L'intervista al ministro della
salute Grillo
La puntata è cominciata conl'intervista al ministro Grillo: come medico non potrei essere
contro i vaccini, ma come governo abbiamo voluto porre l'attenzione
sull'informazione ai cittadini. Vanno spiegate ai genitori che le
preoccupazioni sui vaccini sono infondate.
Il ministro ha poi parlato
dell'importanza della vaccinazione per il morbillo (2400 caso l'anno
scorso, con 8 morti), anche per gli adulti: Iacona ha chiesto conto
del ministro dell'intervista di Ricciardi, della non scientificità
di questo governo.
Altra domanda sulle liste di
proscrizione: siamo il governo che investe in ricerca, ha risposto il
ministro, non farò nomine politiche ma volevo solo capire se
qualcuno prima di me aveva fatto scelte politiche.
Ho sciolto il consiglio superiore della
sanità non per motivi politici ma per dare ad altre persone
l'opportunità di lavorare in questo ente.
I cittadini che hanno paura dei vaccini
devono essere informati: l'obbligatorietà non aiuta, la copertura
vaccinale si alza con l'informazione nei presidi, non con obblighi e
sanzioni.
In altri paesi come la Germania e la
Spagna si è messa l'obbligatorietà solo quando ci sono stati
bisogni, ma questo devono dirlo gli epidemiologici.
Come esce la sanità da questa manovra?
Nel 2025 mancheranno medici e
infermieri ma già oggi ci organici sono ridotti: rischiamo che gli
ospedali si fermino, pur avendo farmaci innovativi.
Abbiamo aumentato i fondi per i medici
specialistici, il numero di borse in medicina generale e stiamo
lavorando per far passare il medico dalla laurea al lavoro.
Il blocco del turnover e delle piante
organiche risale ad una scelta del governo Berlusconi e stiamo
lavorando per superarlo.
La sanità di serie A e di serie B,
specie al sud: Presadiretta aveva raccontato la sanità calabra tante
volte nel passato.
La Calabria in questi anni è riuscita
a fare peggio in questi anni, sia come livelli di assistenza che come
disavanzo.
Il presidente ha rinominato le stesse
persone, senza nessun cambiamento – ha risposto il ministro:
rinominiamo gli stessi manager che non sono capaci.
Dobbiamo lavorare assieme alle regioni
per un patto con la salute serio, dove si risolve una volta per tutte
la questione dei manager. I cittadini mi chiedono questo, di togliere
la politica nella sanità, ci sono regioni che la subiscono in
maniera invalidante.
Il 9 marzo parleremo di farmaci e il
ministro sarà ancora presente, la promessa strappata da Iacona..
Palazzo d'ingiustizia
Danilo procaccianti ha raccontato la
situazione delle procure e dei tribunali d'Italia: partendo da
Latina, dove le sedute per il civile si fanno in aule piene e nei
corridoi.
La giustizia si intoppa per tanti
motivi: giudici che se ne vanno e non sono rimpiazzati e così le
sentenze si allungano nei tempo.
E nel penale è pure peggio: si
rinviano tanti processi perché i giudici non riescono a seguirle
tutte, e così si arriva a prescrizione.
Poi ci sono processi che si rinviano
per problemi di notifiche, perché manca il personale nelle
cancellerie per l'invio delle notifiche agli avvocati.
Processi del 2011 ancora aperti: senza
amnistie e prescrizioni staremmo a fare ancora processi degli anni
sessanta dice un avvocato.
Processi dove c'è dentro la vita delle
persone: persone che hanno subito violenza e ora chiedono giustizia
allo Stato.
Nella sezione del Lavoro i giudici
lavorano senza protezione, con grandi arretrati (8000 processi
pendenti): qui siamo nella zona del caporalato e servirebbero
processi rapidi, ma purtroppo mancano i giudici per seguire queste
cause.
