18 novembre 2011

Servizio pubblico - La democrazia

Le note della canzone di De Andrè, “Il gorilla” hanno aperto la terza puntata di Servizio Pubblico (nonostante furti e incendi): il gorilla che nella canzone viene visto con curiosità dalle persone è il nostro nuovo presidente del Consiglio, Mario Monti. L'idraulico che dovrà tappare le falle del sistema Italia: equità, rigore e crescita.

Ha detto ieri Santoro:“Il nostro gorilla è un idraulico, perchè quando la casa si allaga non c'è tempo di capire chi è l'idraulico migliore. Si chiama l’idraulico più capace che c'è a disposizione, in grado di tamponare le falle”.


Se ciò gli verrà permesso dal Parlamento (che è lo stesso che poche settimane prima ha creduto alla storiella di Ruby nipote di Mubarak). Sappiamo che Berlusconi, come ha raccontato nell'anteprima Santoro, sorregge questo governo come la corda l'impiccato: appena i sondaggi lo daranno in crescita (o appena si toccheranno interessi privati), toglierà l'appoggio.
L'opposizione, d'altro canto, è abbastanza divisa sui passi da prendere per le riforme (appoggiare la proposta Ichino o no?). Gioverebbe se, questo governo, si rendesse fin da subito credibile: spazzare i dubbi sul conflitto di interessi (quelli di Passera raccontati nel suo intervento da Travaglio ), che non è offensivo ricordare. Evitare scivoloni brutti come quello di Clini sul nucleare. Dare un buon esempio verso il paese, riducendo veramente sprechi e privilegi nella macchina politica (a Roma ma anche nelle province e nelle regioni), spostare il focus dalle grandi opere, alle piccole opere distribuite sul territorio. Attaccare gli evasori, la criminalità organizzata, far funzionare meglio la macchina della giustizia penale (il giudice Caselli oggi da i suoi consigli sul Fatto Quotidiano al neo ministro della Giustizia)....


Nell'anteprima del programma, Santoro ha fatto riferimento anche al giudizio (un fuori onda) del presidente francese Sarkozy su Berlusconi: “Guardate, questo qui stava portando l'Italia veramente molto in basso, era l'incarnazione della disistima internazionale per l'Italia e quando io lo vedevo dentro un vertice internazionale francamente avevo una sensazione quasi patetica, mi faceva pena...”.

“Stiamo a guardare e speriamo che i partiti possano rigenerarsi - ha proseguito -. Nel frattempo Monti può tamponare la falla e portare avanti quelle riforme, che non abbiamo capito esattamente in cosa consistano. Vorrei dire a Monti che centinaia di migliaia di giovani mettono in dubbio quelle riforme che sembrano dar ragione al mercato, ma il mercato ha avuto torto. Un altro punto debole del nuovo governo è che Monti fa appello al senso dello Stato, di Berlusconi e della sua opposizione: noi ne sappiamo qualcosa del senso dello Stato della casta”.

Santoro, alla fine del monologo , ha voluto ribadire che lui continuerà a fare la sua fotografia della scena politica, in libertà: non vuole sentire quelli che dicono “lasciateci lavorare”, perchè sappiamo come è andata a finire. Vogliamo trasparenza, vogliamo conferenze stampa dove si possono fare domande ai politici (e niente barzellette, per carità).

La copertina della puntata però, è stato un regalo a quegli italiani che hanno atteso la caduta del cavaliere per troppi anni: la festa del sabato sera a Roma.
Nessun telegiornale le ha mostrate quelle immagini di festa e gioia (una pazzia, per una sera). Anzi, gli editorialisti del corriere li hanno pure attaccati : cosa festeggiate, che non c'è niente da ridere? Cazzullo, Battista, Polito, De Bortoli .. Dovrebbero chiedersi cosa hanno fatto di male questi italiani che per una sera sono scesi in piazza per mostrare la loro gioia? 17 anni di frustrazioni, di rospi da ingoiare, di insulti subiti (quando ci hanno chiamati coglioni, cosa pensava Cazzullo, o quando veniva definito eroe un certo Mangano?), di attacchi alla Costituzione.


La balla della settimana: il ministro Gelmini (ex) pubblicizzava la sua riforma, come quella che avrebbe portato il merito nelle università. E poi, negli ultimi giorni, ha nominato al CNR tale Germano Ferrara, 73 anni. Record mondiale di nepotismo, spiegava Travaglio, per aver piazzato figli e nipoti nelle università.
E poi ce la prendiamo con gli studenti se si incazzano ….

Il faccia a faccia, in questa puntata riguardava l'onorevole Antonio Di Pietro e Flavio Tosi, sindaco (eretico) di Verona.

