01 gennaio 2019

La blobbata di fine anno

Peccato che certe Blobbate succedano solo una volta all'ultimo dell'anno.
Perché ieri sera il collage di blob ("Fiume senza fine") è stato una sorta di memento, come abbiamo fatto ad arrivare fino a qui.
Fino ad una manovra approvata senza alcuna discussione, un esecutivo che rivendica il suo essere populista, un ministro dell'interno sempre in divisa che ha fatto della lotta agli immigrati la sua politica, lo spauracchio del terrorismo ...

Si parte da lontano, dalla discesa in campo, all'occupazione della Rai (da parte dell'editore liberale) passando per l'11 settembre, alle guerre basate sulla menzogna.
Fino ai tempi moderni: le consuete nomine in Rai (per garantire al presidente del Consiglio di turno e ai ministri influencer il giusto spazio nel TG di massima diffusione), le riforme costituzionali a colpi di maggioranza come anche le leggi elettorali (bocciate dalla Corte Costituzionale).

Se siamo arrivati fino a qui, con questo esecutivo giallo verde è perché qualcuno prima ha lavorato preparando il terreno: mortificando il Parlamento, attaccando i corpi intermedi, occupando i TG, ponendosi di fronte agli elettori come unico interlocutore, sbandierando numeri (edulcorati dal contesto, funzionali allo story telling).
Semplicemente, Di Maio e Salvini stanno facendo in peggio politiche già viste.
Ma oggi questo non si può dire, perché la politica si è ridotta ad una questione di tifo e dunque se rinfacci i canguri e tutte le fiducie imposte nel passato passi per collaborazionista.

L'anno appena passato ci ha insegnato che al peggio potrebbe non esserci mai fine: un anno che verrà ricordato per il crollo del Ponte, per il primo governo populista (come se Berlusconi e Renzi non lo fossero altrettanto), per le politiche contro i migranti.
Ma è anche stato l'anno dove una sentenza di un Tribunale ha messo nero su bianco l'avvenuta trattativa tra Stato e mafia negli anni delle bombe e delle stragi.
Quando la mafia cambiò pelle per diventare altro. Qualcosa di indistinguibile dal tessuto della società civile, colonizzando aree economiche al nord, portando in dote pacchetti di voti..
La sentenza di Appello per il processo mafia capitale ci dice che anche a Roma era mafia. Mafia che si occupava di appalti pubblici, grazie a politici a libro paga.

Ieri sera il presidente Mattarella ha rimesso le cose nella sua corretta dimensione: la sicurezza che non è solo le persone di colore che girano per le strade, ma anche la sicurezza sul lavoro, la sanità pubblica, il welfare, la scuola.
Quante morti sul lavoro (e quante persone si ammalano per l'inquinamento di acqua e aria oggi) dobbiamo aspettare prima di occuparci di loro?
La Lega di Salvini vuole rendere la legittima difesa ancora più automatica, in un paese dove già oggi circolano troppe armi e dove queste vengono usate contro la parte più debole della società. Come le ex fidanzate, le mogli, le donne.
O come a Macerata, contro gli immigrati come ha fatto Traini il febbraio scorso.
Questa non è sicurezza.

La macchina della propaganda in Italia è sempre al lavoro, perché ogni anno ha la sua scadenza elettorale.
Oggi, come negli anni passati, si sbandiereranno numeri, proposte di legge (il reddito di cittadinanza, il finto superamento della Fornero), per la prossima campagna elettorale.
Si cerca di riempire la pancia della gente con questi slogan, si usa il tema dell'immigrazione e la finta emergenza come arma di distrazione.
Ma è un gioco che Salvini e Di Maio non potranno portare avanti a lungo: se si leggono bene i sondaggi si capisce come oggi il partito di maggioranza sia il non voto.
Non ci si riconosce in questa maggioranza che sta assieme per un discorso di poltrone (per molti di loro è l'ultima occasione) e che sanno benissimo che non sarà il reddito di cittadinanza o la legittima difesa che cambierà la loro vita.
E non ci riconosce nell'opposizione: quella di Berlusconi né quella di un PD con troppa confusione in testa nei suoi dirigenti.
Un PD che non ha ancora preso coscienza dei suoi errori, che probabilmente sta ancora guardando alla sua destra per cercare elettori.

Siamo un paese insicuro, con troppe disuguaglianze, dove le nuove generazioni sono condannate ad una vita di precari, di emigrati (e dove in TV viene pure mandata in onda una pubblicità che fa apologia dell'emigrazione dal sud), di piccoli lavoretti mal pagati.
In questi anni (e non solo questo governo) si è picconato la scuola, la sanità e perfino il comparto di sicurezza.

Dovremmo ripartire dalla Costituzione, dai diritti, tornare indietro da questo percorso che non ci farà uscire dal tunnel.
L'alternativa è continuare con queste sceneggiate in Parlamento, le dirette sui social, gli spot elettorali. Tutto materiale per i prossimi Blob.

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