Licenziamenti collettivi di imprese
andare all'estero, famiglie che hanno perso il lavoro: l'impatto
sulla pelle delle persone, in una provincia con tanta disoccupazione,
è drammatico.
A Latina manca il 30% dei giudici e
ogni giudice ha sulle spalle 1000 processi: a Latina il 20% dei
processi finisce in un nulla di fatto.
Sentenza di prescrizione pronunciate da
giudici onorari, quei giudici che lavorano come i colleghi che hanno
fatto il concorso, ma con meno tutele …
Quella di Latina è una storia comune
ad altre procure: è una resa della giustizia, una macchina che
produce ingiustizia ogni giorno.
L'ex Arsenale della Maddalena doveva
essere usato per il G8 (voluto da Berlusconi che poi lo spostò a
l'Aquila) ma oggi è solo l'emblema dello spreco di denaro pubblico,
di danni ambientale, di opere pubbliche che non si chiudono.
IL mare davanti l'arsenale doveva
essere bonificato ma non è stato fatto nulla: i soldi sono spariti
ma i rifiuti in fondo al mare sono rimasti.
I giudici di Tempio Pausania hanno
rinviato a giudizio la cricca dei lavori pubblici: i processi sono
stati falcidiati dalla prescrizione.
Perché la prescrizione? IL tribunale è
in un edificio cadente, con infiltrazioni di acqua, il
condizionamento non funziona e ci sono pure rischi per la tenuta
statica.
I bagni non funzionano, non ci sono
bagni per disabili.
L'organico è ridotto, mancano giudici
e così i processi si rimandano: la percentuale di prescrizione è
qui al 50% in primo grado. Ci sono sentenze di condanna, per reati
gravi, che non sono state comunicate perché mancano i giudici che le
applichino.
Il 100% dei processi non finisce da
nessuna parte: tutto il sistema gira a vuoto a Tempio Pausania.
Palermo: i giudici delle indagini
preliminari sono così poche che le richieste della procura non sono
smaltite.
Ne ha parlato il giornalista Lo Verso:
dal tribunale è partita una circolare per cui bisogna dare priorità
ai procedimenti in cui ci sono persone già agli arresti.
Criteri di priorità che negano la
giustizia ai cittadini palermitani: qui si fanno la metà di
sequestri, confische, arresti.
Serve una risposta urgente, racconta il
presidente Di Natale.
A Catania nel Palazzo di Giustizia le
udienze si rinviano perché gli impianti di condizionamento non
funzionano e fa troppo caldo, mentre d'inverno piove dentro.
Il tribunale del lavoro è in un
seminterrato di un palazzo: gli archivi sono dentro i garage.
Per questo edificio con le trappole per
topo il ministero paga 800 ml di euro l'anno.
I soldi per sistemare un palazzo più
degno (per cui si pagano già gli affitti) sono finiti dentro il
calderone del decreto salva Catania.
Ad Avellino i pilastri che reggono il
palazzo sono pericolanti: il palazzo è agibile con riserva, ci sono
crepe sui muri e un inquietante cartello, lasciate il palazzo appena
avete finito gli adempimenti.
Eppure nelle aule si tengono i
processi.
Tribunale di Napoli nord, ad Aversa: è
dentro un castello aragonese, molto bello da fuori, ma mancano le
aule bunker per i processi (quelli contro i casalesi ad esempio).
Ci sono solo 8 aule per i processi,
nessuna adeguata per la videoconferenza: anche qui mancano magistrati
e cancellieri.
Il presidente Garzo aveva lamentato la
carenza di personale al ministero e gli è arrivato solo 1 nuovo
magistrato: i processi arrivano così alla prescrizione.
Alla Corte d'Appello di Napoli hanno un
solo addetto per spostare i fascicoli sui carrelli.
Stessa situazione a Venezia: carenza di
magistrati e di personale anche nel Veneto, sedi di giustizia sparse
per in più palazzi (con milioni di euro sprecati per nulla).
