09 dicembre 2024

Malammore di Anna Vera Viva

Era sempre così quando si trovava davanti allo specchio, soprattutto di prima mattina, confuso di sogni e profumo di lenzuola. Quando con gesti lenti arrivava fino al bagno, faceva la pipì con gli occhi ancora mezzi chiusi e poi si voltava per andare a fare il caffè. Era allora che si vedeva, sconosciuto in quello specchio menzognero. Colto di sorpresa, spiazzato. In bilico, tra due mondi ed estraneo e entrambi.

C’è una donna che si osserva davanti allo specchio, sorpresa da quella immagine che le viene restituita ogni mattina. Perché è una bella donna, lunghi capelli, la forma degli occhi allungata. Allora perché quella reazione come se si trovasse davanti un volto sconosciuto? Perché Brunella è un uomo, il femminiello più famoso di Napoli, riceve i suoi clienti, per lo più dalla Napoli bene nel suo basso nel rione Sanità. Tra i suoi clienti, un avvocato di grido e un chirurgo estetico famoso, persone il cui volto fa capolino in qualche trasmissione televisiva. E poi anche un importante politico regionale: non uno qualunque, è il politico su cui la Camorra ha puntato tutte le sue fiche per la spartizione degli appalti pubblici.

Nello stesso rione Sanità esercita la sua professione padre Raffaele: qui era nato, tanti anni prima, prima di essere strappato dagli assistenti sociali al fratello maggiore, unico tutore dopo la morte della madre e col padre in galera.

E qui è tornato, quasi quarant’anni dopo con un missione precisa in mente: darei ai suoi parrocchiani, tutti, una speranza. Togliere loro quella rassegnazione che al male, alla camorra, non c’è alternativa

.. c’era ancora tantissimo da fare, soprattutto per estirpare negli abitanti del rione l’idea radicata che la mancanza di attenzioni da parte delle istituzioni ai loro problemi li autorizzasse a cercare aiuti e risposte nella criminalità organizzata, dalla quale, paradossalmente, si sentivano più tutelati.

Padre Raffaele conosce bene quel mondo, dall’altra parte della barricata: don Peppino, il boss che comanda il quartiere facendo pagare a tutti il pizzo, è quel fratello da cui anni è stato allontanato. Quel fratello a cui è legato da un rapporto strano, oltre al legame di sangue, c’è anche il fastidio di sapere quel fratello seduto ad un tavolo a commissionare omicidi o ritorsioni contro chi sgarra.

Sapendo bene che, se fosse rimasto in quel quartiere, da piccolo, forse anche lui sarebbe stato dall’altra parte della barricata.

Dovete sapere che padre Raffaele è un prete molto particolare: c’è la missione di soccorrere gli ultimi, dai ragazzini strappati dalla strada, fino alle prostitute, nessuno è escluso dalla sua messa, perché chi è senza peccato scagli la prima pietra. E di peccati, di presunzione e di gola, ne ha molti sulla coscienza pure lui.

Per il cibo, grazie alla buona cucina della sua perpetua Assuntina. E per il vizio di non distogliere lo sguardo dai problemi dei suoi parrocchiani, anche facendo delle indagini personali.

Brunella se lo aspettava. Prima o poi. Magari non così. Magari non quel giorno, a quell’ora, in quel modo.

È una strana coppia di detective, quella di padre Raffaele ed Assuntina: questa volta dovrà occuparsi proprio della morte di Brunella, al secolo Antonio Capasso, la bellissima donna incontrata ad inizio libro, trovata morta nel suo basso. Colpita al capo da una statuetta.

Il fatto che la polizia avesse interrotto le indagini lo faceva sentire carico di una responsabilità ancora più grande, la ricerca dell’assassino era un peso che sentiva gravargli tutto sulle spalle.

