30 giugno 2006

Gli zampironi

Zampironi: Qualcuno (arc qualcosa) che, per atteggiamento, eloquio, odore o aspetto, risulta sgradevole al gentil sesso e ne causa l'immediato allontanamento

Non è una questione di avvenenza fisica o mancanza della medesima. Ogni giorno, soprattutto in pub e discoteche, numerosi ragazzi fanno letteralmente fuggire a gambe levate le fanciulle precedentemente adocchiate a causa di approcci surreali.(dal corriere: si vede che è estate)

Mah .. sarà ... la mia esperienza dice il contrario. E' quasi sempre una questione di avvenenza fisica. Voglio vedere le signorine, di fronte ad un George Clooney che si lacia scappare una battuta del tipo
"ti ho vista parlare al telefono, ma mentre tu parlavi io ti guardavo, e ho deciso che ti volevo parlare, e ora sono felice perche' ti sto parlando", come reagirebbero.

La realtà è che quando si è innamorati (nella prima fase del ciclo), non ci si rende conto del ridicolo. Si lasciano gli ormoni a briglia sciolta. Come i cervi a primavera. Ci si rende ridicoli senza rendersene conto, anzi, in quei momenti faresti cose che non ti immagineresti neanche.
Zampironate comprese!

Per cui il mio messaggio è evitateli (anzi evitateci) se vi diamo fastidio, oppure approfitatene della nostra imbecillità. Momentanea.

Ciao amore ciao di Luigi Tenco

Ciao amore ciao
Luigi Tenco

La solita strada, bianca come il sale

il grano da crescere, i campi da arare.
Guardare ogni giorno
se piove o c'e' il sole,
per saper se domani
si vive o si muore
e un bel giorno dire basta e andare via.
Ciao amore,ciao amore, ciao amore ciao.
Ciao amore,ciao amore, ciao amore ciao.
Andare via lontano
a cercare un altro mondo
dire addio al cortile,andarsene sognando.
E poi mille strade grigie come il fumo
in un mondo di luci sentirsi nessuno.
Saltare cent'anni in un giorno solo,
dai carri dei campi
agli aerei nel cielo.
E non capirci niente e aver voglia di tornare da te.
Ciao amore,ciao amore, ciao amore ciao.
Ciao amore,ciao amore, ciao amore ciao.
Non saper fare niente in un mondo che sa tutto
e non avere un soldo nemmeno per tornare.
Ciao amore,ciao amore, ciao amore ciao.
Ciao amore,ciao amore, ciao amore ciao.

Quando qualcuno, prima di te, aveva già trovato le parole giuste.
Non sentirsi bene in nessun posto, non sentirsi nessuno in un mondo dove tutti sanno chi sono. Guardare davanti e non vedere nulla.

Technorati:

Speroni fischiato in casa

Durante la seduta del consiglio comunale a Busto Arsizio, l'opposizione ha contestato il presidente Speroni, per le sue frasi a caldo dopo il referendum:
“Gli Italiani fanno schifo” “Lombardi cagasotto”.

L'opposizione è antrata in aula con cartelli con scritte:

Busto Arsizio città d’Italia non ti merita. Vattene
sono un terrone e sono italiano, ma non faccio schifo e non sono un cagasotto”.

Tempi duri per la lega!

29 giugno 2006

La grande fuga

Dopo settimane che ti trovi chiuso in un recinto inizi a pensare che non ne uscirai più.
O, almeno, che non ne uscirai più vivo. Qualcuno altro, non le tue gambe, ti porteranno fuori da quel bucoQuesto iniziavano a pensare dentro il recinto, i miseri occupanti.
All'inizio erano state battute, scherzi, quando, dopo un viaggio al buio, stipati stretti dentro un cassone, al buio, senza mangiere o bere per giorni, erano finiti dentro quella specie di prigione.

"Allora ragazzi, che dite? Non è un hotel cinque stelle, ma insomma ..."
"Ma alla mattina ci porteranno la colazione a letto"
"O ragazzi, sotto la doccia non fate scherzi: io sono ancora signorino!"
"Io voglio il mio cesso privato!!"


Ma erano bastati pochi giorni dentro quell'ambiente a far cambiare l'umore a tutti quanti.
Il primo ad accorgersene era stato Holly: anche se nessuno lo diceva, era diventato il leader di quella comunitàTutti andavano da lui per ogni minimo problema organizzativo. Era il leader perchè sapeva ascoltare tutti, perchè sapeva dare i consigli giusti, perchè aveva sempre, per tutti, in ogni momento, la parola giusta.

"Holly, come facciamo per il cibo?"
"Holly come faciamo per l'acqua"
"Holly come facciamo per lavarci"


E Holly era preoccupato: vedeva nei volti dei compagni i primi segni del prigionia. Dall'insofferenza dei primi giorni, quando erano tutti ribelli, alla fatica, per poi finire ad un lento ma inesorabile lasciarsi andare.Li vedeva, alla sera, quando le luci del recinto proiettavano nelle gabbie le ombre di un mondo esterno che iniziavano a non ricordarsi più: niente più barzellette, niente più scherzi, niente più battute.
Ma quello che più lo preoccupava erano le voci, che iniziavano a girare pericolosamente, in modo incontrollato: si iniziava con una mezza frase, che via via si ingigantiva, per diventare una certezza scolpita nella roccia.

"Lo sapete, dicono che quelli che erano qui prima di noi, l'anno scorso, sono morti tutti prima di Natale!!!"
"Ma va? E come sono morti"
"Dicono che sia arrivata una grande malattia, che li ha sterminati tutti pochi giorni prima della festa, uno ad uno"

"Io invece ho sentito che ogni tanto, prima delle feste, arriva un camion che ne prende uno, due o di più e se li porta via ....."

E in effetti, con una precisione quasi cronometrica, ogni domenica qualcuno di loro spariva. Via! Puf, svanito nel nulla. E ogni volta ci si chiedeva: che fine avrà fatto? Ma soiprattutto: chi sarà il prossimo?

"No ... e sapete dove li portato?"
"Dove vuoi che li abbiamo portati: in un altro posto ..."
"Per me li hanno uccisi tutti"
"Anche per me: tutti morti ... e anche noi faremo quella fine!!"


Non ce la faceva più Holly a sentire quelle voci: dove era finito lo spirito di corpo della sua razza? Lo spirito indomito che li aveva portati a sopravvivere a mille battaglie, a mille sfide, a mille pericoli? Dopo millenni di sopravvivenza, cosa stava succedendo ora, perchè tutti sembravano non voler resistere?

Doveva fare qualcosa. E una sera, prima del controllo notturno, prese la parola, davanti a tutti. E disse le seguenti parole:

"Fratelli, amici, vi devo parlare. Non possiamo continuare a sopportare tutto questo. Le umiliazioni, la fame, la paura. Ho deciso che dobbiamo scappare. Ho deciso che dobbiamo scappare ora, questa notte"

"Chi non è d'accordo, può rimanere qui. Io non voglio costringere nessuno. Ma chi non desidera più vivere nell'incertezza, nella paura, mi segua. Questa notte, quando il guardiano avrà finito il suo giro di controllo, e ci avrà portato la cena, allargheremo il buso della rete e, uno alla volta, scapperemo da qui."


Il silenzio scese nella cella: nessuno osava fiatare. Ma Holly aveva colpito nel segno: perchè anche se pochi là dentro avevano un cuor di leone, la paura era di tutti. E nessuno voleva sapere che fine facevano quelli che scomparivano.

"Va bene, Holly. Hai detto ancora le parole giuste" disse il più anziano di tutti, Osvaldo.
"Ti seguiremo tutti"

E arrivarono quindi le ore di attesa più lunghe che non avessero mai passato. Minuti che sembravano come ore. Ore che sembravano come giorni. Giorni che sembravano ... vabbè, avete capito.

Ma arrivò anche l'ora del controllo. Aspettarono, un'altra ora, per evitare cattivi incontri.E poi Holly guidò la grande fuga: allargò il foro nella rete e fu il primo che, dopo giorni, vide la luce della luna. E respirò per primo l'aria della libertà.Un'aria preziosa, che non si può barattare con null'altro al mondo.

Uno dopo l'altro, tutti uscirono dal buco: l'ultimo fu il vecchio Leonard che, con un gesto di sfida, voleva a tutti i costi rimanere dentro.
Come un gesto estremo di sfida nei confronti di quegli aguzzini che l'avevano costretto dentro."Lasciatemi stare ... sono troppo vecchio per scappare!! Lasciatemi morire qui"

Ma alla fine riuscirono a convincere anche lui.

E tutti i polli riuscino a scappare dal foro della rete, dalla rete del pollaio del signor Tino. Che, poverino, non riusciva a concepire come fosse potuto accadere che i suoi amati polli l'avessero abbandonato, proprio prima delle feste natalizie.


Come è andata a finire:

Holly è ora un volontario che combatte per i diritti dei polli.
Leonard si è spento serenamente l'anno scorso. Tutti hanno pianto sulla sua tomba
Il signor Tino (che è un mio vicino di casa) ha smesso di allevare polli e tacchini: ora si decida a Conigli (cui ha messo un ceppo alle zampe) e alle Quaglie

Cambia l'ordine dei fattori ma non il risultato

A sentire le parole di Crea di autodifesa, non si capisce a quale partito appartenga (destra, sinitra, centro?):

«Rispedisco al mittente, con sdegno, viceversa, le subdole e mediatiche pressioni ricevute, bellamente impacchettate sotto le neppure tanto mentite spoglie di suggerimenti di opportunità. Opportunità per il destinatario o interesse del mittente? Poiché un'eventuale "autosospensione", - continua - appartiene etimologicamente, in via esclusiva, al soggetto che deve determinarsi o meno ad una segnata scelta; anche al fine di fugare dubbi di sorta e di congelare gli ammirevoli ma faticosi attestati di solidarietà ed i continui suggerimenti dei miei Colleghi, mi preme evidenziare, una volta per tutte, che non rinuncerò, né in via transitoria né in via definitiva al mio ruolo istituzionale».

