23 febbraio 2011

Se le poste non consegnano le poste

Letto ieri sul Fatto quotidiano ("Il postino suonerà sempre due volte."): le poste italiane cambiano mission.
Basta consegnare tutti i giorni giornali e missive, ma solo ogni due giorni.
Poste che invece sono entrate nel business della telefonia mobile e delle banche. Altro che liberalizzazione..

In questi mesi sta davvero cambiando tutto, però quasi mai in meglio, almeno se si considera la faccenda dal punto di vista dei cittadini clienti. Per esempio finisce il servizio universale così come l’avevamo conosciuto per decenni, cioè la consegna di corrispondenza e giornali a tutti, tutti i giorni dell’anno escluse le feste, in tutti i luoghi del paese compresi i più sperduti.
E finisce per effetto
di una scelta del governo: il servizio viene di fatto riconsegnato per i prossimi 15 anni alle Poste alle quali viene allo stesso tempo consentito di svuotarlo come un guscio di noce.

Mentre il servizio universale viene svuotato, il governo con il decreto Milleproproghe concede alle Poste la possibilità di entrare nel capitale delle banche, separando da un punto di vista contabile il Bancoposta dal resto del gruppo. Grazie a questa innovazione, le Poste compreranno sborsando 136 milioni di euro il Mediocredito centrale che costituirà il pezzo forte di quella Banca del Sud voluta con tenacia dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti.
In cambio l’amministratore delegato Massimo Sarmi il prossimo aprile riuscirà probabilmente ad ottenere la quarta nomina consecutiva alla guida delle Poste. Il nuovo corso produrrà effetti pesanti anche sugli organici postali. Alla Cgil in particolare sono molto allarmati. Il 27 luglio dell’anno passato i sindacati avevano firmato un’intesa con l’amministratore che prevedeva un taglio di 6 mila dipendenti come inevitabile conseguenza della riduzione da 6 a 5 giorni alla settimana della consegna di lettere e giornali, mentre il servizio del sabato era stato affidato a ditte private, più o meno organizzate ed efficienti, con il sistema che in gergo viene definito degli «appalti accollatari». Con la nuova riduzione del servizio prevista dal contratto di programma ora ballano altri 4 mila posti.

2 commenti:

Lara ha detto...

Ma stiamo scherzando??? La posta consegnata ogni due giorni???

alduccio ha detto...

E il tutto sta avvenendo nel silenzio generale