Di Pietro ha sottolineato che un paese dove non si può esultare per una vicenda politica non è un democrazia: Berlusconi è entrato in politica per farsi gli affari propri. Dovremmo chiederci non perchè le persone erano in piazza, ma come è stato possibile questo abbassamento della politica ad affare personale.
In merito al governo Monti, Di Pietro ha espresso la sua idea: le elezioni erano la cosa migliore, ma per fronteggiare l'emergenza, meglio Monti. Emergenza che è anche emergenza democratica: Monti deve governare il tempo necessario per fronteggiare la crisi, ma non è stato nominato presidente a vita.
Inoltre il professore ha chiesto la fiducia senza dire chi (i ministri), cosa (l'agenda del governo) e quando (fino a quando?): “ora conosciamo i ministri, ma il loro curriculum parla di una storia in difesa dei poteri forti”.
Dunque, ha concluso, vogliamo prima vedere le carte.

Il sindaco Tosi
ha invece puntato il dito sullo spread che, nonostante non ci sia più B. è ancora alto: dunque non era tutta colpa del passato governo. È il sistema paese che non è affidabile.
Tosi si è poi lanciato in un ragionamento sul debito pubblico che, secondo lui, non è cresciuto negli anni del governo Berlusconi (e non è vero), ma è frutto delle politiche degli anni 80 (il governo di Craxi, Andreotti. Forlani). Sulle prime proposte di Monti, meglio la patrimoniale che la reintroduzione dell'ICI.
E, in seguito, si è lasciato uscire un commento duro: “se Berlusconi si fosse dimesso un anno fa, ora avremmo un governo di centro destra forte, e non questo governo”.

Tito Boeri, che ha recentemente scritto un libro (che speriamo torni utile al professor Monti) “Le riforme a costo zero”, ha fornito la sua versione sullo stato della crisi.
Siamo stati vicini alla soglia di non rientro, ha spiegato l'economista: quando spread e soglia di rendimento crescono oltre certe soglie (7% per i BTP, 750 per il differenziale coi titoli tedeschi) poi si innesca un meccanismo per cui le banche non riescono più a vendere i nostri titoli.
Dobbiamo allontanarci in fretta da questa situazione, poiché il 50% del nostro debito è in mano straniere, dunque più a rischio per speculazioni (rispetto ad esempio al debito giapponese).
Ma ci sono segnali di miglioramento: come il differenziale con la Spagna, che era salito nei mesi estivi, e oggi è di molto calato: segno che possiamo migliorare e che i mercati li percepiscono i nostri sforzi.

Ma oltre ai professori, agli economisti, i deputati, i grandi manager, il nostro paese è composto anche da lavoratori semplici, pensionati e studenti.
Come Agnese Romanò: bisognerebbe chiedere a questi italiani cosa preferiscono? Se finanziare le scuole private o quelle pubbliche. Se spendere miliardi in ricerca e istruzione o nelle missioni all'estero e nei cacciabombardieri F35.
Agnese è una dalle idee chiare: i soldi delle cricche, dei banchieri, di Berlusconi vanno redistribuiti alla popolazione. Soldi sottratti alla collettività per scuole, per ospedali e finiti nei corsi di addestramento militare voluti da La Russa.
Perchè non si danno le ville di Berlusconi agli sfrattati?
È una provocazione: ma mi chiedo quanti soldi paghi, di tasse, su quelle case, il cavaliere.

Il conflitto di interessi di Passera.
Il conflitto di interessi esiste, per i tanti interessi di banca Intesa nel trasporto aereo (Alitalia), via treni (NTV di Montezemolo) e marittimo (nella cordata per Alitalia anche armatori).
Travaglio ha raccontato anche della storia dell'Hotel Villa D'Este a Cernobbio, acquistato dal gruppo Fontana con soldi di Intesa (anche Fontana è nel Consiglio di Intesa e Passera è tra i soci del gruppo Fontana).
Soldi finiti in Lussemburgo e rientrati per l'operazione Alitalia (per la good company, la bad company ci è costata 3 miliardi).
Poi ci sono i suoi stipendi d'oro, le stock option, i dividendi staccati anche se gli utili sono in calo. Nelle banche è sempre festa eccetto che per i lavoratori che verranno licenziati.
Intesa finanzia le grandi opere su cui ora Passera dovrà vigilare facendo gli interessi dei cittadini.
Poi ci sono gli interessi nelle telecomunicazioni con la7.


Infine la politica: Intesa ha dato soldi a Berlusconi dopo la condanna di risarcimento a De Benedetti.
Cosa farà adesso per la vendita delle frequenze televisive, il beauty contest? Li darà gratis a Rai e Mediaset o li metterà all'asta? Al limite B. si farà dare i soldi dalle banche.



Rampini
, che poi si è confrontato con la ragazza dei centri sociali, ha parlato del sistema economico italiano. Sistema di banche che partecipano all'economia, ma fatto alla vecchia maniera. Non un capitalismo sociale, ma capitalismo da salotto buono. Cordate di potere che sono il contrario della concorrenza e della trasparenza.

Emolumenti altissimi, alla Wall Street, di fronte al basso rendimento delle azioni: serve lanciare grandi politiche redistributive, come chiedono gli indignados. Non basta parlare di crescita, ma deve essere una crescita diversa: ma soprattutto dobbiamo ridistribuire i beni.
Tutto questo suona molto di sinistra: ma questo governo di professori, cattolici, ex banchieri è in grado di farlo?
Cave canem.


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