Gli era stato chiesto di autosospendersi da consigliere regionale, dopo essere finito in alcune intercettazioni che hanno portato all' arresto del presunto mandante dell' omicidio Fortugno, Alessandro Marcianò.

Quei bravi ragazzi

Moggi: «Sono stato crocifisso» «Per due mesi sono stato mortificato da tutti, incolpato prima di essere giudicato. Hanno distrutto la mia famiglia»

Sottile: «Mi hanno massacrato»

Nel giorno in cui parte il
processo a Calciopoli, si scopre che (a prescindere dalla verità giudiziaria), erano tutte brave persone.
E noi gli sciacalli che li volevano in carcere.

In un tempo freddo e oscuro di Joe R. Lansdale

In un tempo freddo e oscuro e altri racconti.

Un romanzetto rosa scovato in una sgangherata libreria nasconde tra le pagine il poster di una misteriosa donna nuda.
Un uomo si sveglia legato a una sedia di fronte a un dobermann scatenato.
Un coniglio di un metro e ottanta corteggia un turista in un cimitero egiziano.
Un ciccione comunica con un elefante per carpirne la saggezza.
Un dinosauro gonfiabile vuole a tutti i costi andare a Disneyland...


Chi l'ha detto che i libri di racconti sono deludenti? Forse è vero se chi scrive non è capace di inventarsi una storia capace di stare in piedi in poche pagine. Oppure quando la raccolta è messa in piedi raschiando dal fondo del barile degli scrittori .. tanto per riempire un buco.
Ma qui parliamo di Joe Lansdale, e a Joe bastano poche pagine per scrivere un racconto che ti gela il sangue: come quello che da il titolo al libro "In un tempo freddo e oscuro".
Qui c'è veramente di tutto: dall'houmor "freddo" e "surreale" de "Il cane dei pompieri", al cinismo puro di "Un lavoro come tanti".
Alla scoperta del lato oscuro dell'anima, come ne "La donna del telefono".

E non manca nemmeno il tornado, un tratto comune a tutti i suoi libri: il tornado che arriva e spazza tutto via, oggetti e vite. Distrugge il passato per poter costrire una nuova vita.
Il racconto più lungo è "Fatti relativi al ritrovamento di un paginone di nudo": tra tutti è quello che più si avvicina alle storie di Hap e Leonard, con un protagonista (che ricorda Hap), un outside della vita senza lavoro e con scarse prospettive (se nono quella di portare la figlia al circo) che si infila suo malgrado in una storia di sangue.

Quando uno è bravo non ha bisogno di tante pagine o tante parole per spiegarsi: "Il circo non era sotto il tendone, ma nella zona fiera di Mud Creek, che per Mud Creek è indispensabile quanto per me un secondo uccello. Non uso neanche il primo. Si vabbè, lo uso per pisciare, ma avete capito che intendo".

Leggetevi anche l'introduzione, per capire un pò di più l'uomo e lo scrittore Leonard "E' solo che gran parte della mia attività esplora il lato oscuro della cose, e vista la situazione attuale del pianeta (senza contare gli errori di politica estera del mio paese) ho il vago sospetto che la levità di tocco che ho inserito nei miei ultimi romanzi non durerà a lungo. A dirla tutta sono incazzato nero".

"Spero solo che vi divertiate a leggerli così come mi sono divertito io a scriverli".
E io ne sono sicuro.

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28 giugno 2006

Afghanistan o non Afghanistan?

Il rifinanziamento della missione in Afghanistan diventa il primo scoglio della maggioranza.
I comunisti italiani vorrebbero un ritiro immediato, cosa impossibile da portare avanti in modo unilaterale.

Il rischio di un voto di fiducia (al Senato) ha portato ad un accordo:la creazione di un comitato interparlamentare di monitoraggio sulle missioni aperto al contributo di esperti esterni al Parlamento.
Ora, se il discorso è legato alla copertina corta, per cui in assenza di fondi, dovendo scegliere tra i cantieri in Italia (e l'università, la sanità pubblica ...) e le missioni all'estero, è corretto privilegiare gli investimenti in Italia.
Ma, siccome parliamo di sicurezza internazionale, non possiamo non chiederci se possiamo permetterci un regime talebano che governi l'Afghanistan. Già oggi il controllo del territorio sfugge alle truppe della Nato, con un ritiro delle truppe si arriverebbe ad una situazione tipo Somalia. Con la Sharia e le corti islamiche ...

Possiamo permettercelo? Forse, finchè ci lasciano stare in pace, finchè non ci ricattano col petrolio, finchè i Talebani non arriveranno fin sotto il Mediterraneo.Per questo, l'idea del ritiro immediato mi sembra sbagliata. E qui arriviamo al punto: cosa ha realizzato la missione fin'ora? Quali obiettivi ha raggiunto?
Questo non lo sappiamo: un pò per colpa nostra, perchè le montagne dell'Afghanistan sono TANTO lontane. Eppure sono nostri soldi: dunque l'idea di un comitato di monitoraggio non mi sembra sbagliata.
Dunque si alla guerra in Afghanistan (perchè di guerra si tratta), ma vogliamo dei risultati, magari non subito, iniziando dal traffico dell'oppio.

Un'ultima cosa, per concludere: l'Italia ripudia la guerra. E la guerra non deve essere usata come strumento di esportazione delle democrazia. E Saddam? Semplice: non si possono corteggiare i signori dittatori quando fanno comodo (Saddam durante la guerra contro l'Iran, i Talebani durante la guerra in Afghanistan), vendergli armi e tecnologia militare (se non peggio) e poi scaricarli quando non fanno più comodo.Saddam non è peggio di Gheddafi, del dittatore in Corea, di Milosevic (che le nazioni occidentali osannarono come grande statista nel 1995 per il suo ruolo nella pace di Dayton).
I dittatori (e le dittature) vanno tagliati alla radice.
Ma perchè si arrivi a questo si devono rinforzare gli organismi internazionali, Nazioni Unite & Co.
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27 giugno 2006

I -TIGI. Canto per Ustica

Il racconto del disastro aereo di Ustica: il viaggio dell'I-Tigi da Bologna a Palermo, le voci nell'aria tra i radaristi, i militari, i tracciati radar, il racconto della guerra degli anni '80 ...

Raccontato dal grandissimo Marco Paolini: uno dei pochi in grado di affrontare una storia complessa come questa, dai molti lati oscuri, in diretta e in prima persona.
Creando con chi ascolta un legame diretto: la tragedia non diventa più un evento geografico da prendere così com'è (tragedia di Ustica, strage di Piazza Fontana), ma un evento che coinvolge lo spettatore.
Paolini, sulla scena, chiede alla folla che assiste, di non chiamare più l'evento con Ustica, ma di parlare di I-Tigi, dal nome dell'aereo.
E allora la tragedia del volo IH-870, diventa la tragedia di tutti noi, perchè tutti noi potremmo essere i Tigi.

Da quest'opera di treatro civile, della memoria, emerge tutta la passione di Paolini (e delle altre persone coinvolte nel progetto come Daniele Del Giudice) per far sì che la morte delle 81 persone (che tragedia, incidente, strage .. comunque la vogliamo chiamare, mancano all'appello): passione civile per ricercare la verità nonostante il "muro di gomma" messo in piedi da una parte degli apparati dello stato.
Un muro di fronte al quale le richieste di accertamenti, di verità, rimbalzano indietro.

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Il sito di Marco Paolini

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Il dopo referendum


Giornataccia della Lega, ieri. L'unica cosa che erano riusciti a raggranellare, la devolution, cancellata con un voto netto.
E se anche i sì vincono in Lombardia, col 54%, non vincolo a Milano, la vostra capitale.
Le devolution e le riforme non sono state capite? Può darsi.
La gente (specie al sud) si oppone ad una riforma che concepisce come una perdita degli aiuti dello stato, dei finaziamenti? Anche questo può essere vero.

Ma non si può dare tutta la colpa agli italiani, come Speroni:«Gli italiani fanno schifo e l'Italia fa schifo perchè non vuole essere moderna. Hanno vinto quelli che vogliono vivere alle spalle degli altri».

Gli italiani faranno anche schifo, ma sono gli stessi che nel 2001 vi hanno portato al governo, che vi hanno permesso le porcate, e che ora si sentono ripetere ancora dal ministro Padoa-Schioppa "dovremo fare sacrifici".

Bossi «Se vince il No vorrà dire che andremo in Svizzera».
Ma poi si è corretto «E' triste, ma si va avanti comunque»

Peccato ... ma forse la Svizzera aveva già chiuso le frontiere.

In ogni caso, dobbiamo andare avanti: con le riforme, con lo snellimento del sistema e della burocrazia, col taglio alle spese inutili (tutti i cantieri inaugurati e ora a rischio chiusura).

Volendo essere cattivi, si potrebbe interpretare il Si al nord come il tentativo di abbandonare la nave che affonda. Peccato che sia la nave di tutti ....

Dulcis in fundo, a rendere ancora più amara la pillola, ci si è messo anche il fattore c. si Lippi: una vittoria al 93 esimo su rigore ... nemmeno Sacchi nel 94.

26 giugno 2006

Mi voglio sbilanciare

Nonostante non siano dati definitivi, lo dico lo stesso.
Il NO potrebbe aver vinto.