I processi di secondo grado in Veneto
finiscono a Venezia: sono prescritti il 50% dei processi e così la
presidente di Corte d'Appello ha scritto ai giudici di lasciar
perdere i processi vicino alla prescrizione.
L'intervista al ministro Bonafede
Il ministro è consapevole dei problemi
strutturali dei palazzi di giustizia: ci sono casi in cui i soldi ci
sono, ma per problemi burocratici non sono spesi.
Stiamo intervenendo, come a Bari: ne
parla come di un record storico, il ministro.
Avevo visto la giustizia nelle tende:
non si poteva requisire il palazzo di Telecom, così la giustizia è
stata spostata in palazzi provvisori.
Non serviva derogare alle regole e
creare altri commissari.
Sulla carenza dei magistrati il
ministro ha dato dei numeri: 360 magistrati arriveranno dai concorsi
per riempire le piante organiche, nello spazio di poco tempo.
Aumenteremo la pianta organica con
altri 320 magistrati e ne aumentiamo la piante con altri 600
magistrati andando oltre la saturazione.
I soldi ci sono, abbiamo stanziato 600
ml di euro: il blocco del turnover per la giustizia ha una deroga
prima dello sblocco di novembre.
Stiamo studiando come disporre le
risorse sulla pianta nazionale.
LA democrazia non è compiuta se non è
garantito il diritto alla giustizia: senza giustizia interi territori
rimangono senza diritti.
Come è successo a Casale Monferrato,
per il processo per l'Eternit: la polvere di Eternit, amianto, ha
causato migliaia di morti.
Oggi al posto della fabbrica c'è un
parco: nessuno degli operai era stato avvisato del rischio
dell'amianto, ma i vertici aziendali sapevano tutto.
Capivamo che la gente moriva, gente che
aveva lavorato solo pochi anni nell'azienda: chi lavorava dentro
veniva pagato di più, si monetizzava il rischio.
La fabbrica della morte è stata
chiamata: sono morti gli ex operai e anche gli abitanti della città,
per il mesotelioma.
Una strage che ha raggiunto 2200
persone, in una cittadina che oggi fa 35mila abitanti: morti per una
condotta criminale, racconta uno dei membri dell'associazione vittime
dell'amianto.
Nel 2008 il procuratore Guariniello ha
aperto un fascicolo contro i proprietari: il maxi processo per
l'Eternit parte nel 2009: la sentenza di primo porta alla condanna
dei proprietari.
LA parola colpevoli fu importante per i
parenti delle vittime, per un senso di giustizia.
In Appello nel 2013, si conferma la
condanna di colpevolezza: ma in Cassazione si annulla tutto, perché
i giudici della suprema corte hanno sostenuto che il processo non
doveva mai partire perché tutto era già prescritto.
“Tutte quelle morti? Pazienza c'è la
prescrizione” l'amaro commento di Bruno Pesce.
Lo Stato cosa ha risposto? A parte
qualche indignazione del momento, non ha fatto NULLA.
Nessuna giustizia.
A Salerno vive Grazia Biondi,
presidente associazione Manden: ha vissuto anche lei una situazione
di ingiustizia, è stata maltrattata per anni dal suo compagno.
Pugni in faccia, per anni.
Nel 2009 ha denunciato questa persona,
dopo 7 anni di botte: anche se si era nascosta, lui l'ha trovata e ha
continuato a picchiarla.
LA denuncia l'ha portata ad un altro
calvario di sofferenza: un calvario per la giustizia assente, la
causa che veniva rinviata, per il cambio dei giudici.
“La lentezza è un male antico e
grave” è stata la laconica risposta del presidente della
Repubblica.
La sentenza a cui si è arrivati è una
pena di 10 mesi sospesa per la condizionale: sentenza di primo grado
destinata alla prescrizione.
