24 febbraio 2011

Vietato disturbare


Tripoli: (23 febbraio) Decine di fosse comuni sono state scavate sulla spiaggia di Tripoli per seppellire le vittime, più di mille secondo alcuni media arabi, degli scontri in Libia. Le si vedono in un video amatoriale pubblicato dal sito Onedayonearth e rilanciato dal sito web del quotidiano britannico Telegraph. Sono immagini che mettono i brividi e fanno pensare che le peggiori previsioni per quanto riguarda il «bagno di sangue» in Libia siano vicine alla verità. Ma conferme effettive ancora non ci sono.



Roma: ROMA (31 agosto) - Una faccia scura, quella di Berlusconi. Gheddafi gli sta a fianco, come un maestro. Ma le immagini, nelle fotografie in bianco e nero di un cartellone, sono violente, i segni lasciati dal colonialismo italiano in Cirenaica, «il dolore che si infligge a un popolo», dirà il premier. E Gheddafi spiegherà di aver visto Berlusconi «piangere vedendo» quelle foto di un «dramma» vissuto dal «popolo libico». La Libia non dimentica, ma la ferita è rimarginata e se ne festeggia l’anniversario della ritrovata amicizia tra Libia e Italia. Amicizia (di cui «tutti devono rallegrarsi») che si è trasformata in affari. Per questo Berlusconi non comprende le contestazioni al leader di Tripoli, sollevate dai finiani e dalle opposizioni: «Chi critica è prigioniero del passato».

I tavoli attorno ai quali siedono i grandi manager di Eni, Finmeccanica, Enel, costruzioni e banche, sono la conferma che il Trattato ha portato vantaggi. La liturgia dei caroselli con cavalli berberi e quelli dei carabinieri, con le sciabole scintillanti, gli inni scanditi dalla banda, suggella un patto tra Italia e Libia, certamente unico in un mondo percorso dalle inquietudini e dalle scosse razziali. Sotto la tenda, allestita nei giardini della residenza dell’Accademia libica, il premier ed il Colonnello conversano per mezz’ora di politica internazionale e di Africa, ma anche delle prospettive di pace in Medio Oriente. Discutono di come si può uscire dalla crisi economica internazionale. Non si parla, invece, delle proteste che la visita di Gheddafi (comprese le parole sulla libertà alle donne che è maggiore in Libia che qui) ha suscitato tra i partiti dell’opposizione. Ma dal palco, nel discorso ufficiale, Berlusconi scandisce: «Quando due popoli ritrovano l’amicizia, questo avviene a vantaggio di tutti. E’ grazie a questo che l’Italia ha potuto risolvere la crisi dei visti ed è stato possibile contrastare la tratta dei clandestini dall’Africa all’Europa». Ed il leader di Tripoli ammonisce e minaccia la Ue: ci vuole un finanziamento di 5 miliardi di euro all’anno alla Libia, «altrimenti l’Europa potrebbe diventare Africa, potrebbe diventare nera. L’Italia deve convincere i suoi partner europei».

Chissà consa pensa oggi il giornalista (uno dei tanti) che ha scritto queste cose, nemmeno troppi mesi fa.

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