Quando si inizierà a parlare di politica e fare le riforme? Aspettiamo la fine dei mondiali?

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Immagini da Villa Olmo

Il lungolago visto dalla villa
L'ingresso della Mostra
Uno scorcio del lago

L'attracco di Villa Olmo

Magritte: un viaggio nel sogno

Sono uscito dalla mostra di Magritte a Villa Olmo con dentro un'emozione che avevo provato poche volte.
Vedere con i propri occhi un quadro, arrivare a vedere perfino la pennellata dell'artista, da una scossa incredibile. Ne esci cambiato.
Mi permetto di dare un solo consiglio , a coloro che non sono ancora andati a Villa Olmo: andate in gruppo (min. 10 persone) prenotando i biglietti, oppure andate fuori dagli orari "classici" (metà mattina o metà pomeriggio).
Rischiate altrimenti di fare una lunga fila nell'attesa di poter entrare: è vero che il panorama che vedreste è sempre quello dolce del lago di Como e del parco di Villa Olmo, ma insomma, se potete evitare ...

Il surrealismo: Magritte viene inquadrato tra i pittori "surrealisti" (anche se è vero che i grandi fanno sempre grupppo a se). Filone che nasce dalla avanguardie di inizio secolo, nato in seguito alla crisi del "pensiero positivo", all'illuminismo. In sintesi nasce il dubbio che non necessariamente debba esistere una risposta per ogni domanda.
E che il "mistero" non sia qualcosa di negativo da sconfiggere, ma qualcosa che meglio aiuta a comprendere la realtà.E gli artisti iniziarono a provare e trovare nuove forme di espressione, grazie anche a due impulsi importanti di inizio novecento.
La teorie sull'inconscio di Freud, e la nascita delle fotografia e del cinema.Se fino al settecento/ottocento il pittore migliore era quello che ritraeva meglio la realtà, anche a costo di lunghe sedute, con la fotografia ora la gente aveva uno strumento più democratico ed efficace per la sua riproduzione.
Il pittore doveva allora trovare altre strade.
Il tema dell'inconscio invece è utilizzato come arma per rompere definitivamente col simbolismo del passato: andare oltre la realtà significa cercare di rappresentare quello che non esiste. Il mondo dei sogni, il mondo dell'illusione (anche con l'aiuto di droghe sintetiche). Se nella pittura classica ad un'immagine era associata un'idea, un concetto, con i quadri di Magritte questo non è più vero: non cercate un perchè.

Il suo prendere oggetti dalla realtà (il sonaglio, la gabbia, l'uccello) ed usarli in modo "incongruente" non hanno una spiegazione immediata: questa "trasposizione" serve a colpire l'immaginazione. a far suscitare delle domande.
Magritte non vi darà le risposte.
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25 giugno 2006

Il 10% che decide il nostro destino

Il 10% è l'affulenza alle urne per il referendum (ore 12). E' la percentuale di coloro che sta decidendo le sorti della nostra Costituzione.
Sarà importante la Costituzione, no?
Ebbene mi chiedo come avranno votato queste persone.
In base a quali informazioni? La pubblicità ingannevole di
mediaset? Le tribune politiche (tra l'altro poche, nonostante la posta in gioco)? Le dichiarazioni dei politici (che si sono svegliato, almeno a sinistra) molto in ritardo?
Ma è la democrazia, e la maggioranza decide. A volte può bastare la minoranza.

Il fiore d'oro di Franco Cardini e Leonardo Gori

Quando un giallista storico (come Leonardo Gori) si incontra con uno storico medioevale (come Franco Cardini) con la passione del giallo, che genere di libro può venire fuori? Che storia possono raccontarci?
Una storia che, ambientata nell'ultimo anno di guerra, nel 1944, intreccia misteri da spy story, morti in catena e pagine dedicate alla descrizione architettonica della villa di D'Annunzio, ai suoi versi. Ambientato tra Gardone e Venezia, tra gli sfarzi decadenti delle stanze del Vittoriale e le calli della città lagunare, pittoresce ma che possono anche trasormarsi in trappola, dove da ogni vicolo può spuntare la pistola di un killer per tenderti un agguato.

Protagonista del libro è il colonnello delle SS Dietrich Von Altemburg. Il Von del cognome indica la discendenza da una famiglia nobile delle Turingia. E' sfuggito al fronte russo, dove ha rischiato di finire davanti alla corte marziale per non aver obbedito ad un ordine di rappresaglia nei confronti di un paese della Crimea (ma queste memoria della guerra verranno fuori man mano nelle pagine del libro, in successivi flash-back).

A Venezia due agenti gli impongono un nuovo compito, che non può rifiutare: seguire la missione tedesca al Gardone per recuperare un enigmatico gioiello, il Fiore d'Oro, appartenuto a Wagner e poi successivamente a D'Annunzio; ma è anche il titolo di un film mai realizzato dal poeta.
Dietrich incontrerà alla villa Elena Contini, una ragazza ebrea che prima della guerra lavorava alla sovrintendenza alle belle arti a Firenze, ma che ora lavora in una troupe cinematografica italiana che intende realizzare il film incompiuto.

Ma altri giochi, altri segreti e altri ambigui personaggi si celano dietro le mura della villa: cosa è veramente il fiore d'oro? Cosa lega tra loro D'Annunzio e Guglielmo Marconi? Forse qualcosa di più importante di un gioiello o di una sceneggiatura (sebbene realizzata dal "Vate"): qualcosa di così terribile che potrebbe influenzare l'esito della guerra in corso.
Forse fin troppo storico che "giallo", almeno nella prima metà: gli autori indugiano troppo nelle descrizioni delle stanze, degli ambienti, della cultura giapponese (gli autori immagina perfino una pagoda all'interno della villa) e di quella tedesca, Jung Wagner e Nietzsche, legati da un segreto carteggio, fino ad arrivare alla cultura himalayana, col culto della “luce azzurra”.
La storia del cinema italiano, dagli anni d'oro di Cabiria e Quo Vadis agli anni bui, con la crisi successiva all'ingresso del sonoro.
Piccoli dettagli di una storia che man mano, diventa più complessa. E pericolosa.

Se ne rende conto anche Dietrich, quando pure lui sfugge alla mano di un misterioso killer, che ha già ucciso altre persone nela villa: non sa chi di può fidarsi, se degli italiani (che non sa se sono antifascisti o solo persone di cinema), ma nemmeno dei suoi connazionali. Che nel frattempo stanno svuotando la villa (che D'Annunzio aveva trasformata in un enorme museo antitedesco).
Capisce di essere al centro di una storia che coinvolge diversi servizi segreti dei paesi in guerra e che l'unica sua salvezza sarà quella di doversi fidare per forza, oltre che del suo istinto (che lo ha salvato dall'orrore della guerra), di una persona del fronte opposto, in nome dei valori (umani) che vanno oltre l'appartenenza ad un fronte o l'altro.

Il sito di Leonardo Gori; i link per comprare online il libro su bol e ibs.

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23 giugno 2006

Torna a casa I-Tigi



Il relitto dell'I-Tigi verrà
trasferito a Bologna.

Da Bologna a Bologna, passando dall'hangar di Pratica di Mare, con un ritardo di 26 anni. E con 81 morti sulla coscienza (64 passeggeri, 11 ragazzi, due bambini e 4 membri dell'equipaggio). Sulla coscienza non si sa bene di chi.
Visto che, al momento non esiste colpevole.
Sul corriere è scritto "Il Dc 9 che precipitò al largo di Ustica il 27 giugno 1980": certo, escludendo missili, bombe, cedimento strutturali e marziani, si può solo dire che è precipitato.
E intanto, tra un pò, passerà un altro anno di attesa, da parte dei familiari delle vittime, della verità
giudiziaria.

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Anticipazioni: La venere di Salò di Ben Pastor

La venere di Salò di Ben Pastor:
Salò, inverno del 1944. Mentre divampano gli ultimi fuochi della Repubblica Sociale, un serial killer aggiunge la propria violenza a quelle delle SS e delle Brigate Nere. Ma si tratta davvero di uno psicopatico oppure i suoi omicidi nascondono un movente razionale? E chi ha rubato "La Venere di Salò", un preziosissimo dipinto di Tiziano al centro di molti interessi inconfessabili? Tante, troppe domande per un mistero che può essere svelato soltanto da un uomo: Martin Bora, il leggendario soldato-detective creato da Ben Pastor. Finalmente in uscita, il sesto romanzo di una serie di gialli storici che ha conquistato il pubblico internazionale.

Il libro sarà edito, come per i precedenti, da Hobby & Work e uscirà ad ottobre in Italia.
Ben Pastor sarà invece in Italia a novembre, per ritirare un premio e partecipare a qualche festival.
Ringrazio l'editor della casa editrice, Luigi Sanvito, per la segnalazione e per l'articolo de l'Avvenire dove la scrittrice parla della ricerca delle sue radici italiane, a Como. Proprio come me.



Technorati:

L'agente che sparò a Rumesh torna in servizio

L'agente che ferì il ragazzo cingalese, Rumesh, il 29 febbraio scorso, rientra in servizio (su metronews, pagina 12). Senza nessuna sanzione.
Ma potete stare tranquilli, non farà servizio sulla strada.
Intanto Rumesh sarà operato alla testa per la ricostruzione della calotta cranica.

E il nucleo antiwriter, a Como, si appresta ad essere riformato.
Technorati: ,

A proposito delle intercettazioni

... e di coloro che considerano immorale far sapere i fatti loro (ma soprattutto la loro bassezza morale), ho trovato interessante questa lettera mandata al sito punto-informatico, che evidenzia tutta l'ipocrisia dietro lo scandalo.