Una sentenza che giustifica, nero su
bianco, le botte prese da Grazia: è lei che ha scatenato l'indole
violenza del compagno. La sua situazione era, dicono i giudici, meno
drammatica perché lui le faceva fare la bella vita.
Cosa succede se sempre più gente
inizia a pensare che non esiste giustizia? Che l'articolo 3 della
Costituzione non vale. Che la giustizia vale solo per i potenti e per
i loro soprusi?
E' l'anarchia, la barbarie.
Iacona ha voluto chiedere conto al
giudice Davigo: ci sono troppi processi, troppe impugnazioni – la
risposta del consigliere del CSM.
Bisognerebbe introdurre dei meccanismo
di deterrenza per queste impugnazioni e appelli: In Francia solo il
40% delle sentenze è appellato, in Italia è il 100%.
Tutti fanno ricorso perché in Italia
in appello la pena si riduce: troppi processi con pochi magistrati.
La corte di Cassazione in Francia fa
1000 processi l'anno, la corte suprema Americana ne fa 80.
Servirebbe che si celebrassero meno
processi. La legge sulla prescrizione non è retroattiva: solo per
quelli del 2021 si applicherà, andava applicata subito, intanto il
paese affonda.
Cosa ne pensa dello Spazza corrotti e
del DASPO per i corrotti? Inutile, per le persone.
Cosa ne pensa della legittima difesa?
La difesa è legittima se è difesa, la maggior parte dei processi
per legittima difesa avviene perché la vittima ha un proiettile
nella schiena.
LA vita delle persone dovrebbe valere
ancora qualcosa: non si può uccidere per difendere il patrimonio.
In carcere ci stanno solo i poveracci:
hanno fatto leggi per cui è sempre più difficile mandare gente in
carcere con la custodia cautelare. Nell'ultima modifica, il pericolo
di reiterazione deve essere attuale. Ma se uno ha ucciso la moglie,
non può reiterare nulla.
Sono leggi pericolose, sono ispirate
per salvare la classe dirigente dalla custodia, ma si applicano a
tutti.
Critiche che sono state riportate al
ministro Bonafede: lo spazza corrotti affronta il fenomeno della
corruzione che ha devastato questo paese.
Davigo parla di prestanome che operano
per suo conto, una testa di legno: l'imprenditore è spinto da questa
legge a collaborare con lo stato, per non incorrere con le sanzioni
più gravi.
Sulla prescrizione: il provvedimento di
Bonafede è solo un primo passo, non è risolutivo.
Cosa si sta facendo per rendere i
processi più veloci? Il ministro non ha risposto, ma ha assicurato
che a febbraio depositerà una riforma del processo civile e penale
per ridurre i tempi.
Come anche per rendere meno automatico
l'appello in secondo grado.
Non c'è stato tempo per chiedere a
Bonafede del codicillo dentro lo spazza corrotti che salverebbe
qualche consigliere regionale dalle inchieste sulle spese pazze.
La vicenda del giudice Robledo.
Quando era a Milano, il giudice Robledo
aveva rinviato a giudizio tanti consiglieri per le spese pazze: ha
vinto tante battaglie, ma ha perso quella che l'ha visto contrapposto
contro il CSM.
Iacona ha raccontato la sua vicenda, in
un intervista al giudice (oggi a Torino), che era stata già
raccontata nel libro “Palazzo d'ingiustizia”.
La sua storia insegna quanto è
difficile oggi esercitare in autonomia i processi, applicare la legge
uguale per tutti, la relazione malata nel CSM tra magistrati e
politica.
A Milano la procura ha messo processo
un presidente del Consiglio: qui si è fatto le ossa Robledo, che ha
lavorato con De Pasquale per l'inchiesta sui diritti televisivi, sul
fascicolo The family della famiglia Bossi.
Nel 2010 iniziano i suoi scontri con
Bruti Liberati, nuovo procuratore capo: Robledo ha raccontato di
questa guerra al CSM nel 2014, le ingerenze del capo sui fascicoli
aperti, il ritardo dell'iscrizione di politici importanti nel
registro degli indagati (come Podestà, ex presidente della
provincia).
