06 febbraio 2011

La lobby di Dio – il rapporto tra Comunione e Liberazione e la Lega

Nel suo ultimo libro Ferruccio Pinotti parla di Comunione e Liberazione: dopo aver raccontato la sua storia, il suo modo di concepire la sussidiarietà (la statalizzazione dello sato tramite rapporti di lobbing con le regioni) e i suoi rapporti con la politica (la Dc prima e FI poi), Pinotti racconta del legame tra Cl e la Lega Nord. Due entità molto più legate di quanto si sarebbe tenuti a credere:

A questo punto dovrebbero cominviare a intuirsi i due principali cardini teorici che hanno permesso a due mondi apparentemente così inconciliabili di convergere sulla stessa strada. E cioè federalismo (“de-statalizzazione”) da una parte e integralismo dall'altra.

Gli ismi che uniscono Lega Nord e Cl” li ha definiti con grande acutezza lo psicologo Enrico Magni, firmando nel luglio del 2009 sul quotidiano online “Leccoprovincia.it” un lucido editoriale che è utile citare: “Lega Nord e Comunione e Liberazione sono l'espressione di due integralismi territoriali. Tutte e due sono nate ai piedi delle Alpi, tutte e due hanno nell'organizzazione materiale il punto di forza, tutte e due hanno nella trascendenza un oggetto di riferimento. [..] Tutte e due hanno un oggetto persecutorio che va vinto e che è diverso nelle varie forme, apparenze, sostanze. Gli extracomunitari per la Lega Nord sono coloro che rubano il lavoro ai locali e portano insicurezza sociale, per gli altri sono portatori di un credo diverso che può destabilizzare la tradizione religiosa. Per tutte e due il lavoro, il fare e la ricchezza sono il prodotto di un'appartenenza che è sinonimo di sacrificio e etica. In apparenza le due organizzazioni possono sembrare in contrasto , ma nel profondo hanno molte radici in comune che andrebbero ulteriormente analizzate e approfondite”.
La lobby di Dio, pagina 62

Quando è avvenuto questo matrimonio di interessi?

La riconciliazione è avvenuta nel 2008, durante il convegno dal titolo “Federalismo fiscale e sussidiarietà”, organizzato a Verona dalla sezione locale di Compagnia delle opere. I ciellini vi invitarono a parlare il sindaco leghista Flavio Tosie lo fecero interloquire con Giorgio Vittadini, storico leader della Cdo. [..] E alla fine ci pensò lo stesso Vittadini a spiegare le ragioni di quell'invito a Tosi: “Noi dialoghiamo a tutto campo – disse – e la Lega al dil degli aspetto folcloristici tipo ampolle del Po, quando ragiona sui fatti è assolutamente interessante [..] Siamo alieni dallo schierarci con questo o quel partito, guardiamo al pragmatismo, ma non possiamo non essere interessati a un federalismo molto sussidiario come quello prospettato nell'ultima versione: allora tanto di cappello a uno come Calderoli, che lo sta sviluppando con molta capacità di dialogo”.

Comunione e Liberazione si è convinta così che la Lega, sulla base di un comune sostrato culturale volto alla destrutturazione dello stato centralista e all'affermazione di certi integralismi, poteva incarnare il vero orizzonte politico post-berlusconiano; la Lega dal canto suo, ha capito al volo invece che per “ambire a diventare quello che trent'anni fa era la Democrazia Cristiana” non poteva prescindere dal rapporto con un ambiente cattolico come quello di Cl, che “continua a rappresentare un considerevole blocco sociale e, perchè no, di voti”.
La lobby di Dio, pagina 64

Da questo spunto si inizia a capire quali siani i poteri forti dietro questo governo, che spinge per un federalismo in salsa leghista, che tiene in vita Berlusconi nonostante tutto. Li abbiamo visti assieme al meeting di Rimini nel 2009 e nell'estate scorsa: la Lega Nord e Cl: "insieme per destrutturare lo stato, per sminuzzarne le competenze e gestirle a livello locale attraverso il braccio operativo di Comunione e Liberazione, la Compagnia delle Opere. Le parole d'ordine sono sussidiarietà e federalismo, ma la traduzione concreta di questi concetti si articola nell'affidamento progressivo della sanità ai privati, nella scelta dei docenti su base regionale, in lucrosi business come quello dei trasporti e dell'energia, in trasferimenti di soldi a società private che gestiscono pezzi sempre più ampi del pubblico".

Altri pretesti di lettura:

.. a pagina 19
“Nemmeno la mafia a Palermo ha tanto potere. Negli ospedali, nell'assistenza, nell'università”.
Eugenio Scalfari sul potere della Compagnia delle Opere in Lombardia. “La repubblica”, 13 ottobre 2008.

.. a pagina 52
“Berlusconi è come De Gasperi”
Raffaello Vignali, ex presidente della Compagnia delle Opere, 7 aprile 2006.

.. a pagina 359
“E' entrato a far parte di Cl un personaggio come Marco Barbone, l'omicida di Walter Tobagi”.
Marco Barbone è responsabile della comunicazione della Compagnia delle Opere.

...a pagina 48
"Puoi essere un corruttore, un tangentista, un terrorista, ma se vai da loro e scopri l’incontro con Gesù potrai tranquillamente entrare nell’orbita di Cl."
Mino Martinazzoli, più volte ministro della Repubblica nelle file della Democrazia cristiana.

...a pagina 137
"È un meccanismo diabolico: io curo i rapporti con il politico, lui mi dà i finanziamenti, io gli assumo la gente, lui si prende i voti."
Arturo Zannelli, già direttore della Compagnia delle opere Calabria e marito di Caterina Merante, teste chiave dell’inchiesta Why Not.

"Una Chiesa privata, ben sintonizzata con gli umori della destra italiana e dominata dall'affettuosa confidenza con banchieri e imprenditori .....è il linguaggio di un conservatorismo moderno che si esprime la strana indulgenza Ciellina per i malfattori, contrapposta alla severità con cui additano i moralisti.”
Gad Lerner, “la Repubblica”, 28 agosto 2010

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