Da una parte gli isp che, per la legge Pisanu devono tener via tutti i dati delle nostre navigazioni, dall'altra le intercettazioni che svelano un potere acquisito che governa parte della nostra società (banche, calcio, assunzioni Rai ....):

La discussione che mi piacerebbe aprire è su: perché io devo essere fesso e devo essere intercettato in automatico? Qual è poi la reale e maggiore pericolosità socio-economica dei reati? Partendo dal presupposto che anche la più piccola delle azioni illegali è reato, è pur vero che la legislazione tiene conto della gravità dei vari reati impartendo pene diverse. Quindi mi chiedo, presupponendo l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte al legislatore o alla magistratura, cos'è è più grave tra lo scaricare illegalmente un mp3 e (per esempio) lo sfruttamento della prostituzione? Quindi la priorità del legislatore dove deve essere posta? Come deve essere valutata l'intercettazione? Buona per tutti o buona per nessuno?
Technorati:

22 giugno 2006

Forza Italia!

Italia Rep-punto-Ceka 2 0.
E vai!
Per qualche ora (giorno) possiamo anche essere orgogliosi di questa Italia e dimenticarci dei nostri guai (Iraq, Calciopoli, Situazione economica, precariato, Savoia ... fate voi).

Il lupo perde il pelo

... ma non il vizio di insultare gli italiani e chi non la pensa come lui.
Comunque è già un passo in avanti: da coglioni a indegni.

Ma tanto tra un pò arriverà la smentita ... avevamo capito male.
Technorati: ,

A Milano si muore di smog

E' quanto emerge dal dossier dell'Asl.
Se un morto al giorno vi sembra poco ....
Dossier cui era stato
negato l'accesso nei giorni scorsi, e le mamme antismog avevano fatto ricorso al TAR.
Del problema delle polveri sottili ne aveva parlato
Report, nella puntata del 4/06.

E se si allarga l'orizzonte a tutta l'Italia i numeri sono ancora più preoccupanti:
Quasi 9mila italiani ogni anno muoiono di smog. Per inquinamento atmosferico da Pm10 (ndr. le famigerate "polveri sottili") e ozono. Una 'strage´ pari agli esiti fatali degli incidenti stradali. L´allarme è contenuto nel nuovo studio condotto dall' Organizzazione Mondiale per la Sanità per conto dell'Agenzia per la protezione dell' ambiente dal titolo Impatto sanitario del PM10 e dell'ozono in 13 città italiane.

Appunto: una strage. E speriamo che il nuovo sindaco di Milano, ora che si è presa tutti i superpoteri faccia qualcosa.
E lo stesso vale per il governo a Roma: qui si parrà tua nobilitate caro Pecoraro Scanio.
Technorati: , ,

Il blogger Alaa sarà liberato

Il blogger egiziano Alaa Abd El-Fatah che era stato arrestato il maggio scorso, verrà presto liberato.
Grazie anche alla
campagna web che ha fatto pressione sul governo egiziano.
Alaa era stato arrestato nel corso di una dimostrazione dinanzi ad un tribunale de Il Cairo nel quale era in corso un procedimento contro alcuni dei mille e più arrestati della Fratellanza Musulmana che tuttora popolano le carceri egiziane. Le accuse contro di lui vanno dall'intralcio al traffico alle ingiurie contro il presidente Mubarak, agli insulti alle forze di polizia espressi nel corso dell'arresto fino all'organizzazione di una manifestazione illegale, in quanto vietata dalle leggi di emergenza ancora in vigore nel paese.

Technorati: ,

21 giugno 2006

Ladro e gentiluomo

«Ho preso soldi per beneficenza»
Avete sentito, signori rapinatori? D'ora in avanti poteve usare anche voi questa scusa ....

"tz, tz, ispettò! So innocente! l'ho fatto solo pe beneficenza!"

«Ma cosa vuole, dottore, che mi mettessi a fare l'intermediario per 20 mila euro? Argent de poche, suvvia...».

Sarà anche argento dei poveri, caro Savoia, nel caso in cui non sappia cosa farsene, li dia pure a me.

Perchè hanno scioperato le FS?

Ancora uno sciopero?
Ma basta! Non se ne può più!
Ma stanno sempre a scioperare!


Bene, ma vi siete chiesti perchè si è scioperato ieri?
Per la salvaguardia di un posto di lavoro. Quello del macchinista Dante De Angelis, licenziato e senza lavoro per l’essersi rifiutato, da rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, di guidare un treno in partenza da Bologna nel febbraio scorso su cui era installato il Vacma (il famigerato pedale dell’“uomo morto”, ritenuto nocivo da alcune Asl e fortemente contestato dai sindacati).

Altri quattro ferrovieri sono stati puniti con il licenziamento, nel gennaio 2004, per aver mostrato alle telecamere di Report la carente sicurezza della rete ligure e piemontese.
La sicurezza di chi viaggia, cioè mia, che prendo il treno tutti i giorni per andare a lavoro e, magari, di voi che leggete.
Pensateci: è triste morire (o rimanere feriti) per andare al lavoro.
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Incontro con Alan Altieri


Lo scrittore Alan D. Altieri, assieme allo scrittore Antonio Franchini e Stefano Iannarino, ha presentato il libro "La Furia" (ed. Corbaccio), secondo della trilogia di Magdeburg.

Alla Feltrinelli di Buenos Aires, Milano.
Ha introdotto lo scrittore Sergio (Sergione), definito "larger than life", parlando dei suoi esordi col racconto (di sole 30 pagine!) "Il Ponte", per la rivista Febbre Gialla.

"Sergio non è solo uno scrittore di techno thriller, di romanzoni storici. E' questo ma è anche altro"."E' bello farsi avvolgere nei racconti di Sergio .. c'è il tema del male nei suoi racconti, una letteratura apocalittica".
Frutto anche degli anni passati in america a Los Angeles: di cui Sergio non vedeva i palmizi o le belle donne, ma la violenza, gli scontri nelle strade (sfociati a Los Angeles nel 1992). Sergio Altieri aveva previsto ciò che sarebbe successo poi, con l'11 settembre e le guerre? Barbolini (giornalista di Pamorama) disse "ma ti rendi conto che il mondo sta sempre più assomigliando a un incubo di Sergio".
E l'incubo e la violenza, dei libri della sua trilogia, sono ambientati durante la guerra dei trent'anni, nel 1600. Un buco nero della storia del mondo occidentale, con una violenza mai successa prima e mai ripetuta.

I link al libro online su bol e ibs
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20 giugno 2006

La Somalia in mano alle corti islamiche

Vi ricordate il film di Ridley Scott, Black Hawk down? Doveva essere un'operazione mordi e fuggi, chirurgica, per rapire il signore della guerra di Mogadiscio Mohamed Farrah Aidid.
Invece finì in una battaglia nella quale morirono 19 tra uomini della Delta Force/Ranger.
L'esercito americano si ritirò, poi dalla Somalia. I Signori della guerra avevano vinto e i somali continuarono a morire di fame o sotto i colpi dei militari.

Ora è tornata la pace, dopo la fragile democrazia di questi anni: grazie alle corti islamiche. Per la popolazione civile, sono stati gli islamici e non le forze occidentali che appoggiavano i signori della guerra, ad aver riportato la pace.
«La democrazia è stata un fallimento, poi il disastro del regime militare. Il Corano ci può dare sicurezza e far ripartire l'economia»

Diventerà la Somalia come l'Afghanistan? Certo la Somalia è tanto lontana, non ha petrolio, non esporta droga.
Ma è un altro fallimento della politica delle democrazie occidentali.
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Fino all'ultimo respiro

Nodo scorsoio.
Questi nodi sono chiamati anche cappi o lacci. La loro caratteristica è quella di stringersi attorno agli oggetti sui quali sono fatti: quanto più forte è la tradizione esercitata sul corrente tanto più forte il nodo scorsoio stringe l'oggetto attorno al quale è avvolto. Il fatto che la presa dei nodi scorsoi sia direttamente proporzionale alla tensione del cavo costituisce più un difetto che un pregio. Questa caratteristica, infatti, limita il loro impiego a quei casi in cui si è ben certi che la tensione del cavo è costante; all'inverso, l'allentarsi della tensione del cavo rende i nodi scorsoi estremamente insicuri. In conclusione, a parte impieghi ben definiti, è consigliabile evitare l'uso dei nodi scorsoi.


L'immagine si ripresentava ogni volta: lui in bilico su una croce, un nodo scorsoio che si stringeva attorno al suo collo, le gambe che tremavano. Le braccia legate dietro la schiena ....
La verosimiglianza del ricordo lo aveva sconvolto sin dalla prima volta. Gli sembrava di sentire la sensazione di ruvido della corda sulla pelle. Sentiva l'odore acre del sudore, del suo sudore ....
Arrivava persino a sentire la goccia di sudore scendergli giù dal collo, finire in mezzo alle scapole .....

Come cazzo era arrivato a quello? Ad infilare la sua testa in quel cappio? A salire (da solo?) su quel pezzo di legno?Si sentiva in bilico: qualsiasi movimento avrebbe potuto essere l'ultimo, non poteva respirare forte (anche se il panico gli aveva fatto accelerare i battiti ed aumentare il desiderio di ossigeno), non poteva liberarsi, non poteva fare nulla.Solo aspettare l'ultimo respiro. Quello liberatorio.

Si dice che negli ultimi istanti, ti scorre davanti agli occhi tutta la propria vita. Beh, non è vero.
La percezione dei sensi aumenta in modo impensabile: si sentono i battiti del proprio cuore in gola, tutti gli odori e i sapori.
E una luce, forte, luminosa, intensa, che rende tutto uniforme e indistinto: forme e contorni. Un unico magma, come quello originario della terra. Come a dire che si torna sempre al principio di tutto. Polvere siamo e polvere torneremo.