Era in gioco il controllo della
legalità, con la visione di Bruti Liberati: si viola il principio di
uguaglianza, entrano le relazioni nel lavoro del magistrato,
questioni di opportunità politica che nulla dovrebbero avere a che
fare col lavoro di un magistrato.
Se l'obbligatorietà cade, nel lavoro
dei magistrati cade il controllo della legalità, si inizia a
ragionare su relazioni degli imputati: un fatto quasi eversivo dentro
la magistratura.
“Tu ricordati che sei stato nominato
da un voto di magistratura democratico” gli rinfacciò una volta
l'allora capo: ma nella valutazione di un giudice non possono entrare
le correnti dei magistrati.
Una battuta di spirito, la difesa di
B.L. che però non ha accettato di spiegare meglio la questione col
giornalista.
Tra i casi citati nel libro, il
fascicolo sulla vendita delle azioni SEA che coinvolgeva Gamberale.
La storia di alcuni poliziotti della
Mobile che taglieggiavano gli spacciatori: Bruti Liberati chiese a
Robledo di fare le indagini con la polizia.
L'inchiesta sui presunti poliziotti
infedeli non approda da nessuna parte: le intercettazioni falliscono
per problemi tecnici.
Una brutta storia che continuerebbe
ancora oggi: l'avvocato Piazza ha raccontato che la piazza di
Rogoredo sarebbe nelle mani di questi poliziotti.
Altro fascicolo, quello su poliziotti
della polfer che rubavano sulle perquisizioni di piccoli spacciatori:
droga che veniva presa e rivenduta, per esempio, senza dichiararla
tutta.
Si arrivò a condanna e il Questore si
lamentò: “perché nessuno mi ha detto niente”.
C'è poi la storia di Expo 2015:
l'appalto più importante fu vinto dalla Mantovani con un ribasso
forte, Robledo aveva messo sotto intercettazione i principali
dirigenti di questa operazione.
Ma poi avrebbe subito pressioni da
parte del procuratore capo, per sospendere le intercettazioni.
Viene poi tagliato fuori dalle
inchieste: le inchieste su Expo furono gestite dall'area omogenea e a
fine manifestazione arrivarono i ringraziamenti dell'allora
presidente Renzi.
Le indagini sono state fatte col freno
a mano? C'è stata una moratoria da parte della procura su Expo?
Ne sono convinti due cronisti di
giudiziaria, Cimino e D'Alessandro, che confermano questa notizia
riportando voci da magistrati e da imprenditori che volevano
denunciare cose che non funzionavano sugli appalti.
Bisogna considerare gli effetti delle
inchieste che si aprono: di questo sono convinti Legnini e Vietti,
due ex vicepresidenti del CSM.
La procura di Milano avrebbe solo
applicato buon senso: così Robledo si vede respinto l'esposto,
arriva poi una lettera di Napolitano al CSM (dove si dice che il capo
ha sempre ragione, i sostituti non hanno autonomia).
Un intervento fuori luogo, sostiene il
procuratore di Catanzaro Gratteri: il potere vero cerca sempre di
condizionare chi sta sotto.
Robledo finì a Torino, gli furono
tolte le funzioni giudicanti: nell'intervista ha puntato il dito
contro lo strapotere dei vertici delle correnti dei magistrati, sulle
nomine dentro la magistratura.
Se vuoi far carriera devi essere
vicino, raggiungibile: un sistema mafioso lo considera il giudice del
Tribunale di sorveglianza di Verona Mirenda.
“Il silenzio assordante dei
magistrati è la cosa che più mi addolora”, la chiusura di
Robledo.
Anche su questo, la politicizzazione
delle correnti, il condizionamento della politica, verrà messa alla
prova la riforma che il ministro Bonafede ha in mente.
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