit
Prese i tre fogli, li allineò con cura battendoli sulla scrivania, passò uno spillo nell’angolo in alto a sinistra agganciandoli e, dopo aver sottolineato con la matita il titolo che compariva sul primo, FURTO RESPELLI, inserì il nuovo fascicolo dentro alla cartellina CASI RISOLTI.

Amo i gialli di Fulvio Capezzuoli, tutti ambientati nella Milano del primo dopoguerra: mi piace lo sguardo che l'autore da della città ancora ferita dalla guerra e di un paese in cui queste ferite sono ancora causa di delitti che il commissario Maugeri deve affrontare.
Commissario che, diversamente da altri suoi colleghi, dopo l'8 settembre e il crollo del regime fascista, ha fatto la scelta di andare a combattere in montagna assieme ai partigiani: per questa scelta, ora, si trova relegato nell'ufficio archivi del commissariato di Città Studi.
La nuova Italia, democratica e libera, per cui tanti italiani avevano combattuto, nasceva con tanti difetti: colpa del fatto che molti dei rappresentanti dello Stato, come il capo di Maugeri, il commissario capo Spinelli, non nascondevano simpatie per il passato regime: in generale, Questori e Procuratori nei Tribunali erano cresciuti negli anni del fascismo, e terminato il conflitto non c'era stato il repulisti dentro le strutture dello Stato.
Colpa anche del fatto che l'Italia, dopo Jalta, doveva rimanere saldamente nell'area atlantica e le forze di sinistra (di cui molti partigiani facevano parte) dovevano rimanere lontane dai posti di comando.

In un sabato torrido, si presenta nel suo ufficio una signora, di mezza età, con un cappellino in testa con tanti fiori:
La donna che entrò nella stanza aveva un’aria timida e dava l’impressione di essere a disagio. – Lei è il commissario Montaldo? – chiese, non appena si fu seduta.

La prima inchiesta del commissario Maugeri inizia così, con la denuncia della scomparsa del suo cane, che si chiama Odessa. La signora, signorina Rosalba Attanasio, da la colpa al vicino di casa che abita al piano sopra il suo che non sopportava il suo abbaiare.
Complice il fatto che Montaldo, il collega con cui la signora aveva già parlaro, è impegnato a dar la caccia ad una banda di borsari (la fame, dopo la guerra, portava anche a questo, al commercio illegale di beni di prima necessità), è Maugeri che seguirà il caso, andando a fare qualche domanda il lunedì successivo, non prima di una domenica passata assieme alla famiglia, alle piscine milanesi.

Quel lunedì mattina, da via Aselli 6, arriva però una telefonata:
Cosa accade ancora in via Aselli al 6? – Una donna è precipitata dalla finestra del suo appartamento al quinto piano ed è finita in cortile. Sembra che sia morta.

Accorsi sul luogo, Maugeri e Valenti, un ispettore del commissariato, scoprono che la morta è proprio la signorina Rosalba. Si è lanciata dalla finestra del quinto piano del suo appartamento, per andare a morire nel giardinetto davanti il palazzo.
All'apparenza sembra un suicidio: il primo caso per Maugeri, dopo mesi di archivio, si è risolto da solo. Nell'occasione, Maugeri e Valenti conoscono la sorella della morta, Carla Attanasio, che viveva con lei e che le aveva fatto da madre alla morte dei genitori.
E qui viene fuori la prima cosa strana: Rosalba non aveva alcun cane, che andava ad abbaiare alla porta del vicino, il signor Halthofer, altoatesino.
La seconda cosa strana viene fuori dall'autopsia: Rosalba è morta per un colpo alla nuca, un trauma incompatibile con la caduta dalla finestra.

No, ci sono troppe cose che non tornano: non è stato un suicidio, ma un omicidio compiuto da qualcuno che si era allarmato dopo che la donna si era presentata in commissariato, per parlare del suo cane. Odessa.

La prima indagine del commissario Maugeri comincia così: per un cane scomparso che poi non esiste e per la coincidenza che il suo capo è in ferie e non può bloccarlo.
Maugeri e Valenti cominciano una loro indagine che parte da quell'appartamento sopra le Attanasio, dove vive quell'uomo, Halthofer.
Anche Carla, nel suo appartamento, viene trovata morta: ora i casi di omicidio sono due, un primo camuffato da suicidio per impedire che Rosalba dicesse qualcosa alla polizia, il secondo ancora più inspiegabile?
Chi erano queste due persone, all'apparenza due persone senza segreti e perché sono state uccise?
L'indagine porterà allo scoprire un giro che tutti e tre gli appartamenti di via Aselli 6 erano stati assegnati, negli stessi giorni, alle stesse persone: una cosa strana se si pensa che a Milano, in quei mesi, a causa della guerra, molte famiglie erano in attesa di un alloggio popolare (come lo stesso Maugeri).
Seduto nella vettura che sferragliava tranquilla, Maugeri guardava scorrere davanti ai finestrini la città con tutte le cicatrici che la guerra aveva inciso nel suo tessuto urbano.[..]Il commissario pensò al fascismo che aveva trascinato il Paese verso quella follia e a quanto tempo ancora sarebbe occorso per cancellare i disastri che la guerra aveva procurato.

E dai disastri della guerra verrà fuori l'origine di quei delitti: quegli appartamenti erano in realtà dei luoghi dove far transitare criminali di guerra in fuga, prima che venissero catturati dagli alleati (il processo di Norimberga stava rivelando a tutto il mondo l'orrore dei campi di sterminio).
Fuga che era organizzata da un'organizzazione chiamata O.D.E.SSA. (Organisation Der Ehemaligen SS-Angehörigen), composta da ex appartenenti alle SS, finanziata anche coi capitali dei grandi gruppi industriali tedeschi e che ricevette anche l'aiuto di esponenti del clero italiano.

Così sarà l'ex partigiano Maugeri ad annodare tutti i fili di questa storia, a trovare i colpevoli dei delitti e, soprattutto, avere quell'occasione per ritornare a fare il poliziotto.
La scheda del libro sul sito di Todaro Editore
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