Tu tum .. Tu Tum .. Tu tum ... Tu tum ... Tu tum ...
Tu tum .. Tu Tum .. Tu tum ... Tu tum ... Tu tum ...

fino a quando il cuore continuerà?

Tu tum .. Tu tum ...
Tu tum .. Tu tum ...
Tu tum .. Tu tum ...


Passi che si avvicinano: un risveglio brusco. Sudato come un feto appena uscito dall'utero.
Cazzo un'altra volta, quel maledetto sogno. Fino a quando?

Tutti contro le intercettazioni

Tutti d'accordo i nostri politici, in perfetto stile bipartisan quando si tratta di bloccare la magistratura con le intercettazioni. Ovviamente quando gli intercettati sono loro e le loro corti dei miracoli. Avranno qualcosa da nascondere?

Mastella: Basta - sostiene Clemente Mastella - con questo andazzo delle intercettazioni

Noi non vogliamo punire i giornalisti. - afferma il Guardasigilli - Io voglio colpire chi deve essere colpito (...) ma è una zoomata continua, no al Grande Fratello

Berlusconi: ''Quello che e' successo in questi giorni e' veramente barbaro e inaccettabile in un Paese civile''

Guido Calvi (Ds): "Sono anni che assistiamo alla pubblicazione di atti coperti da segreto istruttorio, conversazioni private in evidente violazione della privacy dei cittadini. Mi sembra indispensabile intervenire per fermare questo malcostume"

Castelli: Roberto Castelli, ex ministro della Giustizia afferma «È disgustoso mettere alla berlina una persona che può essere innocente - dice intervistato da 'il Giornalè - servono più rispetto e nuove regole sulle indagini

Fini all'attacco: "Gogna mediatica contro mia moglie"

Bersani: No alla gogna - dice Bersani - serve una normativa più stringente, frutto di un accordo tra le forze politiche, per mettere fine al fenomeno della diffusione indiscriminata delle intercettazioni telefoniche

Rifondazione comunista: «Le preoccupazioni di Mastella sono condivisibili - dice il capogruppo alla Camera, Gennaro Migliore - c'è il rischio di un uso eccessivo delle intercettazioni».
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19 giugno 2006

Perchè voterò no al referendum



- perchè bisogna accettare tutte le modifiche con la formula "predendere o lasciare": allora preferisco lasciare
- perchè alcune norme per le quali sarei d'accordo (riduzione nel numero dei deputati) andranno "in onda" troppo in la negli anni.
- perchè queste modifiche alla nostra costituzione avrebbero dovuto essere concordate in modo comune piuttosto che essere imposte
- perchè non mi convince la questione del quorum: per una modifica della nostra vita politica così importante serve che la maggior parte degli italiani abbia scelto conapevolmente
- perchè non mi convince il modo in cui la televisione sta parlando delle modifiche alla costituzione. Parla della riduzione del numero dei deputati ma non quando. Parla di modifiche alla Corte Costituzionale senza specificare quali. Parla di minori tempi per approvare le leggi, senza sottilineare che servirà solo una camera per l'approvazione.
- perchè non mi convince la ripartizione dei poteri su questioni scolastiche, di sanità e polizia. La legge è uguale per tutti, come i diritti e i doveri.
- perchè non si può passare da De Gaperi, Togliatti e gli altri padri della Costituzione, a Bossi, Calderoli e Schifani.

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Ogni cosa è illuminata, il film di Liev Schreiber

Dal primo libro di Jonathan Safran Foer, questo film: un viaggio alla ricerca dell'illuminazione, in viaggio alla ricerca della memoria. Una "very rigid search", come dice Alex, uno dei personaggi nel suo inglese stentato.
Ma andiamo con ordine: Jonathan è un "collezionista", raccoglie tutti gli oggetti che in qualche modo rappresentano eventi della sua vita. Dalla dentiera della nonna morta, ad un ciondolo del nonno. Ricordi che imbusta, cataloga mettendo data e luogo e appende ad una parete della sua stanza.
Tra questi, un giorno trova una foto del nonno che lo ritrae giovane accanto ad una ragazza, "Augustine", in Ucraina nel 1940.
Decide di partire per la ricerca di questa persona che forse la salvò la vita al nonno nel 1942.

In Ucraina si rivolge ad una organizzazione di viaggi: "viaggi della memoria". E' un'agenzia specializzata in ebrei che vogliono ritrovare familiari scomparsi durante la guerra: composta dal nonno Alex, che si crede cieco (e nasconde un certo odio per gli ebrei), dal nipote Alex (che ama tutto ciò che è americano, come Michael Jackson, perchè è un "ballerino di 1 classe").

E infine dalla dalla cagnetta Sammy Davis Junior Junior (sempre per la presunta cecità del nonno), chiamata così in onore del suo cantante preferito.

Il viaggio verso Trachimbrod (questo il nome del paese dove fu scattata la foto), sarà accompagnato dalla musica (le ballate tristi e dolci composte da Paul Cantelon), nei paesaggi verdi e fertili della Ucraina: un viaggio con alla guida un cieco, dove i protagonisti vivranno situazioni paradossali.
Come la cena nella locanda, la prima notte: Jonathan è vegetariano ("ma hai qualche problema" gli chiedono increduli gli altri), non può mangiare carne. Gli viene servita una patata, intersa, su un piatto: silenzio imbarazzato di tutti, finhe il nonno nno taglia la patata in quattro, ne da un pezzo alla cagnetta, uno al nipote, uno per se e l'ultimo a Jonathan. Che la imbusta come gli altri ricordi.

"Perchè fai tanto rigida ricerca" - chiede Alex a Jonfen (così Alex chiama il ragazzo)
"Perchè voglio vedere dove è cresciuto mio nonno. Voglio capire come sarei se mio nonno non fosse andato in america".

E man mano che il viaggio prosegue, il clima surreale comica lascia spazio ad un sentimento più triste, tragico: a cominciare dalla visione dei palazzi bucati dai proiettili "sovietici, indipendenza". L'incontro con dei lavoratori che non vedono di buon occhio gli "stranieri" di Odessa o, peggio, gli americani. Fino all'arrivo ad un villaggio abbandonato, che fa scattare nel nonno i primi ricordi del suo passato, il cui legame con la storia capiremo meglio nel finale.

Così come capiremo meglio nelle parole finali di Alex il perchè il regista ha voluto usare una luce forte per segnare il passaggio dalla storia del presente al mondo della memoria. Sarà il preludio all'illuminazione.
Il nonno li porterà alla casa di Augustine: una sa circondata da un campo di girasoli. Lì troveremo il villaggio di Trachimbrod, distrutto dalla furia nazista nel marzo del 1942: dentro pacchi Augustine ha salvato i ricordi del paese, i giocattoli, le foto, gli occhiali. Come per Alex, per la paura di dimenticare ha cercato di recuperare dalle macerie, dal fiume gli oggetti appartenuti alla persone del paese distrutto.

E sarà Augustine stessa a guidarli, in una lenta processione (non solo simbolica) a ciò che rimane: il moumento dedicato ai 1024 morti. Davanti al quale racconta dell'arrivo dei nazisti, che uccisero gli ebrei del villaggio e i suoi familiari ("mio padre non volle sputare sulla Torah ..."):
si arriverà a scoprire la verità sul passato del nonno e sul perchè Augustine nascose la sua fede, sapendo che sarebbe morta: perchè scrisse sul barattolo "Nel caso".
"L'anello non è qui per noi, noi siamo qui per l'anello. Tu esisti per lui".
L'importanza della memoria di ciò che siamo stati, del nostro passato. Perchè senza quel passato noi non saremmo ciò che siamo, qui, ora, in questo momento.
Confesso di essere arrivato alle lacrime ...

Dalla lettera che Alex (che è poi la voce narrante del film) scrive a Jonathan
"Ho riflettutto molto sul senso della nostra ricerca, che ha dimostrato come ogni cosa sia illuminata dalla luce del passato, dall'interno guarda verso l'esterno, alla rovescia, proprio come la mia canottiera.""In questo modo io sarò sempre lungo il fianco della tua vita. La famiglie saranno con noi, tuo nonno e forse, in qualche modo, mio nonno".

Un'unica ragnatela lega tra loro le persone, i ricordi, del passato e del presente. E noi siamo in qualche modo intrappolati da questa ragnatela che ci lega, intrappolati come gli oggetti che Jonathan cattura e conserva.
Rispetto al libro di Foer, il film ha tagliato la parte che narra della nascita dello shetl di Trachimbrod, dando un unico filo di narrazione, con pochi (ma intensi) flash back nel passato.
Il libro è molto più complesso, sia per i salti della storia, che per il linguaggio articolato, a volte sgrammaticato, impulsivo. Ma leggetelo lo stesso.

Altri link al film: imdb, ibs, kataweb.

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18 giugno 2006

Arrestato Vittorio Emanuele

Ai tempi di Cuore (il giornale di Michele Serra), la notizia sarebbe finita nella sezione “E chi se ne frega!”.

Non si era detto che sarebbero rientrati in Italia come cittadini qualsiasi? Forse Vittorio Emanuele si è fatto un po' prendere la mano.
Comunque ha imparato la lezione: “sono innocente”, “trattato come un terrorista” .... Ora sì che può darsi alla politica.

