Non interessa fare integrazione (gli Sprar che vengono chiusi), non ci interessa aiutarli a casa loro (i fondi per la cooperazione sono pure diminuiti rispetto al 2019) e non ci interessa nemmeno creare corridoi umanitari per aiutare chi veramente ha bisogno.
La linea dura contro i migranti, il gridare porti chiusi, bloccare gli sbarchi sono solo mosse per un tornaconto politico: visto come siamo inflessibili!
Così duri da non voler nemmeno assumersi le responsabilità di queste scelte, da cui la lettera di Salvini al corriere e i messaggi agli alleati del m5s: salvatemi dal processo perché, come diceva Manzoni, il coraggio uno se non ce l'ha, non se lo può dare.
Il governo dovrebbe andare avanti dunque, tanto che Salvini a giorni andrà a far visita ai cantieri della TAV, dopo aver mostrato i suoi numeri sul tunnel in Val di Susa, che poi sono gli stessi dell'ex commissario Foietta gonfiati di qualche miliardo (con grande gioia degli alleati del PD, per la grande opera intendo)
Dal Fatto Quotidiano di oggi, 30/01
Ieri, per dire, Stampa e Messaggero hanno svelato quelli del fantomatico “contro dossier di Salvini sul Tav”. Che poi sono i numeri di Foietta rivisitati da un gruppo di professori della Bocconi già consulenti di Telt, che è il costruttore del Tav. Risultato? “Fermarlo costerebbe 24 miliardi”!.Sul serio: tre volte il costo del tunnel di base. Come ci si arriva? I costi diretti calcolati da Foietta sono lievitati a 4,2 miliardi (“nella stima più alta”), il resto, cioè 20 miliardi, sono “perdite di ricavi e benefici socio eco-nomici”. Quali? Secondo i bocconiani nel 2030 si trasporteranno tra Italia e Ovest europeo “tra i 65 e i 75 milioni di tonnellate l’anno di merci”. Oggi sono solo 4 via treno, ma tant’è. I numeri fan girare la testa.
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