La polizia ha ricevuto pressioni dall’altro per mettere le indagini su un binario morto, colpa dei clienti in alto loco di Brunella, meglio non suscitare alcun vespaio, portando alla luce del sole i vizi privati dei bravi cittadini della Napoli che conta.

No, anche se Brunella viveva la sua vita in quel modo, non meritava quella fine, non meritava di finire morta senza nemmeno un colpevole da assicurare alla giustizia.

Padre Raffaele, sfruttando anche la rete di conoscenze e di notizie riservate raccolte dalla sua Assuntina, la “preziosa” perpetua, decide di fare una sua indagine.

Un’indagine che parte da una constatazione: tutto nella vita di Brunella era sdoppiato, la sua fisicità di uomo e di donna, come anche la sua casa, apparentemente normale, ma con dentro una ricchezza che una prostituta non avrebbe potuto permettersi.

Don Raffae’, credetemi, quella era una casa da persona ricca e non da poveraccio quale avrebbe dovuto essere. Chissà che combinava per avere tutti quei soldi..

L’indagine sul femminiello lo porta, ancora una volta, a scontrarsi contro l’ipocrisia e le opinioni degli altri, come delle catene da cui non ci si può liberare. Come aveva scelto quella strada, Antonio, tanti anni prima? Come aveva fatto ad accumulare quella ricchezza?

Don Raffaele dovrà andare ad indagare sul passato del morto, sulle ferite che si era portato dentro: come lui, anche Brunella aveva perso il rapporto anni prima col fratello Salvatore, l’unica vera amica era un’altra travestita, Carolina, che considerava come una sorella.

Sarà Brunella, ovvero Gennaro Esposito, a fornirgli una prima chiave per decifrare quel delitto:

Si fermò un attimo. «Credo ricattasse qualcuno», e rimase lì fissa a guardarlo con gli occhi lucidi. «E tu credi che l’abbiano ucciso per questo?»

Allora deve essere ricercata nei ricatti di Brunella la causa del delitto? Oppure è stata la camorra ad ordinare quel delitto, magari proprio suo fratello, don Peppino, per timore che la relazione tra il femminiello e il suo politico potesse rovinargli gli affari?

«.. Tu dal femminiello non ci torni più. Hai capito? Scordatelo!». «Perché? Quello è un fatto privato. Che diritto avete di…»

Troppi possibili assassini, troppi moventi – si trova a pensare don Raffaele – è come se Brunella, con le sue scelte, fosse stata come un sasso in uno stagno, “smuovendo il fango sommerso si era creato un enorme cerchio di nemici”.

Muovendosi in quella terra di mezzo tra il lecito e il non lecito, don Raffaele dovrà immergersi proprio in quel fango, sporcandosi le mani, per arrivare alla verità. Scontrandosi col fratello, rischiando anche la propria pelle, andando indietro nel passato di Brunella, dove tutto il suo mistero aveva avuto origine.

Ancora il vecchio e il nuovo, il passato e il presente. O forse il passato che, caricato di nuova vita, di nuove energie, aveva attraversato il tempo per esplodere nel presente.

In questa terza indagine del prete investigatore don Raffaele, Anna Vera Viva ci porta dentro i grandi contrasti di Napoli e in particolare del rione Sanità, un quartiere a sé “pure se sta al centro della città, è come se c’avesse il mare intorno. Ché dalla Sanità non ci passi, non ci capiti. Ci devi venire apposta.”

In questa indagine si parla della Camorra, del suo controllo capillare del territorio, delle armi spesso spuntate dello Stato, dove la sola repressione dei reati non basta a dare una alternativa alle persone. Lo Stato non è credibile perché non è presente nei bassi, nei quartieri, nelle strade, per le persone, per i ragazzini che crescono col solo mito del criminale ricco e famoso che sfida lo Stato.

Ma in questa indagine si parla anche di amore anzi, di malammore, un amore malato, malsano, che verrà svelato alla fine, in un incredibile colpo di scena.

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