«Secondo lei, io ho bisogno di "affittare" le puttane, perdoni il linguaggio, a terze persone per duemila euro a notte? E poi di ritirare di persona il denaro, stipato in una busta? Cosa posso dire? Io sono innocente, non so nulla di queste storie che sento attribuirmi. E i soldi, le due buste contenenti ciascuna duemila euro, mi sono state consegnate da due amici come quota di iscrizione all'Ordine di San Maurizio. Spero di essere interrogato presto e di uscire presto perché mi sento catapultato in un'altra dimensione. Sì, adesso capisco cosa deve aver provato Enzo Tortora. Mi sento come lui».

Caro Vittorio Emanuele, se devo essere sincero, penso che lei, come altri Savoia, sia capace di queste porcate e altro ...
Povero Enzo Tortora, maltrattato anche da morto.

Il vero volto dell'italietta

Avevo detto che comunque si tifava Italia. E dopo la vittoria col Ghana, speravo che il calcio italiano riuscisse a riscattarsi a partire dal campo e non dalle aule dei tribunali.
Invece, alla seconda prova, la stecca.
E neanche con una squadra forte, ma con gli Stati Uniti: “non ci sono più squadre materasso”. Balle, semmai diciamo che non esistono quasi più le squadre di una volta. Quelle capaci di imporre il loro gioco contro tutti gli avversari.
Cosa rimane della partita? La gomitata di De Rossi (che spero non venga convocata per un pezzo), le incredibili proteste, il clima rovente, prima e durante la partita. Colpa anche di chi ha paragonato la partita ad una guerra, di chi ha dedicato la vittoria ai soldati in Iraq ... ma pensate a giocare, vah!
Rimangono solo le battute di Bar Sport su Radio Popolarevediamo un Gilardino Tonico, speriamo di vedere un Toni più gilardinico ....”.
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16 giugno 2006

Le vie di Bossi

"il Paese non cambierà mai più democraticamente. Bisognerà trovare altre vie"
Bossi (ex ministro per le riforme istituzionali e la devoluzione)

Se le vie del Signore sono infinite, quelle di Bossi sono limitate al pari della sua apertura mentale.
Aspetto la pioggia di critiche di quanti hanno accusato prima D'Elia, poi Farina.
Oppure dobbiamo continuare a pensare che è solo uno che straparla?
Allora perchè viene intervistato dal TG1?
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La luna fredda di Jeffery Deaver

Dopo La dodicesima carta, avevo il timore che sarei rimasto deluso da tutti libri successivi. Dopo tutta quella azione, colpi di scena ... poteva il genio di Deaver superarsi? La risposta è si.Parte come la storia della caccia ad un serial killer, l'Orologiaio, che uccide le sue vittime e lascia loro accanto un orologio (con l'indicatore delle fasi lunari): quasi a sottolineare la lentezza dell'agonia cui sono state sottoposte le vittime.Qual'è il piano dell'orologiaio, perchè uccide?

"Sai, stiamo sulla terra per un tempo limitato. Giorni, mesi ... Noi speriamo che siano parecchi anni"
"Giusto"
"E' come se Dio, o qualsiasi altra entità in cui credi, avesse una grande lista di tutte le persone che esistono al mondo. Quando le lancette del suo orologio raggiungono una data ora, è finita. Quelle persone non ci sono più. Bè, io ho la mia lista".
"Dieci persone"
"Dieci persone. La differenza è che Dio non ha una buona ragione per ucciderle. Io sì".


E il caso dell'Orologiaio impegna seriamente Lincoln e la sua squadra: capisce che questo assassino è motlo esperto nel non lasciare tracce. Per la prima volta, poi, Amelia, la sua compagna, sta seguendo un altro caso (un finto suicidio di un uomo d'affari): quello che inizialmente è solo "l'altro caso" (rispetto a quello del serial killer), si rivela molto più complesso, per Amelia, che arriva a scoprire un grosso giro di poliziotti corrotti del 118 distretto. Un giro che coinvolge anche qualche pezzo grosso della città. Ma soprattuto che la porta a scoprire una verità imbarazzante sul padre e sul suo passato.

Tra i nuovi personaggi della storia, Deaver ha inserito l'esperta di cinesica Kathryn Dance, che aiuterà negli interrogatori dei sospettati Amelia e Lincoln: è un'esperta nell'osservare il comportamento, le espressioni delle persone interrogate, alla caccia del particolare che ne tradisce lo stato emotivo. Sarà un bello scontro tra lei, cui interessa l'aspetto umano del crimine e Lincoln, inizialmente scettico sulla sua presenza, cui interessano solo l'aspetto scientifico, le prove.

Ma nella seconda parte del libro, quando forse iniziavate ad essere un pò delusi dal solito clichè del serial killer ecco che la storia cambia di colpo. E perderete tutti i punti di riferimento conquistati prima. Deaver è stato geniale nell'architettare una storia complicata e perfetta (perfetta come un orologio, se mi è concessa una battuta): un meccanismo pieno di colpi di scena, dove dietro un mistero se ne nasconde un altro.Nulla è come appare inizialmente, e le fifficoltà degli investigatori diventano le difficoltà del lettore a capire dove la storia vuole arrivare.

Un serial killer che non è più un serial killer ... anzi nò, lo è: è un assassino spietato cui piacciono le sfide impossibili. Capace di prendersi gioco anche di Lincoln stesso. Leggerete e rileggereta le pagine della prima parte del libro, per vedere se la storia raccontata sta ancora in piedi alla luce delle rivelazioni cui si arriva. Come un assassino, costretto a tornare sul luogo del delitto.

E i due casi che arrivano a confluire in un unico caso ...

Ma il libro è da apprezzare anche per gli altri spunti che lo arricchiscono: il tema del prima e del dopo. Della città di New York, prima e dopo l'attentato dell'11 settembre che ne ha cambiato per sempre la fisionomia ma anche le abitudini dei newyorkesi. Ne ha accresciuto le paure, cosa succederà la prossima volta?
Ma anche per Lincoln c'è un prima ed un dopo: prima e dopo l'incidente che lo ha trasformato in un tetraplegico di tipo 4. Se il carattere è rimasto quello, la sua vita no. Quella si è dovuta adattare alla nuova esistenza. Un'esistenza a fianco di Amelia, che forse anche questa avrà un dopo diverso dal prima.

Deaver affronta anche la questione dei gruppi estremisti di destra, spesso sottovalutati dalle agenzie investigative, e anche il tema della guerra in Iraq: la paura che rimane addosso ai soldati che tornano a casa, ma anche il senso del dovere per il delicato compito che devono svolgere in quei territori.

Dopo aver tenuto incollato il lettore per tutta la seconda parte, si arriva forse un pò stanchi al finale: troppe emozioni, troppi personaggi e troppi collegamenti tra questi. Forse è questo l'unico difetto del libro.

I link per compare online il libro su bol e ibs. Il sito di Jeffery Deaver.
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15 giugno 2006

Bush chiede pazienza

Dopo la visita in Iraq, mercoledì Bush ha detto che gli iraqeni temono che l'america perda la sua battaglia di nervi e, rispondendo i democratici, che un ritiro prematuro annullerebbe gli sforzi fatti contro il terrorismo e metterebbe in pericolo il nostro paese.

Bush sta facendo pressioni tramite i suoi diplomatici in Europa per fare un buono di 13 bilioni di $ in favore della ricostruzione in Iraq.
E' proprio quello che si intendeva quando si parlava delle sabbie mobili riferendosi alla guerra in Iraq: come uscirne? Col ritiro si rafforza il potere dei terroristi. Rimanendo si da ragione ai terroristi che parlano di occupazione militare.
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Via i centri sociali

La nuova legge urbanistica in Lombardia:
Nonostante in Italia ci sia la libertà di culto, per costruire una moschea ci vorrà l'autorizzazione dell'aministrazione comunale.Per bloccare la proliferazione delle moschee. Come se fossero tante.
Come se quelli che si mettono a "pecoroni" in viale Jenner sono contenti di poter pregare per strada ....

Ma si dirà: quando ci saranno chiese cristiane anche nell'Islam. Si invoca il principio di reciprocità.

Ricordo delle parole di Enzo Bianchi, della comunità di Bose "la reciprocità è un veleno anticristiano. Chi parla di reciprocità non conosce i valori del cristianesimo. che senso avrebbe parlare di perdono? .."
Enzo Bianchi è l'autore del libro "La differenza cristiana", dove si parla di una chiesa presidio di autentico umanesimo, spazio di dialogo e di recupero di principi condivisi, luogo di confronto tra etiche e atteggiamenti individuali e sociali diversi.

Nonostante in Italia ci sia la libertà di espressione, anche per i centri sociali servirà l'autorizzazione del comune.
In effetti i centri sociali sono luoghi con troppa libertà: molto meglio un bel centro commerciale o un multisala (magari centro commerciale & multisala), o magari un bel localino trendy, come quelli di corso Como.

E se il comune (o la regione) è in mano a Gente legata a Comunione e Liberazione, Compagnia delle Opere e soci, difficile che queste libertà siano concesse.
Da oggi, grazie ad un emendamento del'Unione, fatto da Stefano Zamponi dell'Italia dei Valori, tutto ciò è possibile nella mia regione.

Ma dove sarà anche possibile edificare in una zona che prima era vincolata, parlo di Monza, nel parco della Cascinazza. Chi è il costruttore? Guarda caso il fratello dell'ex premier, Paolo Berlusconi. Ma sarà un caso?
Soddisfazione in regione: "E col capodelegazione Corsaro, An ha sottolineato che «la sinistra ha messo fine da sola alle okkupazioni .."
La trovano loro la casa, agli sfrattati, a quelli che campano con uno stipendio da miseria, a Milano? Vi ricordate la trasmissione di Riccardo Iacona?
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14 giugno 2006

Farina: dal Leonka alla giustizia

Sembra che lo facciamo apposta, a stuzzicare la CdL (e un pò anche della parte "borghese" dell'Italia): Francesco Farina nominato vicepresidente della Commissione Giustizia ...
Va beh che è stato votato e che l'alibi del voto è gia stato usato dalla precedente legislatura per validare le loro leggi ..
ma non staremo esagerando?

Solidarietà tra Blogger

Murdoch lo querela (Luca De Maio di calciolibero) e Grillo coi soldi della sottoscrizione per l'Herald lo aiuta per l'assistenza legale.
All'epoca dell'appello per Fazio si era palrato di autopubblicità.

Forse è vero: ma rimane il fatto che sia uno dei pochi blogger "propositivi", cioè che faccia qualcosa di concreto. Per la libertà di informazione, di internet ... che si prenda la briga di andare da Prodi e consegnargli proposte discusse sul blog.
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Foto della serata alla Feltrinelli



Alcune foto della serata con l'autrice Paola Barbato.

Incontro con Paola Barbato

L'incontro è stato condotto da Luca Crovi, che ha esordito parlando della nascita del libro: pubblicato capitolo dopo capitolo (il venerdì sera) e messo online sul sito Ipinguini.com
Paola: "non avevo idea del finale, fino a metà del libro ho brancolato nel buio." Scriveva i capitoli il venerdì sera e poi li mandava a Mauro Marcheselli, che se li doveva leggere la notte prima di pubblicarli.

Per accendere la discusssione (e togliere un pò dall'imbarazzo l'autrice) la parola è passata all'editor di Dylan Dog Bonelli: "Un giorno riuscirò a farmi eleggere Duce e riuscirò a proibire libri oltre 94-100 pagine. Se per te (rivolto a Paola) è stato un piacere scrivere capitoli da 100 apgine alla volta, pensa a chi come me li deve leggere"
Bonelli ha poi fatto i complimenti a Paola, ricordando come, dal suo ingresso come sceneggiatrice del fumetto, questo ha dato una svolta, orientandolo di più verso i lettori di oggi. Bonelli rimane, e ha tenuto a sottolinearlo, un lettore di ieri, dei gialli poco voluminosi.

Prima domanda sul libro "Hai scelto di ambientare il thriller in Italia, ma uno potrebbe anche immaginarselo in un altro paese"
"Scrivo sulla mia esperienza diretta. Scrivo di personaggi che siano riconoscibili nel nostro vissuto"
E riguardo alla scelta di caratterizzare negativamente i personaggi (come Giuditta Licari, la protagonista) "Non penso che ci siano persone tutte o bianche e tutte nere. Tutte le persone sono in parte grigie, per questo i personaggi non sono del tutto buoni o cattivi".

Sulla scelta di rappresentare così nel dettaglio i delitti "Ho tolto al delitto l'aura di mistero che tende a distaccare il lettore. Avere un contatto reale con la morte spogliandola di tutta la sua simbologia (come fosse carne appesa in un macello). Poi ci si abitua alla morte e si mette in primo piano le crudeltà reali ".

Il personaggio dei Giuditta è una persona sgradevole: bruttina e antipatica "E' troppo facile cercare l'identificazione del lettore nel protagonista. Magari con un personaggio buono e bello, che alla fine scopre l'enigma. Il lettore deve far fatica ad affezzionarsi al personaggio, oppure se ne deve distaccare. Per questo ho scelto di rendere Giuditta bruttina".

"Mi interessava non dare una motivazione all'assassino. Un assassino che uccide senza ragione, per compiacimento è una cosa che disturba e scuote le certezze di chi legge. Molti assassini seriali sono stati dicharati pazzi, o incapaci di intebndere, e ci si mette aposto la coscienza. Ma quando sento parlare Stevanin, non penso ad un pazzo".
"Già il titolo, Bilico, da fastidio, come termine. Perchè non è possibile descriverlo con poche parole".

Paola ha voluto poi parlare dell'associazione per combattere la Corea di HUNTINGTON, una malattia che ha colpito un suo caro amico. Da qualla morte ha deciso di far qualcosa: il 5% del libro viene devoluto per la ricerca. Paola ha addirittura cercato di entrare nel cast del Grande Fratello, sperando, una volta nella csa, di poter parlare della malattia, per la quale non si riesce ancora a trovare nessun testimonial.
E, inoltre, la casa del GF, sarenne anche un ottimo ambiente per un noir. (come già avvenuto per l'ultimo libro di Giuseppe Pederiali, Camilla e il grande fratello).

Crovi ha poi annunciato che esiste già un'opzione sul libro, per una produzione televisiva o cinematografica.L'autrice ha poi parlato del suo rapporto con i disegnatori (delle sue sceneggiature) "mi odiano perchè sono verbosa, ma poi riesco ad instaurare un buon rapporto con loro. Mi ritengo fortunata".E anche del rapporto con i lettori "vorrei che non si sentissero sicuri. Perchè avere paura spinge ad essere più cauti. Se al mondo fossero tutti più cauti, penso che staremmo meglio".
E un consiglio "leggetelo tutto di fila, non a pezzi. Bilico può essere un libro e tre libri: la parte iniziale, la seconda (col colpo di scena), e poi di nuovo la prima che si rilegge nuovamente alla luce delle rivelazioni finali".

Bilico ha molto di Paola Barbato, come donna: coma la caratteristica di osservare gli altri. Come tutta l'angoscia presente: "sono anch'io una persona angosciata".
Infine la mia domanda: "Si è divertita a scrivere la seconda parte?"
"Certo: nella prima ho divuto tenere il freno a mano, per disseminare il libro degli indizi, che tornano poi utili nella seconda. Sì: mi sono divertita di più dopo ..."
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13 giugno 2006

I mondiali fanno bene alla televisione

Durante la partita dell'Italia il ricco palinsesto comprendeva:

Ci vorrebbe un mondiale tutto l'anno per vedere dei film decenti in TV.

Presentazioni: Bilico di Paola Barbato

Stasera a Milano, alla Feltrinelli di piazza Piemonte, ore 18:30.
Paola Barbato presenta il suo libro "Bilico".

Tuffatevi nelle buie acque di Delo, nelle profondità e negli abissi della mente umana. Dove si nasconde l'orrore peggiore.
Spero di avere stuzzicato la vostra curiosità abbastanza.
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La questione meridionale

Nel giorno in cui Cuffaro compare davanti ai giudici per rispondere dell'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, il presidente della Confindustria della Calabria, Callipo, lascia:

Callipo abbandona Il presidente degli imprenditori: "Lascio l'impegno prima o poi potrei chiudere le imprese e trasferirmi"


L'intervista rilasciata:
Perché ha deciso di dimettersi? C'è stato un episodio particolare, è accaduto qualcosa che l'ha spinta a mollare tutto e tutti?
"Qui in Calabria la situazione è come cinque annni fa, è come tre anni fa, è come un anno fa o come la settimana scorsa. O come ieri l'altro, quando a Vibo Valentia hanno prima ucciso e poi dato fuoco a quell'imprenditore agricolo che aveva fatto i nomi dei suoi estorsori. Qui in Calabria non è cambiato nulla, non cambia mai niente".

Neanche dopo il delitto Fortugno, non c'è stato qualche segnale nuovo nemmeno dopo le operazioni di polizia partite dopo l'uccisione del vicepresidente del consiglio regionale?

"Tranne qualche latitante arrestato e un po' di pulizia fatta qua e là, non vedo grandi mutamenti in Calabria. E soprattutto non vedo nascere la fiducia nelle persone che vivono dalle nostre parti. Non voglio essere sempre pessimista ma i fatti sono fatti. E non voglio nemmeno fare polemica, le cose però stanno così".

Ieri era stato trovato il corbo carbonizzato di un imprenditore Fedele Scarcella, che aveva osato denunciare il racket dell'usura.

L'intervista a Callipo termina così:
L'anno scorso mi aveva raccontato che era stato dall'allora ministro degli Interni Pisanu e gli aveva chiesto: ministro, mio figlio studia a Milano e vuole tornare in Calabria, lei mi deve dire se può tornare o no perché io non so cosa rispondergli. Suo figlio è tornato?
"Gli mancano pochi mesi per laurearsi e lui vuole tornare per lavorare nella nostra azienda".

E lei cosa gli ha detto, cosa gli ha consigliato?
"Niente, come un anno fa non so cosa dire a mio figlio".
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Morire di lavoro

Ogni anno ci sono 850 mila morti per cause di lavoro.
In Italia le morti sul lavoro sono state 1200, l'anno scorso e 182 nella sola Lombardia.
Questi i numeri del Congresso sulla Medicina del lavoro a Milano.
Tra le cause la mancanza del rispetto delle norme di sicurezza sul posto del lavoro: colpa del precariato, del lavoro nero, che spingono molti lavoratori, spesso stranieri e senza permesso ad accetare qualsiasi lavoro a qualsiasi condizione.
Ma molti sono le morti per l'amianto, per il mancato rispetto delle norme ambientali, scarico di rifiuti ....
Si può morire per lavoro, al giorno d'oggi? Tornare al tempo degli schiavi ...

12 giugno 2006

Quella sporca dozzina ...


Ovviamente intendevo gli undici che scenderanno in campo, più Lippi. Quella che fa finta che non stia succedendo nulla nel mondo del calcio.

Sarà dura, ma questa sera non riuscirò a non tifare Italia.
E so anche che alla fine mi sentirò un pò sporco. Come quando da piccolo ti toccavi e ti rimaneva quel senso di colpa che non riuscirvi a capire perchè, ma ti rovinava tutto.

Non come certa gente che tifa Ghana, o peggio come la Padania che tifa Spagna ....
Certo non lo meriterebbero: Borrelli afferma che "si è creato un muro difensivo concordato probabilmente da più persone. Non mi aspettavo nulla di diverso dopo le intercettazioni pubblicate sui giornali".
Nemmeno fossero i mafiosi ....

Ma si sà, siamo italiani e il calcio ci fa dimenticare tutti i nostri mali. Per un mesetto il calcio sarà il nostro vero e unico argomento di discussione.
Ovviamente guarderemo le partite col commento di Bar Sport, la trasmissione di Radio Popolare, con le voci di Sergio Ferrentino, Giorgio Lauro e Marco Ardemagni.
Le mitiche sigle di Bar Sport:
Che te la pongo (audio)
Roberto Baggio non è un miraggio (audio)

Par condicio ma quando serve

Si chiama Par condicio, ma solo quando serve a loro. Altrimento la chiamano bavaglio. Ma cosa aveva da dire di così interessante Berlusconi, a telecamere? Ad elezioni in corso?
Evidentemente non si ricordano, alla CdL, di quando il bavaglio l'hanno usato loro.

Fiction su Falcone? Non va in onda per non favorire la Borsellino ...
Al TG2 Mazza non parla del Caimano ...
E la trasmissione Report sulla mafia che non spara, andata in onda l'anno scorso, con le polemiche e con una puntata riparatrice ...
E Paolo Rossi e il suo Moliere? Censurati anche loro.

Per finire con la moglie di di Prodi, bloccata a “Domenica In”.
Vi basta?
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Guerra o pace?

Basta intendersi sulle parole. Leggendo le dichiarazioni dei nostri politici sul ritiro sembra che i veri pacifisti siano i soldati in Iraq.
Giocano col senso delle parole per affermare la loro visione, la loro verità.
Un pò di chiarezza:

Sorprende la decisione del ritiro dall'Iraq? Ma l'aveva dichiarato anche Berlusconi, anche prima delle elezioni. Dov'è la notizia? era tutto scritto nel programma dell'Unione.

Il ritiro delle truppe aiuta il terrorismo?
Allora Germania e Francia sono schierate col terrorismo dal 2003, non avendo proprio inviato le truppe.

D'Alema: "Pibiri è morto in missione di pace". Ma non è saltato su una mina, mentre faceva la scorta ad un convoglio armato inglese? Diciamo che era in zona di guerra (perchè se sei in pattuglia non puoi essere in una situazione di pace), a fare la guerra.

Il ritiro offende la memoria dei soldati morti? E ai soldati vivi chi ci pensa? E che dire della frase per cui questa missione di pace "ha accresciuto e consolidato il nostro prestigio internazionale": sembra di sentire quel dittatore che giustificava l'ingresso nella seconda guerra mondiale, per cui con qualche morto avremmo potuto sederci al tavolo dei vincitori da una posizione di prestigio.
In Italia si è sempre schierati con i simboli (patria, prestigio, paese, onore ...) e mai dalla parte delle persone.

E le polemiche sulla nomina della senatrice Menapace alla commissione difesa? Bene, Kerry siede al tavolo della commissione difesa, in america, dopo aver guidato il più grande movimento anti-guerra del suo apese.E nessuno ci vede nulla di strano.

In Italia invece Fini dichiara guerra ai pacifisti. E guai a portare spille che inneggiano alla pace durante la sfilata del 2 giugno ...

Si è bollati come anti-istituzionali: come se invece lo fosse invitare a non pagare le tasse, o inneggiare alla secessione, o candidare indagati per mafia ...

Allora facciamo chiarezza: siamo in guerra in Iraq? Sì: e allora mettiamo le nostre truppe in condizioni di combatterla questa guerra. Con tutto l'appoggio e le attrezzature necessarie. Vedere i carri armati ci impressiona? Più rassicurante lo scaraffone, che ha una blindatura insufficiente?

Vogliamo combattere il terrorismo? E allora iniziamo in Afghanistan a eliminare le ricchezze dei Talebani, derivanti dal traffico di droga.

11 giugno 2006

Lavorare con lentezza di Guido Chiesa

Lavorare con lentezza è la filosofia trasmessa dalle voci, dal flusso creativo, di Radio Alice, 100.6 Mhz.
Diverse storie e persone ruotano attorno a questa radio, a Bologna nel 1976: storie come quelle di Sgualo e Pelo, due ragazzi della periferia, che non vogliono né finire in fabbrica a lavorare né studiare. Passano la vita facendo “lavoretti” per Marangon, che propone loro un lavoro. Scavare un tunnel sotto la città, per rapinare una banca.
Sotto terra, tra una picconata e l'altra, iniziano ad ascoltare Radio Alice: inizieranno a frequentare l'ambiente dei movimenti, conosceranno le voci della radio, arriveranno a partecipare anche loro al “flusso creativo”.

Il tenente dei carabinieri Lippolis che, per un'azione finita male, è stato messo dietro ad una scrivania ad occuparsi di scartoffie. Anche lui ascolta la radio: deve capire chi sta dietro, se esistono dei legami con i terroristi, sui quali è stato chiesto loro di indagare da Roma.
Sta cercando il colpo grosso che lo riporti all'azione: proprio la rapina alla banca. Ma i suoi superiori hanno in testa solo il terrorismo ...

Marta è una praticante avvocato, che sta seguendo il caso di un giovane accusato di percosse nei confronti di una persona anziana. Fidanzata con Gippi, anche lui di Radio Alice, si scontra col mutismo del ragazzo, Franco.

Tanti personaggi per rappresentare la complessa realtà della Bologna di fine anni 70: complessità e rivoluzione della parole. Le persone che curano le trasmissioni vengono attaccati dalla Bologna borghese ma anche dal PCI stesso, incapace di comprendere le idee di questi giovani. Che rifiutano lo stile di vita che la coltura vigente impone: vivere, lavorare e morire.
Anzi ammazzarsi dal lavoro: essere preclusi da ogni gioia della vita. Perchè questa società prevede il caviale per i ricchi e la pastasciutta per gli operai? “Noi rivendichiamo il caviale anche per gli operai”.
Lavorare tutti, ma lentissimo, con pochissimo sforzo”, questo è quello che vogliono. Come le parole della canzone che da il titolo al film.
Noi proclamiamo lo stato di felicità permanente”.

Ma non solo di lavoro si parla a Radio Alice: anche di sesso, anzi di libertà sessuale, soprattutto per le donne. Incattivite a tal punto da costringere i poveri maschietti a fare una manifestazione per le “vittime del femminismo”.
Divertenti i siparietti, ad inizio film, dove, con lo stile dei film surrealisti dei primi anni del 900, si narra la genesi della radio. Girati in bianco e nero, con pellicola da super 8, mostrano l'idea di usare gli strumenti del nemico (una radio militare) per combattere il sistema. E l'idea rivoluzionaria di mandare le telefonate in diretta, mandare in onda la voce dei bolognesi senza censura. Perchè la radio è di tutti.

Il film è complesso anche per i diversi stili cinematografici utilizzati nei diversi ambienti: gli interni del bar dove Marangon riflette sugli insegnamenti ricevuti dal prete in istituto “mi hanno insegnato filosofia. Ma mi hanno dato solo le risposte, non le domande. Senza le domande la filosofia nono serve a niente, come aver fatto 13 e non saper niente dei soldi”.

Diverso o stile usato per gli ambienti interni alla radio, il caos, i colori, le voci, gli slogan disegnati sulle pareti.
Ancora diverso da quello usato per gli interni di famiglia: dove si respira un clima claustrofobico: come di un ambiente da cui non si può sfuggire. E da cui invece Sgualo e Pelo vogliono scappare.
E frequentando la radio, si apriranno nuovi orizzonti a loro: conosceranno delle ragazze, condivideranno le battaglie, diventeranno anche loro parte del flusso creativo, di quelle voci che vogliono cambiare il mondo.

Ma tutto questo termina, ad un certo punto. Nel momento in cui la DC è sotto processo per lo scandalo Lockeed e Moro va alla camera a pronunciare il famoso discorso “non ci faremo processare dalla piazza”, da Roma arriva il via libera. A che cosa? Lo si capisce dalle scene finali: si alza il livello dello scontro. I carabinieri caricano la manifestazione: si arriva alla morte del giovane Francesco Lorusso, cui seguiranno due giorni di guerriglia a Bologna.
Si tornerà a vedere i blindati in piazza: come negli anni della seconda guerra mondiale.
E mentre compaiono caschi, molotov, passamontagna e sanpietrini, lo spirito di radio Alice svanisce: “noi volevamo andare da un'altra parte, non volevamo questo” - dice Sgualo durante una tregua degli scontri - “forse ci siamo spinti troppo in la”. È la fine della fantasia al potere.
Fine sancita dall'irruzione alla radio.

Il tenente Lippolis, usato come pedina per il lavoro “sporco” di piazza viene trasferito, e tocca al suo aiutante, Antonio, nella radio chiusa e sottoposta a sequestro, concludere “anche i carabinieri devono lavorare con lentezza”. La scintilla non è stata spenta.

Il film traccia un quadro di un periodo convulso della storia di Bologna (e anche dell'Italia): un periodo dove giravano idee innovative, dove sembrava che veramente si potesse cambiare la società dove sembrava di vivere una vita a tutta velocità. Dove sembrava che si potessero abbattere le barriere tra classi e che il futuro delle persone potesse non essere più fissato (una volta per tutte) dalla nascita. In base alla famiglia dove sei nato. In base al quartiere della tua famiglia.

Alla sceneggiatura ha collaborato anche il gruppo Wu Ming
I link online per il DVD: su ibs , bol e il sito ufficiale del film.
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